Meet me where the weeds grow tall.
 

Ti chiama, e rispondi. Ti bastano la giacca e le scarpe, eri pronta da tempo. Esci di casa stringendo le chiavi tra le dita, forse troppo forte. Hai già il fiatone, è una corsa che ti sfianca, ma non vuoi farla aspettare. Neanche tu vuoi aspettare.
Svolti angoli, attraversi stradine deserte, incontri sul tuo percorso il cancello di quella casa ormai abitata solo da rampicanti. Passi una mano sul catenaccio ricoperto di polvere, spezzato da qualche teppista tempo fa. O forse proprio da lei. Lo lasci dove lo trovi, e ti fai strada oltre il cancello arrugginito, lo stridere delle sue giunture annuncia il tuo arrivo.
Entri, e l’erba alta ti circonda. Ti solletica i fianchi, si apre davanti a te e si richiude dopo il tuo passaggio. Temi per le caviglie scoperte, perse chissà dove in quel labirinto verde, ma continui, avanzi. Lei ti aspetta.
 
‘Ho un segreto da rivelarti’. Quelle sole parole ti hanno portata fino a lì, davanti a lei, davanti al suo volto affilato e ai suoi occhi color del sole. Ti aspetta seduta su un muretto pericolante. Ti fermi davanti a lei.
 
« Hai fatto presto. ». Nel suo tono di voce scorgi una nota di divertimento. Le piace, stuzzicarti a quel modo. I respiri spezzati che scuotono il tuo corpo ti impediscono di sorridere per risposta. Riesce a calmarti, con il suo palmo sul tuo petto. Riesci a mostrarglielo, dopotutto, quel sorriso.
« Pronta? », chiede. Non ha davvero bisogno di una tua risposta, ma tu annuisci comunque. Sposta una ciocca dei morbidi capelli biondi dietro l’orecchio: si sta preparando. La sua mano scende fino alla tua. La stringe, con il pollice ne accarezza dolcemente il dorso.
Ti lancia uno sguardo luminoso, nasconde il rossore delle sue guance dietro al trucco, tu non riesci a notarlo.
Si alza in piedi, raggiunge la tua altezza solo grazie ai tacchi. Per questa volta non la prendi in giro.
 
Ti bacia.
 
Non ti lascia il tempo di reagire appropriatamente. Allontana le labbra dalle tue, lasciandovi un assaggio del suo rossetto. Non eri pronta, no. La prossima volta, forse.
Ti guarda, sorride. Unisce il pollice e l’indice, butta la chiave invisibile che sigilla le sue labbra.
« Mi raccomando. ». Noti una malinconia nel suo sguardo che contagia il tuo, mentre annuisci. Mesta, sconsolata. Non c’è tempo per gioire. Una sola carezza prima di vederla allontanarsi, pesante e troppo breve, che porta con sé una realtà ben diversa, ben più dolorosa. Nessuna prossima volta.
 
Non ti giri. Il calore del suo tocco sulla guancia, sulle labbra, viene cancellato dalle lacrime che i tuoi occhi non riescono più a frenare. Pesti con forza, con disperazione, con crudeltà i bellissimi fiori intorno a te.
Li strappi, e sono nelle tue mani.
 
Li uccidi, ed è impossibile, per loro, almeno per loro, fuggire. 




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Non so a che punto della 'stesura' io abbia pensato "meh, questa voglio dedicarla a Yayoi e Shion", fatto sta che fino all'ultimo non ho voluto fare nomi. Ho inserito l'avvertimento AU perché col senno di poi le ho immaginate come adolescenti, in un mondo diverso dal canon, o addirittura Yayoi appena maggiorenne e Shion trentenne (che poi la differenza d'età è questa più o meno) e sposata (questa non ve la so spiegare, davvero, il mio cervello voleva aggiungere più angst immagino). Insomma, è ad interpretazione. Ho dovuto aggiungere i personaggi per scrupolo.
Direi... fatene quello che volete. Spero vi piaccia. E il grazie solito e sentito a Elikin <3