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Autore: sfiorisci    24/07/2014    6 recensioni
Una piccola riflessione di una bambina, poi di un uomo e poi del mondo sulla guerra; questo mostro di cui tanto sentiamo parlare, purtroppo, in questi giorni.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove la c’è guerra

 
Tutto iniziò quel giorno quando guardava le nuvole. Non c’era molta occasione di guardarle di quei tempi, sua madre non faceva altro che dirlo. Le ripeteva anche di stare in casa, di non uscire per nessun motivo ma – per sorte o per sfortuna – i bambini non danno mai retta ai genitori, si sa.
Così, a lei era stato proibito di uscire e di guardare le nuvole, di giocare, di conoscere altri bambini e tante cosa che, ad una persona della sua età non dovrebbero essere proibite.
E sua madre continuava a spiegarglielo, che era per il suo bene, che non doveva farla preoccupare e altre sciocchezze simili da madre. La bambina non le avrebbe creduto se non avesse visto le sue lacrime, o il suo terrore. Si sa che ai bambini va spiegato sempre tutto, che i loro occhi giovani sono innocenti e non conosco l’odio, la distruzione o la sete di potere. Solo che a volte non c’è tempo di spiegare, la cruenta verità li travolge prima che possano imparare a capire ciò che accade e non comprendono ciò che succede intorno a loro.
Improvvisamente gli uomini muoiono, le donne piangono, i bambini crescono chiusi in casa. E non capiscono – come potrebbero? – perché debbano avere tali privazioni, perché in giro ci sia tanta sofferenza e perché in cielo i grandi non guardano più le nuvole. Ogni volta che loro alzano i loro volti corrucciati al cielo rughe di preoccupazione gli percorrono la fronte; non ne vedono la bellezza, ma solo il pericolo.
La bambina di questa storia, quella a cui piaceva osservare le nuvole, era scappata dal paese in cui era nata, ora viveva con la sua mamma  in un luogo totalmente diverso, un logo in cui la gente era così occupata che non solo si dimenticava di guardare il cielo, ma spesso faceva fatica a ricordarsi che questo fosse sopra di loro.
Fatto sta che, arrivate nel posto in cui avrebbero dovuto vivere, un uomo chiese loro di dove fossero. La madre, gentilmente, gli rispose.
«Dove c’è la guerra» fu il suo commento quando udì il nome del Paese. La bambina rimase sorpresa da quell’affermazione: cos’era la guerra? Espresse i suoi dubbi a voce alta, nella sua lingua natia e l’uomo – un persona intelligente che sapeva parlarla – capì la sua domanda e, senza giri di parole, rispose alla bimba.
«La guerra è la peggior figlia dell’umanità. È viziata, cattiva, intollerante, vede ciò che vuole e se lo prende, ferendo e massacrando gli uomini».
Fu allora che, nella mente innocente della bambina, nacque una domanda, forse la più banale, ma quella a cui nessuno sapeva rispondere. E la bambina lo chiese, con la sua vocina buffa, con la sua passione per le nuvole, con suo padre morto per difendere la patria.
«Perché c’è la guerra?».
L’uomo intelligente non seppe rispondere alla sua domanda. La liquidò con un sorriso e una scrollata di spalle ma l’interrogativo posto da quella persona innocente lo tormentava.
Accade così che questa storia ha un nuovo protagonista e, come ogni volta che un nuovo protagonista entra in scena, necessita di presentazioni. Dovete sapere, dunque, che quest’uomo intelligente lo è davvero: non perché ha conseguito lauree o perché ha ricevuto un voto alto alla maturità, ma perché si prodiga per il prossimo, cercando di aiutare chi è in una situazione sfavorevole a lui.
Gli uomini intelligenti come lui hanno un cervello che lavora molto bene, capiscono molte cose e sanno che, per ogni nozione imparata ce ne sono altre tre sconosciute e lo accettano, capendo che il non-sapere è un effetto collaterale del sapere stesso. Solo che a questo uomo intelligente – l’attuale protagonista di questa storia – non andava giù il fatto di non sapere perché ci fosse la guerra.
Chi la voleva questa guerra? Ogni volta che ne parlava con altri uomini intelligenti questi gli dicevano che era la peggior cosa che potesse accadere, gli sciocchi non sembravano curarsene anche se la temevano, i governatori si auspicavano che questa finisse.
Allora, come mai c’era la guerra?
L’uomo intelligente aveva perso il sonno, aveva perso l’appetito e, un attimo prima di perdere anche la ragione, decise di condividere il dubbio che una bambina a cui piacevano le nuvole gli aveva passato passandolo a sua volta a qualcun altro.
Così iniziò a dipingere dei manifesti che attaccò nelle strade della sua città, fece girare tramite internet fino a quando molte persone non iniziarono ad esserne tormentati a loro volta.
“Perché c’è la guerra?” sembrava urlare la mente delle persone a cui il dubbio si era annidato. Ma non lo gridava solo la loro mente, ormai sembravano gridarlo anche i muri, anche le case, anche gli animali. Anche la guerra stessa sembrava voler conoscere le proprie radici.
“Perché c’è la guerra?” il grido ogni giorno si alzava di più, diventata sempre più forte e compatto, più persone cercavano di trovare risposta e meno la guerra sembrava avere un senso. Ora questa storia comincia ad avere più di due protagonisti e sono tutti uniti che non riesco a distinguerli gli uni dagli altri, per ciò vi parlerò di loro come se fossero stati uno solo.
Fu così che questa grande persona, fatta da tanti piccoli esseri, non trovò un origine per la guerra, né una spiegazione, o benefici o effetti positivi o altro. Ormai non la chiamavano più guerra, ma “Non senso” perché un senso non ce l’aveva.
E tutti gli abitanti del pianeta di questa storia – circa sette miliardi – capirono che la guerra non ha senso, così posarono a terra fucili, bombe e armi varie e si misero a piantare fiori, per un’altra domanda posta da un bambino innocente a cui l’umanità non aveva ancora trovato risposta.
Forse per quella dei fuori non la troveranno mai ma intanto, almeno in questa storia, grazie alla consapevolezza degli uomini, la guerra non esiste più. 



 
Se siete arrivati a leggere fin quaggiù sappiate che avete tutta la mia più sincera graditudine. 
Questa piccola os mi è venuta in mente mentre una mia amica Ucraina stava parlando e ha detto che il suo paese è "Quello dove c'è la guerra". Anche io come l'uomo intelligente cerco una risposta alla domanda di quella bambina innocente, ma non la trovo.  Però, al contrario di lui, sono una di quelle persone sciocche che laguerra la vede da lontano e la teme e questo è il mio piccolo tributo a una qualsiasi persona intelligente che vorrà fermarla.
Mi scuso se ci sono errori di battitura o di distrazione, ma sono le 00.36 e ho scritto questa os di getto, senza ricontrollarla.


Francesca.
   
 
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