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Autore: Ninechka    16/07/2014    5 recensioni
Ok, l’idea di per sè era già abbastanza stupida. Aggiungiamoci pure un esserino tanto carino quanto casinista e siamo a posto. Ma non era colpa di Rei: fosse per lui, a quest’ora aveva già raggiunto la Cina a nuoto con un braccio solo. Ma oramai erano di fronte la porta di casa sua, quindi non poteva fare altro che cercare tutti i sinonimi di “scusatemi”.
L'insana idea di sua madre, porta Rei a struggersi in uno dei suoi "drammi": come ne uscirà fuori?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, l’idea di per sè era già abbastanza stupida. Aggiungiamoci pure un esserino tanto carino quanto casinista e siamo a posto. Ma non era colpa di Rei: fosse per lui, a quest’ora aveva già raggiunto la Cina a nuoto con un braccio solo. Ma oramai erano di fronte la porta di casa sua, quindi non poteva fare altro che cercare tutti i sinonimi di “scusatemi”.
 
 
Ma torniamo indietro di un paio di giorni, vi va?
 
 
Quel giorno era stato assolutamente impeccabile: aveva preso - di nuovo - il voto più alto di tutta la classe al compito di matematica, aveva sentito due ragazze molto carine parlare bene del suo fisico senza che Nagisa se ne accorgesse, era riuscito a migliorare non solo il suo - unico - stile di nuoto, ma anche il suo record personale, e quel pomeriggio sarebbe dovuto tornare a casa da solo.
Insomma, il nostro Rei Ryugazaki non poteva essere più felice di così. Certo, da una parte gli mancava Nagisa, ma la sua testa era felice di non girargli per le troppe parole del biondo.
Fu di ritorno a casa nel tardo pomeriggio facendo spaventare sua madre - sempre per colpa di Nagisa, non riusciva mai a tornare a casa ad un orario decente - e, avendo un largo periodo di tempo di attesa prima di poter cenare, decise di fare un lungo bagno rilassante, sfoderando addirittura quei famosi sali che teneva proprio per le occasioni speciali.
“Aaaah, da quanto non stavo così...bene?” sospirò il ragazzo, avvolto dall’acqua bollente ormai da 10 minuti buoni. Certo, era totalmente rilassato ed appagato in quel momento, ma...se ci fosse stato anche Nagisa con lui, in quella vasca troppo piccola per due... AAAAH, CHE MI METTO A PENSARE!!, si disse rizzandosi di scatto in piedi, rosso fuoco in viso e con il cuore che batteva a mille: gli bastava semplicemente pensare a Nagisa e tutta la sua calma andava a farsi friggere.
Era così da appena l’aveva conosciuto, c’era da dirlo, ma da quando era scappato quel piccolo bacio nel buio di quel parco, non riusciva a fermare un brivido ogni volta che pensava a quel piccolo, adorabile casinista: non c’era alcun dubbio, Rei era cotto e stracotto di lui; e Nagisa lo ricambiava in modo talmente palese e cristallino da essere, alle volte, imbarazzante, ma anche piacevole. Ormai non riusciva a fare a meno della sua presenza, e così era anche quella sera.
Sì, diceva e pensava di stare molto meglio senza quell’ininterrotto chiacchiericcio, ma la realtà era ben diversa. Tanto che quasi non mangiò, a cena, e aveva solo voglia di stare da solo. Salì in fretta le scale, dopo cena, e si buttò sul letto senza neanche passare alla solita rassegna finale i compiti svolti in classe. E questo era tutto dire.
“E’ mai possibile che Nagisa mi manchi così tanto da scombussolarmi la giornata anche quando non c’è?!” pensò il ragazzo esasperato, sospirando pesantemente e guardando il soffitto in cerca di risposte.
Prese il cellulare, entrò nella rubrica, la scorse velocemente fino ad arrivare al suo nome, e stette a contemplare il display che decantava numero e nome di Nagisa con un dubbio degno di Amleto che non gli dava pace: lo chiamo o non lo chiamo?
Il lieve bussare alla porta e la conseguente entrata di sua madre gli fecero sospendere l’epocale dibattito mentale che si stava svolgendo e si limitò a bloccare lo schermo del cellulare, poggiarselo sul petto e guardare la porta socchiusa dalla donna.
“Rei, sei strano oggi. E’ successo qualcosa?” chiese con la sua dolce e solita premura. “Hai litigato con Nagisa-chan?”
Sì, Nagisa era già entrato nelle sue grazie, e guai a chi glielo toccava!
“No, mamma, è tutto ok.” la rassicurò Rei con fare tranquillo.
“Rei, so quando dici la verità e quando no...” entrò totalmente nella stanza chiudendosi la porta alle spalle e si sedette sul letto, accanto al figlio, ed aggiunse “Qualcosa ti rende triste, oggi. Sicuro che vada tutto bene?”
Per quanto Rei fosse un calcolatore, contro sua madre non aveva scampo: la vinceva sempre lei, e lui si era stufato di “battagliarci” inutilmente.
“Nulla di che...è solo che sono tornato da solo, oggi.”
“Ah, ecco perchè ti sei ritirato tanto presto.” borbottò la donna più a sè stessa che a lui “E quindi? Ti manca Nagisa?” sorrise compassionevole.
“M-ma no!! Ci mancherebbe!” sbraitò avvampando, mentre sua madre se la rideva e gli carezzava i capelli.
“Se la sua mancanza si fa sentire, chiamalo. Tanto sarà sempre lui a parlare, non ti servono dei motivi per farlo.” suggerì lei, che di Nagisa aveva capito praticamente tutto dal primo momento che aveva messo piede in casa.
“Sì, infatti.” sospirò Rei, trattenendo una risata. Sua madre sembrava più tranquilla, poi si alzò e fece per andare verso la porta, quando si ricordò di qualcosa e si voltò verso il figlio.
“Rei? Che ne dici se una sera di queste fai rimanere Nagisa-chan a dormire qui?”
Tutti i “no” del mondo non bastarono per farle cambiare idea. E Rei era già andato nel pallone e nemmeno l’aveva detto al diretto interessato.
 
