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Autore: sistolina    03/08/2014    1 recensioni
Raccolta di flashfic su Roman/Peter
Il lupo scuote il pelo fino a quando ogni traccia di sangue e di pelle non scivola a terra vischiosa.
In un attimo resta solo il pelo irto e un basso ringhio gutturale.
È qualcosa che fa vibrare perfino me. Qualcosa che non so cosa darei per poter fare anch'io.
Scrollarsi di dosso quello che sei stato fino a quel momento. Reinventarsi, abbandonare gli scarti e mandarli giù interi. Semplicemente, senza pensare.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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We Gotta Finish This, You And Me




Imbarazzante quanto velocemente abbiamo affogato l'imbarazzo. Quanto sia stato facile agire senza parlare, senza sollevare alcuna obiezione tremolante dettata dall'insicurezza e dal senso di colpa. 
Destiny contiene in sé quella schizofrenica anima gypsy che in me si è solo arrampicata un po' sui bordi per scivolarmi via in ghirigori scomposti. Mi ha lasciato il pelo, le zanne, gli artigli, una pessima Sindrome da Luna Piena, ma è mia cugina la vera discendente degli antichi rituali, io sono solo un animaletto che puzza di pelliccia bagnata.
Roman. Non so cosa sia Roman. Ma ha solo fatto quello che ci si aspettava da lui, senza sbagliare, senza sbavare. C'è un ordine, una strana compostezza in questo Roman. Non so chi ho ritrovato, non so se dovevo tornare.
Forse no, forse lo so che non dovevo, ma ho visto troppa gente fatta a pezzi per non sapere che quei sogni si sono srotolati sul filo spinato che ci unisce per un motivo che forse noi non capiamo, ma da cui non possiamo prescindere.
È uno strano Roman, ricordo di averlo pensato all'inizio, per un lungo momento. Ricordo di aver annusato l'upir, non più il ragazzino in transizione eccitato dal sangue. Qualcosa ha risposto nel mio stomaco, un ancestrale gorgoglio, un richiamo.
Niente di umano che chiamava il suo disumano.
Strani fotomontaggi di sangue e carcasse putrefatte, bambini assassinati e serpenti. Tornare indietro, da Roman, a Hemlock Grove, per una gita nelle segrete dell'incubo e del terrore ancestrale dell'essere umano.
Non da Roman, da qualcuno.
Ho detto a me stesso queste parole, e non ci ho creduto.
Ma non era lo stesso Roman. E forse era quello che Letha aveva lasciato indietro, un pezzo di una persona che anche lui era stato, come me.
Però ora vedo di nuovo quel Roman, e non è il mio lupo intrappolato a riconoscere l'odore del soprannaturale, ma solo la persona che sono, dopo Letha, che ero prima di Letha e di Hemlock Grove, prima di Cristina e Shelley, mia madre e Miranda. 
Roman.
Roman che quasi si addormenta su Nadia. Nadia e i suoi occhi grandi e innaturali.
Nadia che loro cercano, che loro vogliono.
Posso mentire a quel Roman, perché è la persona che ho lasciato indietro, e mi ha odiato, respinto e  dimenticato. Ha tentato. Conosco quello che vedo, riconosco le forme e i colori di una pellicola intrappolata nel vuoto del tempo.
Posso aspettare che si lasci cadere in quel confuso grumo nero di sogni che solo insieme possiamo districare. Posso aspettare che si spenga come un bambino testardo davanti alla tv che non può guardare.
Ironico, questo nostro inseparato destino, inseparabile accozzaglia di movimenti che hanno senso solo se ci trasciniamo insieme da una parte e dall'altra del pericolo mortale. 
Vorrei mentirgli per Letha, per Nadia, perché possa avere un padre, anche se non sarò io.
Ma mi muovo nella nebbia verde di Hemlock Grove pensando che è per lui, per quel Roman addormentato e irascibile, stanco e biascicante, che sono qui. Morirò, mi sfilaccerò in zanne di lupo e pelliccia fino a perdere l'uomo che sono, come mai esistito se non nelle storie della mezzanotte attorno al fuoco. Scappare e tornare. Fili della memoria, upir che sono ancora bambini e neonati. Se devo strappare la mia umanità una lacerante trasformazione alla volta, se devo scomparire fra le fauci di un lupo anziché nel misero corpo del me stesso che non riconosco, allora mentirò a Roman. E in mezzo alla nebbia verde di Hemlock Grove striscerò verso la morte con quella certezza ammuffita ma reale che somiglia a lui. La certezza di scomparire con un senso, di rimanere incastonato alle leggende della buonanotte, nelle orecchie di qualcuno, sputato dalla bocca di qualcun altro.
Per Nadia, e Letha, e me stesso.
Roman mi ricorderà. 






Note: un'altra flash, altri momenti, Peter POV. Sono meno a mio agio con il suo punto di vista, ma lo sguardo che ha lanciato a Roman addormentato in quella scena parla per tutti, per tutto il mondo. Che Roman lo ami è evidente, penso che ci possano anche essere persone che ancora non l'hanno capito, ma son poche, perchè sono canon, e li shippano pure Bill e Landon, e li shippa il mondo intero, e la sceneggiatura è completamente slash. Ma Peter è quello che fa l'innamorato di Letha, e poi guarda Roman "in quel modo". L'ho apprezzato, perchè è forse la prima volta che vedo vera tenerezza e vero affetto in lui. Un momento da ricordare, la presa di coscienza che loro due, nel bene e nel male, sono connessi, e non solo da qualcosa che è morto, ma anche qualcuno che è vivo, e va protetto.
Non so, ho amato quella scena e sentivo il bisogno di portarla qui^^
Sapete sempre dove trovarmi :)
   
 
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