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Autore: Tully_    15/07/2014    3 recensioni
Intera e profonda analisi della prima ending, "Alumina"
Dal testo: "Di quanti crimini ti sei macchiato con l'inchiostro della tua penna, Kira? Non sapresti neppure tu dire un numero approssimativo."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{ Mi sono basata principalmente per le immagini ad Alumina, prima ending di Death Note. Credo che il sottofondo sia anche adatto. http://www.youtube.com/watch?v=Rvn5NJGlvgQ





Occhi cremisi, sguardo freddo e calcolatore, penna della morte impugnata dalla mano, ghigno trattenuto.
Il viso del dittatore.
La razionalità lo compone, fa parte di lui, riesce a muoverlo come una marionetta insieme ai suoi ideali ferrei che compongono i fili, il tramite che collega la mente al corpo.
Ma per un attimo, un solo attimo, qualche frammento di secondo, quella persona viene sostituita da una di aspetto simile ma di altra natura.

Qualcuno che dimora nello stesso corpo dell’altra, che nonostante le differenze, gli attriti, il fatto che non combacino, riesce a fondersi con essa.
Ghigno prorompente in volto, soddisfatto, arcigno: occhi ancora più incavati, nascosti in parte dai capelli divenuti con un’aura improvvisamente rosso carmine e con le sopracciglia aggrottate.
Rosso.
Il sangue.
Morte.
Scritte su scritte scorrono: nomi e cognomi di martiri che hanno terminato tragicamente il loro ciclo vitale con l’arresto del battito cardiaco. Erano parassiti, per te, che volevi rinnovare il mondo.
Facile decretare la morte, con impassibilità, senza i logoranti sensi di colpa.
Light è umano.
Kira no.

Il Quaderno del Destino.
E’ bastato quello a risvegliare inconsciamente la personalità dominata dalla superbia di Light, tenuta latente, lontana, nascosta, in modo che rimanesse incubata sino alla morte.
“Death Note”
E’ bastata quella scritta ad attirare lo studente, a fargli afferrare il quaderno tra le mani portandoselo a casa.
“La persona il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.”
La prima regola. Ti aveva incuriosito sin dal primo momento, vero Light? All’inizio credevi fosse una pagliacciata, ma…
“Teschi”
Paiono implorare aiuto, nella tua testa, freddi e bianchi, simboleggia ciò che resta di chi hai ucciso. Meditano vendetta, dalla terra. Diverranno cenere. Lo diverrai pure tu.
“Ryuk”
Uno Shinigami che possiede la tua stessa grande noia. Kira, ti autodefinisci un dio, ma non sai che pecchi di superbia, che chi veramente muove tutte le pedine a suo piacimento è proprio lui?

Scene di vita quotidiana passano in rassegna, come per farti notare, ai tuoi occhi bramanti soltanto gloria, quanto tu possieda umanità, nel tuo corpo.
Non sei immortale.
E sarà l’arma di cui ti sei sempre dotato a farti fuori.
Uno scherzo del destino, vero?

Davanti allo specchio si formano indistintamente due ragazzi: nel riflesso i capelli, la cravatta e la giacca assumono il colore del sangue, che indica la tua estrema colpevolezza.
Di quanti crimini ti sei macchiato con l’inchiostro della tua penna, Kira?
Non sapresti neppure tu dire un numero approssimativo.

Le colombe, portatrici di pace, volano, candide e pure, accanto alla tua figura, mentre il cielo, di un bellissimo turchese, ravviva il luogo ricco di grattacieli e di una misera fontana.
Riflesso.
Il firmamento sanguina, ha ferite che non si possono rimarginare; come le tue.
Le colombe si tramutano in squallidi corvi.
E’ questa la realtà?
Non sarà un mondo perfetto, ma uno distorto, dove si possono sentire le urla di morte,  percepire gli strazi delle persone scelte per morire mentre si precipita nel pozzo profondo del terrore.
Sei sicuro di quello che stai facendo, mentre i corvi si appollaiano nella zona, come impauriti dalla tua /innata/ superiorità?
Le colombe caste sono fuggite invece, inoltrandosi negli ultimi bagliori di un cielo chiaro.

Animo sporco.
Peccatore.
Non sei un Dio.


Lanci la mela del peccato originale, rossa, succulenta, amabile, peccaminosa verso lo Shinigami sull’albero, sotto il tuo sguardo indagatore e indifferente di fronte alla scena.

Un viso innocente anche se avvenente, un po’ acerbo, da ragazzo di tarda adolescenza.
E’ questo Light Yagami, con una strana luce negli occhi. Prima erano sempre spenti, un po’ vuoti di fronte alla feccia che lo circondava, ma tutto aveva preso un’altra piega. Favorevole.
Oppure aveva portato alla sua rovina, firmando la sua condanna a morte?

Scambio.
Kira nuovamente predomina sull’altra personalità, mostrando il suo sorriso beffardo, gli occhi lievemente socchiusi in un’espressione di pura superiorità: Light ha perso la sua battaglia interiore, per ora.




 
Ultimo atto.

E nel buio finale del tuo animo, compare per un secondo, la tua bocca spalancata in un grido silenzioso d’aiuto.
Sei morto dissanguato del tuo stesso ego che rappresentava la linfa vitale. 
  
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