Il grande giorno! Sopravvivrò all’ansia abbastanza a lungo da dire sì?
Simon
saltellava sul posto nervosamente, come faceva qualche volta prima di un
interrogazione. E anche stavolta la domanda venne.
«Nervoso?»
Il
ragazzo ridacchiò nervosamente: «Noooo, cosa te lo fa pensare, Kevin?»
«Su, su,
è un attimo! Basta dire sì!»
«Kevin,
non sono dal dentista perché mi devo far togliere un dente. Sono. Davanti.
All’altare. Del. Mio. Matrimonio.»
Il
ragazzo dai capelli rossi rise: «Lo vedo, è difficile non notare tutti quei
fiori. Solo che mi fai ridere, vestito così, in smoking...»
Simon
alzò gli occhi al cielo: «Parla l’uomo in frac...»
«Meglio
il frac che quello che mi voleva far indossare Patty, poco ma sicuro.»
I due
amici scoppiarono a ridere al pensiero di Kevin vestito completamente di
giallo.
Lo sposo
guardò il suo testimone: «Ma secondo te anche Lucy è così nervosa?»
«Nervosa?»
«Noooo, cosa te lo
fa pensare, Maka?»
Liz
rispose per entrambe: «Il fatto che non stai ferma un attimo e che non riesco a
finire di metterti l’ombretto, Lucy...»
La sposa
sospirò: «Scusa, Liz, ma... guardatemi!»
Liz,
Patty, Maka e Tsubaki la fissarono preoccupate, fino a che Lucy scoppiò: «Mi sto sposando!!!»
Tsubaki
cercò di calmarla: «Lo sappiamo.»
«Forse
allora sono io che non me ne rendo conto...»
Maka
sospirò: «Stai tranquilla. Andrà tutto benissimo: sei magnifica, l’amore della
tua vita è di là che ti attende con ansia e non sarà un piccolo imprevisto a
mandare tutto all’aria.»
Lucy era
sull’orlo di una crisi di nervi: «Ma non ho il bouquet! La fioraia stamattina
mi ha dato buca!»
Tsubaki
propose, con la sua aria tranquilla come sempre: «Possiamo prendere un po’ di
fiori dalla chiesa, lì ce ne sono tanti...»
«Oh
certo, così la famiglia di Simon mi etichetta definitivamente come una
stracciona di cui vergognarsi!»
Maka le
sorrise: «Simon non lo penserà mai e lo sai.»
Lucy si
lasciò cadere su una poltrona: «Voi non avete idea della fatica che ho fatto a
farmi accettare da suo padre... non voglio mandare tutto all’aria ora!»
Tsubaki
le sorrise: «Non può andare tutto all’aria per un mazzo di fiori!»
Liz
ritirò la sua trousse di trucchi, grossa come una cassetta per gli attrezzi:
«Scusate, avete visto Patty?»
La
ragazza appena nominata entrò dalla finestra: «Presente!»
La
sorella la guardò inorridita: «PATTY!!! SEI ANDATA A GIOCARE CON LA TERRA PRIMA
DEL MATRIMONIO???»
Patty
sorrise come solo lei poteva fare: «Sono andata a procurare il bouquet!»
La più
infantile delle sorelle Thompson porse a Lucy un piccolo mazzolino di fiori ancora
un po’ sporco di terra: «Per te.»
Lucy
l’abbracciò con le lacrime agli occhi: «È il bouquet più bello del mondo!»
Liz le
allontanò subito: «Lucy!!! Hai l’abito bianco, te lo sporchi! E non osare
piangere ora che ho finito di truccarti, eh?»
La sposa
sbuffò: «Che stress sposarsi! Ragazze, non fatelo mai!»
Le amiche
risero sinceramente.
Simon
sospirò alla vista della limousine. La parte più difficile arrivava ora.
La prima
a scendere dalla macchina fu una ragazzina di sedici anni bionda, con i capelli
riccioluti al vento che corse verso il fratello e lo abbracciò al volo.
Simon la
guardò sorpreso dallo strano comportamento della sua solitamente impassibile
sorella: «Rachel?»
Lei gli
rifilò un pugno sul braccio: «Non prenderci l’abitudine, mozzarella, è solo
perché oggi è un giorno speciale!»
Ah, ecco,
questa era sua sorella Rachel!
