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Autore: Lacus Clyne    29/07/2014    2 recensioni
Una notte di fuga per la vita. Mentre il tempo scandisce gli ultimi attimi, il passato riemerge prepotentemente nei ricordi del Guerriero Bianco. Una fiaba al sapore di verità, la promessa di un Re triste e della sua amata perduta. Il presente. Il futuro.
Riusciranno le due metà del cuore a riunirsi?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Flora Perfume, Kajitsu Momose, Yuuki Momose, Zolder Grave
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Anii-sama, mi racconti ancora una volta la fiaba del giardino delle rose? Quella del re triste e della principessa che lo fece sorridere di nuovo!

La voce della bambina, così entusiasta mentre chiedeva con insistenza, per l’ennesima volta, di ascoltare una fiaba che sin da allora gli era sembrata fin troppo vivida e nostalgica per essere soltanto un racconto d’invenzione, gli riecheggiò nell’anima, mentre continuava a correre.

Non doveva fermarsi. Se avesse esitato, anche soltanto per una volta, sarebbe stato raggiunto. E i suoi avversari non l’avrebbero certo sfidato a Battle Spirits. Il mondo reale era sempre stato così crudele con lui, con Kajitsu. Avevano deciso di fuggire insieme, per avere una nuova vita, quando coloro che stavano loro intorno e che avrebbero dovuto proteggerli, non facevano altro che tacciarli di mostruosità. E’ un abominio! Quella bambina è un mostro! Non può essere mia figlia, no! Yuki, stalle lontano! Anche tu sei come lei?! Voi non siete esseri umani!

Già, sarebbe stato bello un mondo in cui poter vivere per ciò che si era. Eppure, Yuki sentiva di non aver bisogno nemmeno di un posto del genere, per se stesso, quantomeno. Gli era sufficiente vedere il sorriso della sua sorellina, anche quando, ammalata, davanti alla sua espressione in pena, lo rassicurava con una carezza e gli sorrideva, come nessun'altra sapeva fare. La mano di Kajitsu è sempre stata più fredda del normale…

L’aveva accarezzato anche poco prima di spirare, chiedendogli di ritrovarla ancora. In un altro tempo, in un altro mondo. E gli aveva confidato, affranta, di non voler morire.

Certo, dannazione! Chi vuole morire così?!

Aveva affrontato fuori di sé il Re del Mondo Altrove che gliel’aveva tolta, ma aveva fallito.

E non era mai stato così vicino alla morte, quando il suo simbolo, il diamante, era stato danneggiato.

C’era una volta, in un regno lontano, coperto da infinite distese di neve, un Re triste. Alla sua nascita, aveva soltanto metà cuore. Suo padre il Re precedente, temendo che non sarebbe sopravvissuto, chiese alla divinità protettrice di quel regno, Ragna-Rock Signore del Fato, di conoscere il destino del neonato, la notte stessa in cui venne al mondo. Questi rivelò che un giorno, di lì a cento anni, il giovane Re avrebbe dovuto lottare per ritrovare l’altra metà di quel cuore, che albergava nella rosa più pura, oltre il Mondo di Diamante.

Yuki portò la mano sul petto, respirando a fatica. Aveva perso il conto del tempo trascorso a fuggire. Aveva trovato riparo nel sottopasso della metropolitana, mischiandosi agli irriducibili che si affrettavano a prendere l’ultimo treno della sera. Tirò su il bavero della giacca pesante, facendo attenzione a non guardare verso le telecamere di sorveglianza. Con un po’ di fortuna, sarebbe riuscito a sfuggire agli inseguitori scendendo alla terza fermata, contando di raggiungere il quartiere in cui abitava Dan. Le informazioni che aveva ottenuto poche ore prima, infiltrandosi nella cerchia malavitosa che faceva il lavoro sporco per i potenti, sarebbero state preziose per la loro causa. I Maestri della Luce ormai non potevano più vivere. Yuki aveva scoperto l’esistenza di un piano per mettere a tacere le loro voci per sempre, se non avessero desistito dai loro propositi di ribellione. E se Kenzo, Hideto, Mai e Clackey avevano ceduto alle pressioni, Yuki e Dan erano rimasti i soli a voler combattere. “Per Kajitsu. Perché la memoria della principessa farfalla, ingiustamente sporcata, sia finalmente riabilitata. Per la nostra amica, perché la sua morte è stata ingiusta e voglio che abbia giustizia”, aveva detto Dan a uno sconvolto Yuki, che mai come in quel momento si era sentito spalleggiato. Sapere che qualcun altro oltre lui desiderava combattere per la memoria di sua sorella, gli aveva dato coraggio.

