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Autore: Reading_and_Writing    15/07/2014    1 recensioni
Combeferre si ritrova, tanti anni dopo, a raccontare al nipotino di come ha conosciuto la nonna e degli avvenimenti che hanno portato al loro incontro. Gli Amis sono alle prese con un semestre universitario piuttosto impegnativo, occupato, più che dallo studio, da manifestazioni, scioperi, scontri con la polizia, amicizia e amore.
Come sarebbero stati gli Amis de l'ABC nel 1968?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Enjolras, Marius Pontmercy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quel semestre di Università sarebbe stato l'ultimo per me. Quando entrai nell'Ateneo, il 26 febbraio 1968, mi tolsi il cappello e mi diressi a passo spedito verso il punto in cui ero certo si trovasse già Enjolras. Avevamo passato l'intero semestre precedente a organizzare insieme agli Amis de l'ABC un piano d'azione per la seconda parte dell'anno accademico e non ci eravamo risparmiati neanche nel periodo di sospensione delle lezioni, apparentemente più tranquillo e meno impegnano, ma in realtà pieno di esami da sostenere che tenevano svegli gli studenti fino a notte fonda.

Quel mattino Enjolras si era recato alla sede della Sorbona con due ore d'anticipo rispetto all'orario concordanto con il resto del gruppo e aveva iniziato a sistemare i volantini e gli striscioni nell'area dell'ateneo per la quale aveva fatto richiesta di occupazione. Quando ci incontrammo quel mattino sembrava piuttosto felice, felicità che fu eclissata totalmente dalla comparsa, pochi minuti dopo, di Marius Pontmercy; nonostante fosse membro del gruppo da ormai due anni, Marius non era ancora riuscito a trovare un punto di incontro con Enjolras, che dal canto suo non faceva grandi sforzi per andargli incontro. Quella mattina si aprì, come consuetudine quando i due ragazzi si incontravano, con un dibattito piuttosto acceso sulle opinioni politiche di Marius, non troppo apprezzate dal Leader degli Amis.

La discussione fu però interrottà dall'arrivo piuttosto rumoroso di Courfeyrac, Joly e Bossuet, che quel mattino pareva particolarmente stupito per il semplice fatto di non essere scivolato sul ghiaccio che da ormai tre mesi ricopriva la scalinata della Sorbona.

Quando l'atrio dell'ateneo cominciò a brulicare di studenti cominciammo la nostra azione di propaganda e informazione, che ci tenne impegnati tanto che fu Enjolras il primo ad accorgersi, verso l'ora di pranzo, della presenza di Grantaire, che era arrivato alle dieci e si era seduto dietro al banchetto in compagnia di una bottiglia da due litri di vino di pessima qualità. L'incontro-scontro tra i due fu come la solito aperto da una predica sull'abuso di alcolici che veniva sfoderata come arma da Enjolras quasi ogni sera da quattro anni a quella parte contro Grantaire, il quale si ritrovò a ringraziare la sua buona stella per la tempestiva comparsa di Bahorel accompagnato da una altro ragazzo, più o meno della sua età, che tuttavia non aveva propriamente l'aria di essere uno studente, anche se mi ritrovai a pensare che anche Grantaire non pareva uno studente, bensì uno che aveva scambiato l'entrata della Sorbona per quella di un bar.

Bahorel si incaricò di introdurre nel gruppo il nuovo arrivato, che si presentò come Feuilly, un giovane operaio compagno di bevute di Bahorel, nonché uno dei leader del movimento operaio che aveva cominciato a prender forma pochi mesi prima; l'obiettivo di Feuilly era principalmente prendere contatti con i sindacati e le associazioni studentesche per coordinare i motivi della protesta che si andava delineando. Il nuovo arrivato fu accolto con entusiasmo da tutto il gruppo e riuscì a conquistare quasi immediatamente la stima e la fiducia di Enjolras, cosa che fece rosicare non poco Marius.

