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Autore: Lelusc    22/07/2014    2 recensioni
Gemma è la figlia di un famoso archeologo e i genitori sono divorziati, ma la cosa strana è che vede molto spesso degli occhi color Ambra, che le ricordano una persona conosciuta con il padre quando aveva sei anni. Perchè li vede? Scopritelo, ringrazio chiunque voglia farmi una mini recensione, Lelusc. ;D
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina seguente apro gli occhi e soffoco con la mano uno sbadiglio. Ho dormito benissimo, il letto è super morbido e c’è una tranquillità veramente unica  senza la strada, le macchine, i vicini, il cane della signora del piano di sopra che abbaia, è tutto perfetto.

Mi giro e rigiro nel letto decisa a rimanere ancora un po’al calduccio, accoccolata fra le coperte, ma purtroppo non riesco più ad addormentarmi e mi alzo.
Sistemo il letto e frugo nel mio borsone alla ricerca dei miei abiti, i più sportivi che ho e l’indosso, non mi sono mai piaciuti quelli dai colori troppo accesi e pieni di merletti e fiocchetti, non sono una bambola di porcellana!

Faccio il fiocco alle scarpe da ginnastica, apro un po’ la chiusura lampo della giacchetta della tuta, ed esco dalla camera. Le finestre lungo tutto il corridoio sono enormi e lasciano entrare la luce, un effetto davvero diverso dalla notte prima che c’erano solo dei lumi accessi.

Il corridoio che porta alle scale è deserto,non sento alcun rumore , questo dalla notte prima non è cambiato,chissa se… coso, lì, non conosco nemmeno il suo nome,è sveglio,mi chiedo aprendo un poco ogni porta per cercare il bagno.
Lo trovo al primo tentativo e non appena entro mi guardo intorno allibita. Più che a un bagno sembra di stare alle terme, è enorme. C’è una grande vasca da bagno a forma goccia di porcellana bianca circondata da piastrelle color malva. Le numerose piante in vaso che circondano la vasca sono perfette per creare un’atmosfera rilassante e il lucernario fa entrare la luce in maniera perfetta. Sono certa che di notte si possa vedere anche la luna che si rispecchia sull’acqua e che crea nella stanza un soave chiarore con i suoi raggi argentei, sarebbe meraviglioso, soprattutto se la vasca fosse circondata da candele accese, sarebbe così romantico e rilassante, penso sorridendo e mi chino verso il lavandino per lavarmi il viso ben tre volte con l’acqua fredda.

Svegliarsi per me è sempre una lotta. Mi asciugo il viso con un asciugamano candido e morbidissimo e, mi fermo i capelli sul capo con un mollettone. Certo che quel ragazzo deve essere megalomane, di certo questo non è un semplice bagno, penso guardandomi ancora allo specchio.

Comunque è meglio andare a fare colazione, mi dico uscendo dalla meravigliosa stanza.

Scendo le scale appoggiandomi a corrimano di legno e mi ritrovo in sala.

Non c’è nessuno, è tutto silenzioso e illuminato e lui non c’è.

 Beh, meglio così, penso dirigendomi in cucina. Normalmente mi creerei qualche scrupolo o problema a toccare le cose altrui, ma non credo se la prenderà, infondo lui stesso ha voluto che restassi, anche se non ci conosciamo per niente e, ora che ci penso, dovrei avere paura di questo, allora perche non ne ho? Sono pazza! Mi dico e cercando di restare calma e spalanco il frigo.

Mi calmo subito e i pensieri spariscono all'istante alla vista della vasta scelta di cibo che c'è dentro, tanto che prendo gli ingredienti per prepararmi delle frittelle. Adoro le frittelle!

Due minuti dopo sono pronte, mi siedo a tavola e comincio a mangiare. Certo è monotono mangiare da soli e, non è vero che ci sono abituata solo perché papà è morto, mi mette sempre una certa malinconia stare da sola.

 Mi porto un pezzetto di frittelle alla bocca e guardo davanti a me, il posto libero.

 Si siederà lì quando dovrà mangiare? Mi chiedo pensando al giovane dagli occhi d’ambra e mi va quasi di traverso il boccone quando mi viene in mente l’immagine perfetta dei suoi occhi.

 Cosa aveva detto ieri? Non vi ho più perso d’occhio. Quindi, gli occhi color ambra che vedevo di tanto intanto non erano frutto della mia immaginazione o il risultato di qualche shock infantile? Era veramente lui che mi perseguitava, penso e manca poco che scoppio a ridere.

