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Autore: Siham Sissy    29/07/2014    1 recensioni
questa storia parla di una ragazza di 16 anni,che dalla francia parte per vivere insieme alla zia in italia,ma cosa la veramente portata a questo?
perché non è rimasta in francia con i suoi genitori?infondo lei è una ragazza bella Speciale,gentile,altruista,che non perde mai la speranza,e che non ha mai pianto da quando aveva 7 anni.cosa la portata a questo?se volete saperlo leggete.
avrà una nuova vita,un nuovo liceo,nuovi amici,e magari per la sua prima volta si innamorerà.Perché lei non vuole innamorarsi,pensa che l'amore porti solo sofferenze,ma avrà ragione?
questo ed altro lo scoprirete solo leggendo :D
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, La zia/La fata, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                  Sentimenti




Piano piano aprii gli occhi, la mia odiosa sveglia aveva appena suonato, il che significava che doveva iniziare un'altra lunga giornata di scuola. L'unica cosa positiva era che potevo vedere il mio amato Cass. 

"Aspetta, cervello di minchia! Capito, sì, te l'ho affermato che sono innamorata di lui, ma non fare discorsi del genere!" sbraitai contro il mio cervello.

Alzai la mano guardando quell'anello che mi aveva regalato, il giorno prima mia zia mi aveva quasi mandata in manicomio, perché non facevo altro che guardarlo e sorridere come una matta.

Lasciando perdere i miei discorsi mentali, mi alzai dal letto e mi incamminai verso il bagno; mi ero preparata mettendomi dei pantaloni neri, una maglia cremisi e delle converse in tinta.
Sciolsi i miei lunghi capelli, che per il momento erano ancora rossi e presi la cartella scendendo di sotto.

Feci colazione, poi uscii di casa ritrovandomi Cass davanti al cancello.

Io - Che ci fai qui, Cass? - domandai sorpresa.

Cass - Ti aspettavo. - disse lui tranquillo; andai verso di lui, poi iniziammo a camminare fianco a fianco.

Io - Perché? - domandai comunque felice.

Cass - Quello lì non si è più presentato e come hai già visto può benissimo arrivare alle mani, il che mi preoccupa. Se tu fossi sola potrebbe benissimo farti del male, quindi ho deciso che dovrai sempre rimanermi vicino, non vorrei che il mio adorato anello scomparisse. - disse guardando davanti a sé. Quello forse era un tentativo per dirmi che era preoccupato per me e non solo per l'anello.

Mi avvicinai a lui e misi il mio braccio intorno al suo, così da camminare a braccetto.

Cass - Che fai? - chiese sbigottito dal mio comportamento.

Io - Mi tengo stretta alla persona che dovrebbe proteggermi. - dissi io sorridendo; lui mi guardò perplesso.

Cass - Normalmente mi avresti mandato a quel paese, dicendo che te la sapevi benissimo cavare da sola. - affermò convinto e io gli sorrisi.

Io - Il che è vero, posso benissimo cavarmela da sola - sbuffai - ma la tua protezione mi farebbe comodo, anche perché sono qui solo per merito tuo, se non fossi stato lì chissà cosa sarebbe successo. - dissi tornando a guardare la strada, camminando stretta al suo braccio.

La realtà che non avrei mai ammesso era che lo vedevo come un valido motivo per passare del tempo con lui. Almeno fino a scoprire le nuove intenzioni di quel dannato stronzo!




Pov Cass



Greta era molto strana, a parte il fatto che ieri mi ha stupito con quel suo bacio sulla guancia, oggi si è messa a braccetto con me per poi camminare tranquilla come se niente fosse.
Dopo quelle mie parole avrebbe ovviamente affermato di potercela fare da sola e che non aveva alcun bisogno di protezione. E allora perché diamine se ne stava lì incollata a me, dicendo che la mia protezione sarebbe stata utile?

