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Autore: AliceCutso    29/07/2014    1 recensioni
Alexis ha dovuto affrontare tante cose negli ultimi mesi. Nel giro di un'estate la sua vita si è completamente capovolta e Jonathan ha di certo approfittato di questo, confondendola per avvicinarla a se.
Ora che lui è tornato Alexis ha la possibilità di conoscere meglio sua sorella, Clary, ma si trova anche a doversi porre delle domande su se stessa, perchè c'è un dubbio che la tormenta e la fa esitare: in lei prevale il bene o il male?
Esiste ancora una possibilità per la sua anima?
Seguito di "Colei che protegge", tuttavia comprensibile anche per chi non avesse letto la storia precedente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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POV Alexis

 

Incocco una freccia e alzo l'arco, tendendolo. Ispiro prendendo bene la mira. Istintivamente rilascio l'aria e un istante dopo la freccia scatta in avanti, recidendo il grappolo della mela e conficcandosi nell'albero. Il frutto cade a terra con un tonfo sordo ma tengo ancora i muscoli tesi perchè percepisco come una presenza poco dietro di me. Mi volto di scatto, un'altra freccia già incoccata, pronta a infilzare la testa del ragazzo che sta avanzando con passo quatto verso la mia direzione.
Quando lo vedo mi accorgo di essermi sbagliata però. I ragazzi sono due entrambi biondi, entrambi Shadowhunters.
Sento l'arco sfuggirmi di mano e cadere ai miei piedi poichè io conosco quei ragazzi, uno in special modo.
-Jonathan-.
Lui mi sorride un poco, un sorriso candido e felice così bello da star male -sei migliorata sorellina-.
Subito gli corro incontro, gettandogli le braccia al collo. Lo stringo forte a me, senza fiato, e per un istante penso che è solo un sogno e che da un momento all'altro mi sveglierò. Ma le sue braccia mi stringono prontamente, forti e rassicuranti confermandomi che lui è davvero qui.
-credevo che fossi morto-.
Sento delle lacrime pungermi gli occhi, pretendendo di uscire. Io le ricaccio indietro, lasciandone sfuggire solo una, muta e silenziosa, lungo la mia guancia.
Per un istante passa le mani sui miei fianchi stringendomi ma è solo un attimo perchè mi scosta per osservarmi.
-Lo ero, è una lunga storia. Tu piuttosto hai un'aspetto orribile-.
Ha ragione. Tutto di me, dai svestiti sporchi e squarciati alle violacee occhiaie, trasuda trascuratezza.
-da quando abbiamo perso mi sono ritrovata da sola, ricercata e in un paese sconosciuto... mi sono dovuta arrangiare-.
Lo guardo bene e noto che lui al contrario sembra appena uscito da un lussuoso centro benessere, con tanto di vestiti di marca.
-Io non capisco- dico scuotendo la testa -eri morto, ti ho visto mentre Jace Lightwood ti uccideva...- nel dirlo mi ricordo della presenza dell'altro ragazzo, appena a pochi centimetri da noi -cosa ci fai con il tuo assassino?-.
-come ti ho detto, è una lunga storia. Fatto sta che adesso siamo uniti, molto uniti-.
Non vedendomi molto convinta sospira, leggermente esasperato -ti spiegherò tutto meglio dopo-.
Detto questo mi afferra per il polso e nello stesso istante Jace posa una mano sulla sua spalla. Dall'anello di famiglia si scatura una luce accecante che in un secondo ci avvolge.
Quando riapro gli occhi mi rendo conto di non essere più nel bosco dalle foglie secche autunnali ma in una casa da scapolo abbastanza piuttosto moderna. Ovunque ci si giri si respira testosterone e il tavolino inondato da videogiochi mi suggerisce che da queste parti non passano molte ragazze.