Andiamo, Gemma, ma che cosa vai a pensar? È impossibile, mi dico continuando a mangiare con poco appetito e nuovamente confusa.
Mi mancano due bocconi per finire di fare colazione e un sordo di succo di frutta, ma mi sono nuovamente fermata a giocherellare con il cibo, pensierosa.

E se fosse vero che è lui? Insomma, è assurdo, improbabile, sicuramente è la mia testa che mi gioca brutti scherzi, ma se fosse vero quello che ha detto? Quasi, quasi glielo chiedo, ma se mi risponde che è proprio lui? Penso prendendo in considerazione qualsiasi possibilità, anche quella più impensabile e decisamente impossibile.

“Ah, al diavolo!”Esclamo infilandomi in bocca i due bocconi di frittelle rimasti, per poi alzarmi da tavola con il piatto in mano.

Intanto devo sapere perché non è in casa, mi dico masticando con difficoltà, vista la bocca piena. Lavo il piatto pieno di sciroppo d’acero e prendo l’ultimo sorso di succo, per poi pulire anche quel bicchiere e metter tutto a posto.

Ed ora?Mi chiedo ferma in palata in mezzo alla grandissima sala,non so propri che fare,fino a che il mio sguardo non si posa sulla doppia portafinestra che da al giardino che ancora non  ho visto. È ovvio che quel ragazzo sia ricco, penso. Quando mi si crea nuovamente l’immagine dei suo occhi in mente comincio a tremare leggermente, sono assurdi  e soprattutto sembra possano scrutarmi dentro,non riesco a sostenere il suo sguardo.

Esco in giardino e rimango piacevolmente sorpresa, è splendido e ampio. L’erba è corta e tagliata di fresco, ci sono molti alberi verdi, aiuole di fiori di vario genere, viola, fucsia e screziati, cespugli pieni di fiori di diverso colore e anche uno specchio d’acqua, niente di esagerato, ma decisamente suggestivo e bello da vedere.

L’arietta fresca mi accarezza il volto e mi fa svolazzare i capelli. Il profumo di fiori è intenso e rilassante, il canto degli uccellini mi fa sorridere, non sembra nemmeno di essere sui Carpazi, sembra una tranquillissima villa in campagna, invece è tutto il contrario. Chi penserebbe mai che sia stata praticamente costruita su montagne pericolose,sembra come se abbiano spianato apposta questo tratto di terra per costruircela. Magnifico.

Mi siedo sull’erba e guardo il cielo terso e le numerose nuvolette di varia forma. È così rilassante stare così.

Quando riapro gli occhi, mi trovo ancora sdraiata sull’erba. Mi alzo un po’ confusa, non ci vuole una scienza per capire che mi sono addormentata, ma che ore saranno ora?

Rientro in casa e cerco un orologio a muro. Sono appena le tre, quindi ho fatto qualche ora di sonno, incredibile, penso e a quanto pare sono ancora sola, ma dove sarà andato il proprietario della casa? Mi chiedo andando si sopra. Lì ci trovo le numerose porte, ormai quella del bagno so qual è, ma le altre?

 Sono talmente curiosa che vorrei spalancarle tutte, ma non credo sia bene ficcare il naso nelle cose altrui, così decido di passare il tempo fuori e vado in camera a prendere la borsetta. Devo disdire il mio soggiorno in albergo visto che ora starò qui per tutta la settimana, ma sarà prudente scendere giù? E se quei tizi loschi mi cercano ancora?

Beh, anche se fosse, non posso rimanere rinchiusa in una casa che non è la mia, credo che farò un giretto in città, facendo molta attenzione. Mi dirigo alla porta, ma rimango un attimo immobile davanti all’uscio, non so perché, ma per un attimo penso possa essere chiusa, ma nessuno segregherebbe una persona in casa.
Infatti, come previsto, la porta è aperta e a parte la pesantezza, riesco ad aprirla tranquillamente, non è stata chiusa a chiave.

Dopo qualche passo però, mi fermo e ritorno in casa. La mai non è assolutamente paura, è solo che se poi mi perdo e viene notte non è una buona cosa restare fuori con i lupi in giro, quindi credo che l’idea di rimanere chiusa in casa non sia poi tanto male, così rientro e decido di rimanere in camera mia ad annoiarmi sdraiata sul letto.

