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Autore: saccuz    21/07/2014    0 recensioni
al mio fianco ho una ragazza che sì, lo ammetto, amo, ho degli amici qui, alcuni che partono, altri che torneranno; e un’intera vita davanti.
Questa, dopotutto, è davvero la fine?
Finale alternativo dell'intera serie
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tanner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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THE END?
 
 
Bashka, era da un po’ che non mettevamo più piede in città; più o meno da quando Erin ha liberato quella mostruosa piantina nelle serre della città; da allora non siamo più i benvenuti qui... Intendiamoci, non è che non ci lascino più entrare (avendo praticamente salvato noi Kylion, avrebbero un bel coraggio a farlo) però diciamo che ci guardano un po’ storto per strada. Ma valeva la pena di venire qui oggi, forse abbiamo trovato il nostro superconduttore! Da quando l’advance è stata catturata grazie al doppio gioco del povero Raiden sempre più tecnologia marziana sta circolando su Kylion. Un paio di giorni fa Zog ci ha portato un messaggio di un tale che diceva di avere qualcosa di simile a ciò che stiamo cercando ormai da un anno… spero che sia finalmente la volta buona.
Questo Kylioniano si chiama Thvarik, ha una bancarella sulla via centrale, Mita ha passato tutto il pomeriggio con quel tipo, finché non è uscita tenendo fra le mani un cubo di almeno 50 chili… Non dico fosse raggiante, anche perché dubito che lo sarà mai più, non dopo quel tremendo giorno… Ma aveva di sicuro la faccia soddisfatta. << Finalmente! Ragazzi, ecco a voi quello che cerchiamo da quando siamo arrivati qui: ecco a voi un superconduttore CX-159, quello che avete davanti probabilmente forniva energia a mezza Advance, con questo non solo dovrei far volare decentemente Colony 6, ma potremmo riuscire a tornare su Marte in soli 2 anni! >>
 
**
 
Da quant’è che Mita ha finito? Una settimana? Due? Non lo so… in questi giorni il tempo è volato, da quando Mita ci ha avvertiti che la nave è pronta a partire, non siamo più usciti di casa, quasi non parliamo più, siamo ognuno chiuso nei suoi pensieri, nessuno vuole ammetterlo, ma adesso che abbiamo sul serio la possibilità di lasciare Kylion, nessuno di noi vuole lasciarlo sul serio… Dopotutto è qui che abbiamo aperto gli occhi per la prima volta, è qui che per la prima volta abbiamo tremato, gioito, pianto, amato, è per questo posto che abbiamo combattuto i nostri simili, è per questa gente che è morto Raiden, è qui che sono seppellite le sue ceneri… dannazione, non avremmo mai dovuto assaltare l’Advance, avremmo dovuto distruggerla da terra! Chi l’avrebbe mai immaginato che nel mezzo del combattimento, a fianco a me, nella sua Annex, sarebbe morto! Me lo ricordo neanche come se fosse ieri, me lo ricordo come se fosse appena successo, eravamo fianco a fianco, tutti e due nei nostri esoscheletri da battaglia, ci eravamo aperti un varco tra i ponti e gli angusti corridoi della nave, avevamo sfondato paratie, abbattuto muri, sparato migliaia di colpi, avevamo finalmente sfondato le ultime difese, avevamo preso la plancia, stavamo per prendere i comandi della nave, mi giro verso Raiden per battergli il cinque, apro la mano, tiro indietro il braccio meccanico dell’armatura, ho un sorriso stampato in faccia, porto avanti di scatto il braccio per far impattare la mia mano contro la sua, mancano pochi centimetri, è questione di secondi… poi l’esplosione, la fiammata, il calore, e d’improvviso di Raiden non rimane altro che un ammasso nero all’interno di un guscio di metallo accartocciato. D’istinto mi giro, dietro di me c’è Navarra, con un bazooka fumante in mano e un ghigno folle che gli deforma la faccia; senza neanche pensarci sparo, e continuo a sparare anche quando è a terra, crivellato di colpi, e avrei continuato a sparare se l’arma non avesse dovuto ricaricarsi. Solo allora mi accorgo di cosa ho fatto, ma soprattutto del perché l’ho fatto; mi giro di scatto, sperando di aver immaginato tutto, mi giro, e vedo soltanto un corpo carbonizzato dentro un guscio di metallo accartocciato.
Sbatto gli occhi, di nuovo quella scena, ormai è la mia immagine fissa, durante quella dannata guerra ho visto molti, troppi morti, ma Raiden è l’unico che ogni notte, prima di andare a dormire, mi compare davanti, tenendomi sveglio per ore. E a sentire Erin per Mita è anche peggio… Cole ormai deve darle diversi sonniferi per farla dormire, e Calliope usa i suoi poteri per calmarle la mente tutte le notti… povera Mita…
 
