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Autore: MNSP980    04/08/2014    0 recensioni
Questa è la mia storia e di come ho conosciuto una delle persone più importanti della mia vita e di suo fratello di cui mi sono presa una cotta. La particolarità della storia è che è in corso d'opera. L'aggiornerò ogni qual volta succeda qualcosa e voi potrete, anzi mi piacerebbe molto se commentasse dandomi consigli c:
È la mia prima storia ed è un esperimento per mettermi alla prova. Spero che vi piaccia. ( Tutto quello che viene raccontato mi è successo veramente. )
Dedicata a G.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto è cominciato l'estate del 2013. 
Tornai a casa. Era la sera dell'ultimo giorno di scuola.  Mi sentivo come se mi fossi liberata da un peso. Quel macigno che portavo sulla schiena da 9 mesi era magicamente scivolato via. Dopo i classici gavettoni di fine anno scolastico ero andata a fare un giro al centro di Firenze, dove vivo, con la mia migliore amica Sara.
Dopo aver cazzeggiato tutto il giorno volevo solo guardarmi un bel film e andare a letto con la consapevolezza che la sveglia il giorno dopo non avrebbe suonato.
L'indomani mattina mi svegliai verso le 11.
- Datti una mossa che è tardi.!- urlò mia madre a squarciagola dalla cucina. Guardai il cellulare: le undici e un quarto.  Decisi che era ora di alzarmi. Sollevai a fatica la testa dal cuscino e schiusi leggermente le palpebre. La luce che filtrava da sotto le imposte preannunciava una giornata di pieno sole. Ciabattai in cucina e afferrai un biscotto.  Mia madre mi squadrò da testa ai piedi e mi disse:
- Finalmente, era ora! Vai a svegliare tuo fratello e comincia a prepararti la valigia. Ti sei dimenticata che domani devi partire?
- Va bene mamma.- mugugnai io assonnata.
Ero ancora mezza intorpidita e quindi non protestai troppo. Infondo non avevo alcuna voglia di litigare, ero troppo contenta per il viaggio. Finalmente potevo tornare a casa mia.  Si, proprio così.  Pur vivendo a Firenze ho sempre considerato come casa mia il paesino in cui ero nata, in provincia di Napoli.  Ogni volta che andavo lì provavo una senzazione simile a quella di quando dopo un viaggio durato anni ritorni finalmente alle tue origini, ma infondo era così. A casa dei miei nonni c'erano spesso I miei cugini quindi la compagnia non mi sarebbe mancata ma avrei tanto voluto un amico o un'amica. Non coscevo nessuno e le occasioni per fare amicizia erano ben poche. Le uniche erano state a Napoli dalla mia cuginetta di secondo grado. Livia è una dodicenne molto spepera, troppo manesca e maschiaccia e un tantino bimbominchiosa, ma sempre affettuosa e abbastanza sopportabile. Infondo pur avendo ripreso i rapporti con lei da poco  le volevo bene.  Da bambine ci vedrevamo sempre, poi per qualche motivo ci siamo prese di vista. L'unico problema con I suoi amici è l'età. Per ora avevo incontrato solo ragazzine bimbominchiose e fighetti vari di 11/12 anni

Vidi quel rompiscatole di mio fratello che sobnecchiava nel suo letto.  Spalancai la finestra della sua camera e gli diedi uno scossone.
- Emanuele,  Ema svegliati. Sono le 11! Mamma si sta arrabbiando.-
- Arriv...hvffvju....ydch.mmmmm- Cercai di decifrare il messaggio ma rinunciai subito e lo scuotetti un altro po '. 
Poi andai in camera mia e feci la mia solita lista di cose da portare e misi da parte i vestiti  da mettermi e li cominciai a sistemare nella mia valigia color verde acido che l'avresti vista anche a km di distanza. Non vedevo l'ora di prendere quel benedetto treno e lasciarmi tutto alle spalle.
  
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