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Autore: sapphire_eyes    03/08/2014    2 recensioni
Una delle scene più belle di The Host raccontata dal punto di vista di Ian O'Shea.
Genere: Angst, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Viandante
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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N.B. I personaggi e la storia de "L'ospite" appartengono a Stephenie Meyer. Questa storia appartiene a spaztronaut del sito Fan Fiction.

Mi svegliai del tutto disorientato. Non sapevo dove mi trovassi o che ora fosse. Poi lo sentii. L’urlo più terrificante che avessi mai sentito.
Wanda. Ricordai immediatamente tutto. Wanda era sola…nell’ospedale. Ma il rumore che avevo sentito non proveniva dall’ospedale, non sarei stato capace di sentirlo dalla mia stanza. No, non la mia stanza, quella di Jared.
Saltai giù dal letto e corsi lungo il corridoio, fermandomi solo abbastanza a lungo da buttare giù la porta rossa della mia camera e vedere che Kyle non c’era. L’avrei ucciso se le avesse fatto del male. Ma lui non stava cercando di farle del male, lui voleva…ucciderla. Lui la stava uccidendo.
Continuai a correre. Corsi fino alla camera di Jeb. Mi serviva il fucile. Jeb avrebbe dovuto essere addormentato, ma aveva il sonno leggero. Probabilmente mi aveva sentito arrivare perché si svegliò nel momento in cui giunsi alla sua porta.
“E’ Wanda” gridai “Ha urlato. Ho bisogno del fucile, Jeb. Kyle non è nella nostra stanza, mi serve il fucile.”
Il terrore balenò nei suoi occhi e prese il fucile dal punto in cui si trovava sul pavimento accanto al suo materasso. Lo afferrai e cominciai a correre di nuovo. Penso che anche lui volesse venire, ma io ero più veloce, sarei potuto arrivare lì prima. Ma dov’era esattamente?
Dov’era lei?
“No!” Sentii di nuovo le grida. Erano di Wanda e credo che arrivassero dalla stanza dei fiumi.
Sarei dovuto rimanere nella piazza principale, ma adesso stavo scattando lungo il tunnel verso la stanza dei fiumi. Ero così spaventato che non l'avrei trovata dopo il primo urlo, ma ora lei stava gridando di nuovo. Sapevo dove si trovava.
“Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”
Corsi più veloce che potei. Qualunque cosa Kyle stesse facendo, Wanda era ancora viva.
“Wanda? Wanda?” gridai.
“Aiuto! Kyle! Le rocce! Aiuto!”
“Wanda! Dove sei?”
Mi precipitai nelle grotte. Ero pronto per il peggio. Sapevo che avrei allontanato Kyle da Wanda minacciandolo con il fucile. Ma che sarebbe successo se lui non pensava che l’avrei fatto? E se non avesse ascoltato o se non si fosse fermato? Immaginai che avrei potuto sparargli, se avessi dovuto, e ferirlo alla gamba. Sarebbe stato bene, una pallottola nella gamba non l’avrebbe ucciso. Ma solo se fosse stato necessario.
“Attento!” mi urlò. “La roccia si sta sbriciolando! Non posso resistere a lungo!”
Era presto, ma il cielo era abbastanza luminoso da vedere cosa stava succedendo. Wanda era a terra, le braccia e le gambe chiuse attorno ad un pilastro di pietra accanto ad un buco nel pavimento. Un buco che non era mai stato lì prima. E dall’altra parte del pilastro, immerso nel buco, c’era Kyle.
Il pavimento aveva ceduto al fiume, era crollato e ora Wanda stava tenendo il corpo inconscio di Kyle per non farlo cadere nel corso d’acqua bollente e sparire. Cos’era successo qui?
Ma non avevo tempo per le spiegazioni. Kyle stava cadendo. Gettai il fucile a terra e feci un passo verso Wanda.
“Abbassati, distribuisci il peso!” gridai.
A quattro zampe andai a prenderla.
“Non mollare,” l’avvertii. Stavo cercando di capire quale fosse il modo migliore per allontanare Kyle da lei. Doveva farle male cercare di mantenerlo. Probabilmente lui pesava il doppio di lei, che non lo teneva nel migliore dei modi. Le scivolai accanto e avvolsi le braccia intorno a lei, al pilastro e a Kyle.
“Uno, due, tre.” Grugnii, trascinando Kyle in alto sulla roccia. Ora avevo una presa migliore su di lui, ma volevo ancora trascinarlo via dal sibilo della sorgente di calore.
