EPILOGO
Il Signor e la Signora Parker
hanno l’onore di invitarla formalmente
a partecipare al matrimonio della loro unica figlia
Elizabeth Parker
con
Sua Altezza Reale Re Max di Antar
al
Roswell Fanatics Board
il
12 Marzo 2004
R.S.V.P.
Questo invito è stato creato da BorderInsanity a
tutti quelli che hanno lasciato dei commenti su Roswell Fanatics
Board, dove questa storia è stata postata per la prima volta. Grazie per il tuo
aiuto, Jen.
* * * * *
La notte precedente il grande giorno, Max non dormì
molto bene. Non era per la pressione nel coinvolgimento della preparazione di
un giorno così importante. E nemmeno perché era nervoso al pensiero di sposare,
di nuovo, la sua anima gemella davanti al mondo intero. E neppure perché i suoi
amici lo avevano angosciato, decisi a provare che lui fosse umano quanto loro e
che fosse nervoso per il grande giorno.
No, la causa dell’insonnia di Max era dovuta al fatto
che, dopo aver dormito tanto tempo in compagnia di Liz,
quella notte era solo. La mamma di Liz era stata
adamantina nel rispettare la tradizione che lo sposo non doveva vedere la sposa
il giorno prima della cerimonia, anche se la cerimonia del matrimonio aveva
solo di nome.
Quella mattina Max si era alzato col sole ed aveva già
fatto i suoi esercizi mattutini, quando Serena era arrivata, seguita da Teren, appena nominato cameriere personale del Re, che
portava la colazione di Max.
"Buon giorno, Vostra Maestà." annuì lei formalmente.
"Quante volte, Serena?" lui scosse la testa. "Solo Max. E posso
prepararmi la colazione da solo."
"Non oggi." rifiutò Serena. "Oggi tu sei il nostro Re. Tu
sposerai la nostra Regina. Oggi, ti sarà mostrata la formalità che il tuo rango
riserva e ti supplico di comportarti allo stesso modo. Ti prego, non deludere
Antar."
"Non lo farò, Serena." Max scosse la testa.
"Che tu lo creda o no, ci tengo anche io. Per Liz.
Ma … "
"Comincia il giorno come vuoi che prosegua." Serena si inchinò
davanti a lui. "Teren sa cosa fare, così segui
le sue direttive. Solo per un giorno, Sire. Oggi devi giocare a fare il
Re."
"Va bene, Serena. Se serve a farti felice. Ma sarò Re Max,
è chiaro. Se uno dei sacerdoti mi chiamerà Zan, io lo
ignorerò."
"Posso accettarlo, anche se non ho dubbi che molti ne rimarranno delusi.
Tua madre tra loro."
Max trasalì.
"Serena, io sono grato a loro per questa seconda opportunità." Max si sedette dove Teren gli
aveva indicato, quando vide che la sua colazione era pronta. "Ma io sono
cresciuto come Max Evans. I miei genitori … i miei
genitori adottivi … è per loro che sono come sono. Mi hanno insegnato il modo
di fare che ho la fortuna di possedere. Io sono Max,
adesso. Zan era qualcun altro. Liz
sposerà Max, non Zan. Non
importa cosa dicono gli altri, io abdicherò piuttosto che essere qualcuno che
non sono."
Serena annuì.
"Goditi il tuo giorno, Sire. E’ un giorno molto importante. Tu sei molto
importante, ora."
Max fece un grande sorriso. "Che tu ci creda o
no, Serena, oggi Liz sarà molto più importante di me.
Tra gli Antariani, ma specialmente tra i
Terrestri."
Serena sorrise e lasciò la stanza.
"Sei sposato, Teren?" Max
guardò il suo valletto. Gli sembrava strano che un guerriero si fosse offerto
volontario per fare il suo cameriere.
"No, Sire." il giovane antariano, che aveva
spesso chiamato Max per nome, arrossì.
"Non vorresti sposare Serena e togliermela da torno, vero?"
"No, Sire." rise Teren.
"Uomo saggio." commentò Max, ridendo anche
lui.
Qualcuno bussò alla porta. Teren andò ad aprire,
mentre Max cominciava a mangiare.
"Lord Michael è qui per vedervi, Sire." annunciò Teren
in tono formale.
"Lord Michael?" Max sollevò un
sopracciglio. "Teren, tu sei con noi fin da
quando siamo tornati dalla Nyelda. Perché ti
riferisci a lui come ‘Lord’?"
"Perché oggi è il giorno del vostro matrimonio, Sire." rispose lui.
