Serie TV > Nikita
Ricorda la storia  |      
Autore: mikyintheclouds    31/07/2014    2 recensioni
Storia dedicata al mio personaggio preferito, Birkhoff, completamente inventata e con un nuovo personaggio...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seymour Birkhoff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Ecco! Guarda quanto è sexy quando fa quella cosa con la bocca.” Esclamò lei.
“Le sta solo allacciando un fazzoletto attorno alla mano.” Ribatté lui.
“Si, ma lo fa con la bocca e la guarda in quel modo che mi fa morire.”
“Questo sguardo, vuoi dire?” Chiese ridicolizzando l’attore che avevano appena visto al computer, facendola scoppiare a ridere.
“Quanto sei sciocco!” Lo prese in giro lei, tirandogli un debole pugno scherzoso sul braccio.
“Per forza lo fa con la bocca, comunque, ha una mano sola.” Continuò lui.
“È quello il suo fascino. Lui è Hook.” Disse lei con aria sognante.
“Saresti sexy senza una mano” Riprese poco dopo prendendo, tra le sue, la calda mano del suo fidanzato.
“Sì, ma senza una mano non potrei lavorare. Non credo che l’uncino sia comodo per digitare sulla tastiera del computer.”
“Potremmo lasciare tutto e partire all’avventura, il Capitano B e la sua Kimy.”
“Oh, si. Già immagino quanto saresti sexy con un bel completino da piratessa.”
Ridacchiarono mentre lui mosse leggermente la testa per baciarla.
Birkhoff e Kimy, la sua ragazza, erano beatamente stravaccati sul divano, lei sdraiata sul suo petto, con la testa appoggiata nell’incavo tra il collo e la spalla, lui la abbracciava stretta, e stavano guardando uno dei telefilm che la ragazza, patita di serie tv, preferiva di più: Once Upon A Time.
Nonostante lui ora avesse un lavoro onesto, non aveva mai smesso di scaricare illegalmente materiale da internet, come film e cose simili. Dopo tutto, si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire.
Vivevano insieme da un anno, l’anno più bello che Birkhoff avesse mai vissuto in tutta la vita, l’anno più allegro, pieno di risate e spensieratezza che avesse mai avuto.
Si erano conosciuti in un bar, per caso, e lui si era innamorato di lei fin dal primo momento in cui le aveva posato gli occhi addosso.
 
Era un pomeriggio d’inverno, freddo e piovoso, quando Birkhoff entrò in un bar per prendere un caffè e scaldarsi.
Era passato un anno da quando, insieme a Nikita, Michael, Alex e gli altri, aveva risolto il “problema” Divisione una volta per tutte e stava lentamente cercando di avere, per la prima volta, una vita normale.
Aveva modificato il suo passato e quello dei suoi amici in modo che tutti potessero trovare un lavoro, potessero avere un’occasione di rifarsi, o meglio crearsi, una nuova vita.
Era in piedi alla cassa, in fila per pagare, quando notò una ragazza, bassa e magra, china su una rivista, intenta a fare il gioco delle differenze.
A Birkhoff bastò una rapida occhiata per capire quale fosse l’ultima che le mancava e, dopo che ebbe ordinato e pagato, le si avvicinò e le disse dolcemente: “Se fossi in te, guarderei il cielo.”
La ragazza si girò, incuriosita, verso la persona da cui proveniva quella voce così calda e dolce.
“Come?” Chiese incontrando per la prima volta gli occhi di quello che sarebbe diventato l’uomo della sua vita.
“L’ultima differenza. Si trova nella zona del cielo.”
“Oh.” Rispose lei, leggermente confusa…delusa, forse?
Birkhoff percepì quell’inclinazione nel tono di voce e pensò di doversi scusare per aver interferito. “Scusa, io non avevo intenzione di rovinarti il gioco, ho solo visto che non sapevi più dove guardare e ho pensato di darti una mano, io…”
“Non ti preoccupare, è tutto a posto. Ti ringrazio, anzi. Sono solo arrabbiata con me stessa. Odio questo gioco, non riesco mai a trovare l’ultima differenza e mi sale il nervoso, ma meno male che c’eri tu questa volta.”
Birkhoff sorrise, ammaliato dagli occhi marroni ed espressivi della ragazza e incantato dai morbidi lineamenti del volto.
“Seymour.” Si presentò tendendole la mano.
“Kimy.” Rispose lei stringendo, con la sua manina fredda, quella più grande e calda dell’uomo.
“Che nome particolare.”
“È il mio soprannome in realtà, ma siccome è un secolo che tutti mi chiamano così, ormai lo uso sempre. Il mio vero nome è…”
 
