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Autore: Myuzu    31/07/2014    6 recensioni
Sesta one-shot legata alla longFic "Only one month" :) (Ero convinta di averla pubblicata secoli fa, prima che venissi risucchiata dall’oblio! Ma ho appena scoperto che nonostante fosse finita, non l’ho pubblicata … O.o Forse perché doveva essere l’ultima, chissà …) Essendo una one-shot c’è poco da dire, mi limito a nominare il protagonista: Ji Yong. Buona lettura ^^
PS: sarà difficile capire questa storia per chi non ha letto la storia principale, per chi l’ha letta invece, grazie di continuare a seguirmi nonostante la mia irrispettosa scomparsa, annyeong :)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'orribile, magnifica maledizione

 


«Allora,cosa vuoi fare?»
«Non mi va di uscire.» ripete per l’ennesima volta GD. Questa frase sembra essere diventata la sua preferita tanto che la ripete in continuazione.
«Sicuro?» insiste Taeyang. «Minli ha un’amica che …»
«No, Hyung! Non di nuovo!» ribatte brusco Ji Yong, quasi arrabbiato.
«Ok, va bene … A domani.» annuisce sconfitto Taeyang, uscendo definitivamente.
Ji Yong lascia sbattere la porta d’entrata, prima di rimanere a fissarla un po’, con aria assente e in completo silenzio. Il vuoto echeggia nella casa e la solitudine, ormai sua migliore amica, torna a trovarlo. Se solo mi sentisse o potesse vedermi, saprebbe che non è mai solo, che io sono sempre con lui …
Si lascia sfuggire un lungo sospiro prima di dirigersi in soggiorno e accendere lo stereo. Abbassa il volume e si gode ad occhi chiusi la sua musica.
Resta un po’ così: fermo, occhi chiusi, mano ancora sulla manovella del volume. Passato qualche secondo, stanco della posizione e dei pensieri che mai lo abbandonano, si reca in cucina per aprire il frigo e prendere una birra dal ripiano più alto. La stappa e torna a passo trascinato in soggiorno, dove si abbandona sul comodo divano.
«Quante volte devo dirti che non devi bere a stomaco vuoto?!» urlo agitandomi, ma ovviamente non mi sente. Sospiro anch’io, sedendomi a gambe incrociate sul tavolino basso di fronte a lui.
GD fissa davanti a sé, assorto nei suoi pensieri, pensieri tristi … Sempre gli stessi. Si rigira la bottiglia tra le mani prima di buttarne giù metà. 
«Piano!» dico innervosita, non ha il minimo rispetto per il suo povero fegato ultimamente. «Non capisco perché ti ostini a rimanere a casa da solo! Persino ubriacarsi sarebbe positivo se solo fossi con qualcuno. Con i tuoi amici per esempio. Taeyang le ha provate tutte per aiutarti e anche gli altri … E anche Seungri. Dovresti sforzarti un po’ di più Ji …» parlo come se potesse sentirmi, so che non può, ma spero comunque che possa ricevere il messaggio in qualche modo. «Dovresti dimenticarmi …» sussurro triste.
Ji Yong butta la testa all’indietro poggiandola sullo schienale del divano, chiude gli occhi e qualche lacrima silenziosa comincia a rigargli il volto.
«Mi manchi …» sibila all’improvviso sempre ad occhi chiusi.
Sento come un macigno che atterra sulla mia testa. Una coltellata al cuore. Una scossa elettrica attraversarmi il corpo e l’irrefrenabile voglia di piangere.
«Non dire così …» dico dopo poco. «Sono qui …» mi sento come oppressa da una morsa.
«Perché te ne sei andata?» chiede Ji Yong, come se sapesse che posso sentirlo.
«Io non volevo andarmene, lo sai.» rispondo triste.
«Perché?» ripete mentre le sue lacrime aumentano, straziandomi il cuore.