"Abbiamo atteso per molto tempo il ritorno del nostro Re, Sire. E’ già
duro abbastanza sapere che voi non volete esserlo. Vi prego, non negateci
almeno la gioia di questo giorno."
"Molto bene." annuì Max. "Teren, fai
entrare Lord Michael."
Max sospirò. Prometteva di essere un giorno molto
lungo.
* * * * *
"Buon giorno, Liz." Nancy entrò nella
stanza di Liz ed andò ad aprire le tende.
"Che c’è di buono in questo giorno?" brontolò Liz,
tirandosi le coperte sulla testa.
"Perbacco! Siamo irritate, questa mattina? Qualcuno potrebbe pensare che
non sei felice di sposare Max."
"Quel qualcuno avrebbe potuto pensare che io avrei dovuto dormire con lui,
questa notte." disse Liz, da sotto le coperte.
"Chi diavolo ha inventato questa tradizione così stupida?"
"Mettiti seduta, Liz." Nancy si sedette sul
bordo del letto. "L’assenza rende il cuore più vivo, lo sai? Ti ho portato
del tè."
"Maria è già qui?" la voce di Liz era piena
di sospetto.
"Non ancora." Nancy scosse la testa, mentre Liz
cominciò a sedersi sul suo letto di ragazza. "Perché? Dovrebbe già essere
qui?"
"No." ridacchiò Liz. "Questo significa
che è un tè normale e non un infuso di erbacce per farmi cominciare bene la
giornata."
"Maria non è poi così male, no?"
"Tu non ne hai la più pallida idea."
"Allora, cosa vorresti per colazione? Posso friggere qualcosa, se
vuoi."
"Solo un toast." sorrise Liz. "E un
po’ di marmellata, se c’è."
"Conosco bene la mia ragazza." Nancy spostò davanti a lei un vassoio.
"Toast, marmellata e una tazza di tè."
"Tu sei contenta di tutto questo, mamma?"
"Di cosa? Di portarti la colazione a letto?"
"No." Liz scosse la testa, mordendo un
pezzetto di pane tostato. "Di tutta l’attenzione che avete tu e papà. Non
potete andare in nessun posto senza essere tampinati dai giornalisti."
Nancy guardò la sua bambina e sorrise. Altro che bambina. Ormai era una donna,
famosa in due galassie.
"Noi abbiamo sempre voluto il meglio per te, Liz.
E mai, nemmeno nei nostri sogni più sfrenati, avremmo potuto immaginare quello
che hai ottenuto. Il meglio in assoluto. Hai un uomo che ti ama completamente
ed incondizionatamente; hai un futuro più brillante di quello che avremmo mai
potuto immaginare. Voglio dire, quanto è ricco Max?
Tu non hai mai voluto niente, Liz. E noi sappiamo che
sei sempre la rag .. la giovane donna che non sarà
mai influenzata da tutto questo. Tu sarai ancora Liz
Parker."
"La più piccola delle ragazze della più piccola delle città."
"No, Liz." sorrise Nancy. " Tu non sei
mai stata una piccola ragazza di una piccola città. Da quello che abbiamo
saputo, Max si è innamorato di te prima ancora che tu
nascessi. Ai suoi occhi tu sei sempre stata una Regina. E allora vedi? Il
destino ti ha conosciuto fin dall’inizio. Tu sei sempre stata la cosa più
lontana che possa esserci da una piccola ragazza di una piccola città.
Per questo io e tuo padre non daremo importanza a tutto quello che ci troveremo
davanti, perché ci ricorderà che tu hai preso i tuoi sogni e li hai fatti
realizzare. E se questo significa che dobbiamo vivere alla tua ombra ed essere
conosciuti come i genitori della Regina Liz, lo
faremo, perché ne varrà la pena. Perché ti vogliamo bene e, in fin dei conti,
per noi niente è più importante della tua felicità."
Liz la guardò con gli occhi lucidi. "Grazie,
mamma." le sussurrò.
"Ora finisci di fare colazione e comincia a prepararti. Oggi è il tuo
grande giorno, ma è un grande giorno anche per tutti noi. Facciamo in modo che
sia come deve essere. D’accordo?"
"D’accordo."
* * * * *
L’atmosfera, sotto il cielo azzurro del deserto, era piena di aspettativa.
Perfino il caldo del New Mexico si era mitigato per vedere Max
e Liz sposare insieme due pianeti. La giornata era
perfetta - né troppo calda, né troppo fredda - era come se Madre Natura stessa
fosse presente.