Birkhoff ripensava spesso a quel giorno e ci stava pensando anche in quel momento, mentre sentiva il debole peso di quel corpicino su di se e s’inebriava del profumo dei suoi lunghi capelli biondo scuro ancora umidi.
Improvvisamente lei si alzò, lasciando un vuoto fastidiosamente freddo sul petto del ragazzo.
“Dove vai?” Le chiese.
“Ho voglia di pancake.” Rispose lei, tranquillamente.
“Ma sono le nove e mezzo di sera.”
“Esiste una regola che vieti di fare colazione di sera?” Ribatté lei.
Birkhoff rise.
Quella ragazza era unica. Amava la libertà, seguiva regole di vita tutte sue, in base a una morale che la portava comunque a fare sempre la cosa giusta ed era una delle cose che più adorava in lei.
Rimase ancora un po’ seduto sul divano, mentre la osservava muoversi sicura nella sua cucina, pensando di non aver mai visto in vita sua una donna tanto attraente. Poco dopo spense il computer, si alzò e uscì sulla veranda.
Sentiva le onde del mare che s’infrangevano calme sul bagnasciuga in quella calda sera estiva, rinfrescata da una leggera brezza che soffiava debole e portava con se profumi di fiori esotici e resina di pino. Si sedette sul dondolo e contemplò la vastità dell’oceano che si perdeva dinnanzi ai suoi occhi, rischiarato da un sottile e pallido spicchio di luna.
Aveva fatto costruire quella casa apposta per lei. Lei amava il caldo, il mare, si sentiva più libera che mai mentre nuotava in quello spazio immenso e ne respirava il profumo frizzante. Lui era felice mentre lei danzava sulla sabbia con i gabbiani, mentre il sole illuminava i suoi capelli conferendo loro dei magnifici riflessi dorati.
Capitava spesso che giocassero insieme quando c’erano le onde alte, spensierati come due ragazzini, per poi finire a fare il bagno nudi, o a fare l’amore sulla spiaggia, gridando i loro nomi quando il piacere li legava nell’abbraccio più antico e intimo che l’uomo avesse mai conosciuto.
Con lei la vita non era mai uguale, amava rinnovarsi, cambiare la disposizione dei mobili in casa, provare cibi nuovi, voleva viaggiare praticamente in tutto il mondo. Solo su una cosa rimaneva ferma: l’amore che provava per lui.
Anche le rare volte in cui avevano qualche dissapore, lui sapeva la profondità del sentimento che li legava, così come lei aveva imparato ad accettare il suo carattere, a volte spigoloso, lui sapeva gestirla quando le prendevano quelle che lei definiva “paturnie”.
Erano una coppia ben amalgamata e anche Nikita e gli altri la trovavano perfetta per lui.
Ovviamente lui le aveva raccontato il suo passato, lei aveva capito, aveva accettato e lui si era impegnato a cambiare per lei, voleva essere una persona ogni giorno migliore perché lei aveva saputo trovare un’altra immagine di lui, aveva saputo mostrargli il mondo sotto un nuovo punto di vista e di questo le sarebbe stato per sempre grato.
“Eccoti qui.” Disse lei quando lo raggiunse con due piatti colmi di pancake fumanti.
“La serata è troppo bella per restare in casa.”
“Hai ragione. Guarda quante stelle.” Aggiunse sedendosi a sua volta sul dondolo.
“Spruzzata di zucchero a velo, sciroppo d’acero e marmellata di mirtillo a parte. Tu si che sai come rendere felice un uomo.” Commentò prendendo in mano il suo piatto, sporgendosi appena per baciarla.
“Conosco il mio B.” Replicò lei con naturalezza, sorridendogli e rispondendo con passione al bacio.
Sentirono dei morbidi passettini che si avvicinavano nella loro direzione e in breve furono raggiunti dalla loro cagnolina, Maya, che, attirata dal profumo dei dolci e dalla prospettiva di ricevere coccole, si era accomodata sul dondolo di fianco a loro.
“Ecco la mia cucciola.” Disse Kimy facendole i grattini dietro alle orecchie.
“Bene.” Disse soddisfatta. “Ora la nostra famiglia è al completo.” –Per ora- pensò subito.
Sapeva, dal primo momento che l’aveva visto, che Seamur, B come lo chiamava lei siccome il nome le ricordava troppo il personaggio dei Simpson, era l’uomo della sua vita e avrebbe presto voluto avere dei figli con lui.
Era dolce, gentile e la faceva ridere come nessuno aveva mai fatto prima. Dopo soli 3 mesi che stavano insieme avevano deciso di convivere ed era stata la scelta migliore che avesse mai preso.
Nonostante il suo passato, lui era riuscito a riscattarsi, aveva un buon posto di lavoro e, cosa più importante di tutte, la amava e, quando era con lei, tirava fuori tutte quelle qualità che troppo spesso celava agli altri, così come lei si limitava in certi suoi comportamenti a volte un po’ infantili o pignoli.
Ma si sa, l’amore è in grado di fare anche questo, tira fuori l’immagine migliore delle persone, crea compromessi per poter unire in un’unica cosa ciò che era stato diviso.
Le era sempre piaciuta l’idea delle anime gemelle, due persone così compatibili che si sarebbero potute riconoscere e ritrovare anche se provenivano dagli estremi opposti del globo, due individui che trovavano la reale felicità solo uno nelle braccia dell’altra, anche con tutte le differenze che potevano avere, come le metà di una mela, lo Yin e lo Yang.
Per lei B era questo. Solo con lui aveva trovato la felicità e lo amava ogni giorno di più.
 