 Guardo il soffitto bianco e faccio un sospiro. Mannaggia me e ai miei timori, cosa posso fare per non annoiarmi? Mi chiedo, ed ecco che mi viene in mente la libreria, come ho fatto a non pensarci subito?

 Salto giù dal letto e vado di sotto a scegliere un libro e tanto per cambiare noto la televisione. Sono proprio stupida.

Ormai sono da qualche minuto a leggere, o almeno credo sia qualche minuto e ho già finito quattro capitoli, che storia avvincente, praticamente ti  fa entrare nel libro e ti fa diventare la protagonista,tanto che mi divoro i capitoli con tale velocità da far invidia ad un topo di biblioteca.

Non so se vi è mai successo, ma posso giurarvi che se iniziate a leggere un libro che vi piace, non la smetterete più finché non è finito, infatti, non so per quanto leggo, so solo che se non ci fosse stata l’emergenza bagno, non avrei smesso più.  Così chiudo a malincuore il libro e scendo dal letto, pronta ad andare al bagno e ritornare immediatamente a leggere, ma una volta entrata in bagno, l’orologio a muro mi mette davanti alla realtà.

Sono quasi le cinque del pomeriggio, ho letto tutto il giorno senza smettere e non ho neanche pranzato, mentirei se dicessi che non sono rimasta sorpresa dal mio comportamento, anche perché non ho mai fatto così, ma ormai è successo, quindi non mi resta che finire quel libro incantatore e ricordarmi di non cadere più nella
trappola libro.

Esco dal bagno tranquilla e mi trovo faccia a faccia con lui. Mi si mozza il respiro e ci guardiamo a vicenda senza dire una parola o emettere un suono, è lui a spezzare il silenzio che si è creato fra noi.

“Ciao, stai meglio oggi? Hai dormito bene?”

“mh, grazie”

“Bene, stavo per andare a fare un bagno, ci vediamo dopo”.

Annuisco e lo lascio passare, ma una cosa è certa, non mi sfugge lo sguardo che mi lancia e il dolce sorriso che mi fa.

Ok, penso rientrando in camera e riprendendo a leggere, anche se stranita o meglio sconvolta dalla conversazione, direi vivace e allegra, che abbiamo avuto poco fa, naturalmente sono ironica, sembrava di stare al polo nord, i nostri toni erano educati ma freddi, privi di sentimento, ho notato solo il suo vero e palese interesse a sapere come stavo, ma a parte quello, niente, ed io, sembrava non sapessi parlare, che tristezza, ma più che altro, quando è ritornato? Non c’era prima in casa.

Poco dopo finisco il libro e mi sento realizzata e felice per il finale perfetto, anche se in qualche modo scontato e decido di smettere di fare l’asociale, poiché ora so che il padrone di casa è di nuovo fra noi, se devo stare una settimana qui devo almeno…beh,mica posso rinchiudermi in camera per sempre.

Alla fine del corridoio, all’inizio delle scale, mi fermo. Sento una melodia dolcissima e delicata provenire dalla sala e comincio a scendere curiosa di sentirla meglio. Ed eccolo, lui è lì ed è una cosa stupenda. È seduto ad un pianoforte a coda nero  è così elegante e concentrato a suonare,sembra così calmo e un tutt’uno con la melodia.
Rimango a fissarlo ancora sul penultimo scalino della scala, fino a che non smette di suonare e si volta verso di me, che come incantata sono rimasta ad ascoltarlo appoggiata con le braccia al corrimano.

Il fatto che mi stia fissando mi fa arrossire e distogliere lo sguardo dal suo, poi sento uno sfrusciare e mi trovo a guardarlo un'altra volta. Sì è alzato e mi sta venendo contro. Il mio cuore comincia a battere come un pazzo, non so che fare, stringo solo a morte il corrimano e sto ferma dove mi trovo.

“Ti è piaciuta la melodia?”Mi chiede una volta che mi ha raggiunta.

“Sì, molto dolce e malinconica”dico guardando a terra.

“trovi?”

Annuisco.

“Guardi qualcosa d’interessante?”

“come?”

“non so, stai guardando a terra, c’è forse qualcosa che non va?”

“oh, no”

“allora guardami quando ti parlo”dice leggermente irritato, posandomi due dita sul mento e sollevandomi dolcemente il viso fino a che i nostri sguardi non s’incontrano.

Trattengo il respiro. Quegli occhi…devo chiederglielo.