I Maestri di Cerimonie, reclutati tra i ranghi dell’esercito di Max, avevano svolto i loro compiti, assicurandosi che gli
ospiti fossero tutti ai loro posti. I pochi membri della famiglia erano in
prima fila, mentre il resto dei posti era occupato da amici, conoscenti e da
tutti quelli che avevano aiutato, o erano stati aiutati da Max
e Liz.
Le ultime sedie erano state riservate per i rappresentanti delle Nazioni Unite.
La parte dei sedili che dava sulla navata era adorna di fiocchi, che
rinchiudevano simbolicamente la congregazione. Pareti di seta formavano delle
alcove, dietro alle quali tutti sapevano che la sposa, lo sposo e tutti quelli
coinvolti nella cerimonia, stavano aspettando il segno di inizio. Un segno che
era atteso, trattenendo il respiro, da milioni di spettatori sparsi per tutto
il mondo. La coppia felice aveva permesso a selezionate squadre di cameraman e
di giornalisti, di riprendere l’evento.
Finalmente, l’attesa terminò. Al suono di Pachebel's
Canon, due guardie in alta uniforme, una umana e l’altra antariana,
uscirono fuori dalla tenda si seta che simbolizzava una porta. Ognuna di loro
portava una lancia, decorata con le insegne regali dei Nativi Americani, un
regalo dei loro Capi. Batterono con le lance contro la parete di legno.
Kyle e Connie Valenti apparvero da dietro la tenda, dalla parte finale della
navata e si avviarono sul tappeto rosso, per raggiungere l’altare, Connie
scivolando e Kyle a passo di marcia, entrambi a tempo con la musica. Quando
raggiunsero l’altare, entrambi presero una sottile candela bianca, le accesero,
e le misero sull’altare. Si inchinarono verso l’altare poi, uno di fronte
all’altra, si inchinarono di nuovo e fecero sette passi indietro, fermandosi
Kyle da una parte dell’altare e Connie dall’altra.
Appena ebbero completato il loro rituale, le guardie batterono di nuovo le
lance due volte. Jesse e Isabel Ramirez uscirono. Come gli altri due prima di
loro, si mossero lungo la navata. Jesse sembrava meno teso di quanto lo fosse
stato Kyle. Ancora, presero le candele, le accesero da quelle che avevano
acceso Kyle e Connie e le posarono accanto alle altre due. Si inchinarono
all’altare, si inchinarono tra loro e fecero sei passi indietro, per fermarsi
ad angolo rispetto a Kyle e a Connie.
Le guardie bussarono con le lance ancora, questa volta tre volte. Dalla tenda
uscirono Jim ed Amy
Valenti, insieme alla signora Ramirez. Camminarono nella navata, con Jim nel mezzo. Scelsero delle candele e le accesero da
quelle di Isabel e di Jesse. Si inchinarono all’altare, con la signora Ramirez
che aggiunse alla cerimonia un Segno della Croce. Invece di fermarsi con gli
altri, Jim accompagnò la signora Ramirez ad una sedia
della prima fila, dalla parte dello sposo e poi passò dalla parte della sposa.
Era stata una decisione difficile per Jim, vicino
come si sentiva a Max, ma Amy
era da molto tempo amica con i Parker ed aveva ceduto al desiderio di lei di
sedere accanto ai genitori di Liz.
Le lance che bussarono quattro volte sulla parete di legno, annunciarono
l’ingresso di Philip e Diane Evans. Ci fu un diluvio di applausi ad accogliere
i genitori di Re Max. Philip si illuminò di orgoglio, mentre Diane non poté
fare a meno di arrossire. Camminarono a testa alta lungo la navata ed arrivarono
in fondo con un’aria di sicurezza. Accesero le loro candele da quelle di Jim ed Amy, posandole poi tra il
crescente mazzo di candele illuminate. Dopo essersi inchinati, presero posto
accanto alla signora Ramirez, nella prima fila di sedie.
Vestito in uniforme di gala, il Maggiore Armstead
scortò Nancy Parker per la navata. Anche lei ricevette un applauso. Come gli
Evans, lei aveva patto la sua parte nel crescere una delle più meravigliose
persone che il mondo avesse mai amato. Accesero le candele da quelle degli
Evans e si inchinarono all’altare. Il Maggiore Armstead
accompagnò Nancy al suo posto, le fece un inchino ed andò a sedersi nella fila
alle spalle degli Evans.
Allo squillo di una solitaria tromba che suonava l’Inno del Volontario, il
reverendo Timothy Price ed Eldugar, entrambi vestiti
con paramenti religiosi, entrarono dalla porta di seta alla destra dell’altare.
