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Autore: hinata 92    16/07/2014    2 recensioni
L'atteso (o forse no) seguito di Polvere Incantata.
A Death City volano fiori di arancio per Lucy e Simon e tutti sono pronti a festeggiare il lieto evento. Ma nessuno immagina che stanno per finire tutti vittima della più grande maledizione stregonesca della storia...
Una sorpresa in più: questa è una storia... a bivi!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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Il grande giorno! Sopravvivrò all’ansia abbastanza a lungo da dire sì?

 

Simon saltellava sul posto nervosamente, come faceva qualche volta prima di un interrogazione. E anche stavolta la domanda venne.

«Nervoso?»

Il ragazzo ridacchiò nervosamente: «Noooo, cosa te lo fa pensare, Kevin?»

«Su, su, è un attimo! Basta dire sì!»

«Kevin, non sono dal dentista perché mi devo far togliere un dente. Sono. Davanti. All’altare. Del. Mio. Matrimonio.»

Il ragazzo dai capelli rossi rise: «Lo vedo, è difficile non notare tutti quei fiori. Solo che mi fai ridere, vestito così, in smoking...»

Simon alzò gli occhi al cielo: «Parla l’uomo in frac...»

«Meglio il frac che quello che mi voleva far indossare Patty, poco ma sicuro.»

I due amici scoppiarono a ridere al pensiero di Kevin vestito completamente di giallo.

Lo sposo guardò il suo testimone: «Ma secondo te anche Lucy è così nervosa?»

 

«Nervosa?»

«Noooo, cosa te lo fa pensare, Maka?»

Liz rispose per entrambe: «Il fatto che non stai ferma un attimo e che non riesco a finire di metterti l’ombretto, Lucy...»

La sposa sospirò: «Scusa, Liz, ma... guardatemi!»

Liz, Patty, Maka e Tsubaki la fissarono preoccupate, fino a che Lucy scoppiò: «Mi sto sposando!!!»

Tsubaki cercò di calmarla: «Lo sappiamo.»

«Forse allora sono io che non me ne rendo conto...»

Maka sospirò: «Stai tranquilla. Andrà tutto benissimo: sei magnifica, l’amore della tua vita è di là che ti attende con ansia e non sarà un piccolo imprevisto a mandare tutto all’aria.»

Lucy era sull’orlo di una crisi di nervi: «Ma non ho il bouquet! La fioraia stamattina mi ha dato buca!»

Tsubaki propose, con la sua aria tranquilla come sempre: «Possiamo prendere un po’ di fiori dalla chiesa, lì ce ne sono tanti...»

«Oh certo, così la famiglia di Simon mi etichetta definitivamente come una stracciona di cui vergognarsi!»

Maka le sorrise: «Simon non lo penserà mai e lo sai.»

Lucy si lasciò cadere su una poltrona: «Voi non avete idea della fatica che ho fatto a farmi accettare da suo padre... non voglio mandare tutto all’aria ora!»

Tsubaki le sorrise: «Non può andare tutto all’aria per un mazzo di fiori!»

Liz ritirò la sua trousse di trucchi, grossa come una cassetta per gli attrezzi: «Scusate, avete visto Patty?»

La ragazza appena nominata entrò dalla finestra: «Presente!»

La sorella la guardò inorridita: «PATTY!!! SEI ANDATA A GIOCARE CON LA TERRA PRIMA DEL MATRIMONIO???»

Patty sorrise come solo lei poteva fare: «Sono andata a procurare il bouquet!»

La più infantile delle sorelle Thompson porse a Lucy un piccolo mazzolino di fiori ancora un po’ sporco di terra: «Per te.»

Lucy l’abbracciò con le lacrime agli occhi: «È il bouquet più bello del mondo!»

Liz le allontanò subito: «Lucy!!! Hai l’abito bianco, te lo sporchi! E non osare piangere ora che ho finito di truccarti, eh?»

La sposa sbuffò: «Che stress sposarsi! Ragazze, non fatelo mai!»

Le amiche risero sinceramente.

 

Simon sospirò alla vista della limousine. La parte più difficile arrivava ora.

La prima a scendere dalla macchina fu una ragazzina di sedici anni bionda, con i capelli riccioluti al vento che corse verso il fratello e lo abbracciò al volo.

