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Autore: _mandragola_    21/07/2014    1 recensioni
Una donna misteriosa presente un orribile caso di omicidio alla giovane Demethra Schubert, agente novella della sezione di Unità di Analisi Comportamentale dell'FBI. Giovani donne uccise e messe in posa per dare un chiaro messaggio agli agenti e, come se non bastasse, scritto con il sangue sul muro c'è la sezione esatta dove la squadra di Demethra lavora. Gli omicidi continuano, la caccia all'uomo diventa sempre più frenetica e il bisogno di catturare l'assassino sempre più urgente: la violenza crescente dimostra che sta degenerando ad un ritmo incontrollato...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Alexandra guardò il numero civico della casa. Eccola. Diede un'ultima occhiata a Leonard, poi bussò. Attesero fino a quando un ragazzino di colore, poco più grande di dieci anni, aprì loro la porta timidamente. «Gideon, chi diavolo è?», tuonò una voce all'interno dell'appartamento, piccolo e sudicio. Alexandra si schiarì la voce e presentò sé stessa e il collega al ragazzino, spiegandogli il motivo della visita, che riferì all'uomo che pensò fosse suo padre le sue parole. «Ah, siete qui per quella disgraziata di mia figlia? Andate all'inferno, voi e lei!»
Un afroamericano massiccio si alzò dal divano e li fulminò con lo sguardo, chiudendo la porta con tanta violenza che i cardini cigolarono. L'agente Palmer fece spallucce e fece per andarsene, ma Dixon non volle seguirla. In quel momento sentirono la porta riaprirsi e videro una donna affacciarsi all'uscio. Constatando che erano ancora lì, la donna chiuse la porta dietro di sé e raggiunse i due agenti, facendo loro segno di raggiungerla fuori al cancello. Mentre stava entrando in macchina, sussurrò il nome di un bar lì vicino, l'unico posto dove avrebbero potuto parlare. Gli agenti dell'FBI entrarono nella loro macchina nera e imboccarono la strada opposta alla signora Ramirez per raggiungere il luogo dell'appuntamento.
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L'agente Thompson scese per prima dalla macchina, aggiustandosi i capelli con civetteria. Richard si grattò la testa e si guardò intorno, decidendo di allontanarsi ad ispezionare la zona solo dopo aver sentito il “bip bip” della macchina che si chiudeva.
Il quartiere era un luogo che godeva di una certa brutta fama, i vicoli erano pieni di vagabondi che discutevano animatamente e gente che si avvicinava di qualche passo con fare sospettoso ai due e poi, accorgendosi del distintivo che avevano sulla cintura, correvano via, portando la merce che avrebbero voluto vendere lontano da occhi indiscreti. «Secondo me metà delle persone che si sono avvicinate volevano venderti qualche pasticca.»
«Ho davvero la faccia di un tizio che vive in discoteca?»
«Perché, non lo fai?», rise poi Penny.
Si avvicinarono ad alcune prostitute, alzando la foto di Helena che la polizia locale aveva stampato. «Salve, signorine. Per caso la riconoscete?»
Loro scossero la testa e se ne andarono fumandosi una sigaretta. Richard alzò lo sguardo per seguire la collega che si guardava attorno alla ricerca delle lucciole. Avvicinò una ragazza afroamericana e una sedicenne rossa che si truccava pesantemente per nascondere la sua età fin troppo giovane per trovarsi su quei marciapiedi. «Scusate, ragazze. La riconoscete?»
La sedicenne spalancò gli occhi e pizzicò un braccio all'amica quando lei scosse la testa.
«La smetti?», disse lei sottovoce. «Se glielo diciamo finiamo nei guai!»
«Stanno cercando sicuramente chi ha fatto quello ad Helena, dobbiamo aiutarli!»
L'afroamericana alzò le mani e si allontanò, la rossa, invece, li guardò intimorita. «Sì, la conosco. Era una mia amica, battevamo insieme. Ho trovato io il cadavere.»
