Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
Ricorda la storia  |      
Autore: Lilife    22/07/2014    3 recensioni
Lei è piccola, indifesa e fragile, semplicemente una bambina. Uno 084.
Lui no, non è né indifeso né fragile, ma una volta lo era più di lei.
~dalla storia~
Sembrava così fragile.
Ward in quell’istante decise che l’avrebbe protetta, che si sarebbe preso cura di lei e che in ogni momento avrebbe saputo dove si trovasse per poterla salvare.
Gli ricordava così tanto lui da piccolo, così fragile e debole.
Così esposto.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

 

 

•Oh, crazy little Skye•

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coulson coprì con la sua giacca il corpo morto e dissanguato, seduto a terra, con la testa inclinata appoggiata alla parete.

Con una mano chiuse gli occhi all’agente e pregò che in qualche modo o in qualche universo potesse trovare una nuova felicità.

Il sangue le sgorgava dalla bocca e l’agente iniziò a provare compassione e disprezzo per chi l’aveva ammazzata, nonostante sapesse i rischi del mestiere che per sua sfortuna aveva potuto provare sulla sua pelle.

“Si sa come è morta?” chiese Phil all’agente Simmons mentre la ragazza si annotava alcune note dell’incidente su un taccuino.

“Per ora sappiamo che è stata ferita gravemente sia alla testa che all’addome mentre cercava di proteggere la bambina. L’unica cosa che possiamo dire con certezza è che sia morta con onore” rispose seriosa la dottoressa chinando il capo.

“Certo, ma ovviamente avrebbe preferito vivere, non credi?” disse Fitz con il suo solito tono tedioso della voce.

“Anche il mio gatto avrebbe voluto vivere, Fitz” rispose al suo collega per l’ennesima volta Jemma Simmons.

“E’ stato un incidente!” si difese Fitz.

“Avvelenargli i croccantini ti sembra un incidente?”

“Smettetela prima che vi sterilizzi” intervenne Melinda May, zittendoli, mentre iniziavano a sentirsi gocce d’acqua sbattere sulle pietre della strada.

“Finite di raccogliere informazioni e tornate al Bus, più tardi partiremo” disse Coulson correndo fino all’entrata del grande aereo.

L’agente Phil poteva sentire benissimo il pianto della bimba oltre che allo scroscio della pioggia.

Salito al secondo piano, mentre Melinda si recava al posto di guida, Coulson si avvicinò a Ward che in piedi e appoggiato ad un lato del divano cercava di coccolare la bimba dai lunghi capelli bruni che spuntavano dalla coperta grigia.

“Signore, cosa ne dobbiamo fare di lei?” chiese Ward con una macchia di lacrime e sangue sulla maglia bianca.

“Per ora resta con noi, comunque dovremmo consegnarla allo S.H.I.E.L.D. tra qualche giorno.”

Grant Ward sorrise e guardò gli occhioni lucidi, gonfi, e le labbra tremanti della bambina.

Sembrava avesse lo sguardo di un innamorato, uno di quegli sguardi che puoi avere solo per le persone che ami.

“Te la vuoi portare anche in missione, Ward?” domandò Coulson vedendolo venerare con gli occhi la piccola.

Grant scosse la testa sorpreso e appoggiò la bimba su uno dei divanetti bianchi porgendole una bottiglietta d’acqua, ma la bimba iniziò a piangere ancora di più e si coprì il muso con la coperta ruvida.

“Povera bambina. Dobbiamo trovarle dei vestiti che non siano sporchi di sangue e appena tornano i ragazzi trovatele un nome, un nomignolo, qualcosa che sia meglio di 084” comandò Coulson voltandosi per andare verso il suo studio.

“Signore?” lo chiamò l’agente Ward “ è sicuro che sia uno 084?” “Ho chiamato lo S.H.I.E.L.D. chiedendo un consulto ma per ora non sanno cos’altro dire” ripose per poi congedarsi.













“Guardati! Ma sei una principessa” esordì sorridente Jemma mentre pettinava i capelli della bambina che le era seduta in braccio.

Grant portò del brodo di pollo riscaldato e un bicchiere di latte caldo con una cannuccia verde e appoggiò il tutto sul tavolino di vetro al centro della stanza.

La bambina però non sembrava avere fame.