Il Reverendo Price era stato il sacerdote che aveva sposato Max
e Liz la prima volta, a Cherry Creek. Avevano deciso
di invitarlo a celebrare anche questa cerimonia, piuttosto che accettare le
molte offerte ricevute dai sacerdoti di rango ben più elevato, che
rappresentavano praticamente tutte le congregazioni religiose del mondo.
Eldugar era stato posseduto da Jebulan,
il santo uomo antariano con il quale Max aveva già parlato a bordo della Nyelda.
Lo seguivano Michael e poi Max, accolti da un
applauso tumultuoso.
Max sorrise, chinando la testa e grattandosi dietro
l’orecchio. Michael scosse la testa. Max si fermò ai
piedi dei gradini che portavano all’altare. Michael si inchinò a lui, salì
sull’altare e accese la sua candela da quella della signora Ramirez. Si inchinò
all’altare e tornò al fianco di Max.
Max si mise in ginocchio davanti ai due sacerdoti che
si erano avvicinati. Il reverendo Price lo benedisse in un modo che racchiudeva
le benedizioni di tutte le confessioni che riuscì a ricordare. Quando ebbe
terminato, Jebulan posò le mani dietro la testa di
Max. Il pubblico restò senza fiato quando il sigillo di Max
si irradiò sulla tenda che pendeva dall’arco sopra di lui.
"Chiamo a testimoni tutti i presenti che questo è sua Maestà Reale Max Evans, Re di Antar per grazia del Granilith.
Qualcuno dei presenti vuole negare questo fatto?"
La sua richiesta fu accolta dal silenzio. Jebulan
annuì e lui e il Reverendo Price tornarono all’altare.
Da una orchestra invisibile, arrivò la Marcia Nuziale di Wagner. In un unico
movimento, tutti i presenti si alzarono e si voltarono verso la porta alle loro
spalle. Jeff Parker uscì dalla soglia di seta con la donna del momento, Elizabeth ‘Parker’ al suo braccio.
Il pubblico trattenne il respiro alla visione che aveva davanti.
Settimane di ipotesi avevano cercato di predire lo stile del vestito che Liz avrebbe indossato, ma nessuno, al di fuori del suo
piccolo gruppo, ci era andato nemmeno vicino. Liz
aveva scelto di indossare lo stesso vestito che aveva portato a Cherry Creek,
quello che sua madre aveva portato al sicuro quando erano stati coinvolti
nell’assedio armato.
Era coperta da un velo di pura seta, intessuto con infinitesimali fili
d’argento. Sembrò brillare, mentre si muoveva senza sforzo per la navata, la
sua mano posata delicatamente sul braccio di suo padre. Anche attraverso quel
velo stupefacente, Max vide che gli occhi di Liz brillavano di lacrime. E non riuscì ad impedire che si
formassero anche nei suoi.
Eccolo lì. Il culmine di tutte le promesse che aveva fatto a Liz quando tutto questo era cominciato, la drammatica sera,
sul balcone di lei, quando le aveva fatto la sua proposta. Maria camminò al
fianco di Liz, ma Max la
notò a malapena. Era come se fossero soli. Tutti gli altri erano svaniti ed
erano rimasti solo loro due, come se la natura avesse voluto tutto questo fin
dall’inizio. I suoi occhi non abbandonarono mai quelli di Liz,
mentre il piccolo corteo si avvicinava all’altare.
Lei si fermo davanti a lui, a pochi passi, ma per Max
furono come il Grand Canyon. Jeff Parker e Maria
salirono sull’altare ed accesero le loro candele, da quelle di Nancy e di
Michael. Si inchinarono all’altare e si unirono agli altri, prendendo il loro
posto al fianco di Liz. Si inchinarono tutti davanti
a Max, che rimase dritto, dando uno sguardo
interrogativo a Liz, che si stava inchinando a lui.
Liz gli sorrise, uno scintillio negli occhi. Jeff
sollevò il velo dal viso della figlia e sorrise, guardandola. Le prese il mento
tra le mani, si chinò in avanti e le posò un bacio sulla guancia. Altre lacrime
si formarono negli occhi di Liz. Jesse andò poi a
mettersi al fianco di Maria.
Max parlò, rivolto alla congregazione.
"Io non so se la voce dell’uomo può arrivare al cielo. Non so se Dio vorrà
ascoltare la mia preghiera. Non so se il dono che ho chiesto mi sarà accordato.
Non so cosa ci porteranno i giorni a venire. Spero solo, amore mio, che per te
ci siano solo cose belle."
"Per favore, sedetevi." chiese il Reverendo Price all’assemblea,
aspettando che tutti si sedessero. "Benvenuti a tutti." sorrise.
