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Autore: Taine    31/07/2014    5 recensioni
Oga ripensa al passato e scopre di essersi innamorato di una certa spadaccina dai capelli blu. Riuscirà a confessarsi?
[OgaxKunieda] Perchè faccio sempre il tifo per gli sfavoriti.
OOC per precauzione.
Spoiler per chi non ha finito il manga.
E la prima storia romantica che scrivo, i consigli sono ben accetti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoi Kunieda/Aoi Kunie, Beel/Kaiser de Emperana Beelzebub IV, Tatsumi Oga
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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ANGOLO AUTORE.
Premetto:
Questa è la prima storia romantica che scrivo. Sicuramente non è delle migliori. Lo so che ho da fare con una Long Fic ma mi è venuto questo piccolo colpo di genio su questa coppia che mi ha fatto tanto ridere per cinque anni. Sono ben accetti consigli su come migliorare questo tipo di storia. Per favore, so che è eresia poiché a molti piacciono la coppia Hilda/Oga, ma volevo provare a dare un Happy End anche a Oga e Kunieda.
 
 
 
 
Da un po’ di tempo, Oga Tatsumi si sentiva strano. Sopratutto quando era in compagnia di una certa spadaccina dai capelli blu. Anche Beel, il suo marmocchio demone, se ne era accorto ormai. Passava intere giornate a pensare, ma a pensare a cosa? Non lo sapeva neanche lui. Sapeva solo che i suoi pensieri erano incentrati su di lei: Kunieda Aoi.
Se Furuichi lo avesse saputo, lo avrebbe preso a pugni. Non che gli facesse male, anzi gli facevano il solletico ma non era quello il punto. Di sicuro avrebbe incominciato a gridare e a piagnucolare di come il mondo sia ingiusto e di come lui sia fortunato. E non aveva alcuna voglia di stare a sentire un Furuchin lamentarsi. Sapeva essere molto seccante.
Sdraiato nel letto di casa, Oga Tatsumi, oramai diplomato e studente (teppista) universitario ripensò al suo primo incontro con la regina. Furuichi lo aveva trascinato per tutta l’Ishiyama, ancora intera allora, in cerca della Regina, per poterla ammirare e avere la compagnia di qualche bellezza sua compagna. Anche Kunieda lo cercava, per combattere contro di lui (Oga) e far abbattere il suo “pugno di ferro” su di lui, per proteggere tutte le ragazze della sua vecchia scuola dalla sua violenza. Non che gli fosse mai interessato di fare a botte con delle pollastre, anzi le avrebbe lasciate in pace se a loro, a volta non avessero dato altre grane. Comunque sia, una volta fatto tre volte il giro della scuola, era stanco morto, ma finalmente l’avevano trovata. Tutto il gridare di Mobichi alla fine era servito.  Se la ritrovarono davanti e loro due si erano squadrati. Se la ricordava benissimo. Elegante e bellissima. Aspetta bellissima? Il Genitore Superfigo non è un tipo sdolcinato! Che va pensando?
Comunque sia il loro incontro si è potuto definire col botto. Dopo qualche parola erano subito passati ai fatti. Ed era spaventosamente forte. Talmente forte che Beel l’ha presa subito in simpatia. La voglia di rifilargli il marmocchio era stata grande. Ripensandoci ora, le ha sempre dotte cose fraintendibili. “Diventa la sua mamma”… cazzo a ripensarci ora sembrava una dichiarazione bella e buona. Ovviamente lui era troppo stupido per capire. Come ora del resto. Con il suo ghigno che lo contraddistingue, si alzò e puntò gli occhi sui suoi due marmocchi. Eh sì, perché oltre a Beel, gli è capitato pure la sorellina ora, da accudire. Nico e Beel lo guardarono. Beel era cresciuto, rispetto all’anno scorso, dopo la cerimonia di diploma. Ora sembrava un bambino di tre anni. I demoni hanno una crescita strana. Già la cerimonia. Era entrato in groppa al Gorgonzola per potersi diplomare, lasciando Furuichi con la bocca aperta e presentando alla scuola la sua seconda figlioccia. Stranamente di allora ricorda soprattutto due cose: le prime parole di Beel e la reazione di Kunieda. La ricorda benissimo. Il rossore e il sorriso gioioso. Diamine quanto era bella. Talmente tanto che le sgridate che Furuichi e Misaki gli avevano frequentato per aver distrutto la scuola, impallidivano al confronto. E quelle non si dimenticano facilmente, anzi, s’imprimono nella mente e (soprattutto) nel corpo, a fuoco. Cazzo, il dolore si riaccende solo a pensarci.