Simon la guardò sorpreso dallo strano comportamento della sua solitamente impassibile sorella: «Rachel?»

Lei gli rifilò un pugno sul braccio: «Non prenderci l’abitudine, mozzarella, è solo perché oggi è un giorno speciale!»

Ah, ecco, questa era sua sorella Rachel!

La ragazza lo esaminò da testa a piedi con i suoi grandi occhi blu, risistemandogli il fiore all’occhiello: «Sì, diciamo che sei accettabile, per una volta sembri quasi il duca che sei...»

Simon fece una smorfia. Odiava quando gli ricordavano il suo titolo nobiliare.

Rachel gli mise l’indice sul naso e lo guardò con tono accusatorio: «Lucy è una brava ragazza e mi sta molto simpatica. Sono contenta che siate riusciti a convincere papà a sposarvi. Perciò, tu, vedi di non farla soffrire o te la vedrai con me. E tu sai quanto io possa essere pericolosa...»

Simon rise: «Lo so, lo so benissimo...»

Con la coda dell’occhio la ragazza notò che il resto della famiglia si stava avvicinando: «Bene, Simon, ho trattenuto papà più che potevo, ma ora tocca a te il confronto finale. In bocca al lupo!»

«Crepi.»

Simon fece appello a tutto il suo autocontrollo per non tremare di fronte al padre, un uomo alto e robusto, con i capelli e i baffi biondi e un’aria sempre seria e autoritaria, quel giorno vestito con un elegante completo bianco e una cravatta rossa.

Il ragazzo chinò la testa con rispetto: «Padre...»

Il duca di Onpu non lo salutò nemmeno: «Dunque, sei deciso?»

«Sì, padre.»

«Alla sposa sono chiare le condizioni? Non potrà mai assumere il titolo di duchessa e non avrà accesso al patrimonio di famiglia.»

Simon accennò un mezzo sorriso: «Non ci sposiamo per i soldi né per la fama.»

L’uomo si chinò leggermente per fissarlo dritto negli occhi, con quei suoi occhi scuri come l’ebano: «Se lasciassi fare a me potresti avere entrambi. Sarebbe meglio per te e per la famiglia.»

Per la prima volta nella sua vita, il ragazzo sentì di avere il coraggio di sostenere lo sguardo inquisitorio del padre e di rispondergli a tono: «Credo di essere grande abbastanza da sapere cosa sia meglio per me.»

Per un secondo rimase sorpreso dalle sue stesse parole. Stava affrontando suo padre! E lo stava facendo nel modo in cui l’avrebbe fatto Lucy, con i pugni chiusi ma tremanti di paura, la voce ferma ma il cuore che gli batteva all’impazzata. La miglior risposta e allo stesso tempo la peggiore beffa per chi non approvava quel matrimonio.

Simon era consapevole che con la sua influenza sarebbe bastata una sola parola di suo padre per annullare tutto.

E invece lo vide fare l’unica cosa che mai si sarebbe aspettato di vedergli fare.

Ridere. E di gusto.

Simon lo osservò incredulo, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, per poi ricevere una pacca sulla spalla che quasi lo stese.

«È una vita, Simon, che sogno di vederti così determinato! Tu sei sempre stato un debole, e questo non te l’ho mai perdonato. Ma se quella ragazza è in grado di tirare fuori l’uomo che c’è in te, figliolo, non vedo l’ora che diventi mia nuora!»

Simon non rispose, non respirò nemmeno.

Suo padre approvava le sue nozze? E l’aveva chiamato figliolo, come mai aveva fatto prima d’allora?

«Sono fiero di te, Simon. Per la prima volta, sono davvero fiero di te.»

Il duca di Onpu entrò in chiesa lasciando il figlio lì, incredulo e immobile. Solo quando sua madre e sua zia si avvicinarono riprese a respirare.

«Mio... padre... mi...»

La madre rise e lo abbracciò forte: «Perdonalo, è fatto così, voleva metterti alla prova.»

Simon rimase allibito: «Ma...»

La zia, con il suo tipico cappuccio sui capelli, ma per una volta tanto visibile in viso, si avvicinò al suo nipotino preferito: «Ti dirò un segreto, Simon. Anche i tuoi nonni erano contrari alle nozze fra il tuo papà e la tua mamma.»

«Eh??? Cosa dici, zia?»

