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Autore: Siham Sissy    20/07/2014    4 recensioni
questa è una storia,in qui una ragazza dai capelli lunghi e blu,e degli occhi rosso fuoco.Si trasferisce da sua zia dopo la morte dei suoi genitori,lei è solare,gentile,dolce,ecc un angelo in pratica,ma se davvero si arrabbia diventa un diavolo in fuoco e corna.
Per colpa di un piccolo stupido particolare si ritroverà in una scuola non adatta a lei,in un liceo maschile per dirla tutta.La cosa che più odia sono proprio i maschi,li ritiene luridi,pervertiti,e molestatori.
Ma qualcosa forse cambierà.
non vi resta che leggere per scoprirlo :D
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, La zia/La fata, Lysandro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                              LACRIME




Pov Cass



Quella scema continuava a chiedermi se stessi male e quando cercò di riavvicinare la sua mano alla mia fronte mi diede sui nervi. Le avevo detto di stare bene, allora 

che cavolo voleva?

Le presi di scatto il polso per non farla muovere, ero ormai troppo arrabbiato per capirci qualcosa, così, senza pensarci, le urlai in faccia le seguenti parole:

Io - HO DETTO CHE STO BENE, CHE CAZZO VUOI DA ME? - nel sentirmi esprimere in quel modo parve sorpresa, turbata, quasi delusa. 

Andrea - CHE CAZZO VOGLIO? ERO SOLO PREOCCUPATA! - affermò urlando a sua volta. Ciò mi sorprese: lei era preoccupata per me?
Dopo se ne andò di corsa in camera e io mi sentii dannatamente in colpa.

Lys - Cass, hai esagerato! - mi riprese il mio amico.
Io - Non ... - non finii la mia frase perché iniziò tutto a girarmi intorno, mi si era fatta la testa pesante, non riuscivo a respirare bene, mi sentivo il corpo scottare nonostante ci fosse la neve. Sentii Rosa chiamare Andrea, quello fu l'ultimo suono che udii prima di cadere in un buio abisso.




Pov Andrea



Davanti ai miei occhi c'era un Cass disteso al suolo, con un Lys che lo chiamava preoccupato.

Mi avvicinai di corsa, mi inginocchiai per terra, per poi posare di nuovo la mia mano sulla sua fronte.

Io - Scotta più di quanto pensassi, cercate di metterlo sul divano! Chiamo subito il dottore di famiglia. - ordinai a Rosa e Lys. Ero preoccupata, preoccupatissima di quello che sarebbe potuto succedere al mio Cass.

Aspettate! Mio? Da quando lui era mio? "Waa Andrea lascia perdere certi discorsi e chiama subito il dottore!" pensai.
Wow avevo cominciato a parlare pure con il mio cervello, stavo realmente impazzendo!

Avevo le mani che mi tremavano dalla paura, non volevo per nessun motivo perdere Cass!

Mi affrettai a comporre il numero del dottore, lo chiamai e disse che entro pochi minuti sarebbe stato lì.
Ne passarono dieci, che mi sembrarono un'eternità e poi arrivò il medico.

Dot - Che succede cara? - domandò sulla soglia della porta. Non parlai, gli feci segno di seguirmi immediatamente. Arrivammo al divano sul quale avevamo adagiato Cass.
Era diventato rosso, scottava, faceva visibilmente fatica a respirare e io ero troppo preoccupata.

Il dottore non mi chiese più nulla, fece entrare due infermieri che portarono Cass in camera sua e si diresse lì chiudendosi la porta dietro. Vietandoci di assistere.

Noi tre eravamo davanti alla camera, ad aspettare che il medico uscisse.

Rosa e Lys erano in piedi contro il muro, mentre io facevo avanti e indietro.
Lys mi afferrò improvvisamente il polso, facendomi fermare.

Lys - Stai calma, andrà tutto bene. - mi disse dolcemente. Per quanto il tono della sua voce fosse rassicurante, non mi potevo fidare.
Quante volte avevo sentito quella frase.