"Di solito, mi piace ringraziare quelli che sono venuti da lontano per
partecipare ad una cerimonia, rendendo speciale il giorno speciale di una
giovane coppia, facendo loro capire che hanno degli amici meravigliosi, ma …
non credo che oggi avrebbe significato, se chiedessi se qualcuno è venuto da
lontano."
Un risolino soffocato percorse l’assemblea.
"Alla presenza di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo," continuò il
reverendo "siamo qui riuniti per assistere al compimento di un grande
destino, al matrimonio di Max e Liz,
per invocare la benedizione di Dio su di loro, per dividere la loro gioia e per
celebrare il loro amore."
Per aiutare a spiegare il Granilith agli umani,
Serena l’aveva descritto come la loro versione della Santa Trinità. Il
reverendo Price fece una pausa e guardò verso Max e Liz, affatto sorpreso che stessero guardando uno negli
occhi dell’altra.
"Il matrimonio è un dono di Dio per la creazione, che attraverso l’unione
di due cuori, fa conoscere la sua Grazia." continuò. "Diciamo che,
quando un uomo ed una donna crescono insieme con amore e fiducia, saranno uniti
cuore, corpo e mente, come Cristo è unito alla sua sposa, la Chiesa. Abbiamo
appena scoperto che questa è una tradizione che dividiamo con un altro pianeta,
segno ulteriore di gloria per un alto potere al lavoro.
Il dono del matrimonio porta a marito e moglie la gioia e la tenerezza di una
unione sessuale e di un lieto impegno che durino fino alla fine dei loro
giorni. La formazione di una famiglia, in cui nasceranno e cresceranno bambini
e in cui ogni membro potrà trovare, nella buona e nella cattiva sorte, forza, amicizia
e conforto, e crescere, maturando nell’amore.
Il matrimonio è un modo di vivere santificato da Dio e benedetto dalla presenza
di Nostro Signore Gesù Cristo, quando quelli che festeggiavano le nozze di
Cana, in Galilea, divennero testimoni del suo primo miracolo. E’ un segno di
unità e di lealtà, che dovrebbe essere sostenuto ed onorato da tutti.
Arricchisce la società e rafforza la comunità. Fa brillare l’universo. Nessuno
dovrebbe entrarvi con leggerezza od egoismo, ma solo dopo averne soppesato l’importanza
alla presenza di Dio Onnipotente.
Max e Liz stanno ora per
entrare in questo nuovo modo di vivere. Daranno il proprio consenso all’altro
con una solenne promessa e, per questo, non riceveranno solo un simbolo
visibile, gli anelli, ma un segno molto più spirituale. Il Sigillo di Antar che
li legherà insieme in un modo che solo pochi possono capire. Pregheremo con
loro perché Spirito Santo li guidi e li sostenga, perché possano soddisfare
tutto quello che Dio ha in mente per loro, durante tutta la loro vita
terrena."
L’uomo fece un’altra pausa.
"I genitori degli sposi vorrebbero alzarsi, per favore?"
Philip e Diane Evans e Jeff e Nancy Philip si alzarono.
"Date la vostra benedizione a Max e a Liz? Onorerete il patto che loro faranno oggi, dando loro
amorevole appoggio, rispetto ed incoraggiamento?"
"Sì." risposero tutti.
Jebulan si fece avanti e guardò i Parker.
"Come Regina di Max, Liz
ha accesso a molti poteri." disse loro. "Questi poteri ci sono per un
motivo e il motivo è che lei ora è parte di Antar. Date la benedizione a vostra
figlia, pur sapendo che ora è figlia anche di Antar e strumento del Granilith? Che lei apparterrà anche ad Antar e non solo
alla sua famiglia? Signore e signora Parker, date vostra figlia a Max di vostra libera volontà?"
"Sì." entrambi guardarono Max e sorrisero,
sedendosi poi, quando il reverendo fece loro segno di farlo.
"Max." il reverendo Price si rivolse al ragazzo. "Accetti Liz come l’unico amore della tua vita, per vivere con lei
nel patto del matrimonio, per esserle fedele e mettere le sue necessità prima
delle tue, fino a che sarete vivi?"
"Sì." Max espresse in suo consenso a voce
alta e sicura.
"Liz." chiese Eldugar.
"Accetti Max come l’unico amore della tua vita,
per vivere con lei nel patto del matrimonio, per essergli fedele e mettere le
sue necessità prima delle tue, fino a che sarete vivi?"
"Sì." la voce di Liz era melodiosa, ma
chiara e piena di emozione.
