Mi presento alla porta di casa di Anastasia alle 7 in punto, orario che abbiamo deciso stamattina io e lei via messaggio. Mi apre sua madre "Buonasera cara" porta un grembiule a quadri bianchi e rossi e mi sorride gentile.
"Buonasera signora" 
"Anastasia ti sta aspettando in camera sua, per le 8 venite a mangiare, okay?" Mi dice e poi, senza darmi tempo di rispondere, se ne torna in cucina. Sorrido. È simpatica la signora. Mi dirigo verso camera di Ana. 
"Posso?" Dico mentre busso alla porta semiaperta.
"Ehi ciao, quanto tempo che non ci si vede!" io e lei eravamo compagne di classe alle medie, adesso io andrò al liceo scientifico, lei a quello classico. 
"Sari stai una favola, ma guardati!" 
"Grazie ma sappiamo entrambe che sei tu la più bella" eh gia, con i suoi lunghi  capelli neri, gli occhi scuri leggermente a mandorla ed il sorriso smagliante, è una bellissima ragazza, molto più di me. Chiamatela mancanza di autostima o come volete, ma è così. 
"Guarda che neanche tu ci scherzi! Guarda come sei nera e i capelli ti si sono anche un po' schiariti!" 
"Ahahaha io sono sempre nera e i miei capelli sono sempre marroncini!" Nonostante pronunci queste parole, un po'mi sento lusingata dalle sue. Non fa tanti complimenti, lei, e quando li fa, sono sinceri.
Continuiamo a chiacchierare, parlando di ciò che abbiamo fatto durante le vacanze; lei ha fatto una crociera nei mari del nord, io ho visitato Amburgo e Berlino, in Germania. Alle 8 ci dirigiamo in sala da pranzo, dove troviamo il padre di Ana intento a leggere Il mattino. Lui è un avvocato. 
"Buonasera" lo saluto.
Lui non sente, troppo concentrato nella lettura.
"Papà, Sara ti ha salutato"
"Cosa? Oh ciao Sara. Scusa, ero preso da questo articolo. Una maestra di sostegno morta per overdose"
"Oddio" non mi accorgo di averlo detto ad alta voce, perché sento solo quelle nella mia testa.
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Squilla il telefono. 
"Pronto?" Rispondo al telefono con voce assonnata. Dopotutto è mattina.
"Pronto Sara?" È zio. Che voce strana. Cosa è successo?
"Sara, mi passeresti mamma?"
"Okay, ciao" corro subito a portarle il telefono.
"Pronto? Ehi che è successo?" risponde. E poi segue "Oddio".
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Mi risveglio dai miei pensieri quando mi accorgo che mi stanno guardando. 
"Ehm... è una cosa grave" mi giustifico.
"Si, infatti" mi da supporto Ana "Aveva famiglia?" 
No ti prego.
"Si, aveva due figli ed un compagno. Sara stai bene?"
Devo essere sbiancata.
"Si, certo" cerco di fare un sorriso rassicurante, ma ne esce solo una smorfia.
"È vero cara, sei pallida"
"Vado un attimo in bagno" e mi fiondo fuori. Entro nel bagno. È verde, un colore rassicurante. Cerco di calmarmi. Mi sciaquo il viso con l'acqua fredda e mi pizzico cercando di riprendere colore. Quando penso di avere un aspetto almeno decente, esco. 
"Ehi come stai?"mi dice Ana preoccupata.
"Sto bene, sto bene" e stavolta riesco a fare un buon sorriso.
Ci sediamo a tavola e, tra le risate, mangiamo le buonissime pietanze preparate dalla mamma di Ana, non riprendendo più il discorso della maestra morta. Però, mentre sparecchiamo, vediamo il telegiornale.
"Insegnante di sostegno campana trovata morta per overdose nel suo appartamento: lascia due figli. Indagato il compagno." 
E scorrono le sue immagini. Non me ne accorgo, ma gli occhi mi si riempono di lacrime. "Sara.... ma tu la conoscevi?" Mi giro e rispondo ad Ana.
"Era l'ex moglie di mio zio. Era la mamma dei miei cugini" 



Hi everyone! Spero vi possa piacere questa one-shot nata un po' per caso. Se mi volete lasciare un parere, io sono sempre qui su EFP! 
Baci,
-A