04/08/2014
2 recensioniVeloci note dell'autrice: è la prima volta che scrivo su iCarly, e sono davvero contenta di aver cominciato perché è una serie che adoro, così come adoro Sam e Freddie :3 Spero di non aver fatto casino con i caratteri, bon, leggete e ditemi!
Buona lettura :*
Buona lettura :*
pensieri sconclusionati riguardo una bistecca;
Sam Pucket mangiava.
Niente di nuovo, penserete voi. Sam Pucket era quel tipo di ragazza che mangia in continuazione, perlopiù alimenti con calorie superiori a ciò che un buon dietologo considererebbe sufficenti.
Il fatto strano di quella giornata era che Sam Pucket mangiava e pensava.
Gia. Pensava e mangiava. Mangiava e pensava.
Non che fosse una ragazza stupida, andiamo! Sam Pucket avrebbe potuto fare il sedere alla maggior parte degli scenziati cervelloni del corso di matematica avanzato della sua scuola, in fatto di piani malefici e idee per iCarly: il fatto era che il mangiare era una pratica da lei considerata quasi divina, e perciò, quando mangiava, non poteva di certo permettersi il lusso di fare qualcos'altro e pertanto distrarsi dal cibo.
Soprattutto non se il cibo non era comune cibo, ma una bistecca grondante di salsa dall'odore più che squisito.
Il fatto era che quella bistecca le ricordava in qualche contorto modo Freddie Benson.
Gia. Fredward "detto Freddie" Benson.
Non che li paragonasse in fatto di sapore -non aveva mai morso Freddie Benson, o per forma, o colore.
No. No no.
Quella bistecca gli ricordava quanto Freddie si tramutasse in un cagnolino quando nei paraggi appariva Carly Shay, sua migliore amica e compagnia di sventura.
Cosa centrava la bistecca?
Ah, sì. La bistecca era ciò che Carly teneva in mano per farsi seguire dal Freddie-cagnolino.
Sam assaggiò un altro pezzo di quella favolosa bistecca, seduta sul divano di casa Shay.
In realtà, non avrebbe dovuto pensare a Freddie: le stava rovinando l'appetito, e quella era una cosa piuttosto fondamentale.
Ma, a pensarci bene, doveva risolvere il problema.
Lanciò uno sguardo dietro di se prima di continuare a pensare, nel caso Spencer si presentasse all'improvviso con in mano qualcosa di potenzialmente pericoloso che avrebbe potuto farla saltare in aria.
Dunque, stavamo pensando? Ah sì, il puffo idiota.
Sam Pucket non sapeva da quando aveva cominciato a fare certi pensieri su Freddie.
Non le interessava nemmeno, a pensarci bene: la cosa importante era farli smettere.
Perchè non era affatto un bene pensare a Freddie Benson nel modo in cui si pensa ad un ragazzo che ti piace, -film mentali compresi di baci da oscar e come dovrebbe essere passare una mano fra i suoi capelli eccetera eccetera.
Sam Pucket non era tipo da film mentali in stile ragazzina adolescente bisognosa di un fidanzato, che sbavava dietro al più figo della scuola che puntualmente non la filava di pezza. Sam era quel tipo che il fidanzato se lo andava a prendere, e se lei non gli piaceva, beh, bastava picchiarlo.
Ma non era quello l'atteggiamento che voleva usare con Freddie; assolutamente no.
Freddie andava trattato con più attenzione: era permaloso, e se qualche mese prima non gli sarebbe importato e non se ne sarebbe fatta un problema, in quel momento non se la sentiva proprio di andare lì e dirgli chiaro e tondo che la dovevano far finita.
Lui l'avrebbe guardata, un po' confuso, con quegli occhi da cucciolo bastonato, e avrebbe chiesto di cosa diavolo stesse parlando, ma dettagli.
Voleva cambiare i suoi pensieri, quelli che consideravano Freddie come un -bleah, ragazzo appetibile?
Doveva dirglielo chiaramente, senza illuderlo.
Giunta a questa conclusione Sam riuscì a finire la sua bistecca in santa pace, almeno finché la porta dell'appartamento di Carly non si spalancò: lì, entrò la causa di tutti i suoi problemi.
Freddie Benson.
Sam si alzò, decisa, combattiva come sempre: si avvicinò a grandi passi, i capelli biondi che ondeggiavano, e si piantò di fronte al ragazzo, piuttosto confuso a dir la verità.
Aprì la bocca, e...
NULLA.
Le parole non volevano uscire! La sua mente faceva forza per non liberare i pensieri!
LA SUA MENTE VOLEVA CHE LEI PENSASSE A FREDWARD BENSON COME AD UN RAGAZZO APPETIBILE.
Era inaccettabile, aveva bisogno di qualcosa per tirarsi su: si voltò verso il divano, su cui prima stava mangiando, e osservò con l'orrore negli occhi che aveva ormai già finito la sua bistecca.
Si voltò verso Freddie nuovamente, prese un respiro profondo e...
- Ti detesto – sputò fuori con tutta la convinzione che possedeva.
Poi decise che era meglio dirigersi fuori dall'appartamento prima di fare qualcosa di veramente stupido -tipo quello che la sua mente stava cercando di convincerla a fare.
Lasciò Freddie Benson solo, con un'espressione ancora più confusa di quando era entrato.
Magari gliel'avrebbe detto un'altra volta.