Io - Andrà tutto bene? - domandai scettica. - E' la stessa cosa che dissero i dottori, eppure adesso loro riposano su in cielo. - dissi, ritirando la mia mano e tornando ad andare avanti e indietro. Lys restò a guardarmi, sorpreso dalla mia reazione.

Lys - Che intendi? - domandò, non capendoci una virgola.

Io - I miei genitori poco prima che io mi trasferissi qui, all'inizio della scuola, hanno avuto un incidente. Non facevano altro che dirmi che sarebbe andato tutto bene, ma sai dove sono adesso? In cielo a riposare in pace! - sbraitai contro Lys.

Lys - Mi dispiace, deve essere stato difficile. - affermò prendendomi per le spalle e facendomi di nuovo fermare.

Io - L'ho superato, io li ho sempre amati, ma mi è andata bene com'è finita. Non ho pianto per la loro morte, ho continuato ad essere la solita Andrea vivace di sempre. Ma Lys... Perché adesso che è Cass ad essere malato con una febbre che potrebbe essere mortale, mi viene da piangere? Perché dovrei piangere per lui? E' solo uno sbruffone, eppure sento che è così importante, che io non voglio perderlo! - dissi tutto d'un fiato. Era vero tutto: avevo voglia di piangere, stavo solo trattenendo le lacrime.

Lys mi tirò a sé e mi abbracciò. Poi avvicinò la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò:

Lys - Cerca la risposta nel tuo cuore. - dopo quelle parole sentii la porta aprirsi e mi staccai immediatamente.
Non avevo capito cosa intendesse, ma chi se ne fregava in quel momento... L'importante era solo Cass!

Io - Dottore, allora come sta? - chiesi assalendolo. Lui mi sorrise.

Dot - Era una febbre davvero alta, se non aveste chiamato me sarebbe anche potuto morire. 
Ma adesso sta bene, deve solo riposare. Gli ho già dato tutte le medicine essenziali.
Bisogna semplicemente che rimanga con lui qualcuno per questa notte, così da badargli. - disse tranquillo il dottore. A quelle parole mi sentii più serena e abbracciai il dottore.

Io - La ringrazio davvero di cuore, non saprei cosa avrei fatto senza di lei - esclamai felice e il dottore rispose al mio abbraccio.

Dot - Tranquilla Andrea, andrà tutto bene, fate solo più attenzione. - e, infine, il nostro caro, vecchio dottore se ne andò.

Eravamo tutti in salotto a sparecchiare il tavolo.

Io - Ragazzi siete ospiti, andate pure a riposare. Ci penserò io a pulire tutto e baderò a Cass, tranquilli. - dissi sorridendo dolcemente.

Rosa - No Andrea, tu vai pure da Cass, puliremo tutto noi. - rispose sorridendomi.

Io - Ma ... -

Lys - Niente ma, prendi questa bacinella e lo straccio. Bada che la sua temperatura rimanga bassa. - mi diede l'essenziale e mi assicurarono che avrebbero fatto tutto loro.

Io - Vi ringrazio di cuore, ragazzi. - e, dopo quelle parole, andai in camera di Cass. Presi una sedia, la misi accanto al letto e mi sedetti su di essa.

Rimasi a fissare Cass. Dormiva tranquillo, pareva stare davvero meglio.
Aveva sul viso un'espressione serena e sorrideva. Sembrava un dolce angelo caduto dal cielo. Lo continuavo a fissare tranquilla e di tanto in tanto controllavo la sua temperatura.
Era normale, il dottore aveva fatto un vero miracolo, eppure ripensavo ancora alle parole di Lys: " cerca la risposta nel tuo cuore ". Che cosa intendeva?

Continuando a pensare al significato di quella frase, mi addormentai.




