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Autore: Fantasiiana    30/07/2014    4 recensioni
Persefone, dea della primavera e regina degli Inferi, è improvvisamente scomparsa. Zeus non permette agli altri dei di unirsi alle ricerche e gli Inferi sono completamente allo sbaraglio. Ade ha infatto fermato la Morte dall'uccidere e non la rilascerà finchè Persefone non sarà tornata al suo fianco.
Ma una creatura che non veniva vista da secoli torna a fare breccia nel cuore del dio dei morti, mentre la sua consorte è tenuta prigioniera e privata della memoria.
Una terribile vendetta è in corso e mira a spodestare la dea dal suo trono e dal suo ruolo di moglie.
Di amori, oscurità, vendetta e gelosia.
A voi se leggere o meno.
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Dal secondo capitolo:
-Ora basta!
La sala calò nel silenzio più assoluto.
-Nessuno di voi abbandonerà il proprio posto.
-Persefone è anche tua figlia!- squittì indignata Demetra, scattando in piedi. -Come puoi...
-Così ho deciso- la interruppe Zeus alzando una mano. -Non voglio rischiare un'altra guerra per una distrazione.
-Quindi Persefone sarebbe questo? UNA DISTRAZIONE?!- chiese ancora Demetra, ma non ricevette risposta.
Si voltò, allora, verso Ade.
-E tu? Non dici niente?!
-Non mi aspettavo nulla di più.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altro personaggio, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2







-Per favore, calmatevi!- implorò Atena, per l'ennesima volta in quella giornata.
-Calmarmi, dici? Mia figlia è scomparsa!- ribattè isterica Demetra. -Ed è tutta colpa di questo qui!
-Mia?!- tuonò Ade, alzandosi dal suo trono. Aveva cercato in tutti i modi di mantenere la pazienza, durante i continui piagnistei della dea delle messi, ma ora l'ultima goccia era stata versata. -In caso non te ne fossi accorta è estate! La colpa è tua! Cosa le hai detto?! L'hai assillata come al solito con le tue stupide moine da madre assillante?
-Ade, ti prego, non abbassarti a tanto- supplicò la dea della saggezza con una nota di delusione nella voce.
-Mia moglie è scomparsa, Atena. Come puoi pretendere che io rimanga impassibile?
-Già troppi mortali sono morti sotto la vostra furia, credo possa bastare! E poi non sono sicura che lei vorrebbe questo- continuò lei, diplomatica. Era l'unica, oltre Persefone, a non vacillare sotto il suo sguardo minaccioso e dietro tutta la rabbia che provava, Ade trovò un frammento di rispetto da indirizzarle.
Si risedette, riluttante, stringendo i braccioli del suo trono di ossa e sentendo un cupo cigolio provenire da esse.
-Ah, certo! Cosa può importare a lui? Troverà conforto in una comune mortale e sostituirà mia figlia in men che non si dica!- sbraitò la dea delle messi.
-Come pensi che potrei sostuire mai moglie, nonche regina degli Inferi, esattamente?- sibilò lui a denti stretti, pericolosamente calmo.
-Non ci avevi già pensato con quella mortale... Maria?- chiese Demetra in tono di accusa.
Ade non potè contrabattere, interrotto da una risata soffocata del re degli dei.
-Zeus- chiamò con il petto fremente. -Taci se non vuoi scatenare una guerra fra Olimpo e Averno. Credimi, non ti piacerebbe.
-Non ho detto niente- protestò quello ridacchiando, troppo divertito per cogliere a pieno il significato di quella minaccia.
Ade socchiuse gli occhi, ormai ridotti a due braci di fuoco nero, la mano serrata a pugno.
-Il punto è- si intromise Atena, cercando di prevenire una delle tante liti che aveva cercato di sopire quel giorno, -che Persefone va trovata. Sia per l'affetto che proviamo per lei, sia per l'importanza del suo ruolo negli Inferi.
Demetra alzò gli occhi al cielo trapuntato di stelle.
-Ma per favore...
-Quello che tu non comprendi, mia cara Demetra, è che, al contrario del tuo insulso ruolo di fioraia, Persefone è essenziale per il mondo ed il suo equilibrio- ribattè Ade, ansimando per la rabbia che stava cercando di contenere.
La dea ingigantì gli occhi, troppo stupita per ribattere.
-Come già detto è la regina degli Inferi, ma sopra ogni cosa è mia moglie. E io non tollererò un altro giorno senza di lei- continuò il dio dei morti.
-Oh, che cosa romantica!- si lasciò sfuggirie Afrodite con un sospiro, gli occhi sognanti a rincorrere una qualche smielata fantasia.
-Orripilante- commentò Demetra, sputando a terra.
-La troveremo, Ade- si intromise Artemide. -Io e le mie Cacciatrici siamo a tua disposizione.
Il dio inarcò un sopracciglio. Stava per ringraziare la dea, ma Apollo lo interruppe, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
-Ci sono anch'io, ovviamente. Non lascerò tutto il divertimento alla mia dolce sorellina!
Ermes scosse la testa, divertito.
-Conta anche su di me. Persefone è adorabile e ogni volta che l'accompagno negli Inferi o in Superficie...
-Ehm, ehm...- si schiarì la voce Efesto.
-Voglio dire... Sì, ti aiuterò- borbottò Ermes.
-Anch'io!- esclamò Afrodite, agitandosi sul suo trono. -L'amore deve vincere su tutto!
-Se lei è con te, ci sono anch'io- si unì Ares.
Efesto tossichiò, e quache fiammella divvampò sulla sua folta barba. Si sporse dal suo trono, avvicinandosi all'orecchio di Ade.
-Ti aiuterò anch'io- gli sussurrò. -So cosa si prova a non avere accanto la propria amata...
Lanciò un'occhiata ad Afrodite, intenta a scambiarsi sguardi languidi con Ares.
-Grazie, Efesto. Lo apprezzo- rispose il dio, avendo cura di non ricordargli che sua moglie non era una puttana di prima categoria come la dea della bellezza, anzi tutto il contrario.
-Se potessi, fratello- disse Poseidone, -ti aiuterei a cercarla, ma ho molto da fare giù negli Abissi, lo sai...
Il suo tono di scuse era sincero.
-Non preoccuparti, fratello- lo tranquillizzò Ade, nel tono più gentile che riuscì ad assumere.
-Non mi hai lasciato finire- lo fermò, però, il dio dei mari, lo sguardo furbo e una mano sollevata. Ad Ade non sfuggì l'occhiata che Atena rivolse alla volta celeste.
-Dicevo- riprese Poseidone, -non potrò aiutarti in prima persona, ma manderò ugualmente dei collaboratori a setacciare gli oceani per ritrovare Persefone.
-Oh, ti prego- soggiunse Atena. -Non saranno dei buoni a nulla, incapaci come il loro signore, vero?- chiese con aria irritata. -Anche se credo sia difficile superare la tua stupidità- ragionò poi. -Ti aiuterò anch'io, Ade, e cercherò di prevenire i guai che potrebbe combinare un certo dio.
-Chi?- chiese Poseidone, confuso.
Atena roteò gli occhi.
-Bè, a questo punto penso di dovermi unire anch'io, no?- sospirò Dioniso. -Immagino che potrò anche sopportare di separarmi da quei moccios... Ehm... Da quei meravigliosi semidei per...
Zeus scosse la testa.
Dioniso sbuffò. -Vorrà dire che assegnerò delle imprese- si corresse con un gesto infastidito della mano.
Demetra stava per scoppiare in lacrime, commossa.
Qualcuno tossì.
Tutti si voltarono verso l'origine del suono: la regina Era si stava alzando lentamente, il mento sollevato in un segno d'orgoglio.
-Il matrimonio è una cosa sacra per me più che per chiunque altro, questo lo sanno tutti.- Si voltò verso Zeus. -O quasi.
Lui ridacchiò.
-Per questo ti aiuterò, impegnandomi io stessa nelle ricerche- annunciò risedendosi e suscitando l'entusiasmo di molti.
A quel punto Zeus si alzò, di nuovo serio e autoritario.
-Ora basta!
La sala calò nel silenzio più assoluto.
-Nessuno di voi abbandonerà il proprio posto.
-Persefone è anche tua figlia!- squittì indignata Demetra, scattanto in piedi. -Come puoi...
-Così ho deciso- la interruppe Zeus alzando una mano. -Non voglio rischiare un'altra guerra per una distrazione.
-Quindi Persefone sarebbe questo per te? UNA DISTRAZIONE?!- chiese ancora Demetra, ma non ricevette risposta. Si voltò, allora, verso Ade.
-E tu? Non dici niente?!
-Non mi aspettavo nulla di più.
-Quindi finisce così? Dovrò cercarla da sola?!
-No.
Ade si alzò. Il fuoco nelle torce appese alle pareti marmoree tremolò, divenendo freddo e opaco, e sulla sala regnò un silenzio spettrale.
-Gli Inferi sono ancora sotto la mia giurisdizione, perciò ordino seduta stante che la Morte smetta di mietere le sue vittime. Tutti saranno impegnati a cercare la loro regina e fin quando non sarà ritrovata, le cose non cambieranno!
I due fratelli rimasero ancora qualche secondo a guardarsi in cagnesco, studiando uno le mosse dell'altro, come se stessero aspettando il via per lanciarsi contro l'avversario e dilaniarlo con i denti. Poi, con un ultimo sguardo agli astanti, Ade scomparve in una nuvola di fumo più nera della notte stessa. E il consiglio d'emergenza degli dei fu sciolto.