“Cercherò di tirarlo da questa parte. Riesci a sgusciare via?” chiesi a Wanda, che ora stava sgusciando tra me e la pietra.
“Ci provo,” disse.
Riuscì a strisciare via. Poi andò verso la porta. Quando guardai la roccia di fronte a me, era macchiata di rosso. Sangue. Doveva aver strisciato la faccia di nuovo, oppure l’avevo fatta strisciare io, quando avevo tirato Kyle sopra la roccia.
Issai Kyle contro un lato della colonna. Il pavimento iniziò a crollare di nuovo, ma solo un po’ sull’orlo della buca. In qualche modo riuscii a portare Kyle per tutta la strada verso il corridoio. Servì tutta la forza che avevo per trascinare mio fratello fuori da quella stanza, ed ora ero crollato nel corridoio con le mie braccia attorno alle sue spalle.
“Che…diamine…è successo?” ansimai.
“Pesavamo…troppo…La terra ha ceduto.” Anche Wanda era a corto di fiato.
“Che facevi…sull’orlo della buca? Con Kyle?”
Non aveva senso. Perché, tra tutte le persone, proprio lei avrebbe dovuto stare con Kyle vicino al fiume?
Mise la testa sulle ginocchia e respirò.
Dentro. Fuori. Dentro. Fuori. Ancora e ancora.
Dopo un minuto di respirazione profonda, capii che non avrebbe risposto alla mia domanda.
“Wanda?” volevo una risposta, anche se non aveva intenzione di dirmelo.
“Niente.” Mentii. Mise giù la sua testa e rispirò fuori e dentro ancora qualche volta.
“Sei una maledetta bugiarda. Lo sai, vero?” domandai “Cos’ha fatto?”
“Niente” provò ancora. Suonava falso proprio come la prima volta.
Delicatamente presi il suo mento tra le mie mani e la guardai con attenzione. “Ti sanguina il naso.” Poi le voltai la testa di lato. “E hai altro sangue tra i capelli.”
“Ho…battuto la testa quando la roccia ha ceduto.” Un’altra bugia.
“Da tutte e due le parti?” Si strinse nelle spalle.
Non riuscivo a capire cosa stesse facendo. Aveva tagli e contusioni dappertutto, era ovvio che Kyle l’avesse assalita. Perché non me l’avrebbe detto?
“Meglio che portiamo Kyle da Doc, si è quasi rotto la testa, nella caduta.” Disse dopo un minuto.
“Perché lo proteggi? Ha cercato di ucciderti.” Aveva cercato di ucciderla. Attraverso il fiume. Il pavimento vicino al fiume era caduto perché stavano entrambi sull’orlo. Kyle aveva cercato di…
“Voleva buttarti nel fiume…” Tutto il mio corpo tremò, di rabbia? Paura? Odio? Non lo so. Non potevo togliermi quell’immagine dalla testa. Kyle in piedi su tutto quello che ribolle sul terreno mentre guardava Wanda bruciare viva e allora sarebbe andata. Trascinata via dalla corrente. Non avrei mai saputo cosa le fosse successo. Non ci sarebbe stata nessuna prova, niente. L’omicidio perfetto. Mio fratello aveva scovato l’omicidio perfetto.
Allontanai Kyle da me con forza. Lo odiavo. Pensavo di sapere cosa stava pensando Kyle. Pensavo che fosse solo stupido o testardo, cercando di proteggermi. Non ho mai pensato che lui avrebbe davvero…
Scivolai accanto a Wanda e l’abbracciai, ma la tenni solo stretta a me. Non potevo lasciarla andare. Ero spaventato per averla quasi persa. Quando avevo sentito il suo urlo prima…avevo pensato che poteva essere troppo tardi. Che avrei fatto? Come aveva potuto mio fratello cercare di uccidere la ragazza che io…
L’amavo.
“No, non puoi farlo, perché nessuno ha infranto le regole. Si è aperta una crepa, tutto qui.” Stava supplicando. Forse sapeva che potevo sentire la bugia.
“Wanda…” cominciai, in modo brusco.
“Ma lui è tuo fratello.” Fu tutto quello che disse.
“Sapeva quello che stava facendo. È mio fratello, ma è anche colpevole, e tu sei…tu sei…”…tutto. Ti amo. Ucciderei chiunque provi a toccarti perché sono completamente innamorato di te. Ma invece optai per, “mia amica”.
Come avrei potuto dirle che ero innamorato di lei? Avrebbe capito? Com’era anche possibile che fossi innamorato di lei? La conoscevo solo da un paio di mesi. Sapevo che mi piaceva, che ero attratto da lei, sapevo di essere sull’orlo di qualcosa…di più. Ma ora ero completamente positivo. L’amavo. Ero innamorato di Wanda.
“Non ha fatto niente. È umano.” Sussurrò. “Questa è casa sua, non mia.”
