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Autore: SaltVinegar    28/07/2014    11 recensioni
'Non abbatterti, Nina.
Non mostrare mai agli uomini quanto dipendi da loro.
Non dipendere mai dagli uomini.
Dipendi sempre da te stessa, sii la tua stessa ancora.
Non mostrarti debole davanti a nessuno, mai.'

E' il 27 luglio. Ian e Nina si incontrano al ComicCon; lui è visibilmente ubriaco, lei è visibilmente stanca, ed entrambi si evitano per tutta la serata. Ma all'after party succede qualcosa, qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. E a me piace pensare che, alla fine, tutto andrà proprio così. Se vi ho incuriosito, leggete e recensite. ♥
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BE YOUR OWN ANCHOR.


 
Nina si guarda allo specchio, mordicchiandosi il labbro inferiore. Non c'è nessuno, nel camerino è completamente sola, ed è in quel momento che potrebbe anche lasciarsi andare. Lasciarsi andare, dopo che per tutto il giorno ha semplicemente finto. Finto di stare bene, finto di essere felice, finto di sorridere. Dopo che tutto il giorno ha fatto foto con chiunque, ha scherzato, ha ballato, ha fatto autografi. E tutto sempre insistentemente col sorriso sulle labbra. E' questo che fa una vera Donna. Sua madre glielo dice sempre: 'Non abbatterti, Nina. Non mostrare mai agli uomini quanto dipendi da loro. Non dipendere mai dagli uomini. Dipendi sempre da te stessa, sii la tua stessa ancora. Non mostrarti debole davanti a nessuno, mai.'
E lei c'era riuscita, per tutto il giorno, durante le interviste, e poi la sessione degli autografi, e poi durante il panel. Non aveva creduto che sarebbe stato così difficile, però, quando le hanno annunciato che tutti e due sarebbero stati al Comic Con di San Diego. Ovviamente l'aveva sospettato; lei, in qualità di protagonista, avrebbe dovuto esserci per forza, e nessuno sano di mente non avrebbe invitato Ian Somerhalder, a causa dei fan che si ritrova in tutto il mondo. Si aggiusta i capelli, simulando un sorriso davanti allo specchio, il sorriso che ha avuto per tutto il giorno, cercando di non crollare quando lo vedeva, decisamente ubriaco, con le guance rosse, gli occhi leggermente lucidi. Ian che, durante le interviste, non riusciva a completare una frase e lei doveva trattenersi per non ridere, e per non finire per guardarlo come aveva sempre fatto, ogni volta che si erano ritrovati insieme, anche dopo che si erano  lasciati. Si alza, togliendosi il vestito che aveva indossato al panel, e pesca quello che Ilaria le ha lasciato per l'after party del comic con. E' un vestito nero, troppo carino, che le stringe sulle vita e le ricade morbido sulle gambe Calza le scarpe nere e ritorna allo specchio, mettendosi un po' di ombretto leggero e tracciando una piccola fila con l'eyeliner, attenta a non sporcarsi. In realtà, quello non è il suo compito; la gente continuamente la veste, la pettina, la trucca, si assicura sempre che sia in perfette condizioni. Ma questa sera ha deciso che, almeno per un po', doveva essere libera di stare da sola, senza fingere ogni volta che le chiedevano 'come stai'. Prende un respiro profondo mentre la mano le trema leggermente quando passa l'eyeliner nell'altro occhio. La riga dovrebbe essere perfetta, ma quella diavolo di mano le trema, e una riga nera le arriva fino a metà fronte. Appoggia la mano contro il tavolino, prende un respiro, il labbro inferiore le trema leggermente.
Non deve piangere.
Non ha pianto per tutto il giorno, è stata forte e si è mostrata felice.
Sii l'ancora di te stessa.
Prende una salviettina, la passa sulla riga nera e aggiusta la riga, si pettina i capelli, passandoci le mani piene di un balsamo che non conosce che le hanno praticamente imposto di utilizzare. Dovrebbe fissare i capelli, o qualcosa del genere. Controlla l'orologio e si alza, barcollando leggermente sui tacchi ed appoggiandosi al tavolino, gli occhi neri, colorati da delle lenti a contatto, vede una bottiglia, e scoppia a ridere. Katerina le ha davvero lasciato una bottiglia di vino aperta semi nascosta nel camerino. Si avvicina, l'agguanta e comincia a bere un paio di sorsi. E ancora, e ancora. E solo dopo essersi resa conto che dovrebbe già essere all'after party, e che qualcuno ha appena bussato alla sua porta, che va ad aprire, con gli occhi anche lei leggermente lucidi. Ian si presenta al Comic Con completamente fatto? Bene, allora vorrà dire che anche a lei sarà concesso perdere la testa, una volta ogni tanto. Ilaria è fuori ad aspettarla, con le braccia conserte, e la squadra per un minuto buono, prima di fare un breve accenno con la testa. A quanto pare è tutto apposto, può andare.
