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Autore: Koori_chan    24/07/2014    0 recensioni
E' il quindici Settembre, e gli studenti di un'anonima cittadina in riva al mare si vedono costretti a dire addio alle vacanze e a tornare fra i banchi di scuola.
L'unica persona a sembrarne entusiasta è la sedicenne Marianna Ferrari, secchiona per eccellenza nonché sfigata numero uno al Liceo Pertini. Si da il caso, però, che sin dal primo giorno di scuola la sua tanto adorata routine venga messa in pericolo da Alessandro Terrini, ragazzo irriverente e incomprensibile che si ritrova a frequentare per la seconda volta la Terza Liceo.
Marianna e Alessandro, la prima della classe e il ripetente, due ragazzi agli antipodi che si ritroveranno inaspettatamente alleati.
Un racconto di maschere, errori, opinioni sbagliate e giudizi affrettati.
Una storia di amicizia, incomprensioni, affetto e perdono.
Risate, lacrime, quotidianità e una promessa più tenace della solitudine, mentre si impara che ogni scelta ha il suo prezzo.
Una storiella banale, dopotutto, perché è così che va il mondo...
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Close your eyes,
So many days go by.
Easy to find what's wrong,
Harder to find what's right.
Breaking Benjamin, Dance With the Devil






Capitolo Secondo






Bisognava ammetterlo, l’ingresso in aula di Terrini era stato davvero teatrale.
L’intera classe aveva trattenuto il respiro, curiosa di vedere come avrebbe reagito la prof a quel palese insulto alla sua persona.
Quella, anziché spedirlo dritto in presidenza per il pessimo comportamento, gli indicò il suo posto con un cenno del capo.
- Mi auguro che almeno quest’anno tu possa imparare come si sta al mondo, Terrini. – sibilò mentre il ragazzo lanciava lo zaino per terra e si lasciava cadere pesantemente sulla sedia in ultima fila mangiucchiando gli ultimi rimasugli della sua brioche.
- Appena troverò qualcuno in grado di insegnarmelo, prof… - ribatté lui con un sorrisetto divertito e un cenno del capo.
Marianna si voltò in sua direzione, sul viso un’espressione scandalizzata.
Ma come si permetteva di parlare in quel modo a un professore?!
Si accorse che anche gli altri erano rimasti a bocca aperta di fronte al suo comportamento, e un leggero brusio si era alzato quando la professoressa non aveva replicato.
La donna batté una paio di colpi decisi sulla cattedra e alzò la voce per richiamare l’attenzione degli studenti.
- Ragazzi, fate silenzio! E vedete di non dargli troppa confidenza, o vi ritroverete anche voi a mettere le radici in Terza… - borbottò.
Alice si sporse appena verso la sua compagna e le diede un colpetto per attirare la sua attenzione.
- E’ un ripetente! – sussurrò, emozionata dalla novità.
Marianna roteò gli occhi e le rivolse uno sguardo scocciato.
- Fantastico. Proprio il tipo di persona che mi auguravo di ritrovarmi in classe… - commentò, cinica.
Prima che potesse aggiungere altro, però, la Pignaro le intimò di proseguire con la correzione dei compiti, occupazione a cui la ragazza si dedicò più che volentieri.
Meno pensava a quel disgraziato in ultimo banco, meglio era.
L’ora, a dispetto delle premesse, trascorse più o meno tranquilla, e Marianna ebbe modo di studiare un po’ meglio l’ambiente in cui si trovava.
La classe era a pianta quadrata, ventisei banchi erano disposti in tre colonne, quella opposta alla porta era da quattro file, le altre due da tre.
La cattedra stava di fronte alla colonna centrale, inquadrata fra due grosse e pesanti lavagne di ardesia; accanto a una di queste si ergeva, vecchio e pericolosamente accasciato da un lato, un armadio prefabbricato in legno chiaro sul quale spiccava una piantina allegra e colorata.
Alla parete opposta erano inchiodati gli appendiabiti, e i muri bianchi erano ricoperti di cartine e poster di chissà quali lavori di gruppo.
Dai grandi finestroni senza tende si aveva una stupenda vista sui tetti della città, fino al mare calmo e limpido al di sopra del quale i gabbiani si rincorrevano schiamazzando.
Un’ottima ispirazione per scrivere, si ritrovò a pensare Marianna un attimo prima che la campanella trillasse allegra per i corridoi.
Nonappena la Pignaro fu uscita, gli studenti si alzarono in piedi per sgranchirsi le gambe: qualcuno fece un giretto in corridoio fino al bagno, qualcun altro si affacciò alla finestra.
- Allora, Ferrari! Che ne pensi della magnifica sede? – scherzò Matteo appoggiandosi distrattamente al suo banco.
La bionda si accomodò un ciuffetto di capelli dietro l’orecchio, imbarazzata, poi fece spallucce.