La madre annuì: «Dopotutto, né io né Helen siamo originarie di una famiglia nobile, lo sai... ma tuo padre mi amava e mi volle sposare in barba a tutta la sua famiglia, di nascosto. Per questo è fiero della tua scelta, per una volta si rivede in te. E, rimanga fra noi, Lucy gli è piaciuta da subito.»

Simon si staccò dalle braccia della mamma e declamò con voce strozzata: «Ma se gliene ha dette di tutti i colori la prima volta che siamo venuti a trovarvi!»

La zia Helen sospirò: «Tuo padre ama mettere le persone alla prova, lo sai... ma forse è il caso che vada a prendere posto e ad assicurarmi che non morda nessuno... a dopo!»

La madre, con gli occhi lucidi, diede ancora una carezza ai capelli di Simon e seguì docilmente la sorella. Anche con le nuove medicine per controllare la sua ansia, non aveva mai perso totalmente quell’aria debole e fragile.

Simon rimase lì, allibito, sulla porta della chiesa, con un’unica parola sulle labbra.

«Ma...»

Kevin gli mise una mano sulla spalla: «Tutto bene?»

Il violinista lo guardò, ancora incredulo: «Mi hanno appena sconvolto la vita. E non mi sono ancora sposato!»

 

Lucy si alzò in piedi: «Ok, dovrei essere pronta!»

Maka fece segno di no col dito: «Dimentichi un paio di cosette...»

«Cosa?»

Tsubaki tirò fuori un bracciale antico: «Qualcosa di vecchio...»

Maka la seguì con un fermaglio per i capelli: «... qualcosa di nuovo...»

Liz prese dalla tasca una molletta: «... qualcosa di prestato...»

Tsubaki le porse il bouquet che le aveva procurato Patty, ora fermato da un nastrino rosso: «... qualcosa di regalato...»

La minore delle sorelle Thompson sventolò un nastro per capelli: «... e qualcosa di giallo!»

Liz guardò il nastro che aveva in mano: «Veramente era blu...»

Lucy sorrise e li prese entrambi: «Non mi pare che nessun regolamento vieti di metterli tutti e due... grazie, ragazze!»

Qualcuno bussò alla porta e Maka gridò: «Chi è là? Simon, se sei tu vattene, mi sembrava di essere stata chiara, porta male vedere prima l’abito della sposa!»

Una voce maschile rispose: «E che restrizioni ci sono per i nonni della sposa?»

Lucy si precipitò alla porta: «Nonno!»

La porta si aprì e James entrò. Le ragazze decisero saggiamente di lasciare loro un po’ di privacy e raggiunsero gli amici in chiesa.

Lucy si mise di fronte allo specchio per sistemare i nastri di Liz e Patty. James le si avvicinò con delicatezza.

«Sei pronta?»

«Se dico di no è grave?»

James l’abbracciò: «No, è normale.»

Lucy ricambiò l’abbraccio e avvertì che il nonno si stava emozionando. Infatti poco dopo iniziò a tremare e a piangere.

«Non so se sono felice o triste di accompagnarti io all’altare...»

Lucy sorrise tristemente: «Lo so. Lo sento.»

La voce di James s’incrinò: «Se solo... se solo tuo padre fosse qui... sono sicuro sarebbe felice e orgoglioso di te.»

«E io sono sicura che sarebbe felicissimo che sia tu a sostituirlo.»

«Io? Io che gli ho tolto tutto?»

Lucy sospirò staccandosi da lui: «Nonno, ne abbiamo già parlato mille e mille volte. Non eri in te, non sei tu che hai ucciso il clan. È stato il kishin che era dentro di te, e questo cambia tutto. Ma ora basta pensare al passato, la tua follia è dentro alla mia anima, al sicuro, e non può fare del male né a te, né a me, né a nessun altro. E vedi di non farmi commuovere pensando al passato, che se sbavo il trucco Liz mi strozza! Già rischio di fare pasticci sudando per l’ansia...»

James sorrise: «Andrà tutto bene. Sei pronta ad andare, ora? Simon è un po’ che ti aspetta.»

«Eh? Ma non sono in ritardo! Vero?»

«No, è lui che è in anticipo.»

Lucy sospirò, a metà fra l’ansioso e l’esasperato: «Ma perché quel ragazzo deve sempre complicarsi la vita?»