«Avevi promesso Ji! Avevi promesso che saresti andato avanti! Sono passati già due mesi, reagisci!» ribatto arrabbiata, ma non con lui, con me stessa. È solo colpa mia che io e lui soffriamo in questo modo …
Si alza all’improvviso, lo imito rimanendo a svolazzare a pochi centimetri da terra. Con gesto secco porta la bottiglia alle labbra e ne ingerisce il restante contenuto tutto d’un fiato, prima di scaraventarla vuota a terra. La bottiglia va in frantumi, frantumi che lui rimane a fissare piangendo.
«Non fare così …» sono frustrata. Non posso fare niente! Nemmeno come angelo posso aiutarlo, nemmeno apparendogli in sogno … Ogni volta che appaio nei suoi sogni gli parlo e gli do consigli, ma non riesco mai a dirgli di trovarsi un’altra ragazza … non ci riesco. So che dovrei, ma non ce la faccio. Avrei dovuto dirglielo dalla prima volta che gli sono apparsa in sogno … «Trovati un’altra ragazza! Ama un’altra ragazza! Hai promesso!» grido con tutto il fiato che ho.
«Promessa? Al diavolo la promessa! È te che voglio!» ribatte piangendo, spaventandomi. Non può essere che mi abbia sentito! È impossibile … o no?
«Ji Yong?» chiamo e lui si asciuga il volto bagnato con una mano.
«Non mi hai dato tempo …» dice ora triste, la rabbia sfumata. «Non mi hai dato il tempo …» ripete atono. Mi avvicino e gli tocco una spalla cercando di trasmettergli conforto. «Non ti ho detto ti amo … io non lo sapevo che sarebbe stata l’ultima volta … tu mi hai detto “ti amo” ed io ti ho detto “lo so” … potrai perdonarmi?» singhiozza ora ed io sto sempre peggio. Presa dall’impulso lo abbraccio. Perché un angelo può abbracciare un umano, può farlo perché è un po’ umano anche lui … prova sentimenti, ama, ride, soffre …
«Non devi farti perdonare nulla!» dico stringendolo.
«Chiara … dove sei?» domanda.
«Sono qui.» rispondo.
«Perdonami se non manterrò la promessa …» sussurra ed io gli do un leggero bacio sulla guancia, un bacio che dovrebbe dargli sollievo e tranquillità. Bacio che lo fa stendere sul divano e chiudere gli occhi assonnato. Mi accovaccio accanto a lui accarezzandogli i capelli e garantendogli così sonni tranquilli. Aspetterò che si svegli. Aspetterò che apri gli occhi dopo una lunga dormita, perché è solo in quel momento che può vedermi sul serio. Nel momento in cui dal mondo dei sogni, a cui anch’io ho accesso, torna nel mondo reale.
Prometto che sarò sempre qui, Ji Yong.
Prometto che allieterò il tuo dolore.
Prometto che troverò per te qualcuna d’amare al posto mio. Perché a discapito della mia felicità, tu sorriderai di nuovo.
 
Hai capito, Ji?
 
È una promessa.
 
 
 
«Scricciolo?» mi chiama con un sorriso.
«Ji Yong!» gli sorrido a mia volta, prima di accigliarmi e urlare: «Non bere mai più a stomaco vuoto, stupido!» gli do un pugno in testa, ma lui ride. Ride contento di vedermi, di riabbracciarmi.
«Ti amo.» mi sussurra in un orecchio, tenendomi stretta.
«Lo so.» sorrido maliziosa, incurante di quello che sarebbe davvero il mio compito. Incurante della promessa che mi ha fatto e di quella che io ho fatto a lui …
Un altro giorno, mi dico. Solo un altro giorno. Voglio solo un altro po’ di tempo per stare con lui nei suoi sogni. Almeno in sogno stiamo insieme … ma questa è come una droga di cui non si riesce di fare a meno. Desidero sempre un po’ di tempo più … cerco di allontanare sempre di più il momento in cui lui non penserà più a me … Tutto questo è sbagliato, egoista, doloroso. La possibilità di vederci in sogno non è che una maledizione. Un’orribile, magnifica maledizione. 
  
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