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Autore: potteriani    31/07/2014    2 recensioni
"Quando sono arrivato a New York ho cominciato a girellare da solo per le prime settimane. Volevo scoprire la città a modo mio, trovare i miei ristoranti preferiti, il bar dove fanno il miglior cappuccino, i miei negozi preferiti e ovviamente anche la mia libreria preferita. [...] Si dà il caso che abbia trovato la mia libreria preferita proprio durante una di queste mie esplorazioni a giro per la città."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Adam Crawford, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa giornata è cominciata male.
Tanto per cominciare mi sono svegliato a causa dei “rumori molesti” che Rachel e il suo attuale fidanzato, Brody, stavano facendo, e sinceramente stavo per vomitare.
Ma vabbè, se tutto ciò rende felice la mia migliore amica lo sopporterò.
Poi c’è stata la doccia gelata perché non partiva la caldaia, e il rituale d’idratazione mattutino mi ha preso più tempo del previsto, così la mia colazione è stata un semplice caffè preso al volo dal bar sotto casa, prima di fiondarmi a lezione.
Lì la simpaticissima Cassandra July ha deciso di spezzare le ossa a tutti i suoi alunni, e sono arrivato alla lezione di storia della musica con una spalla che urlava dal dolore.
Ma vabbè.
Vabbè un corno!
Ora sono a mensa, e sto disperatamente cercando di rilassarmi, nonostante senta già un bel mal di testa in arrivo.
Prendo una forchettata o due della mia insalata senza calorie, quando il telefono comincia a squillarmi.
Lo prendo in mano lentamente, col braccio ancora indolenzito dalla lezione di ballo, e rispondo.
“Pronto?”
“Kurt! Tesoro, mi dispiace per stamattina, so che ti abbiamo svegliato …”
“Ciao Rachel. Non preoccuparti, avrei dovuto mettere i tappi per le orecchie ieri sera”
“Mi dispiace davvero Kurt. Avrei voluto dirtelo oggi a scuola, ma non ti ho incrociato” la voce di Rachel sembra davvero dispiaciuta.
“Dove sei ora?” chiedo cercando di capire dai rumori di sottofondo dove si trovi la mia coinquilina.
“Dopo la lezione ho preso un panino al bar e ora sto andando allo Spotlight, tra poco mi comincia il turno” mi risponde Rachel col fiato corto. Probabilmente sta facendo una mini-corsetta pur di arrivare in tempo a lavoro.
“Va bene, allora ti lascio andare” dico rigirando con la forchetta di plastica una foglia d’insalata, non troppo affamato.
“Ok. Non sei arrabbiato con me per stamattina quindi?” mi chiede, probabilmente per zittire i suoi sensi di colpa.
“No Rach, non sono arrabbiato. Ci vediamo stasera a casa” rispondo con uno stanco sorriso sulle labbra. In fondo non posso essere arrabbiato con lei se ha una vita amorosa e io no. Giusto?
“Perfetto! A dopo!” e così dicendo Rachel riattacca la chiamata.
Poso il telefono sul tavolo, e quando alzo lo sguardo incrocio un paio di occhi azzurri. Oh no.
“Ciao Kurt”
Merda.
“Ehi Adam!” dico sorridendo con voce palesemente falsa. Devo sembrare felice di vederlo? Perché Adam mi sta guardando con un misto di desiderio e rabbia. La situazione è peggio del previsto. Ma che mi aspettavo, l’ho lasciato io, e lo sapevo che dopo la nostra rottura prima o poi ci saremmo inevitabilmente incrociati per i corridoi. Però fino ad oggi avevo avuto fortuna. Ma ovviamente questa giornata cominciata male non può che peggiorare.
“Posso sedermi?” dice indicando una sedia dall’altra parte del tavolo rotondo.
No, dovresti andartene. Grazie, addio.
“Certo”
Beh, perlomeno sono un bravo attore.
Adam mi sorride, poggiando la sua borsa sul tavolo.