Che avese ancora della febbre? Le misi una mano sulla fronte; lei alzò uno sguardo interrogativo verso di me.

Greta - Che fai? - chiese.

Io - Controllavo che non avessi la febbre, ti comporti in un modo strano. - dissi e lei sorrise.

Greta - Anche tu sei strano, qualsiasi persona che ti avrebbe stretto così, l'avresti mandata a quel paese, ritraendo il tuo braccio. - affermò sorridendo con un leggero rossore sulle guance.

Era vero! Qualsiasi persona mi avesse toccato in quel modo sarebbe morta all'istante, eppure che lei si stringesse a me non mi dispiaceva affatto, anzi la cosa mi piaceva.
Ma come sapete ero troppo orgoglioso per ammettere che mi faceva stare bene avercela così vicino. Ammettere che la cosa mi faceva battere il cuore e che me lo riempiva di felicità sarebbe stato come segnare la mia fine!

Io - La cosa non mi dispiace, poi aiuta il fatto di proteggerti. - sbuffai accelerando un po' il passo. Lei sorrise felice, stringendosi ancora di più e, appoggiando la testa sul mio braccio, accelerò anche lei il passo per raggiungermi.

Quando arrivammo a scuola tutti e quanti stavano lì a fissarci come se non avessero mai visto due persone camminare insieme.
In quel preciso momento Greta spalancò gli occhi allontanandosi da me.

Sì, eravamo davanti al cancello della scuola, ma saltare via così mi è sembrato esagerato!
Iniziò ad incamminarsi andando lontano da me.

Io - Greta? - dissi con un sopracciglio alzato; lei sussultò, girandosi piano piano verso di me con un'espressione spaventata.

Io - Dove credi di andare? - domandai ancora con il sopracciglio alzato, lei rabbrividì e indicò la grande porta del liceo.

Greta - In classe - disse innocentemente. Io mi incamminai andando al suo fianco, le misi un braccio sulle spalle attirandola a me e le sussurrai all'orecchio.

Io - Ciò che ho detto prima vale anche per la scuola, ti seguirei pure in bagno, peccato che non posso. - lei a quelle parole spalancò gli occhi.

Greta - Capito! Ma adesso lasciami, non devi per forza tenermi così. Ti camminerò vicino! - affemò dimenandosi, così io la lasciai andare.

Io - Come preferisci - e così ci incamminammo verso la classe con tutti che ci guardavano.
E che cavolo! Non posso camminare vicino a lei? Cosa diamine succede? 
Entrammo in classe insieme, tutti ci guardarono ed era palese che c'era uno sguardo fulminante riservato a Greta da parte di Ambra.
Ci andammo a sedere ai nostri posti non facendo caso agli sguardi di quelle strane persone.

Io - Chissà se verrà a scuola oggi - sospirai io, non sapevo cosa aveva in mente quel bastardo.

Greta - Non lo so, qualsiasi cosa succeda ci sarai sempre tu, no? - disse lei sorridendomi dolcemente, quel dolce sorriso che mi riscaldava sempre il cuore, le sorrisi a mia volta, poi entrò il prof ed iniziò la lezione.
Di Tan non c'era ancora nessuna traccia, però in mezzo alla lezione qualcuno bussò alla porta.
Dopo il permesso entrò qualcuno, e chi se non quel bastardo?
Si scusò con il prof e venne a sedersi vicino a Greta.

Tan - Ciao, Greta, ciao, Cass - disse con un sorriso, noi sgranammo gli occhi. Che cavolo gli era preso? Solo la notte della festa le stava per dare un pugno e oggi fa finta di nulla?
Io lo guardai incazzato e la cosa che mi stupii fu che Greta non lo calcolò nemmeno. 
Non era sua abitudine ignorare le persone, insomma, non lo fa nemmeno con Ambra.
Passò la lezione in classe, continuai a fulminare con lo sguardo Tan mentre lui fissava Greta.
Quando finalmente arrivò la ricreazione tutti uscirono dalla classe, tranne noi tre.