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Dobbiamo prendere una decisione, non abbiamo più scuse per rimandare, ormai abbiamo effettuato ogni sorta di test sulla nave, c’è poco da fare, è in perfette condizioni, adesso dobbiamo scegliere, Kylion o Marte, la casa che non abbiamo mai visto o la nostra casa di adozione, la specie o gli amici, il passato o il presente. Mita non ha dubbi, vuole partire, qui ha sofferto troppo per restare; Cole e Calliope sono indecisi, da un lato voglio tornare sul loro pianeta di origine, dall’altro qui sono cresciuti, qui sono amati; come capitano della Colony 6 il mio dovere sarebbe tornare su Marte per fare rapporto, dare le coordinate del pianeta e restare lì a disposizione, ma ormai da tempo io non sono più il capitano, e gli altri da tempo non sono più il mio equipaggio, ma la mia famiglia, una famiglia che ormai comprende anche Zog, e Zhaska… resterò; e poi c’è Erin, Erin è ormai diventata un mistero, un dolce mistero, per me. Non riesco a capire cos’abbia intenzione di fare, sarà che ormai non riesco a guardarla senza sentire una stretta allo stomaco (ora capisco cosa intendeva Cole), sarà che appena provo a studiare il modo in cui si comporta per interpretare le sue intenzioni, la mia mente si lascia andare a tutt’altri pensieri, ma lei rimane un punto interrogativo, il punto interrogativo più grande.
 
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Cole e Calliope hanno deciso, accompagneranno Mita fino a Marte, per vedere finalmente la loro casa, ma solo per poco, poi vogliono tornare indietro, ma questa volta senza il sonno criogenico, hanno detto che così avranno molto tempo per parlare…
 
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Per festeggiare la loro partenza abbiamo deciso di passare la notte sulla spiaggia, ormai sta diventando un’abitudine… Zog quando ha saputo le nostre intenzioni ha detto che eravamo abbastanza grandi per una cosa, ed è tornato dalla cucina con una strana bottiglia, che ci ha dato, raccomandando di andarci piano.
Abbiamo passato tutta la sera a parlare e a bere da quella bottiglia, a ogni sorso ci sentivamo più leggeri, era una strana sensazione… dopo un po’ Mita si è addormentata, e Cole e Calliope si sono allontanati tenendosi per mano, e io mi sono ritrovato da solo con Erin a guardare il mare, le stelle e le lune. << Allora Erin, cosa farai domani? Partirai? Tornerai indietro? Resterai? >> << Guarda le stelle Tanner, hai mai provato a contarle tutte? Io sì, ma ho dovuto arrendermi più di una volta…>> si è girata verso di me, guardandomi negli occhi << Hai mai visto uno spettacolo più bello? >> e in quel momento, con lei vicino a me, con una ciocca di capelli biondi che le cade sulla fronte, con i suoi occhi piantati nei miei, non mi sento di rispondere in altro modo se non: << Sì >>. Non aggiungo altro, mi limito a fissarla negli occhi, finchè non siamo così vicini che devo chiuderli per forza, sento il profumo adesso, percepisco la sua presenza vicino a me, sento le sue labbra sulle mie…
 
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Il giorno dopo, all’astroporto, ci teniamo per mano mentre salutiamo Mita, sapendo che non la rivedremo più, e Cole e Calliope, che rivedremo, sì, ma fra quattro anni. Erin e Mita hanno le lacrime agli occhi, Zog di fianco a noi è muto, ma si riesce a intuire quello che pensa…
 
Quando la nave, circondata da fumo bianco, scompare nell’immensità del cielo, alla fine Erin scoppia a piangere, aggrappandosi a me. Kneis e Zog sono da un lato, che parlano sommessamente con Zhaska, nessuno di loro sembra in vena di parlare molto, ma preferiscono tenersi occupati…
Io mi sento morire dentro, ma dopotutto, al mio fianco ho una ragazza che sì, lo ammetto, amo, ho degli amici qui, alcuni che partono, altri che torneranno; e un’intera vita davanti.
Questa, dopotutto, è davvero la fine?
   
 
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