Secondo Rei, certe cose andavano dette in faccia. Invitare qualcuno a casa propria per dormirci era una di quelle. Così decise di attendere di rimanere solo con Nagisa per invitarlo, giusto per evitare d’imbarazzarsi; e aveva già un piano. Era molto semplice, ma funzionale. Si trattava di attendere che Nagisa arrivasse alla fermata del treno, e il gioco era fatto: sarebbero rimasti soli fino all’arrivo di Makoto e Haruka, quindi il tempo era più che sufficiente.
Quella mattina, Rei era in perfetto orario ad aspettare i ragazzi ed il treno, quando...ecco che arriva Nagisa! E sta mangiando un altro di quei dolci strani di cui solo lui sa l’esistenza.
“Buongiorno, Rei-chan!” salutò allegro il biondino.
“Buongiorno, Nagisa-kun.” gli rispose l’altro, mentre il cuore cominciava a battergli sempre più velocemente: cavolo, l’ansia non era prevista.
“Vuoi un pò?” gli chiese l’altro, indicandogli quella specie di panzerotto dolce dal contenuto di dubbia provenienza che aveva tra le mani.
“No, grazie.” rispose lui, abbastanza schifato dal colore stranamente carico del ripieno. “Piuttosto, Nagisa-kun...”
“Mh?” era piuttosto strano che fosse Rei a cominciare un discorso, per questo il viso di Nagisa era sorpreso mentre lo rialzava dal dolce verso il ragazzo al suo fianco.
Ma la parte difficile, per Rei, era tutta lì: che parole doveva usare? Non lo dava a vedere - ci sperava, ci sperava tanto - ma era parecchio timido! E faceva il grave errore di mettersi al posto del suo interlocutore: “Vieni a dormire da me questo sabato?” non è per niente...romantico; “Mi piacerebbe che tu rimanessi a dormire da me sabato.” è troppo da mollaccioni; “Sai, Nagisa-kun, la mamma ha insistito perchè tu rimanga a dormire da noi questo sabato.” equivale a dire “Mia madre ti vuole adottare come figlio, quindi fila a casa e possibilmente lontano da me, grazie.”, quindi non se ne parla minimamente.
Insomma, nessuna frase sembrava quella giusta. A voi potrebbe sembrare dolce, come cosa: preoccuparsi della reazione degli altri vuole anche dire tenerci. Ed è anche giusto, ma il problema è un altro: Rei non è Nagisa. Per niente. E’ Rei che rileva mille significati dietro ogni frase, mentre Nagisa la prende per quel che è! Ma come spiegarlo a Ryugazaki?
“Rei-chan? Tutto bene..?” chiese smarrito Nagisa, che gli sventolava una mano davanti al viso già da un pò.
“Ah! E-ehm...sì, scusa.” gli rispose l’altro, più imbarazzato - e rosso - di prima.
“Allora? Che mi dovevi dire?” la curiosità del biondo era cristallina come l’acqua di fonte, ma Rei non fece in tempo a dirgli nulla che in lontananza si udivano dei passi frettolosi e la voce affannata di Makoto chiamarli e chiedergli scusa per il ritardo.
Prima occasione sprecata.
 
