Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    29/07/2014    4 recensioni
Il telefono era già al terzo squillo, e Shu non riusciva a trovarlo. Eppure l'aveva poggiato da qualche parte quando aveva cominciato a preparare la valigia. Cominciò a sparpagliare qua e là i panni che aveva messo sul letto, senza successo.
- Fa' che sia Shin, ti prego. -
Finalmente lo trovò, incastrato tra il cuscino e il portafoglio.
Quando sullo schermo vide lampeggiare “Sayoko”, la serie di brutti pensieri che lo perseguitava da tre giorni raggiunse il culmine.
Fanfic ambientata nello stesso universo di "Ancora una volta", si svolge alcuni mesi più tardi. Inizialmente avevo pensato di lasciarle più indipendenti l'una dall'altra, ma alla fine ho messo diversi riferimenti a ciò che era accaduto nelle precedenti, quindi vi consiglio caldamente di leggerle nel giusto ordine cronologico. XD
Avvertimenti: morte di un personaggio secondario.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il bianco si mischiava al trasparente in lente volute. Si attorcigliava e disperdeva ai margini come latte versato nell'acqua.
Ma al centro, dove si trovava Shin, era compatto e candido. Non era in grado di stabilire da quanto si trovasse lì: era quel genere di luoghi - che purtroppo aveva già avuto modo di sperimentare - in cui il concetto del tempo era diverso da quello che regolava la sua vita sulla terra.
Ma sapeva che non era poco, e sapeva di aver consumato ormai quasi tutto quello a sua disposizione.
Aveva cercato da uscire da quella nube liquida più di una volta, nuotando con tutte forze, ma non era riuscito nemmeno ad avvicinarsi ai bordi.
Il bianco lo tratteneva al centro, e lo investiva con la sua cacofonia di voci. C'erano quelle di Tenku, di Kourin, di Kongo e di Rekka, che subito di erano riunite a Suiko, fondendosi.
Dietro ad ognuna di esse c'era la voce di uno dei suoi nakama, ma c'erano anche altre voci.
Suoni di odio e di battaglia, di sete di potere e di violenza e forza incontrollabili. Conosceva bene quelle voci, vi si era opposto con tutto sè stesso molti anni prima. Ed ora, non sapeva come, erano tornate a tormentarlo, e non lo lasciavano risalire in superficie.

 

 

Un ruggito sommesso ed una lingua umida e ruvida furono ciò di cui aveva bisogno per riuscire finalmente a svegliarsi. Ryo si sollevò a sedere sul letto, i muscoli della schiena indolenziti e la testa che ronzava, come sempre quando faceva uno di quei sogni che lo trascinavano in profondità e gli portavano messaggi.
Byakuen era chino su di lui e lo osservava con espressione preoccupata.
"Sto bene, sta' tranquillo." Si massaggiò la fronte, cercando di riacquistare lucidità.
Un altro ruggito, una sorta di protesta.
"Ti dico che va tutto bene. Adesso scendi da questo letto, prima che lo sfondiamo."
La tigre balzò giù, non prima di avergli assestato un'ultima lappata dal mento fino alla tempia. Ryo ridacchiò, ma gli occhi erano seri. Si mise in piedi.
"Andiamo, dobbiamo parlare con gli altri."

 