- Ho visto ancora così poco… Il panorama dalla finestra non è male! – commentò con un sorriso.
- Sicuramente meglio dei cessi… - fu la finissima intromissione di Alice, ricomparsa dopo una rapida fuga in corridoio.
Marianna la fulminò con lo sguardo, ma quella parve non farci caso.
- Nell’ultimo a destra la porta è rotta, e quelli a sinistra sono tutti alla turca. – biascicò, le braccia incrociate al petto ad esprimere il suo disappunto.
Matteo rise e scosse la testa.
- Quante storie che fate voi donne! Piuttosto, la sapete la notizia? – continuò, con l’aria di chi è a conoscenza di un grande segreto.
Marianna scosse la testa, la coda bassa a spazzarle le spalle.
- Spara! – incalzò, curiosa.
Proprio in quel momento però una voce leggermente roca fece calare il silenzio all’interno della classe, mentre gli ultimi ritardatari filavano a sedere.
Marianna e Alice spalancarono la bocca, dietro di loro Matteo esibiva un sorrisetto soddisfatto.
Di fronte a loro se ne stava una donna minuta, sulla cinquantina abbondante, i corti capelli biondi a ricaderle sulla fronte e gli occhi nocciola nascosti da una sottile montatura d’argento.
- Buongiorno a tutti, ragazzi! Come molti di voi sapranno, il professor Cosso è andato in pensione… - esordì, trattenendo un sorrisetto al “finalmente” emerso dalla terza fila.
- Bene, si da il caso che sarò io a prendere il suo posto e, se tutto va bene, a portarvi fino in quinta. Perciò mi presento, mi chiamo Bianca Colli e sarò il vostro incubo peggiore per i prossimi tre anni! – concluse con un ghigno che, però, non aveva nulla di spaventoso.
Alice ridacchiò sotto i baffi.
- Se pensa di spaventarli è completamente fuori strada… - bisbigliò all’orecchio dell’amica.
- Ah, LaTorre, vedo che hai già da ridire! – la rimbeccò prontamente la prof.
La mora avvampò e si arricciò una ciocca attorno a un dito.
- Ma no, prof, stavo solo commentando la sua meravigliosa entrata in scena con Marianna! – si difese con un sorrisetto imbarazzato.
La Colli posò lo sguardo sulla compagna di banco e scosse la testa, portandosi una mano sul volto quando individuò anche Matteo alle loro spalle.
- Ah, Ferrari, LaTorre e Arcieri di nuovo nella stessa classe… E io che speravo di essermi finalmente liberata di voi… - fece ridacchiando.
- Se qualcuno di voi si stesse per caso chiedendo cosa sta succedendo, ho avuto la fortuna di essere la prof di Italiano di questi tre in succursale… - si premurò poi di spiegare con aria ironica mentre apriva il cassetto e ne faceva emergere il registro azzurro.
Firmò e diede un’occhiata all’elenco degli studenti, prima di alzare lo sguardo sui ragazzi confusi e stupiti dal suo atteggiamento così tranquillo e amichevole.
- Allora, siete davvero tanti… Che ne dite di presentarvi a mano a mano che vi chiamo dall’elenco? – propose, riscontrando l’approvazione generale.
Il primo fu, come sempre, Matteo.
Il ragazzo si alzò in piedi e si diresse verso la cattedra.
- Ciao a tutti! Mi chiamo Matteo Arcieri… - salutò con uno dei suoi sorrisi che scaldavano più del sole.
- Qualcosa di più, Arcieri? Il tuo nome lo so anche da sola… - lo incalzò la prof.
Il biondino alzò gli occhi al cielo e ficcò le mani nelle tasche dei jeans, mentre i maschi ridacchiavano e le femmine si perdevano in sospiri estatici.
- Ok, mi chiamo Matteo Arcieri e sono nel Club di Atletica della scuola, mi piace il calcio e il motociclismo… Così va bene? –
La Colli sospirò e gli fece segno di andare a posto.
Qualche minuto dopo fu il turno di Marianna di alzarsi e strisciare i piedi fino alla cattedra.
Trasse un lieve sospiro e alzò lo sguardo sui compagni.
- Salve… Sono Marianna Ferrari, mi piace leggere e… - ma prima che potesse aggiungere qualsiasi cosa alla Colli venne un’idea geniale.
- Marianna, perché non racconti ai tuoi compagni del viaggio che hai vinto quest’estate? –
Come se quelle parole fossero state veleno, la studentessa si voltò di scatto verso l’insegnante, gli occhi sgranati di panico.
No. No, no e no.
Quel discorso non doveva assolutamente uscire!
- Beh, ecco, io… - balbettò, sentendo il sangue che le affluiva a chiazze alle guance.
- Io… Ho vinto questo viaggio in Polonia e… beh, tutto qui… - borbottò in un sussurro.
La Colli si alzò in piedi e le batté un paio di pacche sulle spalle.
- Ah, Ferrari, sempre la solita modesta! Dovete sapere, ragazzi, che la vostra compagna ha vinto un viaggio per un suo stupendo componimento in onore delle vittime nei campi di concentramento e…-
