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Autore: lety_beatle    23/07/2014    3 recensioni
George era in vacanza, mentre Ringo si trovava sul set di un film, quindi John si era rivolto a Paul, che nonostante tutto si era precipitato in aiuto dell’amico. Voleva incidere una canzone che racchiudesse gli imminenti avvenimenti, quali il suo matrimonio con Yoko, e quello che era il loro “Bed-in”.
Paul non si era certo tirato indietro, pur sapendo che cosa riguardava il brano. Era ovviamente una scelta rischiosa comporre una canzone che narrasse degli avvenimenti di un singolo Beatle, della sua vita sentimentale. Non che gli altri non avessero mai inserito nelle loro canzoni il loro amore, i loro sentimenti, ma mai così apertamente, mai scrivendo una canzone nel cui titolo era presente il nome di una donna, fino a quel momento estranea.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE BALLAD OF JOHN AND PAUL
 
-Secondo me dovresti cambiare quell’accordo, non suona tanto bene- disse Paul, dopo ore che era chiuso in studio con John, indicando con il dito l’accordo che secondo lui era errato.
 
George era in vacanza, mentre Ringo si trovava sul set di un film, quindi John si era rivolto a Paul, che nonostante tutto si era precipitato in aiuto dell’amico. Voleva incidere una canzone che racchiudesse gli imminenti avvenimenti, quali il suo matrimonio con Yoko, e quello che era il loro “Bed-in”.
 
Paul non si era certo tirato indietro, pur sapendo che cosa riguardava il brano. Era ovviamente una scelta rischiosa comporre una canzone che narrasse degli avvenimenti di un singolo Beatle, della sua vita sentimentale. Non che gli altri non avessero mai inserito nelle loro canzoni il loro amore, i loro sentimenti, ma mai così apertamente, mai scrivendo una canzone nel cui titolo era presente il nome di una donna, fino a quel momento estranea.
 
Era un momento di crisi per la band, la sintonia iniziale era quasi completamente sparita, ma lì, in quello studio, con le loro menti aperte e sincronizzate, Paul si sentì di nuovo in quegli anni ormai trascorsi, che appartenevano al passato.
 
In particolare, si ricordò di un anno, quello in cui composero interamente una canzone insieme, in cui anche i loro cuori erano “sintonizzati sulla stessa radio”. E quell’anno, ovviamente, coincideva con la stesura di una delle loro canzoni più belle e famose, ‘I want to hold your hand’.
 
Certo, ora era diverso. ‘I want to hold your hands’ l’avevano scritta completamente insieme, ognuno aveva contribuito in egual modo alla composizione del testo e della melodia, John scriveva una frase e Paul era già pronto con quella successiva, mentre questa era di John, personale, e Paul stava solo contribuendo ad aiutarlo nell’incisione.
 
-Già, penso che tu abbia ragione- John destò Paul dai suoi pensieri, quindi prese la penna che reggeva tra le dita e corresse quel piccolo errore, facendo segno al compagno di avvicinarsi per vedere se quella nuova nota poteva andare bene.
 
La provarono nuovamente, questa volta aggiungendo gli altri strumenti, e riascoltandola capirono che andava bene così. Potevano finalmente andarsene a casa, ma i loro occhi si incontrarono.
 
Entrambi sembrarono dimenticare per un momento tutto il resto, tutto ciò che era attorno a loro, quando per sbaglio i loro sguardi si sfiorarono. Quanto era passato dall’ultima volta in cui erano stati completamente da soli? Quanto tempo era passato da quando riuscivano a ritagliarsi sempre un momento per loro due, nonostante gli impegni previsti per loro?
 
Ora erano cresciuti, certo, ma entrambi sapevano che dietro quei loro sguardi, dietro quella loro stupefacente alchimia, si nascondevano ancora quei due ragazzi che un tempo cercavano sempre di sfuggire da tutto e da tutti, dai loro impegni, dai loro stessi amici, semplicemente per stare da soli, per sentire lo sguardo di uno sull’altro, per farsi cullare dal ritmo dei loro cuori che sembravano sempre battere insieme –prima piano, con un ritmo regolato, poi più rapidi, quasi dovessero esplodere da un momento all’altro.
 