Il reverendo Price ed Eldugar fecero un passo
indietro ed indicarono gli altri, accanto all’altare. Con Maria che reggeva il
serico velo di Liz, salirono i pochi gradini e
presero il loro posto accanto all’altare. Liz tese a
Maria il suo bouquet di roselline bianche e, come Max,
scelse una candela. Le accesero da una di quelle che stavano già bruciando,
offrendo lo stoppino alla stessa fiamma, legando assieme simbolicamente, le
loro famiglie e i loro amici.
"Quando si fa un voto davanti a Dio," intonò il reverendo Price
"rinviarlo non ha senso; perché lui non ama gli stolti. Mantieni quello
che hai promesso." Si voltò verso Max e Liz, davanti all’altare. "Max,
Liz, vorrei chiedervi di mettervi uno di fronte
all’altra e di prendervi per mano."
Ricevette uno scroscio di risatine, perché né Max, né
Liz aveva mai lasciato la mano dell’altro, né avevano
mai smesso di guardarsi. Max aspettò che le risate
terminassero.
"Io, Max, prendo te, Liz,
che ho scelto come colei alla quale prometto la mia vita, il mio amore e la mia
anima, come mia moglie. E prometto davanti al Granilith,
a Dio, alla nostra famiglia e ai nostri amici qui presenti di dividere con te
la mia vita, con rispetto e amore, con fiducia e tenerezza, nella felicità e
nel dispiacere, in salute e in malattia, fino a che saremo vivi."
Liz ripeté le stesse parole.
"Io, Liz, prendo te, Max,
che ho scelto come colei alla quale prometto la mia vita, il mio amore e la mia
anima, come mio marito. E prometto davanti al Granilith,
a Dio, alla nostra famiglia e ai nostri amici qui presenti di dividere con te
la mia vita, con rispetto e amore, con fiducia e tenerezza, nella felicità e
nel dispiacere, in salute e in malattia, fino a che saremo vivi."
Maria tese il bouquet di Liz ad Isabel, e lei e
Michael fecero un passo avanti, fermandosi Maria al fianco a Max e Michael al fianco a Liz. Fu
Michael a parlare per primo.
"Liz, ti prego di prendere le mani di Max nelle tue, così potrai vedere che dono lui è per te.
Queste sono mani, giovani e forti e vibranti d’amore, che tengono le tue nel
giorno del vostro matrimonio, mentre ha promesso di amarti ed impegnarsi con te
per tutta la vita. Queste sono le mani che ti accarezzeranno appassionatamente
e si prenderanno cura di te negli anni di una vita di felicità. Queste sono le
mani che asciugheranno le lacrime dai tuoi occhi – sia quelle di dolore che
quelle di gioia. Queste sono le mani che toglieranno la tensione dalle tue
spalle, che ti conforteranno nella malattia e che ti stringeranno quando sarai
presa dalla paura o quando il dolore ti affliggerà la mente. Queste sono le
mani che solleveranno teneramente il tuo mento e sfioreranno le tue guance e
che alzeranno il tuo viso per permetterti di guardarlo negli occhi – occhi
pieni dell’amore e del desiderio che prova per te. Queste mani ti sono donate
con amore."
Quando Michael ebbe finito, toccò a Maria.
"Max, ti prego di prendere le mani di Liz nelle tue, così potrai vedere che dono lei è per te.
Queste sono mani, giovani e morbide e vibranti d’amore, che tengono le tue nel
giorno del vostro matrimonio, mentre ha promesso di amarti ed impegnarsi con te
per tutta la vita. Queste sono le mani che ti accarezzeranno appassionatamente
e si prenderanno cura di te negli anni di una vita di felicità. Queste sono le
mani che asciugheranno le lacrime dai tuoi occhi – per confortarti e
consolarti. Queste sono le mani che toglieranno la tensione dalla tua schiena,
che ti stringeranno per aiutarti nei momenti difficili e nei momenti di
speranza. Queste sono le mani che solleveranno teneramente il tuo mento e
sfioreranno le tue guance e che alzeranno il tuo viso per permetterti di
guardarla negli occhi – occhi pieni dell’amore e del desiderio che prova per
te. Queste mani ti sono donate con amore."
Jebulan si avvicinò alla giovane coppia e sollevò le
loro mani unite.
"Queste sono le mani che guariranno il mondo. Queste sono le mani che
mostreranno amore e compassione per quanti ne abbiano bisogno, sia nel mondo di
Max che in quello di Liz.
Queste sono le mani di un Re e della sua Regina."
