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Autore: _Benny_    13/07/2014    3 recensioni
Se siete maschi e vi trovate in periodo buio della vostra vita, la soluzione che può farvi uscire dal tunnel è semplice: organizzatre una partita di calcetto con le vostre amiche. Potete stare sicuri che, tra uniformi di gioco improbabili, totale scoordinazione e ignoranza delle regole, alla fine della partita avrete ritrovato il sorriso.
“Ragazze… non dovete correre dietro alla palla!"
“ Come no?! Non è così che funziona il calcio?”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a chiunque, sia maschi che femmine, abbia voglia di un modo alternativo per farsi due risate tra amici.
 
 
 
Capita a tutti, prima o poi, di trovarsi in un periodo nero.
 
Se sei uomo, molto spesso una bella partitella a calcetto con gli amici fa bene, ma se tutto quello che fai di solito per tirarti su non ha ancora sortito alcun effetto, non disperare: ti resta ancora un’ultima carta da giocare.
 
 E puoi stare sicuro che, nel 99% dei casi, riuscirà a farti tornare il sorriso per almeno una mezzoretta.
 
Prendi il cellulare, chiama le tue amiche femmine e organizza una partita di calcetto.

Si, hai capito bene, calcetto con le femmine.
 
Assicurati anche di chiamare almeno altri due tuoi amici maschi, per vari fondamentali motivi:
1) da bravo amico quale sei, non puoi proprio permettere che si perdano uno spettacolo del genere;
2) Serve qualcuno che arbitri e che spieghi le regole alle innocenti fanciulle;
3) Serve qualcuno che sostituisca l’arbitro quando questo se ne andrà sbuffando e imprecando per non essere riuscito a fare entrare nella mente femminile nemmeno mezza regola;
4) Serve almeno un maschio in ogni squadra anche solo per tentare di avere un minimo di costruzione del gioco e arrivare davanti alla porta in tempi che non siano ere geologiche;
 
Una volta arrivati al campo, potrete osservare le divertentissime varianti di abbigliamento delle vostre amiche.
 
C’è quella più normale che, giustamente, si è presentata con una normalissima e comoda tuta e sicuramente ci sarà anche quella che, per motivi ignoti, pensa che il calcio si possa giocare solo in calzoncini e maglietta a maniche corte e si presenta scosciata anche a dicembre.
 
Poi c’è quella che è contro l’anonimato di una tuta qualsiasi, si rifiuta di giocare senza una divisa e così usa l’abbigliamento di uno qualsiasi degli sport che pratica/ha praticato: polo a maniche corte del tennis, divisa da pallavolo con tanto di ginocchiere…
 
E poi c’è la migliore di tutte, una vera gioia per gli occhi. Quella che prende tutto sul serio e ha deciso di presentarsi con una divisa da calcio vera e propria, prontamente rubata al fratello, noto collezionista di magliette di qualsiasi squadra esistente. E ovviamente deciderà di abbinare le varie componenti dell'uniforme secondo il proprio gusto personale, ignorando qualsiasi logica: finirà per indossare la maglietta dell’Ajax sopra i calzoncini del Barcellona, con i calzini del Borussia Dortmund. Considerato che probabilmente la maglietta le arriverà alle ginocchia e che dovrà fare almeno sette giri in vita ai calzoncini, somiglierà più ad una sfollata che ad una persona che si appresta a giocare a calcetto.
 
E il meglio deve ancora venire.
 
Non appena viene battuto il calcio d’inizio già si iniziano a vedere i primi problemi, per esempio il fatto che le ragazze si dimenticheranno chi sono i membri della propria squadra e inizieranno a passare la palla in base a quanto gli sta simpatica la persona dall’altra parte. Classico esempio: se due migliori amiche sono in squadre diverse, potete stare sicuri che almeno tre volte si passeranno la palla perché si sono scordate che sono avversarie.
 
Altri comportamenti tipici sono:
 
1) Totale incapacità di correre in linea retta con la palla, roba che un bambino di otto anni in confronto a loro appare come Messi;
 
2) Calciare con violenza inaudita, cercando di sopperire alla mancanza di tecnica con la forza. Peccato che nel 90% dei casi manchino la palla;
 
3) Impanicarsi di brutto quando si vedono correre incontro qualcuno e cercare di liberarsi della palla (mandandola dove capita) manco fosse un pacco bomba.
 Il concetto di base per loro è: “ecco, non ho più la palla, perciò non puoi più corrermi incontro minaccioso”;
 
4) Sbagliare gol a porta vuota a un metro di distanza;
 
5) Fare autogol ed esultare perché per loro non conta che è autogol, sono riuscite a mandare la palla in porta, sono state brave;
 
6) Assistere alla seguente scena:
 
Giocatrice a caso: “basta, adesso mi piazzo qui davanti alla porta tutto il tempo e vediamo se ancora non segno”
 
Maschio a caso: “Non ti puoi piazzare davanti alla porta avversaria dove, quando e per quanto ti pare! È fuorigioco!”
 
Lei: “E che vuol dire?”
 
E poi, inevitabilmente, arriverà un momento in cui i due poveri maschi in campo stopperanno il gioco e chiameranno tutte le ragazze in campo per cercare di spiegargli una cosa fondamentale.
 
“Ragazze… non dovete correre dietro alla palla”
 
Seguiranno facce stupite e confuse.
 
“ Come no?! Non è così che funziona il calcio?”
 
Sguardi rassegnati dei maschi.
 
“No! Non dovete correre TUTTE dietro alla palla! Alcune devono attaccare, altre difendere! Avete mai visto una partita di calcio in cui ventidue persone si buttano contemporaneamente sul pallone?!”
 
 
Eppure potete stare certi che, alla fine della partita, non ci sarà una sola ragazza in campo che non si sarà divertita da morire.
 
Sanno benissimo di essere state imbarazzanti, un insulto allo sport e alla coordinazione occhio-piede, ma non gliene importa, si sono divertite e questo è quello che conta.
 
Nessuna di loro se la sarà presa, nessuna sarà entrata in competizione con le altre perché tanto sanno di aver fatto schifo ad un livello talmente eclatante che qualsiasi paragone sarebbe insensato.
 
Per loro vincere non è questione di onore, né di virilità, quello che conta è essersi divertite e aver trovato un modo alternativo per bruciare calorie rispetto alla noiosissima palestra.
 
Probabilmente il giorno dopo le gambe gli faranno così male che non riusciranno nemmeno a spingere la frizione della macchina, ma ogni volta che ripenseranno alla partita si ritroveranno con un sorriso sulle labbra.
 
E i ragazzi avranno scoperto un nuovo modo per scacciare la tristezza nei momenti bui.
 
 
Salve a tutti^^
 
Questa cosa è nata dopo aver realmente partecipato ad una partita del genere e aver personalmente assistito, e in alcuni casi essere stata io stessa la protagonista, a scene del genere.
Che dire, è una storia davvero senza pretese e spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto divertire almeno la metà di quanto mi sono divertita io a scriverla e a partecipare alla partita.
 
Ecco, se vi va, potreste anche provare a lasciare un commentino, non mi offendo^^
  
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