“E’ un po’ che non ci vediamo, eh?” dice continuando a sorridere in modo leggermente inquietante.
“Già”
Bella risposta Hummel. Davvero. Solo che non ho seriamente nient’altro da dire.
“Come stai?” ok, non dovevo chiederlo, domanda molto stupida.
“Così” risponde sistemandosi quel dannato cappellino blu. “Tu?”
Alla grande in effetti. Ora te ne vai?
“Me la cavo”
Continuiamo a guardarci negli occhi per un po’, e la situazione sta cominciando a diventare imbarazzante. D’altro canto io non so più che dire. Non è che ci siamo lasciati molto bene.

“Stai … rompendo con me?”
Sospiro, cercando di non arrivare ad una lite vera e propria.
“Si Adam” dico guardandolo finalmente negli occhi. Sembra ferito e sorpreso, ma più che altro sconcertato.
“Non capisco perché Kurt, noi due stiamo alla grande quando siamo insieme!”
“No Adam, non è vero. E lo sai anche tu” dico con calma, cercando di avere un minimo di tatto.
“Io ti piaccio e tu mi piaci Kurt!” dice quasi al limite della disperazione.
“Adam, è questo il punto: tu non mi piaci. Insomma, è vero, siamo stati bene un paio di volte, ma quando sono con te non mi sento a mio agio. Non davvero. Sento come se dovessi contenermi, come se non potessi essere me stesso. Non è così che ci si dovrebbe sentire col proprio ragazzo”
“Posso cambiare, ok? Possiamo sistemare le cose” dice cercando di prendermi una mano, ma non glielo permetto.
“Adam, basta. E’ finita. Quantomeno cerchiamo di lasciarci da amici” e nel momento in cui lo dico capisco di aver peggiorato la situazione fino all’inverosimile.
“Amici Kurt?” dice tremando di rabbia. Poi mi guarda negli occhi. “Vaffanculo”


“Senti, ora devo andare” dico non riuscendo più a sopportare quella tensione.
“Dove?” chiede subito lui.
“Ahm …” Pensa Kurt, pensa in fretta! “… In libreria!” dico riuscendo a salvarmi giusto in tempo.
“E che libro devi prendere?” continua a chiedere, insistente.
“Ah, ecco, sai, volevo … volevo fare un po’ un giro. Per vedere se trovo qualcosa da poter leggere” bella pensata.
“Posso accompagnarti?”
Eh che cavolo Adam! No vuol dire NO!
“Io … ecco, non credo che sia una buona idea” dico sperando che capisca.
Adam continua a guardarmi negli occhi e poso vedere come strige impercettibilmente la mandibola, segno che si sta arrabbiando-innervosendo-scocciando.
“Ok. Ci vediamo” e senza neanche aspettare una mia risposta si alza e prendendo la borsa se ne va, sparendo dalla mia vista.
Sospiro chiudendo gli occhi. Almeno questa è andata. Poi guardo l’ora sul telefono: sono le due e un quarto.
Rifletto un po’ su cosa fare adesso. Non ho più nessuna lezione per il resto della giornata, quindi potrei tornare a casa e dormire fino all’ora di cena o andare davvero in libreria. In fondo è da tanto che non ci vado, e mi servirebbe qualcosa da leggere. Perché no? Vada per la libreria!
Prendo il mio vassoio e lo svuoto nel cestino, poi mettendomi la borsa a tracolla esco da scuola.

Quando sono arrivato a New York ho cominciato a girellare da solo per le prime settimane. Volevo scoprire la città a modo mio, trovare i miei ristoranti preferiti, il bar dove fanno il miglior cappuccino, i miei negozi preferiti e ovviamente anche la mia libreria preferita. New York è una città davvero enorme, e molte volte può farti sentire solo di fronte ai suoi palazzi altissimi e alle sue strade affollate. Capita ancora che ogni tanto io prenda una linea della metro a caso e scenda a una delle tante fermate, cominciando a girare per quel quartiere. Così scopro posti nuovi che quasi sicuramente non avrei mai trovato se fossi rimasto a girovagare per il mio solito quartiere. Ovviamente cerco di evitare i posti poco raccomandabili, insomma, stiamo comunque parlando della Grande Mela!