Lo noto sorpreso, forse dalla mia espressione decisa, ma non è il momento di pensare a lui, ma di parlare.

“Devo porle delle domande”

“Certo, ma per favore, dammi del tu, questa distanza mi fa male”.

Lo guardo sorpresa da quello che mi ha appena detto e mi ritrovo ad annuire.

“bene, allora vieni, siediti pure sul divano e parliamo”

Scendo lo scalino dove sono rimasta e mi accomodo sul divano. Lui si siede accanto a me e mi da la sua completa attenzione.

“Di cosa volevi parlarmi Gemma”dice con la sua voce calma e dolce e questo mi mette una strana sensazione addosso, non so spiegarmi quale però.

“Voglio sapere perchè vedo i tuoi occhi da par tutto”dico diretta senza tergiversare.

“Però, sei decisa e sicura”commenta.

“allora?”

“E ansiosa”

Mi sta dando sui nervi.

“è perché, come ti ho già detto, non ho smesso di vegliare su di voi”

“che intendi dire?”Chiedo guardandolo in volto, ma abbasso subito lo sguardo.

“Ho capito, non sopporti più di vedere i miei occhi, vero?”Mi chiede triste, guardandosi le mani che ha giunte e posate sul grembo, sembra un aristocratico.
Non so se questa è una tattica,ma maledizione! Funziona.

“no, è che sono insoliti”

“Sì, lo so, ma cerca di guardami negli occhi quando mi parli, per favore”mi chiede con il suo solito tono calmo e aggiungerei supplichevole.

Alzo lo sguardo e mi rispecchio subito nei suoi occhi.

Faccio un grande respiro e formulo un'altra domanda.

“come fai a tenerci d’occhio, è impossibile”.

“Beh, ho un modo, ma non credo che capiresti, o almeno non ancora”Mi risponde criptico.

“che sai di mio padre?”

Mi sorride. “Che dopo che siete venuti qui a casa mia, la prima volta lui a continuato gli scavi e come tu ora sai,non ha voluto far parte dei suo colleghi truffatori, quindi qualcuno a manomesso la macchina e tuo padre a fatto l’incidente”

“E Georg questo lo sa?”

“Sì, ma lui ha fatto in modo di proteggerti".  Si sporge un po' verso di me continuando a guardarmi negli occhi.

 "Tu eri scomoda per loro, se avessi scoperto tutto sarebbe stato un problema,ma ora credono che tu sia morta,quindi è tutto ok,anche se…”

“Anche se?”Chiedo preoccupata e noto dal suo sguardo che qualcosa non va.

“Ho recuperato le tue cose, ed erano rimaste a loro, l’unica persona che poteva prenderle eri tu, quindi, sanno che sei ancora viva, sicuramente ti stanno cercando, è stato un mio errore”dice arrabbiato con se stesso,lo noto dalla sua espressione.

“beh, tanto non possono arrivare facilmente qui"dico sicura, poi lo guardo in preda ad un attimo di incertezza.

"vero?”Chiedo sperando non mi contraddica.

“Ah, di questo puoi essere certa, la mia villa è difficile da trovare e poi…”dice sporgendosi verso di me.

“Ci sono io a proteggerti, non permetterò che ti facciano del male”mi dice serio, tanto che in qualche modo, non faccio fatica a credergli e devo dire che, nonostante io non lo conosca affatto,sono veramente  tranquilla di sapere che sono al sicuro da lui.

“comunque per tua informazione, so difendermi anche da sola”dico facendo uscire la mia spavalderia.

“Mh, sei sicura?”Mi chiede.

Faccio appena in tempo a guardarlo che mi ritrovo sdraiata sul divano con lui sopra.

“io non direi”dice sorridendo, poi si alza da sopra di me e si passa una mano fra i capelli, come se fosse imbarazzato.

Rimango ancora sdraiata sul divano, esterrefatta dalla sua azione, questo cambiamento d’umore non me lo aspettavo davvero, ma sopratutto cosa voleva dirmi? Che non era vero che so difendermi da sola? O aveva capito che la mia era solo spavalderia che una padella o un coltello avrebbero fatto un baffo a quei tizi?

Comunque sarà meglio non dipende completamente da lui, infondo è uno sconosciuto e questa faccenda è affar mio.

Mi alzo dal divanetto ed ecco che mi vien un'altra domanda.