Erano abbracciati da qualche ora, sdraiati su quel dondolo. Il movimento cadenzato del lettino e il rumore placido delle onde marine li stava cullando nel mondo dei sogni, a terra i piatti con i residui del loro dessert.
Kimy, improvvisamente, scoppiò a ridere, facendo sobbalzare B che si stava appisolando.
“Ma sei fuori di testa? Mi è quasi venuto un infarto. Che ti prende?” Chiese, ormai abituato alle stranezze della ragazza che era solita ridere nei momenti meno opportuni.
“Mi è venuta in mente quella volta che io sono uscita con Niki e Alex e tu sei rimasto qui con Sean e Michael e quando siamo tornate eri intento a cavalcare il divano convinto che fosse un elefante.” Raccontò tra le risa.
Anche B rise e le rispose: “Vogliamo parlare di quella volta in cui vi hanno cacciate dal locale perché hai voluto a tutti i costi fare il karaoke e ti hanno sbattuta fuori perché facevi scappare i clienti con la tua voce da gallina strangolata?”
“Ehi!” Replicò lei, ridendo, fingendosi offesa. “Canto benissimo io.”
“Si certo, quando ti esibisci per i sordi.”
“Chi è che ha rovinato il completo migliore di Sean perché è andato a fare il bagno vestito, mentre imitava le gesta di un SEAL?” Continuò poi lei per ribattere al suo commento.
Lui continuò a ridere sempre più forte. “Ne abbiamo passate tante.” Disse poco dopo, quando finalmente riuscì di nuovo a parlare, sorridendo al pensiero della complicità che si era creata tra i sei durante quel meraviglioso anno.
“Eh sì. È bello come mi abbiano accettata subito i ragazzi. Non lo avrei mai pensato.” Disse Kimy, sottovalutandosi com’era solita fare.
“Cosa altro avrebbero dovuto fare? Sei fantastica.” La rassicurò lui, stringendola ancora di più a se.
“Ci facciamo una foto?” Riprese qualche istante dopo.
“Certo.” Rispose lei, girandosi per dargli un bacio sulla guancia, mentre lui estraeva il cellulare e scattava un selfie.
Guardarono entrambi i loro volti sorridenti, grati di come quella fotografia trasmettesse quello che loro pensavano dalla prima volta che si erano incontrati: sapevano ognuno mostrare una nuova immagine di sé all’altro.
B guardò nel cielo scuro e vide passare una stella cadente.
Si girò verso il suo amore e le sussurrò: “Esprimi un desiderio, cucciola.”
 
 
 
 
Ciao! Dedico questa storia a una ragazza (la Kimy di cui parlo) che esiste realmente ed è innamorata persa di Birkhoff e poi lo dedico anche alla mia cara LadyDeeks che mi ha spinto a scriverla. Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Nikita / Vai alla pagina dell'autore: mikyintheclouds