Mi fratello avanza con sicurezza per la stanza fino a raggiungere un tavolo dove si siede al posto di capotavola, subito seguito da Jace che si sistema alla sua sinistra.
Jonathan mi fa cenno di sedermi davanti a lui, come sua pari.
-si può sapere cosa diavolo succede?- chiedo mentre mi accomodo.
Lo vedo sorridermi coi sui occhi neri -sei sempre stata impaziete sorellina, vuoi tutto e subito, e questo mi piace. Dunque da dove cominciare? Beh, mia madre, Lilith, mi ha donato per l'ennesima volta la vita e il potere ma stavolta incluso nel pacchetto c'era un piccolo bonus- con un cenno indica Jace, il quel mi sorride -siamo legati, quello che mi ferisce, ferisce lui e viceversa. Allo stesso tempo però... diciamo che condivide i miei punti di vista. Adesso ci aiuterà e non farebbe mai nulla contro di me, o meglio, contro di noi-. Qualcosa nella sua espressione mi fa capire che c'è di più e che lui vuole che io lo capisca. Jace non ha semplicemente visto la luce, è sotto il suo completo controllo e quando dice che non ci farebbe del male intende dire "ora sei al sicuro, sorellina. Abbiamo una guardia".
Annuisco un poco, contenta ma pur sempre cauta. Certo un alleato abile come Jace è prezioso ma non so quanto mi piaccia questa cosa.
-E tu, Alexis? Cos'hai fatto in questo mese?-.
-per prima cosa mi sono sbarazzata di Caster... lo so, era il tuo cavallo, mi dispiace, ma ero facilmente rintracciabile se lo tenevo. Poi mi sono nascosta per i boschi. Era una fortuna che avessi con me l'arco e spada, sono stata costretta a cacciare-.
-Beh, avevi già esperienza se ricordo bene. Sai quando aiutavi i tuoi draghi a nutrirsi, i primi tempi-.
Il mio volto si trasforma in una maschera di apprensione sentendoli rammentare. Ricordo ancora con dolore Nero allontanarsi nel cielo, furioso come la tempesta che lo circondava.
-Si sa nulla di lui?-.
A rispondere, con mia sorpresa, è Jace -da quello che ne so, è stato avvistato mentre sorvolava il Mediterraneo ma questo un po' di tempo fa. Potrebbe trovarsi ovunque-.
Il mio pensiero va subito a lui, e nella mia mente si fissa l'immagine degli occhioni troppo grandi per la testa di un cucciolo squamoso che vaga, da solo, spaesato ed impaurito nel cielo.
-Hai fatto bene a cacciarlo- mi dice Jonathan -la casa è piuttosto grande ma non saprei proprio dove avremmo potuto sistemare un bestione sputafuoco- poi nota la mia espressione preoccupata e mi rassicura dicendomi che presto il mondo sarà nostro e allora potrò prendermi cura di lui quanto vorrò.
-Jace- gli occhi di mio fratello sono puntati fissi su di me, dandomi una sensazione strana ma familiare -lasciami da solo con la nostra sorellina-.
Il ragazzo non se lo fa ripetere due volte congedandosi contento con un cenno del capo.
Io continuo a osservare Jonathan il quale rimane in silenzio finchè non sentiamo Jace allontanarsi sulle scale.
-Vieni qui Alexis-.
Sorpresa e titubante mi alzo andandogli davanti. Allora lui mi afferra per il braccio costringendomi a sedergli in braccio ma continuando a osservarmi con attenzione il viso mentre con la mano libera mi accarezza i capelli, sistemandomeli dietro l'orecchio. Di lui mi ha sempre affascinato il modo in cui mi guarda: è sia lo sguardo che un poeta o un pittore rivolge alla sua musa che quello del leone che si presta a disintegrare un piccolo agnello.
-Mi sei mancata- sussurra a pochi centimetri dalla mia guancia.
-Anche tu- gli poso una mano sul viso per avvicinarlo -immensamente-.

  
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