Beel gli si avvicinò. Il ciuccio ormai era sparito. Se lo portava al collo per ricordo. Nico lo seguì gattonando. I tre si guardarono per lunghi interminabili minuti. Fu Beel a prendere la parola. Sì perché oramai aveva imparato a parlare. Era ora, c’è da dire. –Vai papà!- gli dice, alzando un pollice, cercando di farsi figo. Be’ ha ancora mola strada da fare. Ma fa progressi. Nico invece, con un semplice –Cha- diede il suo appoggio.  Oramai il limite dei diciotto metri era superato. Beel era cresciuto e si poteva arrivare a una distanza di 3 km. Per Nico, finché il fratello e con lui, non distrugge il vicinato a suon di terremoti.  Con l’appoggio dei suoi due bambini, si alzò e si butto dalla finestra aperta, per cadere in strada senza farsi un graffio. Iniziò a camminare, con una calma insolita. Doveva pensare a cosa dirle. Anche se “Tatsumi Oga”, nella stessa frase con “pensare” non ci sta proprio, anzi, per i conoscenti del ragazzo, fa proprio ridere. Prima di tutto, doveva capire che diavolo aveva in mente. Che cosa aveva che non andava? Doveva chiedere spiegazioni. E l’unica persona cui poteva chiederlo era chi gli faceva provare quegli strani sentimenti.
Si ritrovò all’entrata di un parco. Era ormai il tramonto, aveva camminato per un’ora buona. Ricordava quel parco. Qui, qualche anno prima, aveva provato il “Debutto al Parco” con Beel. Un completo disastro, ma qui Beel aveva conosciuto il suo primo amico: Kota. C’era ad accompagnarlo sempre quella ragazza. Aoi Kunie. E neanche a dirlo, eccola lì. Era un anno che non la vedeva. Gli piaceva parlare con quella ragazza. Un po’ silenziosa forse, ma era un’ottima ascoltatrice, e poi gli ricordava molto Kunieda. Sapeva che erano cugine ma si assomigliavano tantissimo!
Si avvicinò alla sua vecchia amica e la salutò –Yo! E’ da un po’ che non ci si vede vero Aoi Kunie?- gli disse con un sorriso tranquillo. Lei era l’unica donna con cui si rilassava. Si rilassava così solo quando era solo con Furuichi.  La ragazza si voltò. I capelli blu raccolti in trecce erano liberi dal solito cappello bianco, ma non mancavano di certo gli occhiali. Vedendo il ragazzo, Aoi divenne rossa in volta e iniziò a balbettare per qualche secondo. Dopo un minuto buono per riprendere il controllo, la ragazza lo salutò a sua volta, con un sorriso: -Ciao Oga… già e da qualche tempo che non ci vediamo…- e dicendo questo il sorriso scemò per un attimo in una smorfia. Si erano visti quella mattina, quando Kunieda era andata a prendere Kota dall’asilo. Ma ovviamente quell’idiota di Oga non l’avrebbe mai capito. Entrambi si sederono su una panchina, poco distante da dove dei bambini stavano giocando e il silenzio calò sui due. Entrambi non sapevano cosa dire. Kunie azzardò una domanda, cercando di rompere il ghiaccio: -Come sta Beel?- chiese.
Lui non rispose. La guardò e chiese a sua volta: -Come sta Kunieda?-. La spadaccina arrossì fino alla punta dei capelli. Iniziò a balbettare:-P-p-p-perché questa domanda? Da quel che so, vi siete visti stamattina.- Oga si grattò la nuca, palesemente imbarazzato. –E che devo dirgli una cosa. Una cosa importante.- rispose serio. L’interlocutrice divenne, se possibile ancora più rossa, immaginandosi inizialmente chissà che cosa dovesse dirle. Poi, ricordandosi che stava parlando con Oga Tatsumi, l’idiota per eccellenza, si calmò e tornò con i piedi per terra.