La
ragazza lo esaminò da testa a piedi con i suoi grandi occhi blu,
risistemandogli il fiore all’occhiello: «Sì, diciamo che sei accettabile, per
una volta sembri quasi il duca che
sei...»
Simon
fece una smorfia. Odiava quando gli ricordavano il suo titolo nobiliare.
Rachel
gli mise l’indice sul naso e lo guardò con tono accusatorio: «Lucy è una brava
ragazza e mi sta molto simpatica. Sono contenta che siate riusciti a convincere
papà a sposarvi. Perciò, tu, vedi di
non farla soffrire o te la vedrai con me. E tu sai quanto io possa essere
pericolosa...»
Simon
rise: «Lo so, lo so benissimo...»
Con la
coda dell’occhio la ragazza notò che il resto della famiglia si stava avvicinando:
«Bene, Simon, ho trattenuto papà più che potevo, ma ora tocca a te il confronto
finale. In bocca al lupo!»
«Crepi.»
Simon
fece appello a tutto il suo autocontrollo per non tremare di fronte al padre,
un uomo alto e robusto, con i capelli e i baffi biondi e un’aria sempre seria e
autoritaria, quel giorno vestito con un elegante completo bianco e una cravatta
rossa.
Il
ragazzo chinò la testa con rispetto: «Padre...»
Il duca
di Onpu non lo salutò nemmeno: «Dunque, sei deciso?»
«Sì,
padre.»
«Alla
sposa sono chiare le condizioni? Non potrà mai assumere il titolo di duchessa e
non avrà accesso al patrimonio di famiglia.»
Simon
accennò un mezzo sorriso: «Non ci sposiamo per i soldi né per la fama.»
L’uomo si
chinò leggermente per fissarlo dritto negli occhi, con quei suoi occhi scuri
come l’ebano: «Se lasciassi fare a me potresti avere entrambi. Sarebbe meglio
per te e per la famiglia.»
Per la
prima volta nella sua vita, il ragazzo sentì di avere il coraggio di sostenere
lo sguardo inquisitorio del padre e di rispondergli a tono: «Credo di essere
grande abbastanza da sapere cosa sia meglio per me.»
Per un
secondo rimase sorpreso dalle sue stesse parole. Stava affrontando suo padre! E lo stava facendo nel modo in cui
l’avrebbe fatto Lucy, con i pugni chiusi ma tremanti di paura, la voce ferma ma
il cuore che gli batteva all’impazzata. La miglior risposta e allo stesso tempo
la peggiore beffa per chi non approvava quel matrimonio.
Simon era
consapevole che con la sua influenza sarebbe bastata una sola parola di suo padre
per annullare tutto.
E invece
lo vide fare l’unica cosa che mai si sarebbe aspettato di vedergli fare.
Ridere. E
di gusto.
Simon lo
osservò incredulo, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, per poi ricevere
una pacca sulla spalla che quasi lo stese.
«È una
vita, Simon, che sogno di vederti così determinato! Tu sei sempre stato un
debole, e questo non te l’ho mai perdonato. Ma se quella ragazza è in grado di
tirare fuori l’uomo che c’è in te, figliolo, non vedo l’ora che diventi mia
nuora!»
Simon non
rispose, non respirò nemmeno.
Suo padre approvava le sue nozze? E l’aveva
chiamato figliolo, come mai aveva fatto prima d’allora?
«Sono
fiero di te, Simon. Per la prima volta, sono davvero fiero di te.»
Il duca
di Onpu entrò in chiesa lasciando il figlio lì,
incredulo e immobile. Solo quando sua madre e sua zia si avvicinarono riprese a
respirare.
«Mio...
padre... mi...»
La madre
rise e lo abbracciò forte: «Perdonalo, è fatto così, voleva metterti alla prova.»
Simon
rimase allibito: «Ma...»
La zia,
con il suo tipico cappuccio sui capelli, ma per una volta tanto visibile in
viso, si avvicinò al suo nipotino preferito: «Ti dirò un segreto, Simon. Anche
i tuoi nonni erano contrari alle nozze fra il tuo papà e la tua mamma.»
«Eh??? Cosa dici, zia?»
La madre
annuì: «Dopotutto, né io né Helen siamo originarie di una famiglia nobile, lo
sai... ma tuo padre mi amava e mi volle sposare in barba a tutta la sua
famiglia, di nascosto. Per questo è fiero della tua scelta, per una volta si
rivede in te. E, rimanga fra noi, Lucy gli è piaciuta da subito.»
