“Scrivere
a qualcuno è l’unico modo di aspettarlo senza
farsi del
male”.
(Italo
Calvino)
Nelle notti
insonni
e nelle
pigre ore pomeridiane,
talvolta non
mi sovvien l’eterno
né le
morte
stagioni [1],
ma barlumi
di ricordi
e un dubbio
di atavica angoscia.
Se avessi
trovato le parole
e avessi
imbracciato il coraggio come un’arma,
tu cosa
avresti detto,
cosa avresti
fatto?
Se ci fossimo
parlati –
se ci
fossimo sbagliati?
E se, nel
desiderio di proteggermi,
ti avessi
spezzato il cuore?
Ma quello
dei se è un gioco
crudele;
niente
distrugge come l’incertezza,
una domanda
mai posta,
un biglietto
mai scritto.
Amore,
amore,
tu eri il
mio amore;
ed io non
ero sola,
non sola,
per quel
breve tempo.
[1] Citazione
loschissima dell’Infinito
leopardiano.
Word vomit
dal sapore ermetico. Praticamente uno schifo, e ne sono perfettamente
consapevole.