"Cosa significa che è intrappolato?" Shu si era innervosito subito, praticamente appena Ryo li aveva riuniti tutti in cucina per parlargli del suo strano sogno.
"Non lo so."
"E da cosa è intrappolato?"
"Non lo so."
"E allora cos'è che sai?!"
Seiji si passò una mano sugli occhi: man mano che la situazione peggiorava, quei due impiegavano sempre meno a scaldarsi. Ryo era come dinamite che faceva saltare in aria intere montagne, e Shu era una montagna di una certa mole. Figurativamente parlando, ovviamente.
"So che ho sognato Shin. Cercava di tornare da noi, ma non ci riusciva. E c'era qualcosa che non lo lasciava andare."
Touma si mise in piedi tra i due, che erano seduto ai lati opposti del tavolo.
"Sei sicuro che non fosse semplicemente un sogno? Magari sei preoccupato per lui, e..."
"No. So distinguere un sogno creato dalla mia mente da qualcosa che mi arriva da uno di voi."
"E' strano, però. In genere è più facile che il legame si manifesti quando siamo svegli."
"Cos'è, non mi credi?"
"Sto solo cercando di analizzare le cose con calma. Non possiamo agire alla cieca, senza aver capito esattamente cosa hai visto e perchè."
Seiji decise di intervenire.
"Può darsi che ciò che lo tiene in trappola impedisca al legame di funzionare a livello conscio. Abbiamo provato a raggiungere Shin diverse volte in questi giorni, e non ci siamo riusciti."
Touma annuì.
"Sì. pensavo fosse per via dell'indebolimento di Suiko, ma forse c'è davvero qualcosa che ci blocca."
"Izumi?"
"Forse."
"Quel maledetto demone continua a far danni! - Shu non riusciva ad accettarlo. - Ma perchè diamine Shin si è impuntato a salvarlo?!"
"Però non mi convince... - Touma passeggiava avanti e indietro per la stanza. - Ryo, nel sogno riuscivi a vedere cosa lo bloccava? Che aspetto aveva?"
"Era... beh, era piuttosto indefinito. Però era bianco, e mi dava la sensazione di qualcosa che in realtà conosco molto be..."
Si bloccò a bocca aperta, gli occhi che si sgranavano e la mano sollevata a mezz'aria che tremava impercettibilmente. Un brivido percorse anche gli altri tre.
Seiji, che fino a quel momento aveva preferito tenersi in disparte, poggiato alla finestra della cucina, si avvicinò al tavolo. Anche Touma smise di passeggiare, e si chinò in avanti, le mani premute sul piano di legno, nel tentativo di non farsi prendere dal panico.
"Ryo. Era... una kikoutei?"
Ryo si coprì il volto con le mani, cercando di ricordare con precisione la sensazione provata in sogno. La sovrappose a ciò che ricordava dell'armatura bianca, e di ciò che aveva sentito ogni volta che l'aveva indossata.
"Io... credo di sì."
Seiji chiuse gli occhi, stringendo le labbra.
"Un'altra armatura bianca..."
Shu saltò in piedi.
"Ma come è possibile?! L'abbiamo... l'abbiamo richiamata noi?"
Touma allontanò una sedia dal tavolo e ci si sedette.
"Può darsi. Quando abbiamo riunito i poteri per svegliare Shin, inizialmente avevano cercato di confluire verso Ryo. Non abbiamo avuto tempo di pensarci, ma anche l'altra volta la Kikoutei aveva scelto Rekka.”
“Però siamo riusciti a riportarla indietro. Non l'ho sentita formarsi.”
“Ma di fatto l'abbiamo costretta a rifluire dentro a Shin. Anche se, in questo caso, forse avrebbe dovuto indossarla.”
“Forse era troppo debole per riuscirci.”
“No, io credo che la Kikoutei non voglia essere indossata da uno di noi che non sia Ryo. - Seiji si allontanò di nuovo verso la finestra, ma continuò a parlare. - Credo che si opponga a Suiko, e che quindi rimanga sospesa a metà. E di conseguenza, tenga sospeso anche Shin.”
“Quindi non si sveglia perché l'armatura bianca non glielo permette?”
“Credo di sì.”
Touma si fermò a riflettere qualche istante.
“Sì, credo che Seiji abbia ragione.”
“Quindi abbiamo sbagliato a riunire i poteri?”
“Non avevamo scelta, ed in un certo senso ha funzionato. Solo che abbiamo creato anche qualcosa che non lo lascia ritornare.”
“E quindi come facciamo a liberarlo?”
“Dobbiamo richiamare la Kikoutei.”
“Ryo, lo sai cosa significa, vero? Già non sarà facile farla uscire da lì: ammesso che ci riusciamo, cosa credi che succederà? Quasi sicuramente si unirà a Rekka, e tu dovrai portarne di nuovo il peso.”
“Cercheremo un modo per disperderla. E se si riformerà dentro di me, dovremo solo fare molta attenzione a non richiamarla mai. In fondo, non sarà molto diverso da quello che abbiamo fatto in questi anni.”
Seiji lo guardò duramente.
“Sai bene che non è così. Sarà molto più difficile evitare di evocarla, ora che l'abbiamo lasciata riformare.”
“Hai un'altra soluzione? Credi che Shin possa aspettare ancora a lungo?”
Nessuno rispose. Come tre giorni prima, ognuno di loro aveva cercato di dissuadere l'altro dal fare qualcosa che sapeva inevitabile.
Il primo a riscuotersi fu Shu.
"E come facciamo a fare una cosa del genere?"
Touma sospirò: "Non ne ho idea."
"Cosa significa che non ne hai idea?!"
"Significa che non lo so! Ti ricordo che l'armatura bianca è apparsa la prima volta in condizioni estreme, e del tutto al di fuori della nostra volontà. All'inizio non capivamo nemmeno come evocarla, ed ogni volta ci costava uno sforzo enorme. E anche dopo non è mai stata davvero in nostro controllo, e sappiamo tutti come è finita! - Touma aveva alzato la voce, e si impose di ritornare ad un tono più pacato. - Perciò non so assolutamente come faremo ad estrarla da Shin. Non sono nemmeno sicuro che sia possibile farlo..."
“Forse... - Seiji sembrava incerto. - Forse dovremmo concentrarci sul nostro elemento. Ognuno di noi deve cercare di richiamare il proprio.”
“Come se cercassimo di scomporla?”
“Sì. Anche se dubito che sia possibile spezzarla. Però il legame che ognuno ha con il proprio potere dovrebbe rendere più facile il contatto. Non ha senso che cerchiamo di richiamarla così intera, anche perché non la sapremmo governare.”
“D'accordo, proviamoci. Non ha senso aspettare ancora.”