Simon si
staccò dalle braccia della mamma e declamò con voce strozzata: «Ma se gliene ha
dette di tutti i colori la prima volta che siamo venuti a trovarvi!»
La zia
Helen sospirò: «Tuo padre ama mettere le persone alla prova, lo sai... ma forse
è il caso che vada a prendere posto e ad assicurarmi che non morda nessuno... a
dopo!»
La madre,
con gli occhi lucidi, diede ancora una carezza ai capelli di Simon e seguì
docilmente la sorella. Anche con le nuove medicine per controllare la sua
ansia, non aveva mai perso totalmente quell’aria debole e fragile.
Simon
rimase lì, allibito, sulla porta della chiesa, con un’unica parola sulle
labbra.
«Ma...»
Kevin gli
mise una mano sulla spalla: «Tutto bene?»
Il
violinista lo guardò, ancora incredulo: «Mi hanno appena sconvolto la vita. E
non mi sono ancora sposato!»
Lucy si
alzò in piedi: «Ok, dovrei essere pronta!»
Maka fece
segno di no col dito: «Dimentichi un paio di cosette...»
«Cosa?»
Tsubaki
tirò fuori un bracciale antico: «Qualcosa di vecchio...»
Maka la
seguì con un fermaglio per i capelli: «... qualcosa di nuovo...»
Liz prese
dalla tasca una molletta: «... qualcosa di prestato...»
Tsubaki
le porse il bouquet che le aveva procurato Patty, ora fermato da un nastrino
rosso: «... qualcosa di regalato...»
La minore
delle sorelle Thompson sventolò un nastro per capelli: «... e qualcosa di
giallo!»
Liz
guardò il nastro che aveva in mano: «Veramente era blu...»
Lucy sorrise
e li prese entrambi: «Non mi pare che nessun regolamento vieti di metterli
tutti e due... grazie, ragazze!»
Qualcuno
bussò alla porta e Maka gridò: «Chi è là? Simon, se sei tu vattene, mi sembrava
di essere stata chiara, porta male vedere prima l’abito della sposa!»
Una voce
maschile rispose: «E che restrizioni ci sono per i nonni della sposa?»
Lucy si
precipitò alla porta: «Nonno!»
La porta
si aprì e James entrò. Le ragazze decisero saggiamente di lasciare loro un po’
di privacy e raggiunsero gli amici in chiesa.
Lucy si
mise di fronte allo specchio per sistemare i nastri di Liz e Patty. James le si
avvicinò con delicatezza.
«Sei
pronta?»
«Se dico
di no è grave?»
James
l’abbracciò: «No, è normale.»
Lucy
ricambiò l’abbraccio e avvertì che il nonno si stava emozionando. Infatti poco
dopo iniziò a tremare e a piangere.
«Non so
se sono felice o triste di accompagnarti io all’altare...»
Lucy
sorrise tristemente: «Lo so. Lo sento.»
La voce
di James s’incrinò: «Se solo... se solo tuo padre fosse qui... sono sicuro
sarebbe felice e orgoglioso di te.»
«E io
sono sicura che sarebbe felicissimo che sia tu a sostituirlo.»
«Io? Io
che gli ho tolto tutto?»
Lucy
sospirò staccandosi da lui: «Nonno, ne abbiamo già parlato mille e mille volte.
Non eri in te, non sei tu che hai
ucciso il clan. È stato il kishin che era dentro di
te, e questo cambia tutto. Ma ora basta pensare al passato, la tua follia è
dentro alla mia anima, al sicuro, e non può fare del male né a te, né a me, né
a nessun altro. E vedi di non farmi commuovere pensando al passato, che se
sbavo il trucco Liz mi strozza! Già rischio di fare pasticci sudando per
l’ansia...»
James
sorrise: «Andrà tutto bene. Sei pronta ad andare, ora? Simon è un po’ che ti
aspetta.»
«Eh? Ma
non sono in ritardo! Vero?»
«No, è lui
che è in anticipo.»
Lucy
sospirò, a metà fra l’ansioso e l’esasperato: «Ma perché quel ragazzo deve
sempre complicarsi la vita?»
«Perché
tu gliela possa semplificare.»