«Perché tu gliela possa semplificare.»

Lucy rise: «Meglio che andiamo, o quel poveraccio mi crolla dall’ansia prima ancora della cerimonia!»

 

«Simon?»

Nessuna risposta da parte dell’interessato, che continuava a fissare il vuoto.

Kevin insistette: «Simon?»

Il violinista continuava con la sua crisi di mutismo.

Soul si avvicinò: «Ricordi almeno come ti chiami?»

Il biondo finalmente aprì bocca: «Perché, ho un nome?»

Kevin sorrise: «Ne hai due, in verità... Simon ed Emanuel... e hai anche un cognome, Onpu...»

Soul diede il colpo di grazia: «E anche un titolo nobiliare...»

Simon si risvegliò: «Ancora con questa storia?»

Soul e Kevin batterono il cinque: «Funziona sempre...»

Il violinista sospirò: «Scusate, è che...»

Kevin sorrise: «... sei in ansia, lo sappiamo.»

Soul gli mise una mano sulla spalla: «È solo che dentro c’è una situazione per nulla fica con tuo padre...»

Lo sposo fece una smorfia: «Che ha fatto stavolta?»

«Sta criticando in modo neanche troppo velato il vestito di Blaire... e ti ricordo che è una gatta-strega...»

«Oh santa pazienza, arrivo a sedare gli animi!»

Kevin indicò alle sue spalle: «Forse non è il momento migliore. Sta arrivando la sposa.»

Simon rispose con una vocina isterica: «Cosa?»

Kevin e Soul lo afferrarono, uno da una parte e uno dall’altra, per fare il loro dovere di amici e di testimoni e accompagnare Simon all’altare prima che avesse una crisi isterica.

 

Tutti gli invitati si erano alzati per cercare di vedere la sposa.

Chrona, continuando ad armeggiare con la cravatta, chiedeva notizie sulla sposa a Ragnarok, che si ergeva più che poteva; Stain, seduto accanto a Marie nel suo classico abito “elegante” pieno di suture, cercava disperatamente di resistere alla tentazione di fumare, aiutato anche dal professor Sid, visto che “in vita lui era fatto così, aiutava le persone a resistere alle tentazioni”; Spirit aiutava a sistemare la divisa da cerimonia di Lord Shinigami, l’officiante, non smettendo mai di buttare un occhio alle belle ragazze in sala; Kid cercava di sistemare gli ospiti a sedere in modo più simmetrico possibile, facendo saltare i nervi a tutti gli invitati, ovvero, oltre ai parenti degli sposi, gran parte della Shibusen e di Death City. Purtroppo gli abitanti del villaggio di Lucy non erano potuti venire a causa della distanza, ma avevano mandato tanti regali che i due sposini avevano ugualmente apprezzato.

Osservando tutto questo, Simon deglutì rumorosamente. Era arrivato il momento.

 

Lucy deglutì rumorosamente: «Non so se ce la faccio.»

James sorrise: «È per questo che sono qui a sorreggerti.»

La sposa venne superata da tutte le amiche che l’avevano aiutata a prepararsi e che andarono a prendere posto, non prima però di averle fatto gesti d’incoraggiamento.

Lucy sospirò: «E allora andiamo. Prima finiamo, prima potrò rilassarmi. E anche Simon.»

Il nonno sorrise: «Soprattutto lui, credimi.»

 

Soul andò al pianoforte e iniziò a suonare la marcia nuziale. Era il segnale per la sposa di entrare in chiesa.

Tutti si alzarono e si sporsero. Simon, che era proprio di fronte all’altare, rimase a bocca aperta.

Kevin gli sussurrò: «È bellissima, vero?»

«Ha... ha... ha i capelli lunghi! Come ha fatto?»

«Mai sentito parlare di extension

«Ex che?»

Kevin sorrise: «Parleremo dei miracoli femminili in fatto di acconciature più tardi, ok?»

Simon annuì e continuò a guardare la sua sposa avanzare verso di lui. Era bellissima: i lunghi capelli scuri scendevano a boccoli sulle sue spalle, incorniciandole il volto truccato con molta leggerezza; il velo bianco risaltava sull’ebano dei capelli, così come l’abito, semplice nel modello ma decorato con molte perline. Solo a guardarla Simon sentì il fiato venirgli meno.