 

Touma mosse il collo nel tentativo di sciogliere i muscoli.
Di fronte a lui erano seduti Ryo e Seiji, mentre Shu era salito a prendere Shin.
Cercò di allentare la tensione concentrandosi suoi dettagli di ciò che vedeva. Stavolta si soffermò su Ryo, e sui bracciali che indossava sempre. Erano cinque o sei, e ormai erano consunti e scoloriti. Sembravano fondersi alla sua pelle scura, e non stonavano affatto con le sue mani grandi e piene di calli e cicatrici.
Ce n'era uno di cuoio intrecciato. Uno di cordino scuro, con alcune perline di pietra dura. Una fascetta, anche questa di cuoio, un braccialetto dell'amicizia azzurro che aveva annodato per lui la bambina dei suoi vicini, e una catena di argentone annerito.
Non sembravano oggetti adatti ad un guerriero, ma quando Ryo combatteva indossava l'armatura, e l'armatura li nascondeva, insieme a tutto ciò che lo rendeva umano.
Touma fu riscosso dai propri pensieri dai passi di Shu che scendeva le scale portando tra le braccia Shin, avvolto in una coperta.
Lo adagiò sulle sedute che avevano tolto dai divani e posato a terra in modo da formare un materasso improvvisato.
Avevano deciso che lo spazio della camera da letto era troppo angusto per qualsiasi cosa potesse scaturire da questo loro tentativo. La grande sala a doppia altezza sembrava più adatta, anche se non significava che non avrebbero comunque potuto distruggere tutto anche solo in un istante.
Si riunirono in cerchio attorno a lui. Raccolsero una sua mano inerte e gliela posarono sul petto, poi riunirono le loro su di essa.
Come avevano stabilito, ognuno di loro si concentrò sul proprio elemento. Inizialmente trovarono quello che albergava in loro, ma dopo poco riuscirono ad isolare quella parte che era stata invece estratta ed ora si trovava all'interno di Shin.
Era simile a come erano abituati a percepirlo, ma conteneva in sé anche note nuove, come se si sovrapponesse agli altri in alcuni punti, creando sfumature e colori nuovi.
Quando Seiji sentì che il contatto era ben saldo per ognuno di loro quattro, sollevò lo sguardo verso Ryo, che annuì appena.
“Adesso.”
Creando con la mente una sorta di flusso che penetrasse all'interno del petto di Shin, lo usarono come se fosse una corda, e tirarono.
Tirarono e tirarono, cercando di richiamare fuori quello che tre giorni prima avevano fatto entrare.
Erano immobili come statue, ma i loro volti tradivano lo sforzo che stavano compiendo.
Le yoroi comparvero attorno a loro come ombre, vibrando e rimanendo immateriali.
Rekka era quasi una fiamma.
Kourin brillava e pareva fatta di luce, e Tenku era come vento che si avvolgeva attorno al corpo.
Kongo sembrava fatta di cristallo durissimo ma trasparente, e dopo qualche istante apparve anche Suiko, che tremolava come acqua mossa dal vento in piccolissime onde.
Ma poi divenne tutta bianca, e cambiò forma. L'elmo divenne più squadrato, gli spallacci e la schiena più grossi e meno aggraziati.
Sembrava quasi che la Kikoutei si sarebbe lasciata indossare da Shin, ma poi fu Suiko a tornare ad avvolgerlo. Fu un istante di calma prima della tempesta: una luce densa e vibrante si espanse dal suo corpo, allargandosi in una sfera che li attraversò tutti, e che continuò a crescere fino a riempire tutta la stanza.
I vetri delle finestre presero a vibrare, alcuni esplosero. Le tende vennero risucchiate fuori come se all'esterno della casa ci fosse stato il vuoto, e tutto cominciò e scricchiolare e gemere.
Gli oggetti più piccoli si sollevarono dai mobili cominciando a vorticare per la stanza, schiantandosi a terra e contro i muri.
L'aria si riempì presto di schegge e frammenti di tutto ciò che stava andando i frantumi, e di tutto ciò che entrava da fuori – Foglie, terra, sassi – risucchiato all'interno dall'onda di energia che aveva smesso di espandersi, e che ora si stava addensando al centro, poco sopra di loro.
Era così forte che alcune grosse nubi si raccolsero sopra al tetto della casa, e il vento prese a scuotere gli alberi attorno in tante direzioni diverse, quasi come un vortice.
Cercarono di sollevare lo sguardo sulla kikoutei, che rapidamente stava prendendo forma, mentre i capelli frustavano loro il viso, e tutto ciò che vorticava nella sala li colpiva, riempiendo i loro visi e le loro mani di graffi e piccoli tagli.
“Si sta... si sta formando!”
“Dobbiamo distruggerla!”
Cercarono di eseguire la vestizione, ma non vi riuscirono.
Erano indeboliti dallo sforzo di aver mosso l'armatura bianca, ma soprattutto non riuscivano ad addensare il proprio elemento nella forma di armatura, perché non appena vi provavano, la Kikoutei lo strappava via da loro per nutrirsene. Stava rapidamente risucchiando da loro tutte le energie, e le stava richiamando allo stesso modo anche da Shin, che non poteva opporvisi.
“Non la teniamo, ci sta sfuggendo!”
Si stava liberando, e sarebbe tornata nel mondo, senza che potessero controllarla. E stava uccidendo Shin, e forse li avrebbe uccisi tutti.
“No!” Gridò Ryo. Si sollevò in piedi con uno sforzo, mentre tutto diveniva sempre più violento e incontrollabile. Gli altri seppero in un attimo cosa avrebbe fatto.
“Ryo, no! E' troppo forte, adesso!”
“E' troppo pericoloso, aspetta!”
Seiji e Touma si lanciarono in avanti, cercando di fermarlo, mentre Ryo gridava alla Kikoutei.
Eccomi.
Vestizione.

