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Autore: FairySweet    20/07/2014    0 recensioni
Aveva fatto una scelta, forse una scelta egoista e insensata ... già, perché per avere quel sogno sarebbe morta ma infondo, che importanza aveva? Non era per lei che lo stava facendo, non era lei che avrebbe vissuto assieme a quella tenera e dolcissima vita ... Era davvero tanto brutto desiderare che lui non restasse da solo? ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Karev, Cristina Yang, Derek Sheperd, Meredith Grey, Owen Hunt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Ti sei divertita là fuori?” sorrise voltandosi appena verso Alex “Perché siamo qui?” “Perché abbiamo fatto una scommessa e ho vinto e ora ...” la tirò leggermente in avanti chiudendo la porta della sala “ ... mi devi un esame” “Ho un tumore al cervello ma non sono scema, smettila di trattarmi da bambina” Derek scoppiò a ridere aiutandola a sedere sul lettino “Come ti senti?” “Lo so che sei arrabbiato” “Già, incazzato abbraccia meglio quello che sento ma ora, per il bene di tutti, ci passerò sopra e fingerò di essere il neurochirurgo più bravo del mondo” il cercapersone di Alex iniziò a suonare “Cavolo” “Vai, io sono al sicuro” “Corri Karev, non preoccuparti, a lei ci penso io” il giovane annuì appena correndo fuori dalla sala visite.
“Allora, come ti senti?” “Stanca” “Sei stata sveglia una notte intera” “No, sono ...” trattenne il fiato mordendosi le labbra “ ... sono stanca” “Hai la nausea?” “A volte” “E quando di preciso?” le sfiorò il viso controllando gli occhi “Al mattino” “Solo al mattino?” annuì appena senza muoversi “Come vanno i tremori?” “Vanno e vengono” “È normale” “Davvero?” mormorò sfinita raddrizzando la schiena “Sono i sintomi del tumore. Se avessimo agito subito probabilmente ora non esisterebbero ma non l’abbiamo fatto quindi ...” riprese fiato abbozzando un leggerissimo sorriso “ ... quindi dovremo conviverci per un po’” “Noi?” ribatté divertita “Non ti crescono dei mostri dentro dottore” “No ma li prenderei tutti se potesse aiutarti a sopravvivere” la porta si spalancò di colpo costringendola a sobbalzare “Che ... che ci fai qui?” ma lui non rispose, si limitò a sospirare chiudendo gli occhi.
“Owen?” “Sta bene?” l’altro annuì appena continuando a stringerle una mano “Shepard sei sicuro che ...” “Non la senti?” “Cosa?” “Non tu, lei” seguì il suo sguardo fino al viso sfinito di sua moglie “Non senti la mia mano” “Cristina?” “Ok, amico mio la sai una cosa?” sorrise piantando gli occhi nei suoi “Continuare a starle addosso così non le fa bene quindi, che ne dici di aspettare di fuori?” “Sei impazzito?” “Forse, ma sono il suo dottore, tu sei suo marito quindi fuori di qui prima che chiami la sicurezza!” lo vide tremare, indietreggiare fino al muro “Esci di qui Owen, verrò fuori tra qualche minuto” “Vai” mormorò sorridendo “Io sto bene” ancora un altro sguardo pieno di terrore e poi la porta chiusa e solo loro due.
“Riesci a chiudere le dita?” annuì leggermente chiudendo la mano ma lui sospirò “Porca puttana” “Che c’è?” domandò confusa “Non muovi le dita” “Stai scherzando? Ma se ho appena chiuso ...” si bloccò di colpo, gli occhi fissi sulla mano ancora aperta su quella dell’uomo “Non ... avevo chiuso la mano” “Ma sta tremando, i nervi rispondono ancora” “È ... è il tumore?” “Già” sospirò sfilando il cellulare “April?” “Dimmi tutto” “Prenotami una tac urgente, manda su Jackson” non aspettò nemmeno la risposta.