Tan - Greta, potresti parlarmi? - domandò lui con quel suo sorriso finto, lei non rispose, stava tranquillamente mettendo a posto le sue cose.

Mentre cercava di chiudere lo zaino, Tan le afferrò il polso, stavo per intervenire quando lei mi fece segno di stare fermo.

Si girò verso Tan con uno sguardo furibondo.

Greta - Potresti lasciare la mia mano? - domandò con un tono freddissimo, mi venne la pelle d'oca a sentire quella voce così gelida, che solo oco fa ti poteva far sciogliere il cuore.

Tan non accennò a muoversi, così lei ritrasse la mano con forza. Si girò per iniziare a camminare, ma si voltò verso Tan per parlargli.

Greta - Ti sarei grata se la prossima volta evitassi di toccarmi. Spero non si ripeta, sai, non ci tengo ad avere addosso i germi dei bastardi! - disse ancora con quel tono freddo, adesso che potevo notarlo il suo occhio blu, non era più un mare in tempesta pieno di sentimenti come ero abituato a vederlo, era solo blu, un blu gelido senza alcuna espressione, privo di sentimenti. Non era ciò a cui ero abituato, ero abituato a vedere i suoi splendidi occhi pieni di sentimenti, di felicità, non dei ghiaccioli come ora.

Uscimmo dalla classe e lei si girò verso di me; era tornata quella di sempre, sorridente e raggiante.

Greta - Cass, che ne dici se andiamo a prendere delle merendine? Sai, non ho fatto una colazione decente e adesso ho molta fame. - disse, ma tutto ciò non mi convinceva; in ogni caso a me sembrava ci fosse rimasta male per la storia di Tan.
La presi di sorpresa e l'abbracciai da dietro. Il corridoio in quel momento era vuoto e anche se fosse stato pieno, per me non avrebbe fatto alcuna differenza. La strinsi forte.

Greta - Che fai, Cass? - domandò lei perplessa.

Io - Smettila, smettila di fingere davanti a me! So che comunque reputavi quel bastardo tuo amico e adesso stai comunque soffrendo. Apriti, cavolo, non sorridere sempre, per quanto mi piaccia il tuo dolce sorriso non trovo gusto che tu finga di star bene se stai soffrendo. - le dissi poggiando il mio volto sulla sua spalla, così da poterle sussurrare quelle parole.

Greta - Ma... - disse titubante.

Io - Tranquilla, ci sono io qui, sfogati pure - le dissi con una dolcezza che nemmeno sapevo di avere; le iniziai ad accarezzare la testa e lei strinse forte le mie mani.

Greta - Grazie - sussurrò e dopo un po' mi staccai da lei.

Io - Stai bene adesso? - domandai sorridendole.

Greta - Sì, anche se ho comunque fame. Però Cass, se continui così potrei innamorarmi di te - disse con uno guardo perso nel vuoto.

Io - Come? - chiesi con un'espressione interrogativa.

Greta - Nulla. - affermò sorridendo, per poi incamminarsi verso le macchinette per comprare del cibo. 
Avevo sentito benissimo: cosa intendeva con "se continui così potrei innamorarmi di te?"? Nah, impossibile! Lei non si sarebbe innamorata mai di me!

Trascorremmo la ricreazione a mangiare, o meglio, lei mangiava e io la fissavo. Mi chiedo sempre dove cavolo vada a finire tutto ciò che mangia.
Tornammo a lezione e passammo delle lunghe, noiose, estenuanti ore di lezione.
Alla fine tutti uscirono, tranno noi tre. Tan non so che faceva, io aspettavo che Greta finisse di pulire la lavagna e mettere a posto le sue cose.

Greta - Cass, potresti andare dal prof a prendere la chiave della classe? Mi sono dimenticata di chiedergliela - mi supplicò Greta.