'Ciao Ilaria, ci vediamo dopo' fa un sorriso, alza la mano e si avvia verso il party, non troppo lontano da lì. Barcolla leggermente, schermando gli occhi alla luce dei flash prima di abituarsi. Sii la tua stessa ancora. Sorride, agitando la mano, portandosi indietro i capelli, camminando con sicurezza verso il locale. Tira fuori l'iPhone, controlla twitter, i piedi la portano praticamente da soli alla sua destinazione. E' pieno di gente. Riconosce praticamente tutti, e sorride, e manda baci, si avvicina, abbraccia la gente. C'è Colin, l'attore che interpreta Capitan Uncino in Once Upon a Time. Adora quel telefilm, e lui è davvero un tipo gentile, uno dei tanti con cui ha fatto un selfie proprio quella giornata. C'è Ben McKenzie, arrivato per promuovere il nuovo telefilm Gotham. C'è Eliza Taylor, la star di The 100, e Devon, un altro attore di quel telefilm. Si guarda intorno, apparendo più forte di quello che è, quando in realtà si sente praticamente sperduta. Dov'è Paul? E' stata con lui per tutto il giorno, l'ha fatta sorridere, ha impedito ad Ian di avvicinarsi troppo, l'ha sopportata e supportata e adesso non lo vede. Sii la tua stessa ancora. Respira un po' più piano, ricerca con gli occhi un volto più conosciuto degli altri, ma non vede nessuno. Si sente stringere per un polso, si gira, con un sorriso tirato sulle labbra, sorriso che diventa subito più sincero quando vede Kat. L'abbraccia, questa volta spontaneamente. Lei non le chiede come sta, semplicemente per il fatto che sa che la sua risposta sarebbe una bugia camuffata per realtà.
'Andiamo dentro, Nina?' le chiede trattenendola per il polso.
'Sì però.. Cercavo Paul, so che sta con Phoebe, volevo salutarla perché oggi non l'ho vista.' Continua a guardarsi intorno, rallegrata dal fatto che non ci siano paparazzi o fotografi nelle vicinanze. Ecco perché adora le feste private.
'Forse sono dentro al locale.' Kat cammina in avanti, e Nina comincia a seguirla. Ok, magari un Cosmopolitan le farebbe bene. O un Margarita. O qualsiasi altra cosa contenga un po' di alcool, visto che a quanto pare il vino non era bastato.
'Ah Kat..' fa un mezzo sorriso, avvicinandosi per parlarle all'orecchio. Non vorrebbe che la gente sapesse che ha bevuto un po', prima di andare al party. 'Grazie del vino, l'ho decisamente apprezzato.'
Katerina sorride. 'Sempre, per le amiche.'
Nina si lascia trascinare, continuando a sorridere alla gente che conosce, fino a quando non entra nel locale. Continua a guardarsi intorno, con il solito sorriso sulle labbra. 'Dov'è il bar, Kat?'
'Non lo so, credo da quella parte' Il locale all'interno è molto più pieno che all'esterno, e Nina ci mette poco a perdersi Kat. Continua a cercarla, si sente quasi soffocare, e continua ad andare avanti, zigzando tra la gente, salutando ormai senza nemmeno rendersi davvero conto di chi le sta parlando. Prende un bicchiere di qualcosa da un cameriere che sta passando in quel momento, e si fa forza per non berlo tutto d'un sorso, e si rende conto solo dopo un paio di secondi che è champagne. Ne beve un altro sorso, e prende aria. Qui, al bar, c'è meno gente rispetto all'ingresso. Abbassa lo sguardo sullo champagne, ne beve un altro sorso, e quasi contemporaneamente sente il sorriso diventare più spontaneo. Alza lo sguardo nello stesso istante in cui sente nascere una risata, una di quelle risate liberatorie di quando sei sbronza e il mondo ti sembra un luogo decisamente migliore, ma quella risata le muore in gola. Smette di respirare, per un po' di secondi. Il cuore accelera, lo sente distintamente sbattere contro la gabbia toracica. Gli occhi si fanno lucidi. Sii la tua stessa ancora. Non deve piangere. Non deve farlo. Non qui, non ora. Deve distogliere lo sguardo, sa che deve, ma non ci riesce. Ian Somerhalder è proprio davanti a lei, poco più in là. I suoi occhi sono socchiusi, le sue mani sono tra i capelli di quella ragazza che conosce sin troppo bene. Quella ragazza che era lì a consolarla quando lei ed Ian si erano lasciati, quella ragazza con cui andava in vacanza, con cui rideva, scherzava, beveva, con cui si faceva foto, con cui ballava. Ian Somerhalder e Nikki Reed si stanno baciando, proprio davanti a lei. Non lo credeva possibile, non poteva essere vero. Stringe le mani contro il flute di champagne, ormai quasi vuoto. Sente gli occhi bruciare, si sente malferma sulle gambe e si sente invadere da un rossore sulle guance quando vede un paio di gente che la sta guardando. Guardano lei, la povera ex di Ian Somerhalder.