-Non pensi che sia rischioso?- Paul distolse lo sguardo da John, andandosi però a sedere accanto a lui, guardando per un attimo il foglio che reggeva tra le mani.
 
‘The ballad of John e Yoko’, era quello il titolo. Quando Paul lo aveva letto gli si era stretto il cuore nel petto, il suo respiro si era smorzato e un groppo gli era sorto in gola. Era difficile ammettere, o forse prendere consapevolezza, del fatto che John, ormai, aveva un’altra persona che si occupava di lui, che lo spronava ad esplorare nuovi orizzonti, che lo aiutava a riscoprire sé stesso, in poche parole.
 
-Cosa, Paul?- chiese John, stando attento a non incrociare nuovamente gli occhi del compagno, anche se sapeva già quale era la domanda che sarebbe seguita.
 
-Insomma John, hai visto la canzone? Non avevamo mai scirtto una cosa del genere, non sembra una canzone dei “Beatles”, ma una canzone di “John Lennon”. Capisci?- spiegò Paul, alzando lo sguardo verso John, che sembrava volerlo evitare.
 
-Perché tu credi che dureremo ancora a lungo insieme?- la domanda sorse spontanea, John non potè fermarla, ormai le parole che aveva nella mente erano uscite dalla sua bocca, e avevano trafitto il cuore del povero Paul. John giurò di averlo sentito trattenere il fiato per qualche attimo.
 
Quando si girò vide un Paul del tutto diverso da quello che aveva visto qualche attimo prima. Il suo volto, contornato dai lunghi capelli e barba neri, aveva assunto un’espressione triste, più di quanto John avesse mai visto sul suo viso. Gli occhi da cerbiatta erano arrossati, quasi come se Paul si stesse sforzando di trattenere le lacrime, che prepotenti cercavano di uscire.
 
Paul cercò di trattenerle, anche se i suoi occhi lucidi ormai lo tradivano.
 
No, John non lo aveva detto, non era possibile. Di sicuro lui aveva capito male quelle parole, o magari era solo un fatto di interpretazione sbagliata. Quelle sue ipotesi, però, non sembravano reggere il confronto con le parole di John.
 
-Paul…- iniziò il maggiore, prima di voltarsi completamente verso l’amico, il compagno, l’amante. –Non intendevo dire quello, cioè no…-
 
-Invece sì John, volevi dire proprio quello- Paul si asciugò di fretta una lacrima che gli era sfuggita, quasi come se quel gesto impedisse a John di vederla.
 
Paul era andato lì, da John, per aiutarlo con la sua canzone, perché sperava che quello –in qualche modo- potesse servire a fargli cambiare le strade che stava prendendo, facendolo tornare sui suoi passi, quei passi che da sempre avevano percorso insieme, e che Paul sperava di farlo ancora. In cuor suo sperava che quel loro.. incontro? Neanche lui sapeva bene come definirlo, comunque sperava che potesse servire al loro rapporto, al di fuori di quello “professionale”.
 
Non erano di certo un mistero i sentimenti che uno provava nei confronti dell’altro, ma nessuno dei due cercava di nasconderlo. Che senso avrebbe nascondere qualcosa di così evidente? Il loro semplice sorridersi confermava ogni minimo sospetto.
 
Quando si guardavano, poi… era come se entrambi vedessero la cosa più bella al mondo, i loro sguardi si riempivano di luce e quasi si immergevano uno negli occhi dell’altro.
 
-Paul- iniziò John, interrompendo i ricordi dell’amico -credi davvero che i Beatles continueranno ancora a lungo? Non vedi come tutti stiamo prendendo strade differenti, come ognuno cerca i suoi spazi?-
 
John sapeva quanti sforzi aveva fatto Paul per tenere ancora unito il gruppo, quanti nuovi progetti tirava fuori per cercare di riunire la band, facendola collaborare come una volta, quando erano ragazzi.
 
Il bassista non rispose alla domanda, o almeno, non rispose a parole. Distolse lo sguardo da John, quasi sapendo che davanti a lui avrebbe sicuramente detto quello che pensava.
 