Era frustrante come la propria paura di dire la cosa sbagliata lo bloccasse dal dirgli una cosa tanto banale. Meno male che non doveva dichiararsi..!
Ma comunque, negli orari scolastici era impensabile dirglielo - professori, troppa gente con le orecchie tese, i compiti da fare subito così da non avere troppa roba da fare a casa... -, quindi, a furia di rimandare, stavano facendo gli allenamenti e ancora non gli aveva nemmeno accennato la cosa. Che disastro!
“Rei..? Rei?” una mano gli scosse una spalla e lui quasi saltò sul soffitto. Si voltò, e a chiamarlo - e scuoterlo - non era altri che Makoto.
“Makoto-senpai!”
“Rei, mi preoccupi. Non sei mai distratto, ma oggi sembri avere la testa tra le nuvole... Tutto bene?” chiese il castano con tono dolce ma preoccupato. Era sempre tanto gentile, Makoto...chissà se era anche bravo a dare consigli. Beh, era un ragazzo responsabile, quindi probabilmente avrebbe saputo aiutarlo. Per questo Rei lo trascinò verso gli spogliatoi e gli espose il suo problema con non poco imbarazzo.
“...quindi non so come dirglielo. E mi vergogno.” concluse Rei a capo chino. Makoto-senpai non mi giudicherà un imbranato, vero?, si chiedeva intanto, sperando vivamente di no.
“Rei, ti stai preoccupando per nulla!” ridacchiò intenerito l’altro, e il diretto interessato alzò in fretta la testa.
“In che senso..?” gli chiese, smarrito.
“Sei un ragazzo scrupoloso, Rei, ma stiamo parlando di Nagisa. Andrà bene anche un banale invito, se sei tu a farglielo.” spiegò Makoto con un dolce sorriso, annuendo leggermente alla fine. E a Rei parve di avere davanti la soluzione alla sua intera vita.
Quando uscirono dagli spogliatoi, però, lo sguardo indagatore di Nagisa non se lo tolse di dosso per tutto il pomeriggio.
 
“Rei-chan? Oggi torniamo insieme, vero?”
“Certo!” anche se sapeva che avrebbe di nuovo avuto le labbra screpolate e una fame immane quando sarebbe tornato a casa, Rei non poteva declinare un invito simile. Andavano nei più svariati posti - tutti ovviamente decisi all’ultimo secondo da Nagisa - prima di prendere il treno e tornare effettivamente a casa, e Nagisa riusciva sempre a far passare il tempo troppo velocemente e dolcemente per i gusti di Rei. Ma erano quelli i momenti della giornata che attendeva con impazienza. Tenergli la mano, battibeccare e farlo ridere, sedersi da qualche parte, Nagisa a cavalcioni su di lui, e baciarsi per minuti, ore, i grandi occhi che lo guardano con gioia, dolcezza, e forse una puntina di desiderio.
“Rei-chan..?” pronunciò il suo nome con tono basso e dolce, accoccolato contro il petto dell’altro, che lo stringeva appena. “Cosa vi siete detti, tu e Mako-chan?” chiese, senza rabbia o altro. Solo curiosità. E a Rei, passata una giornata con una fine così dolce, non pesava più nulla.
“Se te lo dico, ti metti a ridere.”
“Non è vero, non riderò! E dai, dimmelo~” chiese supplicante il biondo, e a quel tono, Rei non resistette all’impulso di baciarlo ancora una volta.
“Va bene, te lo dico.” sospirò infine l’altro, alzando gli occhi ad osservare il cielo che andava scurendosi man mano che il sole calava. “Ieri ho fatto preoccupare mia madre perchè non ho mangiato niente, e--”
“Perchè no? Stavi male, Rei-chan?” lo interruppe Nagisa, una nota di preoccupazione della voce.
“I-in un certo senso... Comunque.” borbottò Rei, arrossendo appena. “Mi ha proposto di farti rimanere da noi a dormire questo sabato. E mi è venuto il panico perchè non sapevo come chiedertelo, e--” ma non fece in tempo a dire altro, che Nagisa gli prese il viso tra le mani, lo costrinse a voltarsi verso il suo - che sorrideva intenerito - e stavolta fu lui a baciarlo. Rei non ci pensò nemmeno a sottrarsi, anzi, strinse di più il ragazzo a sè, carezzandogli una morbida guancia.
Alla fine rise e lo prese in giro, ma almeno accettò l’invito. Poco male.
 