-Cosa vorresti dirle?- chiese con un sorriso e un tono dolce. In tutta risposta, Oga divenne rosso e gli disse –Prometti di non dirglielo. Ti prego.- Implorò, unendo le mani in segno di preghiera e chinando il capo. Curiosa la ragazza annuì: -Ecco… e che credo di essermi…- si bloccò. Neanche lui sapeva cosa pensare. Cercò quindi di trovare le parole giuste. –Ecco… quando sono con lei il mio stomaco… sento come se si attorcigliasse. Mi piace molto stare con lei, e mi sento come se… come… Ecco come quando massacri di botte un gruppo numeroso d’idioti che ti sfidano. Si ecco!- disse soddisfatto. Non proprio un gran paragone, ma la ragazza crebbe di capire il concetto. Sperò di non essersi fatta il suo solito film mentale e chiese: -Non è che per caso… ti sei innamorato di lei?- e dicendolo, deglutì a vuoto. Oga a quelle parole divenne sempre più rosso e gli rispose –Non so… credo di sì. Forse. Cazzo non sa dirlo!- sbottò infine. La ragazza al suo fianco rimase senza parole. Cercò di portare avanti il discorso –E… come mai… non ti c-c-c-confessi?- chiese balbettando. Il suo cuore oramai andava a mille. Oga Tatsumi tentennò. Non era mai successo. Aveva affrontato mille nemici. Mille demoni. Diavolo era diventato addirittura un Super Sayan! Ci pensò su. Cazzo lui era Oga Tatsumi, il Genitore Super Figo, l’Ex Boss dell’Ishiyama, il Papà-Demone. Come poteva tentennare davanti ad una ragazza? Si alzò in piedi. –Hai ragione. Sai dirmi dove posso trovarla?-gli chiese. La Regina accanto a lui si alzò. Iniziò a dire qualcosa ma non finì la frase. Decise che era meglio passare ai fatti. Con un movimento fulmineo si sciolse i codini e si lasciò cadere i capelli blu sulla schiena. Dopo si tolse gli occhiali, con mani tremanti, e rossa in viso. Poi alzò lo sguardo sul ragazzo che aveva di fronte. Lui la guardò stralunato. Poi si mise a ridere –Cazzo sei uguale a Kunieda!- disse continuando a ridere. La ragazza voleva schiaffeggiare quell’idiota che si ritrovava davanti, ma si trattenne. Decise di parlare. –Oga… io SONO Kunieda.- disse con sguardo serio. Il silenzio calò nuovamente tra il duo. Dopo qualche minuto dove il “papà” cercò di elaborare la nuova informazione, Oga gridò –COOSA? E tu fino ad ora mi hai sempre preso in giro? Ecco come facevi a sapere tutte quelle cose…- iniziò a dire, trovando finalmente un senso in tutta quella storia tra Kunie/Kunieda.  Poi dopo qualche secondo comprese quello che era appena successo. Divenne rosso, più rosso di quanto solitamente era la Regina. Si era appena confessato! E non se ne era nemmeno reso conto! Oga cercò le parole, iniziò a pensare, a pensare come se non ci fosse un domani. Probabilmente gli ultimi neuroni sparirono durante quella pensata. Poi la ragazza fece qualcosa di completamente inaspettato. Sporse la testa verso il ragazzo e lo baciò: un bacio semplice, senza malizia o passione. Un semplice quanto puro bacio a stampo. E proprio quel semplice bacio mandò Oga Tatsumi al tappeto. La mente si fece vuota il cuore minacciava di uscirgli dal petto e lo stomaco rischiava seriamente di autodistruggersi. Dopo lunghi secondi, la ragazza si staccò e rossa in viso, iniziò a sbollire l’emozione, insieme ad Oga. Poi si girò e iniziò a camminare lentamente verso casa. E si limitò a dirgli: -Ci vediamo domani… Tatsumi.-.
Oga rimase lì imbambolato per una mezz’ora buona, con un sorriso ebete stampato in faccia. Anzi un sorriso da Furuichi. E sottolineo. Da Mobichi. Si girò e anche lui andò via da quel parco. Aveva l’improvviso e inarrestabile impulso di andare a casa del suo migliore amico e di raccontargli l’accaduto. Ora i suoi lamenti non sembravano più così seccanti. E poi doveva minacciarlo di non fare più strani pensieri su Kunieda Aoi. Non più. Ora era la SUA Kunieda Aoi.
 
FINE
  
 
NUOVO ANGOLO *canzoncina demente*
Allora, spero che vi sia piaciuta. Mi è venuta in mente mentre ri-leggevo il manga e mi sono fatto di nuovo due risate guardando gli eventi di questa coppia. Spero che sia perlomeno gradita e che non sia una totale schifezza. Non sono un gran romanticone.
   
 
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