Io - Va bene, fa' attenzione - dissi alludendo a quel dannato.

Non sapevo che fosse successo, l'unica cosa di cui ero consapevole era che, tornato dal prof, avevo trovato Greta inchiodata alla lavagna, con Tan che le era appiccicato e le teneva entrambi i polsi fermi sulla testa.
Volevo muovermi per aiutarla, volevo farlo, ma non ci riuscivo. Mi sembrava solo che Greta volesse farla finita una volta per tutte con quello lì... Allora decisi che sarei rimasto a guardare come si sarebbero evolute le cose, e se egli avesse solo accennato a qualcosa di male sarei subito piombato su di lui per ammazzarlo.

Greta - Lasciami! - disse fissandolo dritto negli occhi con quello sguardo freddo.

Tan - Greta, per quanto è vero quello che tu hai detto quella sera, io ti amo realmente - affermò deciso Tan. Lei sorrise amaramente.

Greta - Per quanto io ti abbia voluto bene, adesso posso solo odiarti. Non solo perché tu da bravo bastardo continui ancora a mentire su tutto; non mi ami per niente, la cosa non mi importa, ma perché insisti a dire il contrario, quando ti si legge benissimo negli occhi che menti? - chiese lei sprezzante.

Tan - Perché voglio che lui soffra, non sopporto che tutti parlino sempre e solo di lui! - affermò cambiando il suo sguardo da dolce a disdegnato.

Greta - Non ti odio tanto perché mi menti dicendo di amarmi, giocando con i sentimenti delle persone, bensì perché cerchi di fare del male al mio Cass; tu azzardati a toccarlo e giuro che ti renderò la vita un inferno ancora più di quanto non lo sia già - sbraitò Greta conto Tan. 
"Il suo Cass? Da quando io ero suo?"

Tan - Tu sei innamorata di Cass, vero? - le domandò Tan. Improvvisamente quella conversazione mi sembrò la più interessante del mondo.
Vidi Greta arrossire; e se ciò che Tan aveva detto fosse stato vero? Anche perché dalla festa era diventata piuttosto strana.

Greta - Non è una cosa che ti deve interessare! Adesso lasciami - urlò lei. "Perché tanta agitazione?"

Tan - Allora è vero? se ti agiti tanto vuol dire che lo ami! - disse lui avvicinando il suo viso a quello di Greta. - E se io adesso volessi baciarti, e non volessi affatto lasciarti andare? - domandò con voce sensuale lui.

Greta - Bene, l'hai voluto tu! - disse Greta, per poi tirargli una delle sue micidiali ginocchiate ai gioiellini. Tan urlò dal dolore e si accasciò a terra.
Greta poggiò un piede sullo stomaco di Tan, calpestandolo.

Greta - Senti posso essere cortese con tutti, ma scordati di vedere un minimo di gentilezza per te! Cosa provo io per Cass non è qualcosa che ti deve importare. - 

spinse ancora di più il piede facendolo urlare di dolore, poi si abbassò e lo prese per il collo della camicia fissandolo truce.

Greta - Tu avvicinati ancora a me o a Cass, e giuro che ti renderò davvero la vita un inferno. Sembrerò pure gentile e indifesa, eppure credo che tu abbia già capito che non lo sono! - disse, fissandolo male e tirandolo su dal colletto della camicia, facendolo da una parte soffocare e alzandogli la testa da terra.

Tan - Chi cazzo ti credi di essere? Sei solo una ragazza che non vale nulla. Non capisco nemmeno perché Cass ci tiene tanto a te. - quelle parole sembrarono mandare su tutte le furie Greta.

Greta - Ti ho detto che non sono affari tuoi! Vedi, questo anello è della madre di Cass e questa volta non sto mentendo. E giuro su questo anello, che proteggerò a costo della vita, che ti potrei uccidere con le mie stesse mani. Quindi, vedi di sparire dalla nostra esistenza. - sbuffò, con uno sguardo raggelante e la voce più dura che avessi mai sentito in vita mia. Avevo capito che era meglio non farla arrabbiare.
Lasciò cadere la testa di Tan a terra con molta " delicatezza ", poi prese le sue cose e uscì.