Lucy
rise: «Meglio che andiamo, o quel poveraccio mi crolla dall’ansia prima ancora della
cerimonia!»
«Simon?»
Nessuna
risposta da parte dell’interessato, che continuava a fissare il vuoto.
Kevin
insistette: «Simon?»
Il
violinista continuava con la sua crisi di mutismo.
Soul si
avvicinò: «Ricordi almeno come ti chiami?»
Il biondo
finalmente aprì bocca: «Perché, ho un nome?»
Kevin
sorrise: «Ne hai due, in verità... Simon ed Emanuel...
e hai anche un cognome, Onpu...»
Soul
diede il colpo di grazia: «E anche un titolo nobiliare...»
Simon si
risvegliò: «Ancora con questa storia?»
Soul e
Kevin batterono il cinque: «Funziona sempre...»
Il
violinista sospirò: «Scusate, è che...»
Kevin
sorrise: «... sei in ansia, lo sappiamo.»
Soul gli
mise una mano sulla spalla: «È solo che dentro c’è una situazione per nulla
fica con tuo padre...»
Lo sposo
fece una smorfia: «Che ha fatto stavolta?»
«Sta
criticando in modo neanche troppo velato il vestito di Blaire...
e ti ricordo che è una gatta-strega...»
«Oh santa
pazienza, arrivo a sedare gli animi!»
Kevin
indicò alle sue spalle: «Forse non è il momento migliore. Sta arrivando la
sposa.»
Simon
rispose con una vocina isterica: «Cosa?»
Kevin e
Soul lo afferrarono, uno da una parte e uno dall’altra, per fare il loro dovere
di amici e di testimoni e accompagnare Simon all’altare prima che avesse una
crisi isterica.
Tutti gli
invitati si erano alzati per cercare di vedere la sposa.
Chrona,
continuando ad armeggiare con la cravatta, chiedeva notizie sulla sposa a Ragnarok, che si ergeva più che poteva; Stain, seduto
accanto a Marie nel suo classico abito “elegante” pieno di suture, cercava
disperatamente di resistere alla tentazione di fumare, aiutato anche dal
professor Sid, visto che “in vita lui era fatto così, aiutava le persone a
resistere alle tentazioni”; Spirit aiutava a
sistemare la divisa da cerimonia di Lord Shinigami, l’officiante, non smettendo
mai di buttare un occhio alle belle ragazze in sala; Kid cercava di sistemare
gli ospiti a sedere in modo più simmetrico possibile, facendo saltare i nervi a
tutti gli invitati, ovvero, oltre ai parenti degli sposi, gran parte della Shibusen e di Death City. Purtroppo gli abitanti del
villaggio di Lucy non erano potuti venire a causa della distanza, ma avevano
mandato tanti regali che i due sposini avevano ugualmente apprezzato.
Osservando
tutto questo, Simon deglutì rumorosamente. Era arrivato il momento.
Lucy
deglutì rumorosamente: «Non so se ce la faccio.»
James
sorrise: «È per questo che sono qui a sorreggerti.»
La sposa
venne superata da tutte le amiche che l’avevano aiutata a prepararsi e che
andarono a prendere posto, non prima però di averle fatto gesti
d’incoraggiamento.
Lucy
sospirò: «E allora andiamo. Prima finiamo, prima potrò rilassarmi. E anche
Simon.»
Il nonno
sorrise: «Soprattutto lui, credimi.»
Soul andò
al pianoforte e iniziò a suonare la marcia nuziale. Era il segnale per la sposa
di entrare in chiesa.
Tutti si
alzarono e si sporsero. Simon, che era proprio di fronte all’altare, rimase a
bocca aperta.
Kevin gli
sussurrò: «È bellissima, vero?»
«Ha...
ha... ha i capelli lunghi! Come ha
fatto?»
«Mai
sentito parlare di extension?»
«Ex che?»
Kevin
sorrise: «Parleremo dei miracoli femminili in fatto di acconciature più tardi,
ok?»
Simon
annuì e continuò a guardare la sua sposa avanzare verso di lui. Era bellissima:
i lunghi capelli scuri scendevano a boccoli sulle sue spalle, incorniciandole
il volto truccato con molta leggerezza; il velo bianco risaltava sull’ebano dei
capelli, così come l’abito, semplice nel modello ma decorato con molte perline.
Solo a guardarla Simon sentì il fiato venirgli meno.