Sii la tua stessa ancora.
Le occorre tanta forza di volontà per piegare le labbra all'insù e sorridere, alzare il flute e bere un altro sorso di champagne, come se niente fosse. Si sente malferma sulle gambe, ma non lo da a vedere. Ha gli occhi lucidi, ma adesso è dovuto solo all'alcool. Fa una risatina, notando un ragazzo poco più in là. Ad occhio e croce, avrà una trentina di anni. Si avvicina, sfiorandogli appositamente il braccio contro il suo. Sta bevendo, è da solo.
'Ehi, io ti ho già visto! Dio, adoro...' ok, Kat le aveva detto qualcosa riguardo a quel ragazzo. Che recitava in una serie tv, una comedy dal titolo... 'Baby Daddy! Assolutamente! E' una delle mie comedy preferite' in quel momento sperava davvero che fosse una comedy, e di non essersi confusa con un altro telefilm.
'Sono Derek. E tu sei Nina, giusto?'
Dio, ma i Derek se li prende tutti lei? Sta già per trovare una scusa ed allontanarsi, di nuovo, quando lancia un'altra occhiata ad Ian. Stanno lì, a ballare, lui le sposta un capello, portandoglielo dietro l'orecchio, e le sussurra qualcosa. Lei ride, un po' imbarazzata, e lo guarda negli occhi.
'Sì, sono Nina. Ti va di ballare? Adoro questa canzone.' in realtà nemmeno la conosce, quella canzone. Gli sorride, portandosi la mano davanti alla bocca, un atteggiamento che ha imparato ad avere quando ha cominciato ad interpretare Katherine. Fa la sexy, o almeno ci prova. Lui sembra abboccare, si avvicina, e lei porta una mano sul petto di lui, risalendo e sfiorando con i polpastrelli la sua camicia fino ad arrivare alla spalla. Gli mette la mano vicino al collo, un passo avanti per andare più in mezzo alla pista, dove anche le altre persone si stanno muovendo. Lo sa che è sbagliato, ma non può fare a meno di pensare che forse Ian si ingelosirà, o si pentirà del suo comportamento. Si avvicina col corpo a quello di lui, lo guarda negli occhi, e tutto quello che vede sono gli occhi di Ian. Si morde il labbro, continua a ballare, si avvicina a lui, e sente le sue mani sulla sua schiena, in basso. Si avvicina lentamente, lanciando un'occhiata ad Ian. Non la sta guardando, non gli interessa nulla. Socchiude gli occhi con forza, avvicinandosi al viso di Derek. Il suo bacio non la soddisfa, non riesce nemmeno per un attimo a farle dimenticare cosa sta facendo e perché lo sta facendo. Lui le mette le mani tra i capelli, e tutto quello che riesce a pensare è che ha le mani troppo grandi, e le labbra troppo carnose. Si stacca quasi subito, prendendo un respiro profondo e facendo un altro sorriso, ma è proprio in quel momento che vede Ian che la sta guardando. Quegli occhi di ghiaccio guardano solo lei, e quello sguardo è più intenso di cento baci con Derek. Niente potrebbe reggere il confronto. Lo vede prendere Nikki ed allontanarsi, e si sente crollare il mondo addosso. Ian non la vuole, Ian ha rinunciato a lei. Se ne rende conto davvero solo ora, quando lo vede allontanarsi, senza voltarsi indietro, senza chiederle che diamine sta facendo. Ian ha rinunciato a lei e lei non se n'era nemmeno accorta, perché anche se non stavano più insieme, anche se erano distanti, lui la faceva sentire ancora la donna più amata della terra. Lui le scriveva, la cercava, lui parlava di lei in ogni occasione, e lei ha sempre saputo che, in un modo o nell'altro, lui ci sarebbe stato sempre. Ma il fatto che adesso lei se ne stesse andando, non la rendeva poi così sicura.
