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Autore: Megan___    23/07/2014    2 recensioni
[Raccolta di OS più o meno lunghe]
Amori fragili e instabili, dai confini labili che tendono a svanire come fantasmi.
Storie di possibilità stroncate dall'animo umano.
1. Tempo Primo: DO in Adagissimo
2. Cannella
//aggiornerò la lista dei personaggi ad ogni storia\\
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Lysandro
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Tempo Primo: DO in Adagissimo
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8:47
Il banco alla mia sinistra è ancora vuoto e la sedia non ospita la schiena di nessuno per ora. La campanella è suonata da 32 minuti. Ancora 180 secondi e poi sarà il tuo orario. La tua figura entrerà dalla porta dell’aula e, come al solito, il professor Faraize si lamenterà per il tuo ritardo, riprendendoti inutilmente per il tuo comportamento con quel tono per niente autoritario. Attraverserai i banchi allineati con il tuo sguardo torvo, senza prestare attenzione alle parole del docente, con la cartella che ti pesa sulla spalla, fino arrivare al tuo posto, proprio qui, di fianco al mio, e appoggerai la testa sul banco, coprendoti gli occhi con i ciuffi di capelli tinti di rosso.
Quante volte ti ho visto appisolarti durante le lezioni. L’espressione accigliata scompare lentamente non appena ti allontani dalla realtà per ritornare nel mondo che abbandoni la mattina quando ti svegli.
Sento l’odore acre ti tabacco nelle mie narici ogni volta che respiri. Sei inconsapevole che quell’odore mi dà alla testa come fosse un afrodisiaco. Mentre tu ti riposi incurante di tutto quel che ti circonda, io perdo il senso delle cose circostanti e il mio sistema nervoso inizia a darmi impulsi che a fatica riesco a trattenere: la voce del professore scema, i compagni seduti ai loro posti scompaiono, il rumore della pioggia che picchietta contro i vetri della classe svanisce e nei miei occhi rimani solo tu.
L’istinto di infilare le dita tra i tuoi capelli tinti e seguire con i polpastrelli la cute fino a raggiungere la nuca mi viene frenato da un piccolo pensiero scomodo: e se poi si sveglia? Allora i muscoli delle mani appena appena tesi verso di te si rilassano per andare a riposarsi sulle gambe e il mio sguardo liquido di bramosia ritorna a posarsi sulla lavagna, disinteressato e annoiato: letteratura francese non è esattamente la materia che preferisco.
Vago con la mente iniziando a sognare ad occhi aperti: io e te in un parco, tu seduto a gambe incrociate sul muretto con la tua chitarra tra le braccia e io... Io sono in piedi dietro di te, con le braccia appoggiate sulla tua testa e il mio viso accostato ad esse. Gli occhi chiusi mentre mi godo le note morbidamente grunge che le tue dita fanno uscire dalle stringhe della Fender che tieni in braccio. Se mi concentro su quell’immagine riesco a sentire il tuo cuore pulsare sul mio petto pressato contro la tua schiena.
Poi la campanella trilla e son costretta a ritornare alla realtà: il professore ritorna ad essere davanti alla lavagna, i compagni di classe son di nuovo davanti ai miei occhi e le mie orecchie possono nuovamente sentire il rumore della pioggia sui vetri sovrastato dal vociare degli alunni ormai in pausa e tu... Tu ritorni a non sapere della mia esistenza.
Per quanto tempo ho immaginato?
Lancio una breve occhiata alla tua figura, allontanando subito lo sguardo quando vedo il tuo corpo muoversi appena. Sorrido ad Iris, che sta venendo verso di me, mentre con l’orecchio ascolto la tua sedia che striscia contro il pavimento dell’aula e tu che ti alzi e te ne vai nel completo silenzio dei tuoi passi.
Sospiro, rassegnata, dannandomi della mia codardia. Tutto è ancora come prima.
 

 
  
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