Si dà il caso che abbia trovato la mia libreria preferita proprio durante una di queste mie esplorazioni a giro per la città. Si trova nel Queens, più precisamente nel quartiere di Corona, ed è praticamente invisibile se non si sa che si trova lì. L’esterno è di mattoni rossi e ai lati della porta bianca ci sono due grandi vetrine con esposte le nuove uscite. La piccola palazzina e spiaccicata tra due appartamenti residenziali, e io ci capitai, appunto, per caso.

Apro la porta, facendo suonare il campanello appesovi sopra.
“Ciao Kurt” mi dice Maya, la ragazza che ci lavora. Maya è piuttosto bassa –quasi quanto Rachel, cosa piuttosto impressionante- ed ha la pelle olivastra, gli occhi neri e i capelli marroni acconciati in tanti dreadlock. Ormai siamo diventati amici, visto che vengo qui piuttosto spesso.
“Ehi Maya” le rispondo avvicinandomi al bancone per salutarla. Ci sono poche persone nella libreria, così possiamo parlare un attimo.
“E’ da un po’ che non ti vedevo in giro” mi dice sempre sorridente “Che fine avevi fatto?”
“Ho avuto poco tempo libero ultimamente, sai, stavo con un ragazzo”
“Davvero?!” dice tutta emozionata “Avanti racconta!”
Sbuffo e sorrido allo stesso tempo davanti alla sua espressione. “Niente di che, davvero. L’ho lasciato qualche settimana fa. Non stavamo bene insieme, tutto qui”
Rispondo tranquillamente, quasi come se non fossi io il ragazzo coinvolto in quella relazione. Ma forse è proprio così: non mi sono mai veramente sentito legato ad Adam.
E poi se ci penso bene è da quando ho cominciato a uscire con lui che non sono più venuto in libreria. Ed è decisamente una cosa triste, perché io ho sempre amato i libri: sono la mia salvezza. Più volte al liceo quando la situazione a scuola cominciava a diventare insostenibile ho trovato conforto nei libri. Per me sono come una specie di seconda famiglia, e devo loro molto.
“Mi dispiace Kurt” mi dice Maya posando una mano piena di anelli sulla mia “Ma credimi, troverai il ragazzo giusto per te molto presto. Chissà, magari è dietro l’angolo!”
Scoppio a ridere, confortato dal fatto che esistano persone come Maya: questa ragazza non si farebbe abbattere da niente, è l’ottimismo fatto persona!
“Vado a curiosare un po’ tra gli scaffali, ci vediamo dopo” le dico facendole l’occhiolino e scomparendo in uno dei corridoi formato dagli alti scaffali scuri della libreria.
Sono nella sezione fantasy, e si, devo ammetterlo: lì ho trovato più volte ragazzini che altro, ma chissene! Il fantasy è un po’ la mia passione segreta, e non mi vergogno affatto ad ammettere di aver costretto mio padre ad accompagnarmi vestito da Hagrid mentre io facevo Harry all’uscita di “Harry Potter e i Doni della Morte”.
Mi avvicino agli scaffali, accarezzando con lo sguardo tutti i libri della mia infanzia. Prendo tra le mani “Il Signore degli Anelli” e me lo rigiro un po’ fra le dita. Sarò anche pazzo, ma sento una sorta di connessione con i libri che ho letto. Se poi sono libri come quello, che mi hanno lasciato un segno, allora la connessione è ancora più forte. Lo poso delicatamente al suo posto, quasi avessi paura di poterlo rovinare. Dopo averlo guardato per un altro po’ mi sposto più avanti, arrivando davanti alle Cronache di Narnia. Stavolta estraggo dallo scaffale “Il Viaggio del Veliero”, e comincio a sfogliarne le pagine, sentendo l’odore di libro nuovo.