Pov Cass



Mi svegliai frastornato, che era successo?
Mi guardai intorno, per poi notare che Andrea era seduta su una sedia ed era lì, vicino al mio letto. Che ci faceva nella mia stanza?

Mi alzai sentendomi come rinato e guardai fuori dalla finestra. C'era neve, tantissima neve!
Mi girai a fissare Andrea: sembrava un dolce angioletto che dormiva e pian piano la vidi aprire i suoi teneri occhi rossi.
"Stop! Cass stai diventando matto?" riflettei. Ok, che l'amavo l'avevo capito, ma così era esagerato, mi stavo addolcendo e anche troppo.

Andrea - Cass? - domandò assonnata, poi spalancò gli occhi. Si alzò e, raggiungendomi di corsa, mi abbracciò. Quasi persi l'equilibrio per la sorpresa. Che diamine le succedeva?

Dopo una frazione di secondi sollevò il suo viso, che fino a poco prima era schiacciato contro il mio petto. Notai che c'erano delle lacrime. Lacrime? Lei non era quella che non piangeva?

Io - Andrea che hai? Perché piangi? - domandai sorpreso. Sapevo che non aveva pianto nemmeno per la morte dei suoi genitori, allora perché lo faceva adesso?

Tuffò di nuovo la sua faccia contro il mio petto, nascondendosi.

Andrea - Cass, ero talmente preoccupata! Cavoli, perché sei così testardo? Avevi una brutta febbre, se avessi continuato a negarlo saresti potuto morire stupido sbruffone! Ero dannatamente impensierita, avevo paura di perderti, avevo tantissima paura che il mio Cass mi lasciasse sola! 
Sei troppo importante, tu non puoi lasciarmi, è una cosa che ti proibisco di fare! - disse per poi alzare il viso, che era ancora pieno di lacrime.

Quelle parole mi fecero arrossire, ma diamine... Mi avevano anche riempito il cuore di gioia. Il fatto che ci tenesse a me mi rendeva davvero felice, solo sapere di essere così importante fino al punto di farla piangere mi faceva toccare il cielo con un dito.

Io - Andrea non hai mai pianto, perché lo fai adesso? - domandai, curioso di avere una risposta. Lei si staccò da me e mi puntò un dito contro.

Andrea - E' ovvio! Perché conti davvero per me! Il mio cuore non avrebbe sopportato di perderti. Per qualche motivo sei così importante da farmi piangere, non lo erano nemmeno i miei genitori. Per quanto li amassi la loro perdita non mi ha fatto uscire lacrime, ma tu adesso ci sei riuscito. E visto che io odio ciò, vedi di non fare più cazzate - disse seria, poi mi guardò dolcemente.

Andrea - Cass, perché l'unica persona che può asciugare le tue lacrime .. - non la feci finire, sapevo il prosieguo della frase.

Io: -... E' la causa di esse? - finii per lei, ma lei mi guardò con sguardo interrogativo.

Andrea - ... non ha mai un fazzoletto? - terminò così la sua frase e io rimasi a guardarla sbigottito. Ma che cavolo era quella ragazza?

Io - Che intendi? - 

Andrea - Hai un fazzoletto? - domandò lei, arrendendosi.

Io - No. - 
Andrea - Appunto! - rispose, come se tutto fosse ovvio.

Rimasi a fissarla per una frazione di tempo. C'era un'aria così romantica fino a poco prima e adesso se ne usciva con questa storia.

Quando, finalmente, capii che cosa intendeva, la guardai negli occhi.

Io - Sai, so io come rimediare. - dissi, sorridendo malizioso.

Andrea - Hai trovato il fazzoletto? Perché sai, non ce la faccio più ad avere la faccia piena di ... - non la lasciai finire, mi avvicinai al suo volto e iniziai piano piano a leccarle il viso. Lei rimase paralizzata da quello che facevo.

Le leccai tutte le guance facendo sparire la traccia di quelle lacrime. Poi chiusi le labbra ed cominciai a baciarle tutta la faccia per far sparire la scia della mia saliva.