Forza. Ancora un po’ ed è fatta.

A bordo del treno, tra gente presa da pensieri di ogni genere, sempre più ignara delle vite dietro anche solo a uno sguardo, Yuki raccolse dalla tasca una delle sue carte preferite. Ragna-Rock era lì.

Anii-sama! Il Re vinse la battaglia, vero? E riuscì a trovare la rosa più pura?

Yuki sorrise, mentre Ragna-Rock svaniva momentaneamente dalla sua vista e gli occhi lilla di Kajitsu lo scrutavano con aria assorta.

Certo che ci riuscì. Ma quando arrivò al giardino del palazzo del Mondo di Smeraldo, trovò una distesa di rose meravigliose. Non poteva sapere quale fosse quella in cui albergava l’altra metà del suo cuore. E così, si mise a esaminarle tutte, una per una.

Il Re triste era attento come te, Anii-sama!

Notò la piccola Kajitsu, con una punta d’orgoglio che fece rallegrare Yuki.

Ancora di più, piccola. L’impresa si rivelò davvero difficile, quando il Re, dopo aver raccolto tra le dita l’ultima rosa, esausto, crollò a terra. Il suo cuore spezzato ormai non riusciva più a battere con energia tale da permettergli anche solo di rialzarsi, tanto era debole. Ma quando pensò di stare per morire, intravide qualcuno che si chinava di fronte a lui. La mano gentile che gli accarezzava i capelli era calda a confronto della sua pelle, glaciale come il diamante. Il Re sollevò lo sguardo, sentendo che il suo cuore, a quel tocco, ritrovava forza. E quando finalmente fu in grado di alzarsi, rimase estasiato dalla fanciulla che aveva di fronte e che gli sorrideva con dolcezza infinita.

Chi siete voi, a cui devo la vita?

Domandò, stupito.

Gli occhi lilla di lei brillarono.

Benvenuto nel mio regno, mio signore. Sono la Principessa del Mondo di Smeraldo. Hououga Fenice Implacabile, la divinità protettrice di questo mondo, aveva predetto il vostro arrivo. Voi che portate la metà del mio cuore, sono davvero felice di fare la vostra conoscenza, Maestà.

L’annuncio della fermata servì da brusco ritorno alla realtà. Yuki si affrettò a riporre in tasca la sua carta, poi sospirò, prima di avviarsi all’uscita. Doveva essere veloce, per non correre rischi. Ormai, l’orologio scandiva attimi alla mezzanotte. Il sottopasso, a quell’ora, era deserto, se non fosse stato per qualche clochard o alcolizzato di turno. A quella fermata, tra l’altro, erano scese poche persone, ormai affrettatesi a uscire. Il cuore di Yuki prese a battere con più forza. Pochi passi ancora lo separavano dalla sicurezza. Si incamminò rapidamente verso le scale che portavano in superficie, traendo coraggio dal solo toccare le carte che portava in tasca.

“Momose Yuki!”

Una voce maschile troppo vicina anche solo per provare a negare o fuggire.

Yuki si fermò, deglutendo.

“Quanti diavolo siete, eh?”

Percepì il sorriso compiaciuto dell’uomo che aveva vicino. Poi voltò appena la testa. Quarantina, soprabito e guanti neri, pistola in stiletti di ceramica alla mano. Un classico.