Quando mi vide rimase sorpresa.

Greta - Da quanto sei qui? - chiese, rabbrividendo.

Io - Ho potuto sentire e vedere abbastanza. - dissi io evasivo, lei ritornò a sorridere tranquilla.
Davvero era incredibile come poteva cambiare sguardo da un momento al'altro, due secondi prima ti avrebbe fatto raggelare il cuore con la sua freddezza e adesso con il suo sorriso avrebbe potuto sciogliere i cuori più congelati del mondo.

Che i suoi due occhi rappresentassero davvero il fuoco e l'acqua?
Quel suo occhio rosso che certe volte poteva essere tranquillo e sereno e che quando era arrabbiata diventava fuoco ardente.
Poi quello blu sempre espressivo, un mare in tempesta pieno di sentimenti, diventava ghiaccio puro. Avevo seriamente dubbi che in quei gli occhi ci fosse un'interruttore e ogni volta si spegneva e accendeva per formare quella stramba personalità che si ritrovava Greta.

Greta - La chiave? - domandò gentilmente, io gliela  porsi e lei andò verso Tan.

Greta - Bastardo, quando la finisci di soffrire vedi di chiudere la porta e restituire la chiave a Nath. - sbuffò lei buttando la chiave per terra, vicino al suo corpo dolente.
Ecco, era riapparso quel gelo, poi si rigirò verso di me sorridendo.
Ok, iniziavo ad avere seriamente paura, cambiava carattere troppo in fretta.

Io - Mi chiedo se tu sia un alieno. - dissi sottovoce, ma sembrò che lei mi avesse sentito.

Greta - Alieno? cosa te lo fa pensare? - domandò lei incamminandosi per la strada di ritorno, affiancata da me.

Io - Cosa me lo fa pensare? Ma ti sei vista? Eri un ghiacciolo in persona, seriamente non ho mai visto qualcuno così freddo, e nemmeno una ragazza picchiare un ragazzo in quel modo. E tanto meno ho mai visto una che cambia umore da un secondo all'altro, troppo velocemente, un attimo sei gelida ed un secondo dopo sei così dolce e gentile. - dissi io fissandola, lei mi sorrise.

Greta - Hahahaha Cass, allora sono troppo speciale per essere capita, quindi lascia perdere. - io la fermai afferrandola per il polso, facendola girare verso di me e prendendole il viso tra le mani.

Io - Ma io voglio capirti! - affermai convinto, lei mi guardò sorpresa.

Greta - Non c'è nulla da capire! Bene, ho una parte dolce e un'altra cattiva. Quella cattiva esce quando io incontro gente stronza come Tan. Uff che delusione, la prima persona coreana che incontro era tutt'altro che gentile. - sbuffò lei. Lascia perdere, allontanandomi, anche perché il mio cuore aveva iniziato di nuovo a battere forte.


Da quel giorno passarono mesi, io trascorrevo sempre più tempo con Greta e mi ero reso conto pian pian di essermene innamorato. L'unico problema era che per quanto lei fosse gentile con me non capivo cosa provava, lei era sempre gentile con tutti.
Lys si era messo con Iris, grazie a Greta che da brava persona diabolica li faceva sempre stare insieme e un volta li aveva chiusi in palestra insieme lasciandoli lì per tutto il giorno. Fu in quell'occasione che Lys si dichiarò e Iris accettò molto felicemente.

Io intanto mi accontentavo di restare vicino a Greta, ma volevo capire cosa provava. Lei deviava sempre su ogni argomento che riguardasse i suoi sentimenti. Doveva pur esserci un cavolo di modo per farla parlare.