C'era una lacrima proprio sul bordo delle sue labbra, la leccai piano, poi ci appoggiai la mia bocca, sfiorai la sua. Lei fremeva ad ogni piccolo tocco e il battito del mio cuore aumentava sempre di più. Se non fossi morto per febbre, sarei morto per infarto.
Poggiai per molto tempo le mie labbra sul bordo delle sue, quelle labbra che avrei tanto desiderato baciare. Non potevo, ma potevo accontentarmi di sfiorarle, per adesso. Ripeto, solo per adesso!

Dopo poco mi rimisi dritto, staccandomi da lei, che era ancora lì in piedi con gli occhi spalancati.

Io - Abbastanza o ne vuoi ancora? - domandai con voce sensuale e lei sembrò riprendersi solo in quel momento.

Andrea - Tu comprendi che cazzo hai fatto? Se solo avessi provato ad avvicinarti ancora un po' alle mie labbra ti avrei fatto del tutto fuori! - disse infuriata.

Io - Non sarai come quello lì... Non è che non hai ancora baciato nessuno e che sei vergine? - domandai, riferendomi all'altro Andrea.

Andrea - Quello chi? - domandò lei sorpresa.

Io - Nessuno... Uno scemo che sta in classe con me, sai si chiama come te e... Ehi, rispondi alla mia domanda! - stava cercando di cambiare argomento, che scemo.

Andrea - Sì, è come hai detto, qualche problema? - chiese lei tranquilla. Io mi chinai di nuovo verso di lei, le diedi un bacio sulla guancia e lei arrossì, poi andai vicino al suo orecchio.

Io - Nessun problema, a parte rubarti il cuore, ti farò vedere cosa sia un bacio. Cara mia io avrò quel tuo primo bacio, io avrò la tua prima volta e anche l'ultima, sarò l'unico nella tua vita - dissi sensuale. La cosa mi eccitava, sarebbe stato più divertente farla innamorare di me.

Lei mi spinse facendomi allontanare.

Andrea - Diventerò tua cugina! Non pensare a nulla di perverso, poi è impossibile che io possa innamorarmi di qualcuno come te. - mi sbraitò contro.

Io - Cara cuginetta, se fosse stato così perché quando ti stavo " asciugando " le tue rare lacrime non hai fatto niente? Perché poi ti sei messa a piangere per me? Lo sai bene e me lo hai anche detto che io sono molto importante. Chissà, forse hai già iniziato ad amarmi senza accorgertene. Poi con quelle guance rosse e quello sguardo dolce non sei molto convincente cuginetta cara. - dissi sorridendo compiaciuto, lei andò su tutte le furie.

Andrea - Ecco, fai un po' la buona e questo si monta la testa... Senti, dolce e caro Cass... Vedi di smetterla, io non mi metterei mai con mio cugino, non amerei mai un pittato di rosso e di sicuro non mi concederei ad un pervertito come te! 
Quindi vedi di starmi lontano e smettila di dire stupidaggini! . Detto questo uscì dalla stanza, infuriata.
Che bel caratterino che aveva la mia dolce cuginetta! Ma se io dicevo una cosa la facevo, quindi lei, volente o nolente, sarebbe diventata MIA e unicamente MIA.




Pov Andrea



Cavolo! Quello fumava di sicuro qualcosa... Era vero, sì, ero preoccupata, avevo detto che ci tenevo a lui, mi ero messa a piangere da brava scema e cavolo non so perché, quando aveva iniziato ad asciugarmi le lacrime a modo suo la cosa mi aveva fatto piacere e nel momento in cui era rimasto appoggiato al bordo delle mie labbra con le sue, calde e morbide, mi era quasi venuto l'istinto di muovermi e baciarlo.

Ero impazzita di sicuro e il fatto che mi volesse fare sua mi sembrava così assurdo. Perché? Che cosa voleva da me? Perché improvvisamente era diventato così strano?