“Posso sapere dove sei stato per tutto il giorno?” Chiedo,anche se non sono affari miei e sopratutto non è una cosa che centra con me,infatti può anche irritarsi e ignorarla o non rispondermi.

“Ero a dormire, ho fatto tardi ieri e…”

Stranita dal suo silenzio improvviso mi volto e lo cerco in tutta la sala trovandolo proprio alle mie spalle, non ho il tempo di dire o fare niente che mi abbraccia.

Mi trovo stretta a lui, con le sue braccia che mi stringono la vita e la testa appoggiata sull’incavo del suo collo e non so cosa fare, mi sorprende sempre con questi abbracci a sorpresa.

“Scusa, non è vero, o almeno non tutto”dice triste, come se gli dispiacesse davvero avermi mentito.

“è vero, stavo dormendo, ma…non posso dirti perché, non ancora”

“Non importa, non dovevo neanche farti questa domanda”dico cercando di scostarmi da lui spingendo con le mani sul suo petto.

“Come prima mi lascia andare, ma il suo sguardo mi fa capire che non è d’accordo su qualcosa”

“Sì che puoi!”Mi dice improvvisamente afferrandomi per le braccia, ma il suo tocco è così delicato che sembra abbia solo appoggiato le mani.

“Tu puoi chiedermi tutto quello che vuoi, io non voglio avere segreti con te, sei importante per me, ma ancora non posso dirti tutto, ho paura che non capiresti”dice con enfasi guardandomi in viso,determinato e un po’ dispiaciuto.

“io non capisco perché…”

“perché mi piaci…ma ti prego, non sentirti a disagio per questo”dice subito per tranquillizzarmi.

Non so che rispondergli, praticamente non so nemmeno il suo nome,so solo che ha aiutato me e mio padre qualche anno fa e..anche se fosse è impossibile,praticamente dice che è lui ci ha aiutato,ma il suo aspetto da allora non è cambiato minimante,com’è possibile?

“Aspettata un pochino, poi ti dico tutto, fidati di me”mi dice ancora serio, come se avesse capito le numerose domande che mi frullano per la testa.

Lo guardo negli occhi e non so da quanto, non mi crea più agitazione o imbarazzo, ma una cosa è certa, ora posso tranquillamente parlargli e nei suoi occhi leggo, decisione, serietà e che devo solo aspettare, anche se ora, non sono più sicura di voler sapere. Insomma, credo ci siano in ballo alcune cose importanti e non credo di voler sapere, forse è meglio non conoscerlo bene, però….

“posso almeno sapere il tuo nome?”Gli chiedo.

“Ecco…”

“no?”Chiedo guardandolo.

Mi sorride. “Emanuele”dice con un sorrisetto divertito, come se avesse appena detto qualcosa di divertente che io non posso capire.

“bene, almeno ora posso chiamarti così, invece di padrone di casa”

“sì, infatti sarebbe meglio,signora ospite”dice ironico.

“Signorina, non sono ancora sposata”dico divertita e anche un po' irritata.

“Ah, vedo che stiamo attenti ai dettagli. Guarda mia chiara, che ormai tutti chiamano le donne signore, non lo sapevi?”Dice giocoso, inchinandosi verso di me con le mani
sui fianchi.

Metto su un finto il broncio. “Io sono una signorina”

“con qualche ruga”. Commenta ancora prendendomi in giro.

Rimango a bocca aperta, poi mi metto a ridere.

“Ok, basta giocare, è ora di cena”

“prego, fai pure”dice indicandomi la cucina.

“e tu?”Chiedo guardandolo.

“Seguo una dieta particolare, quindi non ti preoccupare”

Annuisco e spalanco il frigo.

Prendo subito gli ingredienti, mi è bastato un solo sguardo per decidere cosa cucinare. Così poso tutto sul bancone da cucina e preparo un pentolino dove bollire le verdure,naturalmente lavate e tagliate a dadini.

Pochi minuti dopo sto facendo rosolare la carne tagliata a bocconcini e le verdure che ho annaffiato con del vino e mi volto verso Emanuele che per tutto il tempo è rimasto a guardarmi in silenzio, tipo una presenza intensa dietro di me.

“Ti diverti?”Chiedo

“oh, sì, molto”

“davvero?”Chiedo alzando un sopracciglio.