'Devo..' le mancava il fiato, le mancava la parola. 'Devo andare a prendere una boccata d'aria.' non lo saluta nemmeno, comincia a camminare, evitando la gente, con lo sguardo basso, i capelli a coprirle il viso. Non se ne rende nemmeno conto quando comincia a piangere, sente le lacrime caderle sulle guance e si rende conto che non è capace di trattenerle, che quelle continuano a cadere e che la sua ancora è andata, è perduta. Ian era la sua ancora, e se ti rendi conto che l'ancora non c'è più? Allora a cosa ti aggrappi? Esce dalla porta di sicurezza, non si rende nemmeno conto che magari da lì non potrebbe uscire. Continua a guardare a terra, la vista offuscata dalle lacrime, e si sorprende quando va a sbattere contro qualcuno. Alza lo sguardo, pronta a scusarsi. Ben McKenzie è davanti a lei, e adesso non può più nemmeno fare finta di nulla. Continua a piangere, silenziosamente, lo guarda negli occhi e si lascia andare, abbracciandolo con tutte le sue forze. Non c'è bisogno che dica nulla, perché Ben ha già capito. Lo sente abbracciarla, sente le sue mani contro la sua schiena e Nina posa  la testa nell'incavo della sua spalla. Dura qualche secondo, e poi altri flash, e lei si sente stordita, a causa dell'alcool, a causa delle sensazioni che ha provato questa sera. Si stacca dall'abbraccio, fa un sorriso a favore della fotocamera, anche se non sa quanto potrebbe risultare credibile, e poi sente Ben che la trascina verso l'auto, mettendole una mano sulla schiena.
 
E' notte fonda, a San Diego. Nina rovista nella borsa alla ricerca dell'iPhone, trovandolo pieno di messaggi. Arriccia il naso in una smorfia, mentre cammina lungo la via del centro. Ben l'ha lasciata un paio di ore fa, dopo essersi assicurato che tutto andasse bene, e lei ha cambiato le scarpe scomode con un paio di ballerine, e il vestito con un semplice paio di jeans, una canottiera nera ed un giubbetto in pelle nero. Non ha voglia di leggere quei messaggi, già solo per il fatto che ha appena letto tutti i mittenti. Kat, Paul, Julienne, principalmente. E adesso non può fare a meno che evitare di rispondere ad ognuno, continuando a camminare, senza avere una meta ben precisa. Il telefono continua a vibrare, lo stringe nella mano con forza, ma la vibrazione diventa più insistente. Quando si decide a guardare chi la sta chiamando, preferirebbe decisamente aver lasciato l'iPhone in hotel. Perché diavolo Ian la sta chiamando? Clicca il tasto di rifiuta chiamata, buttando il telefono in borsa. Ricomincia a vibrare. Stringe le labbra, rifiuta di nuovo la chiamata e guarda lo schermo, e, per la terza volta, il nome di Ian vi compare scritto. Trattiene il respiro, trattiene anche le lacrime quando risponde, portandosi l'iPhone all'orecchio.
'Nina? Nina, dove sei?' la sua voce, quella nota preoccupata. Non può fare a meno di pensare a quanto cavolo le era mancato tutto questo. 'Nina, dimmi dove sei.'
'Ian.' il tono di voce è incredibilmente fermo. 'Non ti dirò dove sono. Non voglio più avere niente a che fare con te, devi lasciarmi in pace. Devi.. devi andartene, non devi più parlarmi, non devi più chiamarmi.' Stringe le labbra, stringe la mano contro al cellulare. 'Tu non hai più alcun diritto su di me.' richiude la chiamata, prendendo un respiro. Si stringe nelle spalle, rimettendo il cellulare in borsa e continuando a camminare. Non fa molta strada, più che altro cerca di sorreggersi sulle gambe per evitare di cadere, con la testa che ancora le gira, e cercando di non farsi notare tra la folla di gente a San Diego, ma qualcuno la prende per un polso per la seconda volta consecutiva quella sera. Si volta, pronta ad urlare, ma ammutolisce nello stesso istante in cui incrocia quegli occhi azzurri. Non si mostrerà debole davanti a lui, non l'ha mai fatto.
'Vattene.' glielo dice con voce ferma, agitando il braccio affinché lui la lasci, ma la sua presa è d'acciaio.
'Bisogna parlare, ma non qui.' la trascina in un hotel più vicino, Nina vede il flash dei paparazzi, abbassa lo sguardo schermandosi il viso con i capelli. Continua a seguire Ian, stringendo la mano in un pugno fino alla sua suite all'ultimo piano.