Lucy si
guardava intorno sorridendo timidamente, chiaramente in imbarazzo nell’avere
tutti gli sguardi su di lei. Lo sposo iniziò a sudare dall’ansia. Ormai era il
momento, era...
«COME
AVETE OSATO INIZIARE SENZA DI ME, NULLITÀ? QUESTO
MATRIMONIO NON S’HA DA FARE SENZA LA VOSTRA DIVINITÀ PROTETTRICE!!!»
Tre
quarti della chiesa, sposo e testimoni compresi, si sbatté una mano sulla
fronte.
«Black Star...»
Lucy si
limitò a ridere, mentre lasciava il braccio di James e arrivava al fianco di
Simon.
«Meno
male, temevo che saresti soffocato prima che arrivassi all’altare!»
Simon
rispose al sussurro: «Si vedeva così tanto?»
Lucy gli
fece l’occhiolino: «O quello, o stavi avendo un infarto. Ho pregato fosse la
prima.»
Simon
alzò gli occhi al cielo: «Come ho fatto a non notare la sua assenza? La
situazione era troppo calma...»
Lord
Shinigami si limitò a fare un cenno al figlio, che atterrò simmetricamente
l’esuberante maestro d’armi ritardatario, poi richiamò al silenzio: «Amici,
oggi siamo qui per rendere onore a due giovani che hanno deciso di passare il
resto della loro vita insieme, come...»
Simon non
ascoltava più. Le sue orecchie fischiavano e il suo cervello sembrava essersi
sconnesso dal resto del mondo. Aveva aspettato così tanto quel momento, l’aveva
provato e riprovato così tante volte che tutto ora gli sembrava irreale, quasi
come un sogno. Un bellissimo sogno, se Lucy continuava a sorridergli così
dolcemente...
«E
allora, li abbiamo i testimoni?»
Kevin,
Maka, Tsubaki e Soul dalla sua postazione al pianoforte alzarono la mano.
Lord
Shinigami annuì: «Bene! E allora... Simon?»
Il
ragazzo saltò sulla sedia come se fosse stato chiamato per un’interrogazione a
sorpresa di Sid: «Eh? Sì! Presente!»
Lord
Shinigami s’inclinò leggermente di lato: «Tranquillo. Ti sto sposando, non
interrogando! È vero che sono anche il preside della tua scuola, però...»
Lo sposo
arrossì, ringraziando mentalmente di non poter vedere la risatina dei suoi
professori e lo sguardo sicuramente furioso di suo padre alle sue spalle.
«Vuoi
prendere Lucy come tua sposa?»
Hinata92: E ora tocca a voi, lettori e
lettrici!
Soul: Uh? Ma tu non dovresti comparire solo
nell’ultimo capitolo?
Hinata92: Sì, ma erano i primi bivi, e ci
tenevo a presentarli io!
Soul: Contenta tu... secondo me era più fico
se lo facevo io...
Hinata92: Allora, adesso tocca a voi
scegliere! Volete leggere il capitolo
La maledizione
del sogno! Ti sposo o ti...
(se
volete che Simon dica di sì)
o
La maledizione
del sogno! Ti sposo o ti...
(se
volete che Simon dica di no)
Soul: Ehm... forse ti sei sbagliata, è lo
stesso capitolo...
Hinata92: Lo so, ma così almeno i lettori si
abitueranno ai prossimi bivi!
Soul: A me sa di una poco fica fregatura...
Hinata92: E poi, ai fini della
trama, la risposta ha poca importanza...
Soul: Eh?
Hinata92: Aspetta e vedrai...
Buonasera a tutti! Ecco qua il nuovo capitolo, che spero vi
abbia divertito! Tranquilli, i prossimi bivi saranno veri, questo è stato solo
un innocente scherzetto... però ne approfitto per una piccola avvertenza: i prossimi
capitoli saranno più corti, per poi riprendere più o meno questa lunghezza, mi
scuso per il disagio ma c’è un perché... che capirete solo all’ultimissimo
capitolo! XD Sono cattiva, lo so...
Intanto ringrazio i nuovi e i ritrovati commentatori, ovvero Victus, la cara vecchia Toky che
mi ha cambiato nick, Jan Itor
19 e darkroxas92 (i fedelissimi!).
Spero a breve di pubblicare il prossimo capitolo... Simon dirà
sì, no, o...
Alla prossima!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92