“Dovresti comprarlo” dice una voce alle mie spalle. Mi volto di scatto, sorpreso. Non mi ero neanche accorto che fosse arrivato qualcun altro, preso com’ero dai libri.
Mi trovo difronte un ragazzo piuttosto basso, con un casco di scuri capelli ricci in testa. Indossa dei pantaloni neri aderenti e una polo rossa abbinata a un papillon a strisce nere. Aspetta, un PAPILLON?!
Ma la cosa più sorprendente di questo ragazzo, oltre a delle labbra piene tese in un sorriso, sono gli occhi. Due enormi occhi che sotto la luce della libreria sembrano ambrati mi stanno fissando amichevoli. Questo ragazzo è una visione!
“E’ davvero un libro stupendo” continua, spostando lo sguardo da me al libro che tengo ancora fra le mani.
Io sono rimasto a fissarlo come un idiota, e probabilmente penserà che lo sia, quindi mi decido a schiarirmi un po’ la voce e a dire “In realtà l’ho già letto più o meno cinque volte, lo conosco a memoria”
Il ragazzo mi fissa stupito, e poi scoppia in una bassa risata. Oh mamma, è così carino!
“Perché ridi?” chiedo stupidamente. Gli fai pena Hummel, ecco perché ride. Ti trova pazzo! Chi altri se non un pazzo potrebbe leggere così tante volte un libro?!
“Scusami” dice portandosi le dita della mano destra sulla bocca, come se si vergognasse di essere scoppiato a ridere “E’ che non pensavo che ci fossero dei drogati di libri come me”
Dischiudo appena le labbra, sorpreso. Quindi questo tipo non mi crede pazzo? E, insomma, ha appena detto di essere un amante dei libri? E certo Kurt, siamo in una libreria!
Lui mi guarda un secondo, poi spalanca gli occhi terrorizzato.
“Oh mio Dio, scusa! Non volevo darti del drogato, insomma, era un modo di dire, non volevo certo … Anche perché non sembri … Voglio dire, sono sicuro che non sei, ecco, non volevo …”
“Ehi” dico senza riuscire a trattenere un sorriso. Questo tipo è davvero adorabile. “Stai straparlando” gli dico sorridendogli “E non preoccuparti, non mi sono offeso. Era solo un modo di dire”
Lui mi guarda qualche altro secondo, poi abbassa lo sguardo e si porta una mano dietro il collo.
“Ti sarò sembrato un vero cretino” dice con un piccolo sorriso sulle labbra.
“Nah!” dico sempre sorridendo. Il ragazzo rialza lo sguardo, fissandomi negli occhi.
Ok, non sono ambrati. Cioè, lo sono, ma c’è dell’altro. Vedo del verde, e … del nocciola. Anche il color miele. Oh cielo, ma di che colore ha gli occhi?!
“Sono Blaine, comunque” dice porgendomi una mano.
La afferro, stringendola “Kurt”
Rimaniamo a fissarci un altro po’, sempre continuando a stringerci la mano. Non appena ce ne rendiamo conto ci stacchiamo ed entrambi ci mettiamo a ridacchiare.
“Comunque credo che lo prenderò” dico sollevando il libro che ho ancora tra le mani.
Blaine –anche il suo nome suona bene!- mi guardo sorpreso e confuso al tempo stesso.
“Non avevi detto di averlo già letto?”
“Si, ma … non ho la mia copia qui a New York” rispondo, pensando in effetti che la mia collezione di Narnia è rimasta in Ohio.
“Capito” dice Blaine senza che il sorriso sparisca dalle sue labbra.
“Allora …” mi schiarisco la voce, un po’ imbarazzato. “Vado alla cassa” dico indicandola con un cenno della testa. Blaine annuisce, senza staccare lo sguardo dal mio. “Ci vediamo” gli dico sorridendo.
Lui sbatte gli occhi un paio di volte, come se si stesse risvegliando da una trance.