Uscii di fretta da quella dannata stanza, di sicuro con una faccia sconvolta.

Mi ritrovai davanti Rosa che sorrideva tutta pimpante.

Io - Che hai da essere così felice Rosa? - domandai io, curiosa.

Rosa - Che dolci che siete! Su, visto che c'era poteva dartelo direttamente un bacio - disse lei felice, io la guardai sbalordita.

Io - Stavi spiando? - chiesi con tono severo.

Rosa - Sbirciavo, se non lo avessi fatto tu non mi avresti raccontato nulla. Be', strano modo di asciugare le lacrime, secondo me non ce la faceva più a contenersi, quindi ha voluto consumare il suo dolce pasto! - continuò lei a parlare, non accorgendosi che la stavo fulminando con lo sguardo e che era apparsa una strana aura oscura intorno a me.

Io - Rosa cara, sai chi diventa il pasto adesso? O tu te ne stai zitta e non racconti niente a nessuno facendo finta di non avere mai visto nulla, o io ti mangio viva! - sbraitai urlando. Certe volte mi dava sui nervi!

Rosa - Uff, starò zitta! - disse lei sbuffando e io a quel punto la guardai dolcemente.

Io - Oggi andiamo a comprare i regali? - domandai innocentemente.

Rosa - Sei il diavolo in persona, altro che gentile! Hahah... Sì, vai pure a cambiarti, facciamo colazione e poi usciamo. - disse lei, sorridendomi a sua volta.

Andai in camera e feci una doccia veloce.
Mi misi dei leggins neri, una maglia di lana blu che arrivava sotto al sedere, degli stivali neri lunghi fino alle ginocchia e presi il mio adorato cappotto anch'esso blu lungo fino a metà coscia.

Scesi di sotto per mangiare e trovai delle crepes sul tavolo.

Io - Chi ha preparato la colazione? - domandai con l'acquolina in bocca *_*

Rosa - Visto che ieri ti sei presa cura di Cass per tutta la notte, ho pensato di ricompensarti con questo delizioso dolce. - disse sorridendomi. Io la raggiunsi e le saltai addosso.

Io - Io ti amo Rosa, davvero ti amo con tutto il cuore! - dissi con tono dolce e dopo mi fiondai subito sul mio piatto.

Mangiammo tutti una porzione per ciascuno.

Io - Rosa me ne dai un altro po'? - domandai speranzosa.

Rosa - Ne è rimasta solo una, pensavo di darla a Cass. - rispose lei, andando a prendere l'ultimo piatto.

Io - E' giusto che tu glielo dia, è lui il malato e si deve nutrire per bene. - ribattei decisa, ma un po' delusa.
Cass prese il piatto e tagliò tutto a metà.

Cass - Tieni pivella, te ne dò la metà. - disse, sorridendomi. I miei occhi si accesero per la felicità.

Io - Cass, sai che ti amo? - esclamai, senza accorgermene.

Cass - Certo. - rispose tranquillo. Intanto Rosa e Lys si erano strozzati con la loro stessa saliva.

Io - Che c'è, ragazzi? - domandai, poi, guardandoli, revisionai ciò che avevo detto poco prima.
Saltai in piedi, incrociando le braccia al petto.

Io - No, Cass, non è come pensi! Intendevo nel senso di amico, cugino. Insomma, non nel modo che pensi tu! - iniziai a farfugliare nervosa. Che cavolo avevo in mente quando l'avevo detto? Che scema che ero stata -.-

Cass - Lo so - fece lui, tranquillo, continuando a mangiare.

Io - Ah, va bene. - dissi, strabuzzando gli occhi, poi tornai a tavola a mangiare zitta zitta, cercando di non dire altre cavolate.

Rosa e Lys ci guardavano ancora sorpresi, mentre noi mangiavamo tranquilli. Quando finimmo sparecchiai con l'aiuto di Rosa, presi il mio capotto e alla fine uscimmo di 

casa con l'obbiettivo di comprare regali.