“Ragazzo. La vita non è come quel gioco. Sai che hai oltrepassato il limite, vero?”

Yuki affilò lo sguardo, seccato.

“La vita non è un gioco. Puoi anche risparmiarti il come. L’ho sempre saputo, sin da quando Kajitsu e io eravamo bambini. Per noi la vita non è mai stata nemmeno lontanamente simile a qualcosa di piacevole. Spero che almeno questo ti sia chiaro. Quel gioco, come lo chiami, Battle Spirits, è l’unica possibilità che mia sorella e io abbiamo avuto per poter essere normali. Non chiedevamo altro. Lei non lo faceva. Ma immagino che per gente come te, come quelli per cui lavori, le mie parole non abbiano importanza. Ma lascia che ti dica una cosa. Collaborare col Re del Mondo Altrove porterà solo disgrazie. Quell’uomo che tanto avete osannato sarà la causa stessa della vostra fine. Avete sbagliato a fidarvi e anche se ora chiuderete la bocca a me, un giorno verrà qualcuno che metterà un punto a tutta questa storia.”

“Consegna quello che hai, Momose Yuki. Non te lo ripeterò ancora.”

Yuki portò guardingo le mani alle tasche. Sapeva che non c’era modo per lui di sfuggire. Uno lo teneva sotto tiro, altri dovevano essere nascosti, pronti ad agire in caso di mosse false. Era stato imprudente a scendere a quella fermata, se n’era reso conto troppo tardi. Ma aveva ancora un'ultima cosa da fare.

Il Re fece costruire un giardino di rose nel Mondo di Diamante, così che ogni volta che la Principessa lo raggiungeva, aveva la sensazione di essere a casa.

E poi vissero felici e contenti, Anii-sama?

Vorrei dirti che era così, Kajitsu. Ma il Re aveva peccato di superbia, credendo che niente e nessuno avrebbe più potuto separarlo dalla sua amata. Il cuore diviso a metà, che si completava quando entrambi erano insieme, venne separato di nuovo dall’arrivo di un crudele nemico che era intenzionato a conquistare i loro regni. E non poterono fare nulla per contrastarlo, tanto era potente.

Ma è terribile…

Le lacrime di Kajitsu erano identiche a quelle che la Principessa aveva versato quando il suo amato era stato colpito.

Yuki, tentando un’ultima, disperata mossa, trasse dalla tasca la prima carta che gli capitò a tiro. Woden il Grande colpì di striscio il sicario, permettendo al Guerriero Bianco di ripararsi in uno degli anfratti del sottopasso.

Dan, mi dispiace…

Trattenne il fiato giusto il tempo di tirar fuori il dischetto che aveva nascosto nella giacca e di distruggerlo, spezzandolo in due. Lo schiocco ne rivelò la posizione al sicario, che lo raggiunse in pochi istanti.

“E’ la fine, ragazzino. Mi spiace, davvero.”

Yuki lasciò cadere i pezzi del dischetto a terra, appoggiandosi al muro dietro di lui. Gli occhi d’ambra erano impenetrabili, così come la sua espressione. Una maschera gelida, degna di un Re che aveva perso la voglia di vivere. Non sentì lo sparo. Il silenziatore era attivato. Percepì una pressione a livello dello stomaco, come se avesse ricevuto una scarica di pugni nello stesso punto e il calore radiante lasciò il posto, poco alla volta, al freddo. Si accasciò, mentre il sicario raccoglieva i pezzi del dischetto e metteva la pistola nella mano di Yuki. La vista cominciò a offuscarsi, tanto che intravide soltanto la sagoma che si allontanava, nel silenzio interrotto soltanto dal suo respiro sempre più difficoltoso.

“K-Kaji-tsu…”

Gli sembrò, all’improvviso, che il dolore non fosse più nemmeno così forte. Sollevò, o meglio, trascinò il braccio fino alla tasca, raccogliendo per l’ultima volta le sue due carte preferite. Il ricordo della loro promessa.