“Oh, ahm … Certo. Ciao” mi dice continuando a fissarmi.
Gli sorrido un’ultima volta e superandolo mi dirigo verso la cassa. Qui Maya mi lancia strane occhiate mentre passa il libro sullo scanner, con uno strano sorrisetto sulle labbra. Evidentemente ha seguito il mio scambio di battute con Blaine.
Questi sospetti mi sono confermati quando, dopo aver pagato, Maya mi porge la busta col libro e mi sussurra un “E’ carino”, con tanto di occhiolino. Le sorrido arrossendo un po’, e salutandola esco dal negozio con la busta in mano.
Comincio ad avviarmi a destra verso la stazione della metro, ripensando a Blaine. E’ stato carino … E’ vero, ci siamo parlati poco, ma sembrava davvero un bel ragazzo.
“Kurt! Aspetta!”
Di nuovo una voce alle mie spalle mi fa fermare. Mi blocco in mezzo al marciapiede e mi volto nella direzione dalla quale sono venuto. Vedo Blaine che corre verso di me, le guance un po’ arrossate.
Sento il mio cuore che perde un battito. E’ … è davvero possibile che sia venuto qui fuori solo per me?
Appena mi arriva difronte si ferma, col fiato corto.
“Scusami, non vorrei sembrarti un pazzo, ma …” torna a fissarmi negli occhi, come ha fatto fino a qualche minuto prima dentro al negozio. “… Mi daresti il tuo numero?” mi chiede.
Io trattengo il fiato, sorpreso e incredibilmente lusingato allo stesso tempo.
“Insomma, magari potremmo vederci qualche volta. Se ti va” mi dice tornando a posare una mano dietro il collo. Evidentemente è una cosa che fa quando è nervoso, e questo non fa che renderlo ancora più carino ai miei occhi.
“Certo!” rispondo aprendomi in un sorriso. Tiro fuori un pezzo di carta e una penna dalla tracolla, e usando la busta con dentro il libro come appoggio, gli scrivo il mio numero. Una volta finito gli passo il foglietto, sorridendo timidamente.
Non so perché, ma ho una sensazione molto buona riguardo a questo ragazzo. Finalmente, dopo un bel po’ di tempo, riesco a sentire le farfalle nello stomaco.
Blaine prende il pezzetto di carta e lo mette accuratamente nella tasca dei pantaloni. Poi alza la testa, sorridendomi per l’ennesima volta.
“Allora ciao” dice timidamente, facendo svolazzare ancora più freneticamente le farfalle nel mio stomaco.
“Ciao” rispondo a mia volta, con un sorriso da ebete sulle labbra. Dopo essere rimasti a guardarci per qualche altro secondo, ci voltiamo, e ognuno comincia a camminare per la propria strada.
Una volta arrivato all’angolo mi volto indietro, e trovo Blaine nella mia stessa identica posizione, intento a fissarmi.
Ci sorridiamo di nuovo, da lontano, ed io posso sentire le guance che mi vanno a fuoco. Poi ci rivoltiamo ed io continuo ad andare verso la metro, stavolta con un enorme sorriso a farmi compagnia.
Devo ammetterlo, non è stata una giornata così terribile.


Note Autrice: Ok, lo so, lo so, lo so! Non linciatemi! *please*
So che ho in corso una long è che non aggiorno dai tempi del Big Bang, ma sono in un periodo di "blocco dello scrittore" con quella storia, non riesco proprio ad andare avanti! :(
Appena mi verrà l'illuminazione prometto di scrivere come una dannata e di caricare immediatamente.
Per il momento la mia mente malata ha partorito questa shot, l'ispirazione mi è venuta mentre oggi ero in libreria con la mia migliore amica e mi sono detta: ma perchè nessuno si mette mai a conversare in libreria?
Quindi... ecco, spero che non faccia troppo schifo.
Se vi va di lasciare una recensione, beh, sono sempre gradite!
  
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