- E per premio mi hanno spedita ad Auschwitz-Birkenau. Fine dell’avventura! – e con un sorriso teso e imbarazzato filò a sedersi a testa bassa, percependo come fuoco sulla pelle gli sguardi curiosi o sfottenti dei compagni.
Dannazione! E lei che voleva mantenere l’anonimato il più a lungo possibile!
Ecco qua, fregata già in partenza, etichettata da tutti come la super secchia raccomandata cocca dei prof.
Addio amicizie, addio tutto.
Grazie, Colli, grazie davvero…
Si lasciò cadere al suo posto e poggiò il mento sulle mani, se possibile ancora più ingobbita del solito, Alice che si alzava per presentarsi, seguita a ruota da un tizio dai capelli rossi che, esaltatissimo, aveva confessato di chiamarsi Alessandro Molini e di essere un fanatico di moto e motori, per grande gioia di Matteo.
- Giuro che è la volta buona che la impalo. – sibilò Marianna, ancora paonazza, quando riebbe l’attenzione dell’amica.
- Chi, la Colli? Dai, lo sai che è fatta così! – la difese Alice con un’alzata di spalle, mentre ragazzi e ragazze continuavano ad avvicendarsi alla cattedra.
- Mi ha fatto fare una figura di merda. Non gliela perdono. – sbottò la bionda, tornando ad immergersi nel libro di Letteratura.
Alice la osservò in silenzio per qualche secondo e si domandò se per caso non avesse portato i libri di tutte le materie, ma le sue elucubrazioni vennero prontamente interrotte dalla comparsa di fronte al suo banco di Terrini.
Indossava una felpa leggera, di un blu notte sbiadito dai molti lavaggi. I jeans erano sgualciti e strappati sulle ginocchia e gli occhi neri come pece erano cerchiati da lievi occhiaie.
Lì in piedi di fronte alla classe, le braccia conserte e lo sguardo duro, dava proprio l’impressione di essere davvero un tizio da cui guardarsi.
- Alessandro Terrini, bocciato e causa persa. Il resto non vi interessa.- e lasciando di stucco tutti quanti se ne tornò a posto, non prima di aver scoccato un’occhiataccia a Marianna.
Riavutasi in fretta dall’attimo di sbigottimento generale, la Colli elargì ai suoi studenti un grande sorriso materno e si rimboccò le maniche della camicia.
- Benissimo, ragazzi! Ora che le presentazioni sono fatte direi che possiamo incominciare a parlare di roba seria. Chi ha voglia di raccontarmi qualcosa della Trilogia degli Antenati? Molini, incominci tu? –
Tutti si voltarono verso il rosso trattenendo il respiro.
Come comunicare alla prof che, sapendo del cambio insegnante, nessuno aveva letto i libri per le vacanze?
E fu così che, fra sorrisi imbarazzati e scuse accampate all’ultimo secondo, anche il primo giorno di scuola giunse al termine, liberando gli studenti al suono angelico dell’ultima campana.
L’orda di ragazzi della Terza B si riversò fuori dall’aula in un boato di risate e grida sconnesse, mischiandosi agli allievi delle altre sezioni, finchè la piccola classe dai muri bianchi pieni di poster rimase vuota.
- Non c’è male, non c’è male… E poi la sede è molto più vicina a casa mia, devo dire che la nuova sistemazione è davvero soddisfacente! – Alice stava discutendo animatamente con la sua migliore amica, il casco rosa shocking del motorino sottobraccio.
- Sì, un inizio convincente, a parte l’uscita della Colli… - borbottò Marianna bilanciando meglio lo zaino verde sulle spalle.
- Ah, Mari, che palle! Vedrai che domani se ne saranno già dimenticati tutti! Piuttosto concentrati sui compagni nuovi e cerca di spiccicare qualche parola che esuli dall’analisi letteraria della Divina Commedia! – la prese in giro dandole una leggera spallata.
Marianna fece per replicare, salvo scoppiare a ridere per l’allusione dell’amica.
- Che stupida che sei! E comunque chi non sa apprezzare la Commedia non è degno della mia amicizia! – commentò alzando il mento in un atteggiamento di finta superbia.
Alice infilò il casco e raspò nella tasca esterna dello zaino alla ricerca delle chiavi del motorino.
- Speriamo che Terrini sia incline allo Stil Novo, allora! Dopo l’occhiata che ti ha lanciato quando si è presentato… -
L’altra scosse la testa.
- Quel tizio è pessimo, con lui non farei amicizia nemmeno se fosse discendente diretto di Dante e Virgilio insieme! Dai, Aly, l’hai sentito? “Alessandro Terrini, bocciato e causa persa. Il resto non vi interessa.”! Come se ce ne potesse davvero fregare qualcosa di uno spaccone come lui… - fece scimmiottando la sua presentazione in una voce cupa.
- Uno così è meglio perderlo che trovarlo, fidati di me! – ma si accorse troppo tradi del viso improvvisamente pallido dell’amica.
Un solo, unico pensiero le attraversò la mente investendola come una doccia ghiacciata.