'Devi lasciarmi.' e finalmente Ian la lascia. 'Devo uscire di qui, devi smetterla di seguirmi, devi smetterla di parlarmi.' il tono di voce si sta alzando. 'Ti sei scopato una delle mie amiche' alza le mani su di lui, spingendole contro il petto, non può farne a meno. 'Ti sei scopato Nikki. Di tutte le persone che avresti potuto scoparti, ti sei andato a prendere una mia AMICA?' gli da un'altra spinta, mentre lo guarda negli occhi. Non piange, ha finito tutte le lacrime. 'E adesso che l'hai fatto, che cazzo vuoi da me? Tu non devi parlarmi, tu non devi guardarmi, tu devi lasciarmi in pace.' Come lei ha cercato di fare per tutto il giorno. Lo guarda negli occhi, e non ha nemmeno voglia di sentirlo ribattere. Cammina verso la porta, ma lo vede mettersi in mezzo tra la porta e lei. 'Devi levarti.' o potrebbe non rispondere delle sue azioni.
'Devi ascoltarmi, Neens'
'NON CHIAMARMI NEENS.' gli da un'altra spinta, anche se questa volta c'è solo la porta, dietro ad Ian.
'Mi dispiace. Mi dispiace aver creduto che potessi dimenticarti con Nikki, Nina, mi dispiace' la guarda negli occhi, mettendoci tutta la sincerità di cui è capace. 'Mi dispiace di aver pensato anche solo un secondo che lei bastasse per colmare tutto quello che tu hai lasciato quando te ne sei andata.' quando mi hai detto di no, dicevano i suoi occhi. 'Mi dispiace di averti deluso, e di averti fatto stare male. Ti ho aspettata per un anno, continuavo a guardarti, a sognarti, a parlare di te, e poi mi sono detto che sarei dovuto andare avanti, che era inutile aspettarti quando tu evidentemente non hai mai cambiato idea riguardo a noi. E ci ho provato' si avvicina, prendendole le mani, e lei non riesce a scansarsi, con le gambe inchiodate al pavimento. 'Ma non ci sono riuscito, Neens, perché tu sei tutto quello che vedo.'
Lei è tutto quello che lui vede.
Nina non può fare a meno di guardarlo, e di sorridere, e di ridere. Di ridere davvero, felice, forse complice un po' l'alcool, ma Ian è come l'alcool. Il solo averlo vicino ti rende felice, ti fa stare girare la testa, ti fa avere le vertigini. Ride come non le succedeva da un po', avvicinandosi a lui, piano. 'Ian...' alza la mano su di lui, sfiorandogli una guancia. 'Ian, ti amo così tanto.'
Lui la guarda, la mano che finisce sul fianco di lei, gli occhi persi in quelli di lei, ghiaccio su nocciola. 'A volte l'amore non basta, Neens.'
Quelle parole ormai non la feriscono più, perché ha capito, con il tempo, quanto sono vere. Possono due persone amarsi così tanto da non riuscire a stare distanti, da non riuscire ad immaginarsi con altre persone? Può quel determinato tipo di amore non bastare? 'Lo so, Ian.' si avvicina a lui, andando a dargli un bacio a stampo sulla bocca. Si allontana di pochi centimetri, continuando a guardarlo. 'Ma potrebbe bastarci...'
'Per questa notte.'
'Per questa notte'. sente le mani di lui, prepotenti, andare a toglierle il giubbotto di pelle. Lo sente cadere a terra, sente il top nero alzarsi, mentre lui glielo leva dalla testa. Sente le sue mani correre veloci a slacciare i bottoni della camicia di lui, anche se vorrebbe strapparla, e poi sente il contatto con la pelle di lui. Quell'odore che non respirava da tanto, troppo tempo. Si abbracciano, si respirano, si baciano.
Non importa se è sarà solo per una notte, o se quella notte cambierà radicalmente le loro vite. In quel momento non potrebbe esistere niente di diverso, niente di più bello di loro due, nudi e vicini nello stesso letto, che si scambiano promesse che sanno entrambi che saranno difficili da mantenere. Ma anche se fosse per una sola notte, o per tutte le altre notti a venire, ritrovarsi insieme dopo tanto tempo, è come tornare a casa dopo un lungo viaggio.
 


Spazio Autrice;
Il disagio che è in me ha preso il sopravvento. E' la mia prima OS Nian, ma dopo gli avvenimenti di oggi non potevo proprio non scrivere qualcosa. Siate clementi. ♥
  
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