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Autore: hirondelle_    03/08/2014    2 recensioni
[MakoHaru] [prompt preso dalla Quarta Notte Bianca][leggermente malinconico, slice of life, tratto dall'ending "future fish"]
Si volse verso di lui, salutandolo con un sorriso. Il sorriso. Non era necessario che Haruka ricambiasse: quello era semplicemente un modo, il loro modo, di dirsi che tutto andava bene. Erano lì.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non sei tu
Ho diciotto anni e già la felicità ha il sapore della memoria.
[Emmaus - Alessandro Baricco]
 
E all'improvviso, come se il suo nome fosse rintoccato tra le pareti del vicolo, percepì la presenza di Haruka Nanase. Ne sorrise, accarezzando distrattamente una micetta che gli era trotterellata incontro appena l'aveva visto arrivare. Diversa dalla gatta che forse ancora lo aspettava davanti all'uscio della sua casa ad Iwatobi, questa era nera e un piccolo campanellino le tintinnava dal collarino rosso.
Si volse verso di lui, salutandolo con un sorriso. Il sorriso. Non era necessario che Haruka ricambiasse: quello era semplicemente un modo, il loro modo, di dirsi che tutto andava bene. Erano lì.
Non si dissero una parola. Haruka si sfilò il grembiule, dove enormi macchie di unto e sugo macchiavano il tessuto bianco. L'indumento venne abbandonato sul pianerottolo prima che il cuoco si avvicinasse pericolosamente al pompiere.
"Sei in ritardo" gli rivolse la parola atono, fissandolo con quegli immensi lapislazzuli. Chiunque avrebbe pensato, guardandolo, che fosse in collera con lui. Eppure Makoto continuò a sorridergli e a passarsi una mano tra i capelli spettinati.
Haru si sedette sugli scalini e arricciò contrariato le labbra. Si strofinò il naso con la manica e commentò che quel mattino faceva più freddo del solito. Makoto gli rispose che non si stava poi così male, e l'altro gli replicò che era colpa dell'uniforme che portava.
Un tempo Haru gli si sarebbe accucciato accanto e gli avrebbe preso di mano il casco. Se lo sarebbe provato e gli sarebbe stato grande. Makoto poteva quasi vederlo, quel Nanase cocciuto e curioso, sbuffare al suo fianco tentando di strattonargli via i guanti per provarli. Via quell'uniforme, gli disse l'immagine. Questo non sei tu.
"Può darsi, ma io devo portarla. In fondo, è il mio lavoro. I cuochi possono togliersi il grembiule, ma i pompieri devono essere sempre pronti. Me la toglierei se potessi, davvero."
Haruka lo fissò, avvicinando le gambe al petto e appoggiandoci le braccia conserte. Aveva i suoi modi di dire le cose.
Si fissarono per un tempo che parve piacevolmente interminabile. Makoto sentì ogni fibra del suo corpo in perfetta armonia con quello dell'altro, e già la giornata pareva meno fredda.
"Quanti gattini hai salvato ieri?"
Makoto gli sorrise candido e riprese ad accarezzare la gatta che nel frattempo si era acciambellata tra le sue braccia. "Solo due!"
"E Rei? Ha già incendiato il laboratorio?"
Makoto si mise a ridere, remore dell'ultima volta che si erano fatti due risate. Capitava spesso che Rei, in uno dei suoi esperimenti, rischiasse di dare fuoco il suo appartamento. Ora che aveva un nuovo laboratorio professionale si stentava a credere che non sarebbe successo ancora  qualcosa.  "No, no, ora sta più attento! Rin lo ha minacciato di fargli il culo la prossima volta!"
Un sorriso distaccato ma sincero si dipinse sulle labbra di Haruka. Puntò lo sguardo sulle sue scarpe e poi si alzò di nuovo, senza smettere di sorridere. "E' avanzato dello sgombro. Hai già pranzato?"
Tachibana gli sorrise, negando con un cenno della testa. Entrambi sapevano che lo sgombro non avanzava mai. Era Haru a prepararlo unicamente per lui.
Il moro sparì dietro la porta e Makoto riprese ad accarezzare la gatta, almeno fin quando il suo cellulare lavorativo squillò allarmante. Gli bastò rivolgere lo sguardo verso l'alto per scoprire che il fumo proveniva vagamente dalla parte della città in cui si trovava il laboratorio del chimico.
Sospirò e rivolse lo sguardo verso la porta sul retro del ristorante. Si alzò in piedi e non disse nulla, rimettendosi a posto la giacca. Abbandonò la gatta sul grembiule di Haru e quella gli rivolse uno stizzito miagolio di protesta.
Come sempre, Makoto sorrise, seppur con una sfumatura molto più triste. Si avviò con il casco sottobraccio per il viottolo e non si voltò a guardare Nanase che dalla porta lo osservava senza dire una parola, il piatto di sgombro ancora tra le mani.
Forse aveva visto anche lui, quel bambino trotterellargli affianco.
"A domani…"
 
Angolino di mademoiselle hirondelle
Questa fic è tratta da un prompt di Aika Morgan nella quarta Notte Bianca della pagina "No ma Free lo guardiamo per la trama, eh", e lo riporto testualmente: "Makoto pompiere va a mangiare con Haru nel retro del ristorante dove lui lavora e si raccontano le loro giornate."
Magari non è esattamente quello che ci si aspetta da un prompt del genere ma ci ho provato c: Vi prego di lasciare una recensione, positiva o critica che sia c:
Au revoir!
 
Fay
 

 
   
 
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