Quando ebbe finito, si fece avanti Jesse. Aveva tra le mani un cuscinetto di
seta, sul quale erano posati gli anelli di Max e di Liz, consegnati dai ragazzi il giorno prima, con grande
riluttanza. Max prese l’anello che aveva già dato una
volta a Liz e glielo infilò al dito.
"Ti do questo anello come simbolo della mia promessa, ed in pegno e
vincolo della mia fiducia costante e del mio amore eterno. Con tutto quello che
sono e con quello che diventerò, io ti onoro, nel nome del Granilith,
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Con questo anello, io ti
sposo."
Liz prese il suo anello per Max
e lo infilò al suo dito.
"Ti do questo anello come simbolo della mia promessa, ed in pegno e
vincolo della mia fiducia costante e del mio amore eterno. Con tutto quello che
sono e con quello che diventerò, io ti onoro, nel nome del Granilith,
del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Con questo anello, io ti
sposo."
"Ora reciteremo una preghiera per questa giovane coppia." Il
reverendo fece segno alla congregazione di inginocchiarsi.
Solo Maria non si inginocchiò per offrire la loro silenziosa preghiera. Prese
una chitarra da dietro l’altare. Solo quelli molto vicini a Max
e Liz conoscevano l’importanza di quell’amato
strumento. Lei cominciò a suonarla, accarezzandone le corde, riversando fuori
tutto l’amore per Alex, per Max e per Liz.
Mi ricorderete quando il vendo dell’ovest soffia
sopra i campi d’orzo
dimenticherete il sole nel suo cielo geloso
e cammineremo nei campi d’oro.
Così lei portò il suo amore
a guardare per un po’ i campi d’orzo
e cadde tra le sue braccia
sciogliendo i capelli.
Tra i campi d’oro
tu sarai con me, tu sarai il mio amore
tra i campi d’orzo
dimenticheremo il sole nel suo cielo geloso
e vivremo nei campi d’oro.
Guarda il vento dell’ovest muoversi come fa un amante
sopra i campi d’orzo
Senti il corpo di lei che si solleva quando le baci la bocca
tra i campi d’oro
Non ho mai fatto una promessa a cuor leggero
e ce n’è qualcuna che non ho mantenuto
ma giuro sui giorni che ancora mi restano
che noi cammineremo nei campi d’oro
che noi cammineremo nei campi d’oro
Sono passati molti anni da quei giorni d’estate
tra i campi d’orzo
Guarda i bambini che giocano e il sole che tramonta
tra i campi d’orzo
Mi ricorderete quando il vendo dell’ovest soffia
sopra i campi d’orzo
e potrete raccontare al sole nel suo cielo geloso
che noi abbiamo camminato nei campi d’oro
che noi abbiamo camminato nei campi d’oro
che noi abbiamo camminato nei campi d’oro
L’assemblea pregò, ascoltando la straziante interpretazione di Maria della
famosa canzone. Max aveva messo il braccio attorno
alla vita di Liz e le loro teste si toccavano, mentre
rimanevano inginocchiati.
Fu un momento molto tenero e risultò poi essere il più fotografato della
cerimonia. Per settimane, parlando del matrimonio, sia sulla stampa che in
televisione, sarebbe stata mostrata quella immagine.
"Non riesco a crederci, Max." gli disse Liz
a bassa voce, sorridendo. "Ce l’abbiamo fatta. Ce l’abbiamo fatta
veramente."
"Tu non sai quanto sono felice di essere qui, Liz."
Max le ricambiò il sorriso, accarezzandole la guancia
con il pollice.
"Si che lo so." annuì lei. "Perché io sono altrettanto felice.
Ti amo."
"Ti amo."
"Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo." il reverendo
Price pose fine alla preghiera. "Amen."
"Amen." fecero eco tutti.
Poi Max e Liz si alzarono,
si avvicinarono all’altare e accesero insieme una candela, proprio mentre Maria
stava terminando la sua canzone.
"Non smetterò mai di crederci, Liz." le
disse Max, asciugandosi una lacrima dall’angolo degli
occhi. "Mai. Noi cammineremo per sempre nei campi d’oro."
"Di solito," il reverendo Price sorrise, mentre la coppia tornava al
suo posto "questo è il momento della cerimonia in cui dico ‘Quello che Dio
ha unito, l’uomo non separi’. Ma nemmeno io sono così cieco da non vedere che
non c’è una forza nell’Universo in grado di rompere questa unione. Dio ha visto
giusto nel mettere insieme queste due persone per un motivo e dubito che
vorrebbe sopportare un tentativo di dividerli, non più di quanto lo vogliano Max e Liz. Allora forse è il caso
che dica ‘colui che proverà a dividere quello che Dio ha unito, cerchi da Dio
la pietà contro la loro collera."
