Dedicato a tutti coloro che sono nati sotto
il segno della Vergine in un giorno di tarda estate
Quel libro si stava rivelando davvero molto interessante: ultimamente Tomoyo stava approfondendo la lettura di parecchie autrici americane del secolo scorso, ma quel libro l’aveva presa particolarmente. Forse perché la protagonista somigliava così tanto alla sua amica Sakura.
Era una sua vecchia tradizione sedersi a leggere sotto l’acero più grande del giardino di casa il giorno del suo compleanno. Una “tradizione” nata tanti anni prima, quando aveva appena imparato a leggere. Le grandi fronde dell’acero erano ancora estremamente rigogliose e accoglienti, anche se qua e là si cominciavano ad intravedere parecchie picchiettature gialle. Chissà, magari quell’anno avrebbe potuto realizzarne anche un acquerello…
- Signorina! – la chiamò la voce della cameriera, venuta ad avvisarla dell’arrivo di Sakura.
Tomoyo lanciò un ultimo sguardo alle grandi foglie dell’albero, chiudendo “Pollyanna”, e si alzò rassettandosi l’abito.
Il sole era ancora parecchio luminoso, ma si stava ormai preparando a tramontare. Era ora di andare.
Era stata un’idea di sua madre andare a festeggiare nel ristorante più lussuoso della città con una cena a base di sushi, il piatto preferito della ragazza. Naturalmente Tomoyo aveva accettato con piacere, ottenendo di invitare anche l’amica del cuore, che alla madre faceva sempre piacere vedere.
Aveva legato i lunghi capelli neri in una grossa treccia che aveva poi raccolto sul capo, con un effetto piuttosto raffinato. Per andare a mangiare il sushi in quel ristorante, poi, il kimono era d’obbligo, e quello di Tomoyo era color zaffiro, con dei grandi aironi d’argento che si libravano in volo sulla stoffa pregiata.
- Tomoyo! Buon compleanno! – esclamò d’un fiato Sakura, abbracciandola.
- Grazie, Sakura! Ben arrivata! – disse la giovane Daidouji, gentile come sempre.
- Questo è per te, con i miei migliori auguri! – riprese l’amica, mettendole fra le mani un pacchetto – Però vorrei che lo aprissi solo questa sera, prima di andare a dormire.
- D’accordo, farò come vuoi. Vado a metterlo in camera – rispose Tomoyo, non facendo assolutamente caso alla strana richiesta dell’amica. Se voleva che lo aprisse quando sarebbe stata sola, doveva esserci un motivo preciso.
- E tanti auguri anche da parte di quell’orso di Touya e del mio meraviglioso papà! – gridò Sakura, la cui voce raggiunse sia Tomoyo che la madre, anche se quest’ultima arricciò un po’ il naso al suono delle parole “meraviglioso papà”.
Tomoyo sorrise, contenta dell’atmosfera che a quanto pare avrebbe contraddistinto la serata.
Quella sera, dopo aver riaccompagnato Sakura, che non smetteva di ringraziarle e fare ancora tanti auguri a Tomoyo, tornarono con calma a villa Daidouji.
In camicia da notte, i morbidi capelli sciolti, Tomoyo prese fra le mani il pacchetto che le aveva dato Sakura, appoggiato precedentemente sul comodino. Alla tenue luce dell’abat-jour, che conferiva alla stanza un’atmosfera un po’ più intima, scartò piano il regalo.
Meravigliata, guardò meglio quella che sembrava una Carta di Clow. Era stata disegnata da Sakura, con l’aiuto di Kerochan, e si vedeva! Tuttavia Tomoyo era l’ultima persona al mondo che avrebbe potuto criticare le doti artistiche di Sakura, anche perché la carta era perfettamente riconoscibile.
Si trattava della Carta del Canto, quella in fondo più cara a Tomoyo, che non aveva mai dimenticato quella memorabile avventura sul tetto della scuola, di notte, alla ricerca di un fantomatico fantasma canterino.
Assieme alla carta c’era un biglietto:
Cara Tomoyo,
tu hai già tante cose, è difficile sapere
cosa regalarti. So che quello che conta è il pensiero, ma volevo regalarti
qualcosa che avrei potuto darti soltanto io, ed eccola qua, realizzata con il
prezioso contributo di Kerochan!
Se tu avessi dei poteri magici, come me e
Shaoran, questa carta sarebbe stata tua, lo sai? Anche allo spirito di questa
carta tu stai molto simpatica, ogni tanto canta ancora la tua
canzone!
Vorrei che questa carta la firmassi tu, e la
tenessi come ricordo delle nostre avventure, certo molto più simbolico di tutte
le tue fantastiche riprese!
Ancora tanti auguri,
Tomoyo!
La tua più fedele amica
Sakura
La ragazza sorrise felice. In
quel momento non le dispiaceva affatto non avere dei poteri magici, anche se
questo significava non poter tenere
Tomoyo prese una penna e, dando un ultimo sguardo al cielo sereno di quel tre di settembre, firmò la carta.
Innanzitutto ringrazio moltissimo
Steffa, che mi ha permesso di utilizzare la sua idea.
Se volete leggere l’originale, vi consiglio
di andare nell’angolo di “Naruto” a cercare “Tanjoobi Omedetoo”.
Spero sinceramente che questa prima one-shot
vi piaccia.
Arrivederci all’ 11 ottobre, con il compleanno di Naoko Yanagisawa!