Chiuse il cellulare stampandosi in viso un sorriso idiota “D’accordo allora ...” le sfiorò il volto scostandole dagli occhi i capelli “ ... ora andiamo a controllare il tumore” “Di nuovo?” “Di nuovo, te ne starai sdraiata lì e dormirai o penserai a qualcosa di molto intelligente da dire a Meredith perché l’hai fatta morire di paura” “Chi?” trattenne il respiro pregando il cielo che ogni dannato muscolo del viso resistesse così, incatenato in quel dannato sorriso “La tua persona è molto arrabbiata con te” l'espressione sul viso della giovane cambiò di colpo, la vide sorridere inclinando leggermente la testa di lato perché all'improvviso tutta la confusione e la paura erano sparite “Meredith è troppo emotiva” “Già” esclamò allegro voltandosi verso l’infermiera “Preparala per la tac e tienila lontana dalla macchinetta del secondo piano” “Oh andiamo Derek! Sono una donna incinta con le voglie” “E io sono un uomo che è saltato giù dal letto nel cuore della notte per venire a cercarti” “Perfido!” lasciò tra le mani dell’infermiera la cartella e inspirando a fondo uscì dalla stanza.


“Allora?” “Owen ...” “No, sto impazzendo ok? Dirmi di stare calmo o di sedermi non funziona perché ho passato gli ultimi cinque minuti a tentare di convincere me stesso e non ha funzionato!” “Calmati ok? Va tutto bene” “Derek ...” “Senti, ti va di sedere due minuti con me? Lo so che il tuo cervello rifiuta questa ipotesi ma ho bisogno di parlarti” lo invitò a sedere affianco a sé cercando di trovare un modo per dire tutto senza farlo svenire.
“Stiamo preparando una tac per controllare eventuali nuove lesioni ma sta peggiorando” “Mi ha detto che non opera più, che qualche volta trema e ....” “Ti ha detto quello che avevi bisogno di sentire” “Cosa?” sospirò abbassando qualche secondo lo sguardo “Non riusciva a stringermi la mano, era convinta di farlo ma le sue dita restavano immobili. Ho controllato i riflessi ed eseguito un test. La mano restava immobile ma al tempo stesso tremava da sola. I nervi stanno impazzendo e i mal di testa sono sempre più frequenti ...” “Che vuol dire?” domandò confuso “Che stai ... che vuol dire!” “Che il tumore si sta mangiando lentamente ogni angolo del suo cervello cancellando uno dopo l’altro i ricordi” “No” sorrise stringendosi la testa tra le mani “No lei ... ha ancora tempo! Ha ancora tempo per ...” “Non ricordava Meredith. Le ho detto che avrebbe fatto meglio ad inventare scuse valide perché di certo, Meredith non si sarebbe bevuta quella della passeggiata per schiarirsi le idee e lei ...” si fermò qualche secondo cercando i suoi occhi “... lei mi ha guardato e mi ha chiesto chi fosse Meredith ...” “Derek ” “ ... e pochi secondi dopo, ha iniziato a parlare di lei come se niente fosse” posò una mano sulla spalla dell'amico cercando di far assomigliare quella smorfia strana ad un sorriso “La memoria inizia ad esserne intaccata, i ricordi diventeranno via via più difficili da separare. I nomi diventeranno solo lettere, così i visi e le emozioni e ...” “Tu le avevi dato del tempo! Le avevi detto che non sarebbe successo prima di ... e ora sei qui a dirmi che sta morendo!” “Sono qui a dirti che tra qualche mese non riconoscerai più niente di tua moglie in lei!” lo afferrò per le spalle bloccando quello scoppio violento di rabbia “Lo so che fa male e so che ti può sembrare crudele e sbagliato ma lei mi ha chiesto di farlo! Quando l’abbiamo scoperto mi ha chiesto di essere