Fece una pausa aspettando che le risate si placassero.
"Max, Liz. Sebbene voi
non siate sulla soglia di una nuova vita, essendo tecnicamente già sposati, i
vostri voti rinnovati sono ciononostante molto emozionanti. Ricordo a tutti
voi, Michael e Maria, Jesse e Isabel, Kyle e Connie, e alle famiglie e agli
amici e agli ospiti di Max e Liz
che voi siete qui perché Max e Liz
vi hanno chiesto di essere qui e che voi dovete essere loro accanto non
individualmente, ma tutti insieme. E capisco anche come siete, in ogni caso,
abituati a farlo già da tempo."
Jebulan si avvicinò a Max e
gli posò di nuovo la mano sulla testa. Questa volta posò una mano anche sulla testa
di Liz. I due simboli del sigillo Reale di Antar si
fusero insieme sul velo di seta sopra di loro, segno di completa unità ed
armonia.
Tutti gli Antariani presenti, si poggiarono la mano
destra sul cuore. Lontano anni luce, un intero pianeta proruppe in una
giubilante acclamazione.
"Ora so che la voce dell’uomo può arrivare al cielo." disse Max ad alta voce. "Io so che Dio ha ascoltato la mia
preghiera. Io so che il dono che ho chiesto mi è stato accordato. Io so cosa ci
porteranno i giorni a venire." Si voltò a guardare Liz.
"Io so, amore mio, che per noi ci saranno solo cose belle."
"Io vi dichiaro marito e moglie." il reverendo Price fece un grande
sorriso. "Max, ora puoi baciare la sposa."
Il sacerdote cominciò ad applaudire, seguito da tutti i presenti.
Non ebbero bisogno di un secondo invito, anche se riuscirono a mantenere
abbastanza controllo da limitarsi ad un tenero bacio, invece dei baci
appassionati, che erano soliti scambiarsi.
Ma quel bacio, per Max e Liz,
significò molto di più di tutti i baci che si erano scambiati fino ad allora.
Quel bacio era il culmine di tutto quello che avevano dovuto sopportare per
stare insieme. Avevano avuto cento esami per mettere alla prova il loro amore e
li avevano superati tutti. Si erano guadagnato il diritto di stare insieme e
non c’era forza nell’Universo che glielo avrebbe impedito.
Fu evidente per Michael e Maria, che li conoscevano bene, che stavano dividendo
una visione, visione che li fece sorridere timidamente l’uno con l’altra.
"E ora, vi presento il SIGNORE E LA SIGNORA EVANS! Il Re e la Regina di
Antar."
Mentre l’orchestra suonava l’ ‘Anastasia Finale’, Max
e Liz, mano nella mano, camminarono per la navata,
seguiti da Michael e da Maria, Philip e Diane, Jeff e Nancy, Jesse e Isabel,
Kyle e Connie, Amy, Jim e
dalla signora Ramirez e, alla fine, anche dal reverendo Price e da Eldugar. Mentre camminavano nella navata, i volontari delle
Guardie Reali liberarono gli ospiti, fila dopo fila, sciogliendo il tulle che
aveva legato le file dei sedili.
Max e Liz, il signore e la
signora Evans, il Re e la Regina di Antar, terminato il lungo corridoio di
seta, si trovarono davanti le loro Guardie Reali, nel bellissimo abito da
cerimonia.
Emersero attraverso lo sbarramento di flash, capace di mettere in ombra il
sole, e le acclamazioni dei turisti e dei cittadini arrivati da Roswell, New
Mexico, pronti ad affrontare il mondo, insieme. Qualcuno, in mezzo alla folla
cominciò a cantare. Era una canzone che era stata scelta da quelli che erano
intorno alla cantante che l’aveva resa famosa, e che si sparse velocemente,
fino a che, poco dopo, l’intera folla la cantò ad una voce.
Alla fine il ritornello arrivò fino a Max e a Liz, ora uniti a Isabel, Jesse. Michael, Maria, Kyle e Connie.
"Oh I am what I am,
I'll do what I want but I can't hide
I won't go,
I won't sleep.
I can't breathe,
Until you're resting here with me.
I won't leave.
I can't hide.
I cannot be,
Until you're resting here with me."
FINE
* * * * *
Ringrazio immensamente chi ha letto la storia e l’ha seguita fino a quest’ultimo capitolo.
Mi ero dimenticata di dire che questa storia ha vinto il premio come miglior sequel di Roswell, direi che se la merita a pieno :)