No, non sarebbero riusciti a continuare perché si, stavano prendendo strade diverse. Ma era difficile da dire, era terribilmente difficile.
 
Era ancora vivido nella sua mente il giorno in cui si era incontrato con John…
 
-Vieni, vorrei presentarti qualcuno- aveva detto Ivan, quel loro amico in comune. –Lui è Paul McCartney, suona  la chitarra-
 
John era stato molto scettico, in fondo non credeva che gli sarebbe servito, ma quando lo aveva ascoltato, aveva capito una cosa molto semplice, un particolare che non gli era balenato subito alla mente.
 
A lui non ‘serviva’ Paul. John ne aveva bisogno.
 
…così come il ricordo dei loro momenti passati insieme, alle prese con le loro “lezioni” di chitarra.
 
-No, John!- una delle frasi che aveva ripetuto innumerevoli volte Paul –Quell’accordo è per il banjo, non per la chitarra.-
 
-Son proprio senza speranze- aveva detto John, coprendo la sua rassegnazione con una risatina.
 
-Non sei senza speranze, John, devi solo continuare a provare- Paul aveva cercato di consolarlo, vedendo dal lieve sospiro del compagno che non aveva funzionato.
 
-Tu credi, Paul, che io potrei mai riuscirci? A suonare la chitarra, intendo- aveva chiesto John, cercando conferme negli occhi di Paul, nel suo volto, nel suo sorriso.
 
-Si, John. Io credo in te-
 
Si era avvicinato quanto bastava a John, prima di dargli un leggero bacio sulla guancia, niente di che, un gesto quasi materno. Ma a John, come sempre, non era bastato. Aveva voluto di più, quindi aveva catturato le labbra di Paul in un dolce bacio, abbandonando la chitarra e avvicinandosi sempre di più all’amico, facendo così combaciare i loro corpi, assaporando quelle dolci labbra, assaporando Paul.
 
-Abbiamo finito qui, allora?- disse dopo minuti di silenzio Paul, per sviare la domanda che aveva fatto John, e per distogliere la sua mente da quei ricordi.
 
I ricordi che riaffioravano in superficie facevano troppo male, ed erano troppo difficili da sopportare e gestire. Paul non vedeva l’ora di andare a casa sua, per poter permettere alle sue emozioni di fuoriuscire, aggrappate alle sue lacrime.
 
John annuì leggermente, prima che Paul si girasse dirigendosi verso l’uscita, ma qualcosa lo bloccò. Lo sguardo di John era puntato su di lui, lo stava guardando andare fuori dagli studi, uscire per sempre dalla sua vita.
 
Paul pecorse a grandi passi la stanza, prima di trovarsi davanti a John, che era ancora seduto al suo posto.
 
Si chinò verso di lui, prima di appogiare le sue labbra su quelle di lui, catturandole in un altro bacio, questa volta diverso dagli altri. Quel bacio sapeva delle lacrime amare di Paul, che le erano sfuggite dagli occhi.
 
-Ti amo, John- disse Paul, staccandosi imporvvisamente dall’amico, prima di scomparire dietro la porta.
 
-Ti amo anche io, Paul- disse John, prima di farsi inghiottire dalla solitudine che era attorno a lui.
 
 
 
Note dell’autrice: ciao a tutti :)

Eccomi qui, con una nuova os. L’ispirazione per questa storia mi è venuta leggendo un libro, in cui si parlava appunto di come John si sia rivolto a Paul chiedendogli di aiutarlo con l’incisione di questa canzone, ‘The  ballad of John and Yoko’.

Vorrei ringraziare Kia85 per i consigli che mi ha dato, Chiara_LennonGirl06 che, armata di pazienza, ha corretto la mia storia e _SillyLoveSongs_ che ha iniziato a leggere le mie storie.

Un grazie particolare vorrei dirlo alla mia amica Clarice, perché mi aiuta sempre quando sono in difficolatà con una storia, ma soprattutto mi incoraggia a credere di più in me :*

Grazie anche alla mia Parabatai che legge sempre le mie storie e che sa come farmi sorridere, sempre <3

Spero che la storia vi sia piaciuta.

A presto.

lety_beatle
   
 
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