Le dita agili della dea scorrevano veloci sul telaio, tessendo un'intricata rete di fili d'oro e d'argento, scattanti come lepri dal pelo nero.
Una litania era incastrata sulla sua gola candida e vibrante e il re degli dei rimase a lungo fermo sulla porta a bearsi di quel suono melodico.
-Non riuscivi proprio a resistere alla voglia di sfidare Ade, non è vero?- chiese Era, senza smettere di tessere.
-Zeus ridacchiò, avvicinandosi.
-Come tu ami tessere, mia signora, così io amo stuzzicare i miei fratelli.
Lei sorrise amara.
-Se pensi che dar loro noia sia produttivo...
-Oh, non immagini quanto!- esclamò lui baciandole il collo.
-E per chi dovrebbe essere produttivo, di grazia?- chiese lei, trattenendosi a stento dal mugolare di piacere.
-Per me, ovviamente. E per te, mia regina...- rispose malizioso il dio, calando una spallina del peplo e chinandosi a baciare la spalla di lei.
-E' un modo disonesto con cui trarre piacere- replicò Era voltandosi a fronteggiarlo. -Tanto disonesto quanto eccitante- mormorò gettandogli le braccia al collo.
-Scopriamo fino a che punto, allora, mia signora- propose Zeus, sollevandola per i fianchi.
E quella notte, mentre il talamo nuziale dei sovrani dell'Olimpo ardeva di passione, quello dei regnanti dell'Averno rimase freddo e immobile, mentre il suo proprietario si struggeva nel giardino della sua amata, consumandosi di dolore sotto il melograno che era stato l'inizio di molte cose.

  
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