Lucy si guardava intorno sorridendo timidamente, chiaramente in imbarazzo nell’avere tutti gli sguardi su di lei. Lo sposo iniziò a sudare dall’ansia. Ormai era il momento, era...

«COME AVETE OSATO INIZIARE SENZA DI ME, NULLITÀ? QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE SENZA LA VOSTRA DIVINITÀ PROTETTRICE!!!»

Tre quarti della chiesa, sposo e testimoni compresi, si sbatté una mano sulla fronte.

«Black Star...»

Lucy si limitò a ridere, mentre lasciava il braccio di James e arrivava al fianco di Simon.

«Meno male, temevo che saresti soffocato prima che arrivassi all’altare!»

Simon rispose al sussurro: «Si vedeva così tanto?»

Lucy gli fece l’occhiolino: «O quello, o stavi avendo un infarto. Ho pregato fosse la prima.»

Simon alzò gli occhi al cielo: «Come ho fatto a non notare la sua assenza? La situazione era troppo calma...»

Lord Shinigami si limitò a fare un cenno al figlio, che atterrò simmetricamente l’esuberante maestro d’armi ritardatario, poi richiamò al silenzio: «Amici, oggi siamo qui per rendere onore a due giovani che hanno deciso di passare il resto della loro vita insieme, come...»

Simon non ascoltava più. Le sue orecchie fischiavano e il suo cervello sembrava essersi sconnesso dal resto del mondo. Aveva aspettato così tanto quel momento, l’aveva provato e riprovato così tante volte che tutto ora gli sembrava irreale, quasi come un sogno. Un bellissimo sogno, se Lucy continuava a sorridergli così dolcemente...

«E allora, li abbiamo i testimoni?»

Kevin, Maka, Tsubaki e Soul dalla sua postazione al pianoforte alzarono la mano.

Lord Shinigami annuì: «Bene! E allora... Simon?»

Il ragazzo saltò sulla sedia come se fosse stato chiamato per un’interrogazione a sorpresa di Sid: «Eh? Sì! Presente!»

Lord Shinigami s’inclinò leggermente di lato: «Tranquillo. Ti sto sposando, non interrogando! È vero che sono anche il preside della tua scuola, però...»

Lo sposo arrossì, ringraziando mentalmente di non poter vedere la risatina dei suoi professori e lo sguardo sicuramente furioso di suo padre alle sue spalle.

«Vuoi prendere Lucy come tua sposa?»

 

 

Hinata92: E ora tocca a voi, lettori e lettrici!

Soul: Uh? Ma tu non dovresti comparire solo nell’ultimo capitolo?

Hinata92: Sì, ma erano i primi bivi, e ci tenevo a presentarli io!

Soul: Contenta tu... secondo me era più fico se lo facevo io...

Hinata92: Allora, adesso tocca a voi scegliere! Volete leggere il capitolo

 

La maledizione del sogno! Ti sposo o ti...

(se volete che Simon dica di sì)

o

La maledizione del sogno! Ti sposo o ti...

(se volete che Simon dica di no)

 

Soul: Ehm... forse ti sei sbagliata, è lo stesso capitolo...

Hinata92: Lo so, ma così almeno i lettori si abitueranno ai prossimi bivi!

Soul: A me sa di una poco fica fregatura...

Hinata92: E poi, ai fini della trama, la risposta ha poca importanza...

Soul: Eh?

Hinata92: Aspetta e vedrai...

 

 

Buonasera a tutti! Ecco qua il nuovo capitolo, che spero vi abbia divertito! Tranquilli, i prossimi bivi saranno veri, questo è stato solo un innocente scherzetto... però ne approfitto per una piccola avvertenza: i prossimi capitoli saranno più corti, per poi riprendere più o meno questa lunghezza, mi scuso per il disagio ma c’è un perché... che capirete solo all’ultimissimo capitolo! XD Sono cattiva, lo so...

Intanto ringrazio i nuovi e i ritrovati commentatori, ovvero Victus, la cara vecchia Toky che mi ha cambiato nick, Jan Itor 19 e darkroxas92 (i fedelissimi!).

Spero a breve di pubblicare il prossimo capitolo... Simon dirà sì, no, o...

Alla prossima!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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