Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    21/07/2014    6 recensioni
(DragonIce ~ Elsa x Maleficent)
I know you, I walked with you once upon a dream
I know you, the gleam in your eyes is so familiar a gleam
Yet I know it’s true that visions are seldom all they seem
But if I know you, I know what you’ll do
You love me at once
The way you did once upon a dream...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Elsa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note Autrice:
Ringrazio chi ha ancora la pazienza di seguirmi, prima di tutto! XD
Siccome reputo la possibilità che Elsa scelga Anna allo stesso livello della scelta di Malefica, ho deciso di fare due capitoli distinti in cui possiamo vedere entrambe le scelte.
In questo, Elsa sceglie Anna.
Enjoy it!

 
 
I will be right here {Anna}

 
Quasi tremava, il cuore quanto le consapevolezze lottavano per avere la meglio, per prevaricare l’una sull’altra, sbattendole in faccia la realtà.
Aveva disperatamente cercato conforto nello sguardo di quell’oscura creatura di cui non riusciva fare a meno, ma vi aveva trovato soltanto il nulla.
Non c’era premura in quelle magnetiche iridi gialle.
Non c’era un interesse disinteressato in quei gesti di sadica passione.
Tantomeno c’era amore in un animo che avrebbe sempre scelto il male.
Lo sapeva, Elsa, lo sapeva benissimo: Malefica non avrebbe mai rinunciato a se stessa per qualcuno. Non avrebbe rischiato la propria integrità, tantomeno per una regina troppo debole e troppo insicura – per quanto maledettamente avvenente e ricca di potenziale.
La donna di cui era innamorata non l’avrebbe mai scelta, non quanto lei stessa avrebbe fatto almeno.
«Allora?» Tuonò imperiosa la Signora di Ogni Male, mentre andava risedendosi sul proprio trono di pietra verdognola e gelata, con gesti di smisurata irritazione e noia.
Decisamente quella situazione la seccava, se avesse saputo che quella mocciosetta con le trecce era una tale piattola l’avrebbe uccisa nell’immediato – rinunciando, ahimè, a quell’insano divertimento.
«Non ho tutto il girono da perdere con queste sciocchezze.» Ribadì con un tono che andava divenendo sempre meno promettente.
E la regina dei ghiacci era lì, il cuore che batteva, correva, le urlava di scegliere, di porre fine a quell’agonia opprimente che, ne era certa, avrebbe finito per soffocarla di lì a pochi minuti.
«Elsa…» Di nuovo quella voce. Di nuovo quel suono che, nonostante tutto e tutti, era sempre capace di farsi udire.
Un suono che aveva un inspiegabile effetto balsamico su quell’animo tormentato.
Il cuore decelerò i battiti, l’animo si quietò e nel momento in cui le iridi celesti di Elsa incontrarono quelle della sorellina le parve di sfiorare la calma. La pace.
La tanto agognata pace.
Perché Anna non serbava rancore nei suoi confronti, non lo aveva mai fatto.
L’aveva abbandonata più di una volta, l’aveva scacciata, l’aveva relegata al secondo posto in più di un’occasione eppure lei era ancora lì, sanguinante e morente, a lottare per lei.
A sorriderle.
 
Malefica non avrebbe mai rinunciato alle tenebre per lei, Anna lo faceva ogni giorno.
Ogni giorno con sempre maggior forza e determinazione, come volesse dimostrarle che sì, l’amore vince, l’amore trionfa, l’amore non si lascia scoraggiare nemmeno dalla più temibile delle creature.
 
Sospirò pesantemente, socchiuse appena le iridi e prese quanto coraggio avesse in corpo, mentre l’abito cristallino tintinnava ad ogni respiro.
«Malefica…» Bisbigliò, attirando nuovamente l’attenzione di entrambe.
Anna sgranò gli occhi, il sorriso andò spegnendosi con terrore, mentre la fata oscura rialzava lo sguardo con fare indifferente e sinceramente scocciato.
Dio, quanto detestava quelle scene diabetiche!
«…lasciala andare.» Disse riaprendo gli occhi e puntando il proprio sguardo sulla Signora di Ogni Male: decisa, questa volta, decisa come mai l’aveva vista prima.
«Come, scusa?» Domandò ironicamente Malefica, accennando ad alzarsi, lo scettro in pugno ed il fedele corvo che già volava via, presagendo una terribile battaglia che di lì a poco si sarebbe combattuta.
Elsa strinse i pugni, un brivido gelido le percorse la schiena, il cuore si incrinò e l’animo d’improvviso prese fuoco: paura, aveva maledettamente paura.
«Lasciala andare, ho detto.»
Paura perché l’avrebbe persa. Paura perché, lo sapeva, la sentenza che quel mostro avrebbe emesso di lì a poco sarebbe stata inderogabile ed eterna: non era Anna, non si sarebbe ricreduta, non si sarebbe pentita.
Le labbra rosse della dark fairy rimasero semichiuse per una frazione di secondo, dopodiché quell’apparente stupore si tramutò in cattiveria.
Cattiveria nuda e cruda.
Perché non lo avrebbe mai ammesso, ma quella era per lei era una sconfitta: non una delle tante, ma di nuovo quella del male di fronte alla potenza dell’amore.
E mai, mai lo avrebbe tollerato, né tantomeno perdonato.
Anna gemette, un rivolo di sangue uscì dalla sua bocca e nel momento esatto in cui Elsa le si avvicinò, quasi sperasse di soccorrerla, Malefica portò una mano affusolata al proprio scettro, sfiorando la sfera posta all’apice.
«Hai scelto la tua condanna, reginetta.» Disse con tono freddo ed apatico, senza accennare effettivamente a distruggerle: perché sì, la maledizione peggiore che potesse lanciarle se l’era inflitta già da sola.
Il male più grande che potesse infliggerle era già stato scagliato, dalla sua stessa artefice.
Le iridi gialle si assottigliarono, tutt’attorno a loro cominciò a farsi buio, inspiegabilmente buio, tanto che solo quei due orripilanti e magnetici fari di luce rimasero visibili.
Ed Elsa non poté dire né fare altro, poiché dopo pochi attimi si ritrovarono nel suo palazzo di ghiaccio, senza la minima traccia di quella Fortezza Oscura in cui tanto aveva appreso e disperato.
 

Dopo molto tempo, quegli occhi erano ancora maledettamente impressi dentro di lei, nella sua mente così come nell’animo.
Ogni volta che si ritrovava al buio la cercava e, vanamente, sperava.
Ogni volta che si coricava, stringendosi al cuscino, lo sguardo vagava oltre la finestra e cercava conforto al di fuori delle mura reali.
Poi, quando l’angoscia stava per corroderla, ecco che piccoli passettini si facevano largo nella sua ampia stanza, una figura minuta si intrufolava sotto le coperte e le si accovacciava affianco.
«Elsa…» Bisbigliava dolce, e alla regina non restava che voltarsi ed abbracciarla, lasciando che un sorriso amorevole le comparisse sulle labbra ed il cuore si scaldasse di un piacevole tepore.
«Domani facciamo un pupazzo di neve?»
 
Elsa aveva scelto l’amore a discapito della libertà…
e non se ne sarebbe mai pentita.
  
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