Ce l’ho dietro. Dimmi che non ce l’ho dietro.

- Buongiorno anche a te, Auschwitz-Birkenau! –
Si voltò lentamente, trovandosi faccia a faccia proprio con colui che aveva appena insultato senza alcun riguardo.
Avvampò e gli scoccò un’occhiata gelida, infastidita dalla nuvola di fumo che le soffiò in faccia.
Quello prese la sigaretta fra le dita e lasciò che la cenere cadesse a terra, inarcando appena un sopracciglio nello squadrarla da capo a piedi.
Poi, senza dire una parola, la sorpassò e con un cenno all’indirizzo di Alice si diresse verso il fondo del parcheggio.
Le due ragazze, spiazzate, rimasero in silenzio sotto l’azzurro cielo settembrino, la brezza leggera in arrivo dal mare ad accarezzare i loro visi come se nulla fosse successo.
La riccia mise in moto, l’espressione esterrefatta.
- Sono spacciata. – sentì piagnucolare l’amica.
Alice le regalò un ghignetto divertito e le fece l’occhiolino, uscendo piano dal parcheggio e inizando a dare gas.
- A domani, impiastro! – e in men che non si dica la sua figuretta alta e atletica era scomparsa dietro all’angolo della strada.
Marianna si voltò cautamente in direzione di Terrini, e sobbalzò nel vederlo ancora lì a fissarla da lontano.
Infastidita, si ficcò gli auricolari nelle orecchie e alzò il volume mettendo in riproduzione casuale.
Linkin Park.
Perfetto, proprio quello che ci voleva per sbollire la tensione di quell’assurdo primo giorno di scuola!
Salì sull’autobus appena prima che questo chiudesse le porte e si andò a sedere in fondo, lontana dagli altri studenti, lo sguardo puntato sulla vista fuori dal finestrino e la mente altrove.
Considerando la sequela di figuracce che aveva fatto, come diamine sarebbe riuscita a sopravvivere al secondo giorno di scuola?
E mentre il cellulare le mitragliava i timpani con le note di “What I’ve Done” e l’autobus sbuffava di fatica arrancando su per la collina, una nave attraccava al porto salutando la città con la sua potente sirena e le vecchie ciarlavano affacciate ai balconi pieni di fiori e piantine di salvia e rosmarino.
Nonostante tutto, quel giorno nulla era cambiato poi così tanto…













 
Note

Ebbene, eccoci qui con il secondo capitolo di questo esperimento!
Finalmente il primo giorno di scuola è giunto a un termine, e la nostra Marianna ha già avuto modo di fare un bel po' di figure di merda~
Quella ragazza è un disastro cronico, nonostante si impegni da matti perchè non si noti.... xD
Ed ecco che abbiamo gettato un po' di luce anche sul fantomatico Terrini... Wow, sai che luce. Non si è manco presentato come si deve.
Beh, il caro ragazzo dell'ultimo banco è fatto così, e dovrete abituarvici, purtroppo...
Che dire invece della Colli? Una tipa stranza, senz'ombra di dubbio, ma in fondo è buona...
Cosa ci aspetterà nel prossimo capitolo? Faremo la conoscenza di qualche personaggio nuovo e chissà che non si iesca a scoprire qualcosa di più sul misterioso e inquietante ripetente? Sono sicura che Alice sarebbe contentissima di poter indagare un po'! xD
Grazie mille a chi recensisce/preferisce/segue/legge/blabla, vi voglio bene! <3

Alla prossima,

Kisses,
Koori-chan
  
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