Shu si buttò in avanti a coprire il corpo di Shin, ma non distolse lo sguardo dal suo nakama che veniva investito dalla potenza dell'armatura bianca.
Lo videro scomparire nell'onda d'urto accecante e candida, mentre un boato terrificante invadeva la casa e faceva ribollire le acque del lago.

 

Seiji cercò di abituare gli occhi alla luce che tornava lentamente, dopo che era stato sprofondato in una oscurità sconosciuta.
Non sapeva se fosse davvero buio nella casa sul lago, o se la luce gli fosse stata strappata da dentro.
Dopo qualche istante tornò a vedere.
I suoi nakama erano tutti attorno a lui, tramortiti. Shu fu il secondo a riuscire a sollevarsi, e Touma lo seguì dopo poco. Si trascinarono verso Ryo, che era stato sbalzato diversi metri indietro, ed era andato a sbattere contro il muro opposto alle finestre.
L'aria attorno al suo corpo era calda e vibrante, come una sorta di aura febbricitante. Era l'eco della kikoutei, che l'aveva avvolto e poi si era dissolta.
Potevano percepire chiaramente come si fosse annidata dentro di lui.
Ma il suo corpo sembrava intatto, e il respiro era lento e regolare.
Si concessero un sospiro di sollievo, anche se sapevano di aver aperto una porta dalla quale sarebbero usciti parecchi problemi.
Un lamento roco alle loro spalle li fece sussultare. In un istante furono attorno a Shin, le cui palpebre tremavano nello sforzo di aprirsi. Riuscì a tenere gli occhi aperti solo pochi attimi prima di addormentarsi di nuovo, ma dal suo sguardo seppero che era tornato.

 

  
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