Avevamo tutti parlato con Cass cercando di persuaderlo dal fatto di venire con noi, dicendoli che era malato, e che sarebbe peggiorato. Ma lui da bravo testardo aveva insistito ad andare, dicendo che si era completamente ripreso.
Alla fine venne con noi, anche se io continuavo comunque a non approvare la sua testardaggine del cavolo!

Andammo in giro per negozi, poi mentre camminavamo per le strade mi impalai a guardare una meravigliosa collana.
Mi attaccai alla vetrina.

Io - Rosa, guarda quant'è meravigliosa questa collana. - dissi indicando una piccola catenina d'argento, impreziosita con un ciondolo a forma di conchiglia blu. 

Cass - E' brutta, non ha nulla di speciale. - mugugnò Cass, che per tutto il tragitto non aveva fatto altro che sbuffare annoiato.
Che cavolo era venuto a fare?
Io - Come ti permetti, brutto sbruffone? Per me questa collana ricorda qualcosa di speciale! Vorrei tanto che scomparissi da questo mondo! - gli urlai contro, attirando l'attenzione di molte persone. 
Lui sorrise soddisfatto e si chinò di poco, avvicinando il suo viso al mio.

Cass - Eppure pochi minuti fa piangevi abbracciandomi, dicendo che tenevi moltissimo a me e che avevi paura di perdermi. - disse, con voce sensuale e un sorriso malizioso stampato in faccia. Io a quelle parole spalancai gli occhi e diventai più rossa dei suoi capelli.

Sentii certa gente mormorare che eravamo una bellissima coppia, li avrei voluti ammazzare.
Mi allontanai da lui.

Io - Me lo rinfaccerai per tutta la vita? Bene, ti spiego perché quella collana mi piace. Tempo fa io e mia madre passeggiavamo in spiaggia e trovammo una piccola conchiglia blu. Mi ricordo che mia madre mi fece una piccola collana con quella meravigliosa conchiglia. Eppure la persi e non la ritrovai . E come sai di conchiglie blu non ne trovi ogni giorno. 
Per questo mi piace, perché ha una conchiglia blu, so che è finta ma mi riporta dei bellissimi ricordi. - conclusi sorridendo, solo guardarla mi faceva ripensare alla mia dolcissima mamma.

Vidi Cass spalancare gli occhi e poi cominciare a camminare.

Cass - Lascia perdere, a me non piace. Su, muoviamoci che faremo tardi per cena. - disse quelle parole con freddezza e poi avanzò.
Io rimasi impietrita dal suo comportamento. Ditemi voi, come cazzo ho fatto a piangere per uno scemo come lui?

Iniziai a camminare dietro di lui senza parlare, ero arrabbiata e di brutto.

Alla fine acquistammo tutti i regali e ce ne tornammo a casa.

Presi per Rosa una trousse di trucchi di alta qualità e a Lys comprai comprai dei vestiti " normali ". Sì, lui vestiva sempre in quel suo modo strano, allora avevo 

deciso di prendergli dei semplici jeans e una maglia con delle ali da angelo stampate sopra.

Mentre per Cass, anche se lo odiavo avevo, preso una palla di neve. Era una sfera con dentro una piccola casetta, un ragazzo dai capelli rossi era in piedi su della 

soffice neve bianca e vicino a lui c'era un'adorabile cagnolino marrone. Non so perché ma quei capelli rossi e quel cane mi fecero immediatamente pensare a lui. Non sapevo se avesse realmente un cane, ma i capelli rossi c'erano.

Arrivammo tutti a casa sfiniti ed io ero proprio a pezzi. Ma chi me l'aveva fatto fare di andare in giro con quelli lì?
Be' mi ero divertita, ma Rosa mi aveva sbattuta da un camerino all'altro, Cass non faceva che lamentarsi e Lys non faceva che stare muto. Io non ce la facevo più, ero totalmente priva di energie.