Quel pomeriggio di, ormai, estate dovevo andare da Greta per ripassare tutte le materie insieme, avremmo presto avuto gli esami.
Bussai alla porta e mi aprì la Zia di Greta.

Zia - Buon pomeriggio caro, entra pure Greta ti aspetta. - disse lei raggiante.
Volevo chiederle una cosa, una cosa che mi avrebbe aiutato molto.

Io - Signora potrebbe rispondere a certe domande sinceramente? - 

Zia - Certo, piccolo. -

Io - Lei un giorno mi disse che io ero innamorato di sua nipote e che lei ricambiava. Bene, aveva ragione, mi sono accorto di essere da sempre stato innamorato di lei. Ma non so cosa lei provi. - affermai triste.

Zia - Parola della zia, Greta è innamorata di te, io la conosco meglio di qualsiasi persona e te lo posso assicurare. - disse lei decisa. Be', facevo bene a fidarmi?

Io - Anche se così fosse dovrebbe essere lei a dirmelo. Però visto che anche lei conosce Greta sa benissimo che non lo ammetterebbe mai. Lei conosce per caso un modo, o un momento in cui lei dice sempre la verità? Sempre e solo la verità? - le domandai speranzoso.

Zia - Sì, un modo c'è - disse avvicinandosi al mio orecchio, per poi sussurrarmi delle parole che mi salvarono la vita.
La ringraziai e poi salii da Greta.

Quando finimmo di studiare la guardai serio.

Io - Greta, la notte prima degli esami voglio che tu venga con me in un posto. - affermai convinto, lei mi guardò sorpresa.

Greta - Va bene se ci tieni tanto, ci vediamo dopodomani allora. A che ora vieni a prendermi? - domandò lei curiosa.

Io - Dopo cena sarò davanti casa tua. - dopo queste parole me ne andai, aspettando con ansia quel giorno.




Pov Greta



Passarono mesi e ormai era quasi estate, sarebbero di lì a poco arrivati gli esami.

Cass veniva sempre da me per studiare, e quel giorno alla fine della nostra " lezione " mi guardò serio.

Cass - Greta, la notte prima degli esami voglio che tu venga con me in un posto. - affermò convinto.

Io - Se ci tieni tanto va bene, ci vediamo dopodomani allora. A che ora vieni a prendermi? - dissi sorridendo.

Cass - Dopo cena. - e così se ne andò.

Passarono in fretta i giorni e quella notte arrivò.
Ero in ansia perché avrei dovuto andare non so dove con Cass, che con il tempo non facevo altro che amare di più. Dopo ciò che era accaduto quel famoso giorno Tan non si fece più vedere nemmeno a scuola, forse era tornato in Corea, passavo tanto tempo con Cass che alla fine avevo capito una cosa, ma non volevo affatto crederci!
Ed ero anche in ansia perché il giorno dopo ci sarebbero stati gli esami.

Dopo cena Cass suonò alla porta e io uscii di casa.
Non che avessi capito il perché, ma mia zia mi aveva costretto a mettermi un vestito che arrivava fino a metà coscia di velluto azzurro, con la scollatura a cuore, senza bretelle e un fiocco nero sotto il seno. Poi mi aveva fatto indossare delle ballerine nere e mi aveva sciolto i capelli. Ne aveva tirato indietro due ciocche, afferrandole con un piccolo fiocco nero con minuscoli brillantini azzurri.

Io - Zia, sai qualcosa che non so? - domandai io.

Zia - No, passa una bella nottata. - e così aprii la porta, mia zia mi spinse fuori e chiuse in fretta.

Cass rimase lì a fissarmi sorpreso.

Cass - Sei meravigliosa - Disse lui sincero, io spalancai gli occhi arrossendo.

Io - Grazie - dissi per poi dirigermi verso la sua moto. Lui mi seguì e così partimmo a tutta velocità.

Arrivammo in una specie di foresta, in cui spiccava una mega villa, con giardino e piscina.