Anii-sama… sono sicura che i due amanti separati riusciranno a ritrovarsi un giorno.

Yuki aveva aggrottato le sopracciglia, mentre sistemava il deck, pronto alla sua prima battaglia a Grand Rolo. Le guance di Kajitsu avevano ripreso un filo di colore, segno che il Nucleo Progenitore di cui era custode aveva recuperato un po’ di stabilità. L’aveva abbracciato, sfiorando con le dita leggere la carta di Ragna-Rock.

Ha due simboli. Il bianco e il verde. Rappresentava l’unione del loro cuore. E la promessa, per entrambi, di ritrovarsi, un giorno. Non importava in che tempo, in che luogo. Loro si sarebbero ritrovati. E Hououga avrebbe vegliato sul giardino di rose, attenendo il momento in cui il Re bianco e la Principessa verde sarebbero tornati.

Yuki rantolò, sentendo la vita scivolargli tra le dita. Ormai, non riusciva più a vedere nemmeno le sue carte.

“Yuki-sama…”

Gli sembrò di sentire la sua voce, dolce e premurosa come sempre, in un sussurro.

E d’improvviso i suoi occhi offuscati tornarono a vedere. Farfalle verdi, intorno a lui. Ritrovò la forza, sentendo il corpo più leggero, libero dai vincoli mortali. Sollevò la mano pallida, subito raccolta da una altrettanto diafana. C’era un giardino costellato di rose bianche e verdi, tutto intorno. Yuki sorrise. Kajitsu, di fronte a lui, splendida nel suo abito bianco, fece altrettanto.

“Yuki-sama, nella prossima era…”

“Ci ritroveremo, te lo giuro. Qualunque cosa accada, tu e io ci ritroveremo.”

Le ali possenti di Hohouga sbatterono, riempiendo lo spazio di petali di rose. Yuki strinse la mano di Kajitsu, che fu presto scomposta in migliaia di farfalle.

“Kajitsu! Non lasciarmi! Non andare via! Ho bisogno di te!”

 

 

Riaprì gli occhi, nella luce notturna. La sua mano, più scura di quanto ricordasse, era sollevata a mezz’aria, come se volesse afferrare qualcosa.

“Di nuovo… quell’incubo…”

Sospirò, poi si voltò appena, notando la mazoku stravagante che si era appisolata accanto alla sua poltrona di comando. Una farfalla verde si era posata sul suo braccio. E lei aveva un’espressione nostalgica, anche nel sonno.

“Flora…”

La sua coda si mosse, come se l’avesse sentito.

Zolder Grave sorrise, sfiorando con delicatezza le ali di smeraldo della farfalla, che scomparve. Si puntellò sul braccio, rimanendo a fissare la ragazza addormentata.

“Ti ho ritrovata finalmente, Kajitsu…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ehm... ok, pensavo di metterci di più, ma alla fine, rieccomi con quest'altra OS! Assieme a quella su Mai, ci tenevo a raccontare anche questa parte! :) E' triste, vero? Penso che il rapporto tra Yuki e Kajitsu sia meraviglioso! Questi due non sono solo fratelli, ma al tempo stesso, reincarnazione di due amanti separati e davvero molto sfortunati... mi piace pensare che le carte che rappresentavano il loro amore senza tempo avessero una loro identità a loro volta, ed ecco che attraverso la fiaba, quel ricordo di un tempo così lontano, anche Hohouga e Ragna-Rock avevano una loro esistenza di divinità protettrici dei Mondi a cui appartenevano (Per questo Ragna-Rock l'ho immaginato di simbolo bianco, in origine). Il finale... beh, un altro missing moment, stavolta pre-finale Brave, quando Zolder dice a Dan che ha recuperato i ricordi di Yuki! :) Che ne dite, è plausibile?

Un grazie a chi leggerà e spero, vorrà lasciarmi un pensiero! :)

 

 

  

  
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