“sì, sei molto brava e bella”

Arrossisco e mi volto verso il fornello. “Tu come te la cavi a cucinare? Mio padre mangiava malissimo, se fosse stato per lui avrebbe mangiato solo uova al tegamino, gli riuscivano solo quelle, un giorno a provato a fare un uovo sodo e… lo ha fatto scoppiare,non mi chiedere come o se è possibile,ma è successo, tu non fai scoppiare niente quando cucini?”

Sorride divertito. “No, mai successo, io so cucinare”

“no, aspetta, non me lo dire, sai fare la pasta”dico ironica.

“anche altre cose,primi,secondi,contorni,dolci”

“davvero?”

Annuisce. “Allora prego, accomodati”dico scostandomi dal fornello.

“non credo sia una buona idea”

“perché?”

“Con la dieta che faccio, non so più dosare bene le spezie, potrei farti pietanze più salate o del tutto insipide”.

“Rischierò”

“dai”dico facendo il giro per sedermi a tavola, ma lui non si muove.

“la carne brucia”gli canto notando che è ancora impalato dove si trova.

Alza gli occhi al cielo e va ai fornelli, mentre io me ne resto comoda a guardarlo con un gomito puntellato sul tavolo, mentre mi reggo la testa con una mano. Porca miseria, le sue non erano chiacchiere, sa cucinare e anche bene.

Un attimo dopo mi mette il piatto davanti.

“io ti ho avvertito”

“lo, so”dico prendendo un boccone, perfetto.

Alzo lo guardo e gli sorrido. “è perfetto”

“bene”dice sedendosi di fronte a me, dove qualche ora fa mi ero chiesta si sedesse per mangiare e comincia a guardarmi mettendosi esattamente nella stessa posizione in cui ero io poco fa e non posso che pensare a quanto siano belli i suo capelli color mogano, che lisci gli scivolano sulla mano con cui si regge il viso e finiscono con il toccare il tavolo.

 Che modo di guardami mentre mi gusto la cena, penso stranita, ma devo dire che la cosa non m’imbarazza, strano, visto che di solito essere guardata mangiare m'i mette a disaggio,ho sempre  paura possa fare qualche sbaglio,ma dal suo sguardo noto tranquillità,niente aspettative o attenzione per le buone maniere,tanto che mangio normalmente senza sentirmi agitata,una sensazione decisamente anormale.

Ingoio il boccone, pulisco la bocca e lo guardo.

“ti diverti anche a guardami mangiare?”

“oh, sì, sei bellissima”

Divento sicuramente rossa e abbasso lo sguardo sul piatto, portandomi un altro pezzo di carne alla bocca.

Mannaggia lui e a quello che dice.

Finito di mangiare lavo il piatto e noto che sono le nove.

“vai a dormire?”

“no, starò sveglia ancora per un po’, normalmente non vado a dormire presto, aiutavo spesso papà la sera e poi, ho dormito un pochino questo pomeriggio”

“bene”dice e mi sembra stranamente felice, perché?

“Guardiamo un po’ di televisione?”

Annuisco e mi siedo sul divano, lui si accomoda accanto a me e prende il telecomando.

“scegli pure cosa guardare”dice facendo zapping.

Lo blocco su un film d’azione.

“Ti dispiace?”

“no, va bene”mi dice sorridendomi, ogni volta che lo fa, mi tranquillizza.

Rimaniamo vicini a guardare il film che praticamente è alla fine,ma fortunatamente subito dopo ne inizia un altro,anche questo d’azione,ma c’è anche l’amore e qualcosa di horror che non capisco.

Improvvisamente apro gli occhi. Sono nel mio letto, no devo essermi ancora addormentata e, naturalmente, Emanuele mi ha portato a letto. Cavolo! Penso abbracciando il cuscino e comprendoni il viso imporporato. Che imbarazzo alla sola idea che mi abbia presa di nuovo in braccio,e…

Comunque sarà meglio mettermi a dormire, penso mollando il cuscino e allungando le braccia lungo il corpo e nel farlo noto che sono ancora vestita. Mi alzo e vado verso la mia borsa da dove prendo la camicia vittoriana che indosso solo per dormire, perché mi piace, ma non metterei mai vestiti simili. Così mi spoglio.

Indossata la camicia lunga fino alle caviglie, piena di merletti e a maniche lunghe e strette ai polsi, mi slego i capelli e me li riavvio con la mano. Le mie onde corvine e lucide mi ricadono scomposte sulle spalle e sono pronta per andare a dormire, così mi rinfilo a letto e mi addormento quasi subito.
 
  
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