Io - Dove siamo? - domandai meravigliata, Cass mi fece solo segno di seguirlo.
Aprì il cancello della villa e poi fece entrare la moto, richiudendosi il cancello alle spalle.

Cass - Siamo solo io, te e le stelle. - disse tranquillo. A quelle parole guardai su nel cielo e notai delle fantastiche stelle, era una meraviglia!

Cass sparì in casa e poi riuscì con due coperte, una la stese sul soffice prato del giardino e una la lasciò in disparte.

Io - Che ci facciamo qui? - domandai sorpresa.

Cass - Guardiamo le stelle - disse semplicemente. Perché dovevamo guardare le stelle, che succedeva? In ogni caso la cosa non mi dispiaceva e, visto che adoravo le stelle, e che quel posto ne era pieno grazie alla mancanza della forte illuminazione, decisi di andare a sedermi su quella coperta e guardare quel cielo fatato.

Mi stesi sulla coperta e, dopo poco tempo, anche Cass fece lo stesso.

Mi persi in quella meraviglia.




Pov Cass



Era bellissima con quei vestiti, la Zia sapeva davvero fare capolavori. Era così semplice, ma così bella.

Andammo nella mia villa e ci stendemmo sulla coperta a guardare le stelle.

Zia - Quando Greta fissa le stelle per molto tempo, è come se fosse in trance, qualsiasi domanda tu le faccia lei risponderà sempre sinceramente. - fu questo il segreto che mi rivelò la Zia di Greta.
Intendevo sfruttarlo al meglio.

Passò un po' di tempo dal nostro arrivo e Greta era ormai persa nei suoi pensieri.

Io - Greta, secondo te io sono bello? - domandai, dovevo pure accertarmi della cosa.

Greta - Ho sempre pensato che tu fossi un ragazzo meraviglioso, ma sono troppo orgogliosa per ammetterlo. - disse semplicemente. Non era in sé, infatti sembrava parlasse come uno zombie, o come se il suo cervello fosse stato risucchiato da uno di quest'ultimi.
Normalmente, come lei aveva detto, per colpa del suo orgoglio non l'avrebbe mai ammesso.

Io - Greta hai sofferto per la morte dei tuoi genitori? Volevi piangere? - domandai ancora, lei normalmente diceva sempre che era stato facile non piangere e che non soffriva tantissimo.

Greta - Ho sofferto più che in qualunque momento nella mia vita, volevo solo piangere e sfogarmi, volevo solo morire quando ho saputo della loro scomparsa. Ma io non potevo farlo, dovevo renderli felici. - disse ancora, fissando le stelle.
Adesso ne ero certo, ciò che la Zia aveva detto era vero al 100%.

Io - Greta sai che ti amo? - domandai ancora arrossendo, volevo sapere se lei se ne era accorta dopo questo tempo passato assieme.

Greta - Negli ultimi tempi abbiamo trascorso tanto tempo insieme e tu mi sembravi così strano e con certi tuoi comportamenti ho iniziato a pensare che tu ti fossi innamorato di me, ma negavo sempre dicendo che sarebbe stato impossibile. Però nel profondo del mio cuore lo sapevo già, quindi sì, Cass so che mi ami! - affermò lei con voce decisa. Era arrivato il momento di chiederglielo, il momento che mi avrebbe potuto rendere felice o triste.

Io - Greta io sono diventato il tuo mare? - domandai speranzoso in un sì, lei per un po' non rispose, ma poi parlò:

Greta - No! - disse decisa. Bene, quella insignificante parola mi aveva ferito nel profondo, mi dispiaceva dirlo ma questa volta la Zia di Greta si sbagliava alla grande, cazzo lei non mi amava!
Come avrei potuto ancora guardarla in viso dopo averle detto di amarla ( anche se già lo sapeva ) ed essere stato respinto?
Che ne sarebbe stato del nostro legame?
  
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