 
“Ma allora - vi chiederete voi - perchè Rei era tanto disperato nelle prime righe?”
Beh, non aveva calcolato cosa sarebbe mai potuto accadere durante la cena e poi la notte..! I suoi genitori sono abituati alla tranquillità, e con Nagisa non si può mai sapere cosa potrebbe accadere~
 
 
Ed eccoli, Rei e Nagisa, di fronte la porta di casa Ryugazaki. Rei stava cominciando a progettare piani per ogni evenienza, Nagisa stava lì con la sua solita espressione.
“Rei-chan? Non apri?” chiese il biondo voltandosi verso l’altro. E dire che doveva essere Nagisa ad essere teso, e non Rei.
“E-ehm...ho dimenticato le chiavi.” che grande bugia. Solo che non se la sentiva di aprire la porta: c’era un ospite, solitamente va accolto. Ma prima che potesse premere il campanello, Nagisa lo strattonò verso di sè con un colpo secco e, una volta che Rei si abbassò quanto gli serviva, lo baciò con dolcezza.
“Rilassati, andrà tutto bene~” gli sussurrò sulle labbra, e l’altro lo baciò di rimando. Fortuna che c’era Nagisa.
Comunque, una volta ricomposto, Rei suonò il campanello, lasciando che sua madre li accogliesse con entusiasmo, per poi presentare Nagisa a suo padre e lasciarlo lì, a parlare con loro, per portare la borsa dell’altro in camera, e sospirare di sollievo: ancora una volta, si era preoccupato per nulla.
Sì, magari Nagisa era una specie di piccolo uragano, ma era una persona buona, dolce, che socializzava con un nonnulla. Ancora una volta, gli tornarono in mente le parole di Makoto - “Sei un ragazzo scrupoloso, Rei, ma stiamo parlando di Nagisa.” - e non riuscì a trattenere una risatina: Nagisa era l’eccezione di tutto e sapeva sempre come aiutarlo senza far nulla, e lui si faceva sempre troppi problemi.
Finalmente rilassato, scese giù e sorprese Nagisa a spettegolare con suo padre di quando Rei era entrato nel club di nuoto. Ma che cavolo..?! E come ridevano!! Poi ci si metteva pure sua madre, che gli chiedeva perchè mai fosse arrossito. Ma che domande sono?!
Non si sa quale santo lo fermò da urlare contro tutti e chiudersi in stanza per tutta la vita.
 
Nonostante tutto, comunque, la serata era andata bene, e Nagisa era entrato anche nelle grazie di suo padre: in caso di litigio, Rei non aveva più scampo.
Ora erano lì nella stanza buia di Rei, chi nel proprio letto e chi nel futon, a fissare il soffitto. Nagisa era silenzioso...che dormisse? Beh, dovevano dormire entrambi, in effetti, ma l’idea di averlo lì, a così poca distanza, gli martellava il cervello tra tensioni e strane voglie. Chiuse gli occhi, deciso a porre una fine a simili sciocchezze, e anche per cercare di addormentarsi.
“Rei-chan? Dormi?” manco a dirlo, ecco che Nagisa bisbiglia.
“No.” gli bisbiglia Rei.
“Questo futon è scomodo.” commentò il biondo.
“Non è vero, ci ho dormito tante volte e non è mai stato scomodo.” lo liquidò l’altro: non sapeva perchè, ma sentiva puzza di bruciato, e si diceva di non doversi fidare delle parole di Nagisa.
“Però a me lo sembra..!” piagnucolò Nagisa, sempre bisbigliando. Rei sospirò.
“Vuoi fare cambio?” chiese. Nessuna risposta. Attese ancora un pò, ma niente. Decise di aprire gli occhi e...sorprese Nagisa che tentava d’infilarsi nel suo letto. “N-Nagisa-kun! Che stai facendo?!” tentò di protestare, attento a non alzare la voce. Nagisa potè giurare di aver visto il rossore di Rei nonostante il buio.
“Dormo con te!” gli rispose il ragazzo, con tono allegro e probabilmente un sorriso a fior di labbra.
“M-ma Nagisa--”
“Ssssh, sveglierai tutti...” gli bisbigliò il biondo, trovando le sue labbra con le proprie.
Nagisa sapeva sempre essere troppo convincente. E Rei sapeva che Nagisa aveva un secondo fine. Lui gliela diede vinta, come sempre, e l’altro si avvolse nelle coperte e tra le braccia di Rei, che comunque lo strinse a sè, baciandogli poi la fronte. Non riuscì a capire quanto tempo dopo si addormentò, ma per Nagisa ci volle molto poco. Rei si lasciò semplicemente cullare dal calore e il dolce profumo di Nagisa, una volta tanto incurante delle conseguenze.
Chissà cosa ne pensò sua madre, la mattina dopo.
 
 
*Nina’s Corner*
La mia prima fic su Free!, tutta dedicata alla ReiGisa :’’3 spero vi piaccia, che non sia andata OOC e che non abbia scritto orrori.. X’’’D ringrazio la mia amica Kaze che mi ha aiutata/incoraggiata. ❤️
Grazie per aver letto, e grazie per chi recensirà *^* see ya~
   
 
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