Nel primo pomeriggio si avvicinò al gruppo anche un altro ragazzo, che arrossì vistosamente quando si accorse di essere osservato piuttosto insistentemente da Courfeyrac mentre era intento a leggere uno dei manifesti esplicativi esposti; quando me ne accorsi lanciai un occhiata a Courfeyrac che voleva dire, come lui comprese perfettamente, “Che cosa cavolo stai facendo? Così sembri uno stalker!”, poi mi diressi verso il ragazzo e mi presentai. Il ragazzo in questione era Jean Prouvaire, per gli amici Jehan, al primo anno della facoltà di lettere e poeta a tempo perso.

Avevamo così inglobato nel nostro gruppo due nuovi membri in una sola giornata e tutti avevamo il morale alle stelle sia per questo motivo sia per l'interesse e l'appoggio che buona parte degli studenti della Sorbona, pur non unendosi al gruppo, avevano dimostrato nei confronti dei motivi della protesta.

Spinto dal buon umore, Enjolras decise di tenere un discorso che non era previsto per riscaldare una volta per tutte gli animi degli studenti; salì su una sedia e attirò gli sguardi curiosi di tutti i giovani che in quel momento si trovavano nell'atrio.

-Oggi- esordì Enjolras -abbiamo, dopo mesi di discussione, ottenuto il primo permesso di occupazione degli spazi dell'Università e intendiamo sfruttare questa occasione. Negli ultimi anni la società francese ha fatto grandi passi avanti e abbiamo vissuto un decennio di relativa prosperità economica, ma adesso, nonostante il governo lo neghi, la crisi si sta presentando nuovamente alle porte del nostro Paese. Centinaia di migliaia di operai vivono con un salario che non permette loro di vivere una vita dignitosa, abitano ai margini delle città in luoghi riparati che tuttavia non possono essere definite case. L'accesso all'istruzione superiore per tutti, che era stato con fatica conquistato, sta per essere annullato a causa della pressione di quei pochi privilegiati che non gradiscono la presenza di figli di operai all'interno delle Università e dalle scelte del governo che ora propone di riattivare le selezioni per l'ammissione ai corsi di laurea. Dobbiamo essere pronti a lottare per manterere i diritti che abbiamo conquistato negli anni e per ottenerne altri che ancora non sono effettivi-. Il discorso di Enjolras fu accolto da un lungo applauso che però non era riferito alle parole di Enjolras, che pochi avevano compreso fino in fondo, ma al modo in cui erano state pronunciate, che aveva risvegliato negli studenti della Sorbona la voglia di lottare per mantenere i propri diritti.

Dopo altri interventi e un dibatti to piuttosto acceso, venne il momento per tutti di tornare a casa e, entrato nell'appartamento che condivideva con me, Enjolras realizzò veramente, per la prima volta in quella giornata, quanto successo avevano ottenuto e quanto reale fosse la voglia di risacatto degli studenti. Illuminazione che non mancò di esternare tenendomi sveglio fino a notte fonda.

Capii subito che la primavera che ormai si avvicinava sarebbe stata una delle più intense della mia vita.



Angolo dell'Autrice

Ok, non so come mi sia venuta in mente una cosa del genere... MI piaceva l'idea di inserire gli Amis in un contesto che non è ancora stato utilizzato e il 68 mi sembrava adatto. E' il mio primo tentativo di storia con più capitoli, e so già che sarò lentissima nell'aggiornamento, ma voglio fare una cosa ben fatta e sto cercando di documentarmi il più possibile su quell'anno per non essere imprecisa dal punto di vista storico. Per quanto riguarda gli Amis spero di non scadere nell'OOC; mi spiace per voi ma di e/R vedrete poco o nulla, mi concentrerò su una coppia in particolare, anche se accennerò anche ad altre.

Per ora vi lascio andare. Qualunque commento, anche critico, è sempre ben accetto.

Chicca

  
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