Aprii la porta di casa ed entrammo tutti. Io andai direttamente in camera a farmi una rilassante doccia calda. Uscii solo dopo 30 minuti, mi vestii e poi scesi di sotto.

Trovai tutti intenti a guardare un film, o, per lo meno, era ciò che dovevano fare.
Infatti la tv era accesa, ma Rosa si guardava le unghie, Cass sbuffava di continuo, e Lys... Be', Lys era perso nei suoi pensieri.

Io - Che mangiamo per cena? - domandai e tutti si girarono verso di me.

Cass - Ordina qualcosa. - sbuffò freddo. Ma che cazzo aveva ancora quel babbeo?

Io - Ma certo piccolo Cass, ordinerò giapponese, tre porzioni! - affermai andando a prendere il telefono.

Cass - Bene, vedo che ti fai più astuta! Tre porzioni così dovrai condividere la tua con me, in modo di potermi stare vicino. - disse, facendomi l'occhiolino.

Io - Se credi che assaggerai anche solo un boccone stai sognando. - e con questo chiamai il ristorante prenotando, come avevo detto, tre porzioni.
Cass sbuffò e tornò a guardare il film.

Dopo pochi minuti arrivò la nostra cena e iniziammo a mangiare. Cass si sedette vicino a me, iniziando a fissarmi mentre mangiavo.

Io - Che vuoi? - domandai arrabbiata.

Cass - Imbocca il tuo piccolo cucciolo. - disse, con occhi da tenera bestiolina. All'inizio volevo rifiutare, ma poi mi venne un' idea magnifica!

Io - Certo, come potrei lasciarti morire di fame? - affermai sorridendo. Lui sorrise soddisfatto e Rosa rimase a fissarmi.

Presi un pezzo di carne e lo misi in un piatto pieno di una salsa, lo imbrattai per bene e poi con le bacchette avvicinai quella delizia alla bocca di Cass.

Io - Apri la bocca, piccolino. - dissi dolcemente. Lui senza esitare l'aprì e io vi infilai il boccone.
Iniziò a masticare, per poi mandare tutto giù. Dopo pochi secondi, si alzò buttando a terra la sedia.

Cass - Piccante, piccante, piccante, piccante! - iniziò ad urlare con la lingua di fuori. Corse subito al frigo prendendo una bottiglia d'acqua e la bevve fino a svuotarla. Inutile dire che di fronte a tale scena scoppiammo tutti a ridere.

Io - Oh, il Grande Cass abbattuto da una salsa piccante! Sai questa è la salsa più piccante che esista in Giappone e una sola goccia ti manda a fuoco la bocca, figuriamoci poi tutta quella che hai ingerito tu. - iniziai a dire innocentemente, con gli occhietti da cucciola. - Che ti sia di lezione - pronunciai l'ultima frase con tono freddo e distaccato.

E dopo ciò me ne tornai tranquillamente a mangiare, mentre Lys e Rosa continuavano a ridere e il povero Cass era ancora lì a bere, nel vano tentativo di alleviare il bruciore.

Al termine della cena, pulii con l'aiuto di Rosa, mentre Lys stanco era andato a dormire e Cass era salito in camera sua da un pezzo.

Quando io e Rosa finimmo, sentimmo dei tuoni ed iniziarono a cadere molte gocce fredde dal cielo. Chissà... il pianto di qualche nuvola?
In quel preciso momento Cass scese le scale, vestito ed armato di ombrello.

Rosa - Dove vai, Cass? - domandò curiosa Rosa.

Cass - Niente che vi riguardi, Andrea dammi le chiavi di casa, potrei ritardare e voi potreste già essere a letto. - disse serio.

Io - Non mi dispiacerebbe se restassi chiuso fuori. - 

Cass - Sai potrei prendermi la febbre e morire. - replicò. Io solo al pensiero mi preoccupai e gli diedi immediatamente le chiavi.

