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Autore: williams    27/07/2014    0 recensioni
I suoi occhi erano fissi nei miei, quei bellissimi occhi colore del mare, li leggevo, raccontavano milioni di storie mai vissute, amori persi ricambiati, dolore, sofferenza, ma non c'era odio, non per me. Era arrabbiata, questo era ovvio, con me, e con chi senno?! Ma non mi odiava, e sono sicuro che tutt'ora non mi odi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Nel tuo mondo non ci sono mai entrata."
Ricordo quelle parole come pugnali inflitti nel petto senza alcuna pietà. Io non riuscivo a capire, e nemmeno adesso, dopo due anni, riesco ad immaginare perchè se ne è andata senza farsi più sentire, senza più farsi vedere.
I suoi occhi erano fissi nei miei, quei bellissimi occhi colore del mare, li leggevo, raccontavano milioni di storie mai vissute, amori persi  ricambiati, dolore, sofferenza, ma non c'era odio, non per me. Era arrabbiata, questo era ovvio, con me, e con chi senno?! Ma non mi odiava, e sono sicuro che tutt'ora non mi odi.

                                                                                         ***

Passeggiavo tranquillamente, com'era mio solito fare, per quelle strade, calpestate ormai da milioni di volti.
Ero sovrappensiero, ripensavo a un caso di omicidio che mi era stato sottoposto, e in quel momento l'ambiente circostante non mi toccava minimamente. Ma dovetti tornare alla realtà, quando andai contro una donna, e caddi nei suoi occhi. E io quegli occhi già li avevo visti.

"Mi scusi."
Furono le uniche parole che pronunciò prima di dileguarsi verso il vicolo.

Io, invece, ero ancora stordito. Non poteva essere lei, ma avrei indagato, se era tornata un motivo c'era, e io dovevo sapere la verità.

Il tribunale era pieno di giovani avvocati, e magistrati che discutevano. Colpevoli che andavano verso la loro pena. Pane quotidiano, ma io non potevo non pensare a lei.
E il destino non mi avrebbe messo i bastoni fra le ruote, visto che in tribunale rincotrai quei meravigliosi occhi azzurri.

Le serviva un avvocato che seguisse il suo caso, e subito mi intromisi nella conversazione tra lei e l'addetta all'assegnazione dei casi.

"Se vuole posso aiutarla io."

"Non vorrei disturbarla."

"Ma si figuri, venga nel mio ufficio ne possiamo parlare."

Ci accomodammo ed evitammo convenevoli, visto che lei arrivò subito al dunque.

"Mio marito, il mio ex marito, mi perseguita da tempo, lascia minaccie di morte ed io ho paura, paura per l'incolumità di mia figlia."

Ha anche una figlia, si è proprio dimenticata di me, non mi ha nemmeno riconosciuto, pensai.
"La aiuterò signora.."

"Signorina, Berkley."

Ha cambiato nome, se ne è andata, adesso è tornata, perchè?

"Ana.." mormorai.

"Come prego?"

"No niente pensavo ad alta voce."

"Sei sempre lo stesso, John."
Allora mi ha riconosciuto!

"Perchè? Perchè te ne sei andata via Ana?"

"Sono stata costretta, suvvia John, questo non è mai stato il mio mondo, io nel tuo mondo non ci sono mai entrata."
Ancora quelle, taglienti, parole.

"Ma cosa dici?!"

"Elizabeth è tua figlia."

"Spiega anche a me, Ana io non ti sto capendo."

"Rimasi incinta di te e tua madre lo scoprì prima che potessi darti la notizia. Mi disse che non mi amavi, che per te ero una storiella passeggera. Mi disse che io non avrei mai potuto essere tua moglie, che siamo troppo diversi, sia caratterialmente sia a livello sociale. Andiamo, John, tu vieni da una delle famiglie più influenti di Londra, mentre io vengo da un piccolo quartiere malfamato, pensi davvero che mi avrebbero visto di buon occhio al tuo fianco? Allora ho deciso che sarebbe stato meglio cambiare aria, continente, e me ne andai in America, conobbi mio marito, il mio ex-marito."

"E adesso perchè sei tornata?"

"Mi pare di averti già illustrato la situazione, e per Elizabeth quello non è un posto sicuro."

"Io, io non so che dire."

"Cosa vorresti dire? Eh, John? Volevo che sapessi che è tua figlia, dato che partiremo e non torneremo mai più, e stavolta davvero non vedrai più il mio volto."
O i tuoi meravigliosi occhi azzurri, pensai tra me e me.

"No, Ana, ora che sei tornata non voglio perderti più, rimarrai qui, con me, con Elizabeth, formeremo la famiglia che dovremmo essere."

"Non essere stupido, pensi che sia facile? Credi seriamente che Elizabeth, dopo quello che ha visto possa fidarsi di uno sconosciuto?"

"Sono suo padre."

"Ma lei questo non lo sa, e non capirebbe, ha solo 14 anni."

"Ti prego, Ana, resta."
  
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