Penny fece un cenno a Young che si avvicinò immediatamente alle due.
«Hai visto qualcuno di strano che girava per i vicoli il giorno che Helena è sparita, o nei giorni precedenti all'omicidio?»
«E' difficile notare presenze strane, qui. Ci sono troppe persone: prostitute, vagabondi, pazzi. Non ci conosciamo tutti.»
«Il giorno in cui Helena è stata uccisa hai visto un cliente sospetto che l'ha portata via?»
«Quel giorno Helena si è rifiutata di andare ad appartarsi con qualcuno. Era il suo... giorno libero, diciamo. Voleva smettere di prostituirsi ma le servivano soldi.»
«Qualcuno la minacciava? Era sotto la protezione di qualcuno?»
«No, signora. Noi lavoriamo qui perché vogliamo farlo. Non siamo di nessuno.»
La Thompson guardò con la coda dell'occhio le altre persone in giro. «Dici che qualcuno avrà notato qualcosa di strano in quei giorni?»
«Signora, le uniche che possono dirvi qualcosa siamo noi e siamo troppo sul chi va là per parlare. La ragazza che era con me non voleva farlo per paura che Helena si fosse venduta a qualche protettore che ci avrebbe ammazzate se avessimo parlato con la polizia, le altre, come avete visto, non vi hanno nemmeno rivolto la parola. Potete provare tra i vagabondi, ma non vi assicuro che ci sia qualcuno che non sia pazzo, ubriaco o strafatto di metanfetamine. Vi auguro buona fortuna, ragazzi.», e se ne andò muovendo vistosamente i fianchi.
Richard scosse la testa e prese per il braccio Penny, tornando alla macchina in silenzio.
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Il rumore metallico dello sportello del frigo della sala delle autopsie che si apriva fece sobbalzare Demethra, che decise di lasciar stare i poster appesi un po' dappertutto parlanti del corpo umano. Si avvicinò alla giovane e lasciò che il medico legale togliesse il lenzuolo. Da subito saltarono all'occhio le ferite a forma di X sulle braccia e sul collo.
«Chi preparerà la salma per il funerale avrà un gran bel daffare nel coprire queste ferite.», osservò innocentemente Bennett. Venne colpito dallo sguardo del severo medico legale: «Non avrà nessun funerale. I suoi familiari non hanno richiesto la salma, al massimo verrà cremata alla fine delle indagini.»
«Come mai i familiari non vogliono farle il funerale?»
«Credo sia per mancanza di soldi, la sua famiglia è nota per essere una delle più povere del quartiere.»
Demethra le scostò il lenzuolo fino a vedere il seno. «Non ha segni di morsi o ferite che possano far pensare ad una violenza sessuale.»
«No, non c'è stata nessuna violenza. Certo, è stato abbastanza difficile capirlo poiché era una prostituta. Anche se lei non riceveva clienti che desideravano fare sesso violento...»
«E lei come fa a saperlo?»
Il dottore si schiarì la gola e distolse lo sguardo dagli occhi verdi quasi divertiti dell'agente. «Voci di corridoio.»
«Palesemente.»
«Siete qui ad indagare su di me o su di lei?»
La Schubert la squadrò per bene. «Causa del decesso?»
«Dissanguamento. Abbiamo anche trovato un anestetico nel sangue. Non posso dirlo con certezza, ma era ancora viva quando l'assassino le ha squartato il ventre e le ha tolto gli intestini.»
«Quindi l'assassino ha guardato la vittima morire.», concluse Bennett dando un'occhiata a Demethra. Dalla sua espressione si potevano benissimo notare le rotelle che incominciavano a girare all'impazzata.
Lei iniziò a fare avanti e indietro con lo sguardo fisso a terra. «Che anestetico ha usato?»
«Procaina. Un anestetico locale e...»
«E a breve durata, lo so. Matthew, credo che possa bastare.»

   
 
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