Cass - Hahha... Mi sa che ti rinfaccerò la cosa ancora per molto - e dopo quelle sue parole odiose, se ne andò. Che cavolo... Ti preoccupavi per lui e quello ti prendeva in giro all'infinito! "Va a quel paese, Cass -.-", lo maledii.

Augurai a Rosa la buonanotte e salii a dormire, ero davvero stanca. Chissà dove era andato Cass.




Pov Cass



Quel pomeriggio fu uno strazio totale. " Ma perché avevo insistito ad anare? " 
Andare in giro per vetrine era così noioso, per di più con quelle due che non facevano altro che volare da un negozio all'altro era impossibile non incazzarsi.

Quando finalmente ce ne tornammo a casa mi rilassai, ma non c'era nulla da fare nemmeno lì e Rosa e Lys mi costrinsero a guarda un film noiosissimo con loro. Io mi sedetti sul divano, ma nessuno guardava la tv.
Ognuno si faceva i cazzi suoi e io iniziai a lamentarmi.
Non avevo nemmeno capito perché ero uscito con loro quel pomeriggio, infatti non avevo comprato nulla. Non vi aspettavate mica che io, Cass, facessi regali a qualcuno?
Se lo avete fatto mi spiace deludervi, vi eravate solo rincoglioniti!

Dopo poco arrivò Andrea, che chiese cosa volessimo per cena.
Ordinò giapponese, lasciando me senza -.-

Quando loro iniziarono a mangiare, io mi sedetti vicino ad Andrea, iniziando a fissarla.

Andrea - Che vuoi? - domandò lei. arrabbiata.

Io - Imbocca il tuo piccolo cucciolo. - le dissi con occhi, appunto, da cucciolo. Lei sembrò pensarci e poi disse:

Andrea - Certo, come potrei lasciarti morire di fame? - con voce mielosa. La cosa non mi convinceva affatto!

Avvicinò le bacchette alla mia bocca.

Andrea - Apri la bocca, piccolino - mi ordinò. Io aprii la bocca ed ingerii quella carne imbrattata di non so quale salsa. Fu un grandissimo errore.
Infatti, dopo pochissimi secondi, mi alzai bruscamente buttando giù la sedia e correndo verso il frigo. Presi subito una bottiglia d'acqua e la bevvi tutta.
Gli altri si misero a ridere.

Andrea - Oh, il Grande Cass abbattuto da una salsa piccante. Sai questa è la salsa più piccante che esista in Giappone e una sola goccia ti manda a fuoco la bocca, figuriamoci poi tutta quella che hai ingerito tu. - disse innocentemente, con voce dolce - Che ti sia di lezione. - aggiunse sprezzante.
Io la maledii mentalmente e bevvi ancora un po', poi salii in camera mia.

Mi stesi sul letto per riposare.
Quella era seriamente pazza, ma come avevo fatto a innamorarmi di una come lei?

Rimasi lì a pensare, poi mi tornò in mente Andrea mentre guardava quella collana adorante. Non aveva nulla di speciale vero, ma lei con quella sua piccola storia lo aveva reso il gioiello più prezioso al mondo. Continuai a pensare e no, non ce la facevo a stare lì impalato. 
Mi vestii immediatamente e presi l'ombrello, visto che fuori aveva iniziato a piovere.

Scesi di sotto e incontrai Rosa e Andrea.

Rosa - Dove vai, Cass? - mi domandò Rosa.

Io - Niente che vi riguardi. Andrea dammi le chiavi di casa, potrei ritardare e voi potreste già essere a letto. - le ordinai.

Andrea - Non mi dispiacerebbe se restassi chiuso fuori. - affermò lei convinta.

Io - Sai potrei prendermi la febbre e morire - a quelle parole mi porse subito le chiavi.

Io - Hahaha... Mi sa che ti rinfaccerò la cosa ancora per molto - poi uscii di casa.

 
  
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