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Autore: violet_harmon    04/08/2014    2 recensioni
Vi siete mai domandati che cosa sarebbe successo se Tate Langdon non fosse mai diventato un pazzo e violento omicida ? Che cosa ne sarebbe stato dell’amore che univa questo giovane ragazzo e la sua amata Violet ? Che cosa ne sarebbe stato della loro storia ?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano e ormai andare a trovare Tate passando dalla finestra era diventata un’abitudine.
Aspettai che i miei andassero a dormire e verso le 2.30 di quella notte, andai in ospedale.
< hai fatto tardi questa sera > mi disse Tate aprendomi la finestra, lo scorrere del tempo si faceva notare sul suo volto, era un po’ più stanco del solito e decisamente più pallido < scusa, ma adesso fammi entrare che qui fuori si congela >.

Ci mettemmo a sedere sul letto e lui chiuse la porta a chiave per evitare spiacevoli visite.

< allora che mi hai portato oggi ? Risiko ? Monopoli ? > < ti ho portato una via d’uscita > < che cosa intendi ?> < Tate sono passate due settimane da quando sei qui e penso proprio che tua madre ti ci voglia far restare ancora per molto tempo, non voglio che tu passi i tuoi ultimi momenti qui > < ehi, nessuno ha mai parlato di ultimi momenti > < si certo > < c’è qualcosa che vorresti dirmi Violet ? > < in realtà quello che dovrebbe dirmi qualcosa saresti tu, ma visto che non lo fai mai, mi sono arrangiata da me e ho scoperto tutto da sola a tua insaputa > < avresti dovuto dirmelo che lo sapevi > < mi dispiace di non averti informato che sono stata obbligata ad origliare da una finestra per sapere come sta il mio migliore amico > la conversazione cadde in un silenzio forzato, ci saremmo voluti dire molte altre cose ma poi , sicuramente, saremmo finiti per litigare e in quel caso avremmo fatto troppo rumore per far rimanere quelle visite notturne segrete.

Dopo un’ora che stavo seduta sulla poltroncina nella camera di Tate, facendo finta di leggere un libro, decisi di ricominciare a parlare.

< non sono venuta qui per stare seduta e zitta >  < ok, passiamoci sopra, adesso tu sai tutto e questo forse è un bene >  < leva il forse > < come vuoi > presi un bel respiro per cercare di tenere a freno la voglia di schiaffeggiarlo < come ti ho detto prima non voglio che tu passi gli ultimi  tempi chiuso qui > < e che cosa vorresti fare ? >  < vorrei scappare >   < si, hai capito bene. Ho comprato i biglietti per il pullman delle 6  di questa mattina. Devi solo prendere i vestiti che tua madre ti ha portato, io ho preso dei soldi. Andremo via solo per qualche settimana, poi tu tornerai qui > < tornerò qui a morire intendi  > non potevo rispondere ad un’affermazione del genere, ma il concetto era quello, Tate guardò la finestra che era rimasta aperta da prima, poi si voltò verso la porta chiusa ,< ci sto ! passami la borsa >.
Io passai dalla finestra mentre Tate usò l’uscita principale, fortunatamente Rosmary si era addormentata e lui poté uscire senza tate difficoltà.
< allora adesso dove si va ? > < ho chiamato un taxi, ci sta aspettando qui dietro > lui mi guardò e avevo lo sguardo felice , un po’ mi sentivo in colpa per quello che gli stavo facendo fare, insomma sua madre lo amava anche se a modo suo e io glielo stavo portando via, ma era qualcosa a cui ero disposta a passare sopra per vederlo felice, specie in questa situazione.

Il pullman ci mise sette ore per arrivare a Lakewood.

< Tate ? svegliati ! > lui aprì gli occhi lentamente, si stiracchiò e mi abbracciò, era una cosa totalmente inaspettata e strana < buongiorno bella, bellissima Violet > < sei strano il mattino , Tate > < sono solo più sincero > detto questo si avvicinò ancora di più alla mi faccia e mi diede un bacio sull’angolo della bocca , non sapevo come reagire quindi optai per un sorrisetto abbozzato.

Quando scendemmo dall’autobus ci dirigemmo subito in albergo e fu abbastanza imbarazzante quando ci ritrovammo solo un letto matrimoniale al posto di due letti
singoli come avevo specificato.