così diretto con te perché cullarti nelle bugie sarebbe stato doloroso e niente di più!” lo strinse più forte costringendolo a respirare “Sto aspettando i risultati della tac e lo so che fa male ma lei ... lei non ha più tempo Owen. Tra quattro mesi, cinque al massimo si lascerà andare” “Le avevi promesso un anno” “Lo so” “Le avevi promesso che avrebbe visto suo figlio senza scordarsi ogni due secondi il suo nome!” “Lo so” mormorò sfinito “Ma è giovane e il tumore si espande più in fretta di quanto pensassimo e se continuerà così, saremo costretti a far nascere il bambino in tempi brevi e ...” “No!” esclamò gelido scattando in piedi “No! Mi hai sentito Shepard? No! È troppo piccolo!” “Sopravvivrà” “No! Non può farlo, non posso farlo perché ha passato gli ultimi mesi a parlare con quel bambino e se ora lo fai nascere e lo perde lei ...” “Quel bambino?” domandò confuso “Owen è tuo figlio!” “Non l’ho chiesto io!” urlò inchiodando gli occhi ai suoi “Non ho scelto di avere quel bambino! Ho scelto lei! Ho scelto mia moglie e lei ... lei non ha nemmeno pensato che ... ha scelto da sola! Ha scelto quel bambino e sta morendo!” “Perché è tanto brutto pensare che sia cambiata? Perché non puoi semplicemente immaginare che l’abbia fatto per te?” “Perché non è così! Perché è talmente concentrata su quello stupido nome da non vedere cosa diavolo le sta accadendo!” ma erano troppo impegnati ad urlare per accorgersi di quella ragazza tremante e spaurita che li osservava dalla porta “Cavolo” sbottò Derek avvicinandosi a lei “Ehi, che ci fai qui?” ma lei non rispose, era talmente concentrata sugli occhi di suo marito da non vedere nient’altro “Chi sei?” Owen trasalì paralizzandosi di colpo contro il muro “Cosa?” gli occhi socchiusi e la testa leggermente inclinata di lato, immobile in quella posizione, così lontana da lui da fargli male “Chi sei?” Derek sospirò sfiorandole una spalla “Che ci fai qui fuori?” di colpo il suo sguardo cambiò, si colorò di serenità e un bel sorriso illuminò le labbra “Stavo cercando un po’ d’acqua fresca” “Potevi chiamare, ti avrei mandato qualcuno” “Fa lo stesso, non importa, camminare un po’ non può farmi male no?” sorrise scuotendo leggermente la testa “Ehi, per caso hai visto mio marito?” “Sta ...” si voltò qualche secondo verso Owen “ ... sta arrivando. L’ho chiamato pochi minuti fa” “Puoi dirgli che va tutto bene?” sussurrò avvicinandosi leggermente a lui “Davvero?” un bellissimo sorriso candido come la luna e le mani strette attorno al ventre “Lo so che è arrabbiato con me per questo bambino, ma si spaventa quando succede qualcosa e non voglio che si preoccupi per me perché sto bene” “Cristina” sollevò gli occhi di colpo incontrando il viso di Owen “Ehi” si avvicinò a lei cercando di sorridere “Come stai? Come ti senti?” “Ehi, ciao” si voltò leggermente verso Derek cercando in lui una sola fotutta risposta ma leggeva nei suoi occhi solo rassegnazione.
Quei cambi improvvisi di voce, i movimenti, le espressioni del viso tutto di lei stava lentamente scomparendo e non poteva fare niente per aiutarla “Sta bene amico mio, tua moglie sta bene” annuì allegra sfiorandogli il viso “Sto bene” ma quanta fatica fingere che fosse realmente così.
“Abbiamo solo qualche altro esame da fare e poi potrai riportarla a casa” “D’accordo” mormorò prendendola per mano “Andiamo?” un debole si nell’ aria e poi di nuovo il silenzio.
  
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