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Autore: Ribryus    18/07/2014    0 recensioni
Cosa accade in una scuola vecchia abbandonata da anni? Molti credono che tutto ciò che accade sia legato a fenomeni paranormali. E se invece non fosse così? Se ci fosse solamente qualcuno che si vuole divertire?
10 ragazzi entreranno in una di queste scuole per un concorso scolastico. Chi incontreranno? Sarà davvero come se l'aspettavano?
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Io trovo questa storia alquanto strana. Abbiamo capito che dobbiamo guardare a terra, ma dove? Questa scuola ha altri 3 piani!” disse borbottando Alessia. “Allora saliamo.” disse secca Valeria Non restava che dividersi di nuovo in gruppi e esplorare gli altri piani. Erano sempre gli stessi: Mike con Miriam, Sara con Marco, Alessia con Daniel e Deborah mentre Andrea con Anna la quale si sentiva più sicura se la sorella fosse andata con loro. “Hey! Ed io con chi sto? Non voglio restare sola!” obbiettò Sharon vedendo che tutti gli altri stavano andando via. “Di certo non starai con me.” disse convinto Mike. Così la ragazza fu messa in gruppo con Sara e Marco.
Al primo piano andarono solo Mike e Miriam poiché era stato esplorato abbastanza, al secondo Anna ed Andrea e Deborah, Daniel ed Alessia, al terzo Sara, Sharon e Marco.

“Mike, possiamo ritornare un attimo nell’aula dove alloggiamo?”
“Come vuoi.”
Ritornarono nella classe. Miriam alzò gli occhi al soffitto per ricontrollare quella strana macchia e si ritrovò qualcosa di inaspettato: una “I” maiuscola di un rosso sbiadito.
Ma che cosa vorrà mai dire?  pensò Miriam.
“Io penso che serva per comporre una qualche parola.”
“Che vuoi dire, Mike?”
“Ricordi le altre lettere trovate in giro?” Miriam annuì. “Bene. Se si vogliono unire esce un’unica parola: vuoi.”
“E cosa ne pensi?”
Mike fece spallucce e non rispose.

Andrea e le due sorelle avevano perlustrato tutto il pavimento all’ovest del secondo piano, ma niente. Provarono a tirar fuori dal parquet le assicelle di legno per controllare se ci fosse qualcosa e ancora niente. “Dio…Non c’è un ca**o.” disse Andrea portandosi una mano alla fronte per asciugarsi il sudore. “Mi chiedo se qualcuno ci stia prendendo per il c*lo.” disse Anna. “Ragazzi, poiché non troviamo niente posso potarvi nella stanza dove vi dissi che vi trovai del cibo.” disse Valeria. I due immediatamente acconsentirono: ormai le scorte di cibo erano finite. Intanto Daniel, Deborah e Alessia esplorarono la zona est del secondo piano. “Ahhh! Smettiamola di camminare! I miei piedi delicati non resistono a questa tortura!” si lamentò Alessia. “Pensi che solo i tuoi ‘piedi delicati’ siano stanchi? Ahhh, siediti qua a terra e aspettaci!” disse stufa delle sue lamentele Deborah. “Tu non  indossi delle ballerine! Però è normale, visto che sei solo un maschiaccio!”
“Ma chi ti credi di essere, eh?”
Donne… pensò Daniel tra sé e sé.
Improvvisamente si sentì un brusco rumore provenire da una classe. Le ragazze smisero di litigare e guardarono a fondo il corridoio in lontananza. “Cos’era?” chiese Deborah. “Non lo so…Andiamo…a vedere?” disse rivolto alle ragazze; le due si guardarono in faccia e, non convinte, annuirono lo stesso. Arrivarono  in fondo al corridoio dove vi era una porta chiusa a chiave.

Terzo pano. Marco, Sara e Sharon trovarono solo classi distrutte peggio delle precedenti ed altre vuote. “Questo si che è un bel posto! Ideale per gli alunni.” Disse ironicamente Marco. “Uh? Di là c’è un bagno!” disse allegramente Sharon. “Come fai ad essere così felice in un posto del genere?” le domandò retoricamente Sara tremando. Andarono a controllare nel bagno ed era l’unica stanza messa meglio delle altre di quel piano.
“Qui le porte sono andate, tranne lì.” Indicò Sara una porta nel bagno. “Non si apre.” Osservò Marco.
Toc toc!
Marcò sobbalzò quando sentì bussarvi all’interno. “Ma che ca**o?!” era nel panico Sara.
DOOM!
All’interno qualcuno diede un calcio. Poi un altro ed un altro ancora! Fino a che la porta non si ruppe. I tre, stretti tra di loro, si avvicinarono lentamente e dentro, sul wc, era seduto un bambino col capo chino, i vestiti rotti e sporchi; affianco ad egli c’era una vecchia mazza da baseball ricurva -sembrava di metallo- che ricordava quella del dipinto che trovarono nell’aula di arte. Sembrava un cadavere. I volti dei tre ragazzi si avvicinarono di più per osservarlo. Il bambino di scatto alzò il capo ed impugnò l’oggetto al suo fianco. I tre urlarono e corsero più velocemente possibile. Il bambino incominciò a rincorrerli urlando da una perversa gioia.
“HAHAHAHAHA! NUOVI AMICI! HAHAHA! GIOCHIAMO AD ACCHIAPPARELLO? HAHAHAHAHA!”
Erano arrivati così di fretta alle scale. Esse erano pericolanti e rotte qua e là. Sfortunatamente Sara inciampò su uno scalino che si ruppe quando lei appoggiò appena il piede facendola sbattere fortemente la testa sulle scale. Non c’era tempo per fermarsi, quegli strani rumori metallici si avvicinavano sempre di più, così Marco prese in braccio Sara continuò a correre disperato. Sharon si bloccò di scatto. “COSA FAI, SHARON?!” gridò nel panico Marco. La ragazza si girò velocemente verso il bambino ed ebbe uno sguardo cupo, ma serio, quasi determinato e freddo e il colore dei suo occhi rossi –che lei diceva che erano lentine- divennero strani: da un rosso passarono ad un rosso scuro cupo ed intenso. Forse era solo impressione, in fin dei conti c’era più oscurità che luce. Il bambino si avvicinò definitivamente. “SHAROOON!” urlò Marco.
La ragazza prese velocemente aria e urlò con tutto il fiato nelle vene. Fece un acuto spaventoso in faccia al bambino. Un acuto irreale. Il bambino gridò dolente e si accasciò a terra stringendosi tutto il capo. “Andiamo!” disse Sharon a Marco.

“Ecco qui la stanza dove mi hanno trovata i vostri amici. Entrate e abbassatevi il più possibile, spostate quello scatolone e troverete un’entrata nel muro.” Così, Valeria mostrò ad Anna e Andrea che fare. “Grazie.” le disse sorridendo Anna a sua sorella. “Scusami, Anna…scusami.” Cominciarono ad uscire delle lacrime agli occhi di Valeria.
“Cosa?”
“Scusami!”
Valeria spinse Anna all’interno della stanza chiudendola a chiave.

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AVVISO: Io (autrice della storia) sarò assente dal 19 Luglio al 2 Agosto, quindi le storie verranno pubblicate dal 3.
  
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