< dai Violet non ne fare un dramma , non tenterò di violentarti durante il sonno ! >  < molto spiritoso > < non capisco, perché sei così arrabbiata ? > non ce la facevo più, se Tate non riusciva a capire da solo forse gli avrei dovuto sbattere la verità in faccia < perché mi piaci > lui non disse nulla mi guardava e basta con l’espressione più rilassata del mondo < non dici nulla ? ti aspettavi altro ? > < non capisco perché tu ci abbia messo tanto per dirmelo > < per il semplice fatto che tu mi trattavi come se fossi tua sorella ed ero sicura che non avrebbe funzionato tra di noi > < anche tu mi piaci > < ok > < mi piaci anche da un bel po’ di tempo , però io almeno ho la scusa di essere un morto vivente > < sei davvero molto simpatico Tate, non mi piaci quando scherzi su questo argomento > < e che cosa dovrei fare ? lasciarmi andare su un letto d’ospedale  ? era quello che voleva mia madre e tu mi hai fatto scappare da lì, e adesso vuoi che ritorni indietro ?  > < non sto dicendo questo, è solo che mi sembra strano che tu la stia prendendo con così tanta leggerezza > < ho solo raggiunto lo stato prefetto , so che dovrò morire e preferisco farlo da persona sana di mente che da pazzo schizzato > .

Dopo essere usciti per andare a fare pranzo Tate insistette per tornare in albergo.

< potevamo rimanere ancora un po’ fuori ? > lui neanche mi rispose, era tutto concentrato a cercare qualcosa nella sua borsa, poi tirò fuori un quaderno trasbordante di fogli, < che cosa dovrebbe essere questo ? > < è il mio progetto, purtroppo io non sarò più qui quando arriverà il momento di realizzarlo quindi vorrei che lo facessi tu al posto mio > mi passò il quaderno, io lo aprì lentamente cercando di non far cadere tutti i fogli per terra
 
< non capisco … > lui si mise a sedere di fianco a me < vedi non è difficile, questo è il luogo dove vorrei che venisse celebrata la mia festa d’addio, questa è la lista di tutto il cibo che dovrà essere servito e queste sono le canzoni che dovranno essere eseguite da una band dal vivo  > mi alzai di scatto dal letto, anche solo tenere quei fogli in mano faceva sembrare il tutto più reale e faceva sempre più paura .

< Violet non te ne andare > < io non posso farlo , io non sono abbastanza forte > lui si alzò e venne ad abbracciarmi, tentai di sentirmi meglio ma andava sempre peggio, < io sto per impazzire, non posso pensare che tu non ci sarai più, non posso pensare ad organizzare il tuo funerale, non posso pensarci e basta capisci ? >  lui mi strinse ancora più forte, a quel punto sentì che le lacrime calde e salate mi rigavano il volto e scendevano giù su tutto il collo, sentivo che Tate non era più forte come prima, abbracciandolo mi accorgevo che le sue spalle non erano più tanto possenti e che le sue braccia non erano così tanto grandi, ma io riuscivo comunque a sentirmi al sicuro ; poi lui mi lasciò e tenendomi le mani sulle spalle mi guardò fisso negli occhi < io ti amo Violet Harmon e non potrò mai perdonarmi quello che ti sto per fare, non potrò mai perdonarmi di averti lasciato ma non posso combattere questa cosa, anche se  non immagini nemmeno quanto vorrei  > mi avvicinai a lui così tanto da poter sentire il suo respiro caldo sulla fronte, poi  tutto si sigillò con un bacio, era come se avessi firmato per restargli vicino ,adesso non sarei più potuta andare via e questo mi spaventava a morte ma sentivo che non sarei potuta stargli lontano.

Passammo un mese a Lakewood, poi una mattina quando mi svegliai mi accorsi che Tate non era a letto, mi alzai e mi vestì di corsa, avevo paura che se ne fosse andato, come aprì la porta lo ritrovai davanti a me con due caffè in mano < buongiorno , vedo che ti sei alzata presto > < non ti ho visto e mi sono spaventata > < non devi preoccuparti così tanto per me, so ancora attraversare la strada da solo e andare a comprare qualcosa da mangiare per la mia ragazza > quando mi chiamò così mi venne la pelle d’oca era la prima volta che glielo sentivo dire.

Facemmo colazione , e passammo una bellissima giornata al parco sul lungomare .

< credo che sia il momento di andare >  < cosa ? > < non ti devi arrabbiare Violet, solo che sento che è il momento >  < mancano ancora tre mesi  > < penso che la diagnosi fosse sbagliata > < Tate non è arrivata la tua ora, fattene una ragione, se ti vuoi sbarazzare di me basta dirlo > lui sorrise goffamente, e notai che stava perdendo inevitabilmente peso, tanto che ormai non aveva più quegli zigomi alti e carnosi che gli si alzavano fino a fargli diventare gli occhi piccolissimi quando rideva , < ma se vuoi andare non sarò io a trattenerti > < vorrei solo che tu capissi > < io ho capito, avrei solo voluto che tutto questo non finisse mai e tornare indietro metterà un inesorabile punto a tutto >.
  
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