“Spero che Coulson non noti che hai appoggiato queste cose sul tavolino senza tovaglietta e sottobicchiere” disse Simmons a Ward che distratto osservava la bimba giocare con una pallina blu.

“Già e mi auguro che tu non glielo dica” disse Grant alzando un dito verso Jemma.

L’agente Simmons raccolse in una coda i capelli della bambina e le fece indossare una maglietta bianca con il fondo arricciato che aveva preso appositamente dal suo armadio e che indosso alla bimba risultava abbastanza piccola da sembrare un vestito.

“Come sta la bambina?” domandò l’agente Ward.

“Ho scoperto che sa andare in bagno da sola e penso abbia due o tre anni, ma non è una gran chiacchierona” ripose Jemma sorridendo alla piccola che le porgeva la pallina blu.

Fitz li raggiunse goffamente con un libro dei nomi in mano e si sedette affianco a Ward mentre questo prendeva dalle braccia di Simmons la bambina che sembrava essersi ambientata con velocità al clima del Bus.

“Ecco qui, alcuni dei nomi più gettonati in Inghilterra” disse.

“Perché nomi inglesi?” domandò Ward.

“E’ l’unico libro che ho trovato a riguardo nella libreria e mi chiedo anche come facessimo ad averlo” rispose Fitz.

La bambina si mise in piedi sulle cosce di Ward e gli si arrampicò (o almeno ci provò) sulle sue spalle.

“Oh... Grant sei così carino con lei” disse Jemma sorridente e incredula di vedere la corazza di Grant Ward spaccata per quella piccolina.

“E’ una piccola pazza” disse Ward cercando di farla sedere.

Fitz prese parola con gelosia cercando di distrarre la partner di lavoro.

“Io voto per Grace” disse il ragazzo.

Jemma storse il naso.

“Assolutamente no, io direi Holly o Lucy. O magari Lily” propose la ragazza.

“Scherzi? Sono nomi scontatissimi” ribatté Fitz.

“Perché Grace non è un nome scontato?”

“Lily era il nome del gatto!”

“Hai ragione, Fitz, non ci avevo pensato... ma ciò non rende Grace più interessante!”

“Chiamiamola Maisie” disse infine Fitz cercando di far valere le sue idee e smontare quelle di Simmons.

“Io avrei un’altra idea” s’intromise il povero Ward che guardava stupefatto la scena tra i due mentre la bambina le si era appisolata tra le braccia.

“Skye. E’ corto, carino e interessante, un po’ come lei che è piccola, carina, d’altra parte come ogni bambino di due anni, e con una storia complicata, quindi, interessante” disse Grant alzandosi in piedi per portare la bambina in una cabina dove avrebbe potuto riposare.

Oh... piccola pazza Skye...

  “Credi che la voglia adottare?” sussurrò ironicamente Fitz all’orecchio di Simmons.

“Credo di sì” rispose guardando Ward accarezzare le gote rosse di Skye mentre si allontanava con lei cullandola dolcemente.

Ward non badò a ciò che i due ragazzi borbottavano dietro di sé, si limitò a chiudersi con Skye nella sua cabina e l’adagiò sul letto guardandola poi dormire pacificamente.

Sembrava così perfetta.

Era minuta dalla pelle olivastra e se ne stava accovacciata tenendo le piccole mani sopra le orecchie.

I capelli, sebbene stretti nella coda, le coprivano parte del volto e teneva la boccuccia semi aperta cercando di respirare a pieni polmoni.

Sembrava così fragile.

Ward in quell’istante decise che l’avrebbe protetta, che si sarebbe preso cura di lei e che in ogni momento avrebbe saputo dove si trovasse per poterla salvare.

Gli ricordava così tanto lui da piccolo, così fragile e debole.

Così esposto.

L’agente prese il lenzuolo da fondo del letto e coprì Skye fino alle orecchie, poi, dopo averla guardata un’ultima volta, uscì dalla cabina e la lasciò dormire tranquillamente.

Piccola Skye, chissà se sei davvero pazza...













La mattina seguente Melinda, andata a chiamare Grant, trovò Ward accoccolato accanto a Skye che gli teneva l’indice in una piccola morsa d’acciaio.

Poi, sorrise.













 

 

 

Fine... Credo. 

Lilife

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D. / Vai alla pagina dell'autore: Lilife