“Non voglio più tornare sull’argomento. La tua definizione di umano è diversa dalla mia. Per te è…negativa. Io la considero un complimento. E stando alla mia definizione, tu sei umana, lui no. Non dopo ciò che è successo.” Ringhiai.
“Umano non è un insulto per me. Lo sai anche tu. Ian, è tuo fratello.”
“Si, e me ne vergogno.” Si era fissata con il fatto che Kyle fosse mio fratello. A me non importava che fosse mio fratello. Odiavo che fosse imparentato con me. Lui era un assassino.
Quando si allontanò di nuovo da me, la lasciai. Ma solo perché gemette per il dolore.
“Stai bene?” chiesi
“Penso di sì. Dobbiamo trovare Doc, ma non so se riesco a camminare. Cadendo ho battuto anche la gamba.”
Sentendo ciò mi lamentai. Stava mentendo di nuovo, questo voleva dire che Kyle aveva ferito abbastanza la sua gamba da non farla camminare. L’aveva paralizzata per non farla scappare? “Quale gamba? Fammi vedere.”
Cercò di allungare la gamba destra per farmi vedere, ma gemette di nuovo. Poteva essersela rotta? Presi la sua caviglia tra le mani, ruotandola lentamente, per vedere se era rotta. Ma non era quello che la infastidiva.
“Più in alto. Qui.” Prese le mie mani e le posizionò sulla sua coscia, poco più in alto del ginocchio. La sua gamba era contusa, e molto. Le sfuggì  un altro gemito quando premetti. “Non credo di essermi rotta niente. È soltanto una botta.”
“Come minimo una ferita profonda, direi” borbottai. “Come hai fatto?”
“Devo avere…urtato una pietra, cadendo.”
Sospirai, arrendendomi. Non mi avrebbe detto la verità. Per qualche ragione pensava che Kyle sarebbe stato perdonato per il suo comportamento semplicemente perché era umano. Non avrei discusso con lei su questo, ma di certo non avrei lasciato Kyle impunito.
“Va bene, andiamo da Doc.”
“Meglio che prima ci vada Kyle.”
“Devo comunque andare da Doc, o a chiedere aiuto. Non posso trascinare Kyle fin là, ma posso portare te” Allora mi ricordai del fucile. L’avevo gettato all’entrata della stanza dei fiumi. “Ops…aspetta un attimo.”
Sarebbe proprio una bella idea. Basta lasciare il fucile qui con l’assassino, pensai mentre afferravo il fucile e mi affrettavo verso Wanda.
“Andiamo,” dissi consegnandole il fucile. Lo lasciò cadere fra i suoi palmi. Non chiuse i pugni attorno alla canna. Lo posò semplicemente nelle sue mani, sembrando a disagio.
Mi venne da ridere. “Come si fa ad avere paura di te…”
La sollevai tra le mie braccia e cominciai a camminare diretto all’ospedale. Stava male, cercava di non far toccare fra loro le contusioni sensibili, ed io di non urtarla troppo.
“Perché i tuoi vestiti si sono bagnati così?” chiesi mentre passavamo sotto una crepa nel soffitto. Vedevo il suo volto nella penombra e sorrisi, ma non penso che sembrassi molto felice. Stavo immaginando di nuovo Wanda nel fiume bollente.
“Non so. Vapore?” disse lei incerta, mentre passavamo di nuovo nel buio.
“Stai perdendo una scarpa.”
“Oh.” Lei non aveva ancora intenzione di parlare con me.
Mentre passavamo attraverso un altro fascio di luce, la guardai negli occhi.
“Sono…molto contento che non ti sia fatta male, Wanda. Cioè, che non sia andata peggio.” Perché era stata ferita gravemente. Kyle l’aveva conciata per le feste. Ma lei era viva. Non l’avevo persa, era al sicuro tra le mie braccia, e non avevo intenzione di permettere a nessuno di farle male, perché non potevo sopportare di perderla. Io l’amavo.



 

Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico, anche se fondamentalmente non l'ho scritta io. Come avrete già capito ho solo provveduto alla traduzione di questa scena, perchè mi era piaciuta particolarmente (anche se tutta la fan fiction è stupenda). Dovete scusarmi se la traduzione non è precisa, ma non mi sono mai cimentanta in questo campo, e credo che si possa sempre migliorare con un po' di impegno. Inoltre ho visto che anche un'altra ragazza aveva tradotto i primi capitoli ma poi si è fermata lì. Se volete leggere la storia in inglese, questo è il link: https://www.fanfiction.net/s/5558404/1/Blurring-The-Lines

Grazie mille.

   
 
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