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Autore: _wilia    05/08/2014    3 recensioni
Tutti lo consideravano incapace, mentalmente instabile, completamente dipendente dagli altri. Era sciocco, pensò lui, mentre infilava una gamba all'interno della vasca, che tutti però gli chiedevano aiuto solo quando ne avevano bisogno. Correvano da lui, come dei bambini spauriti, e lui era sempre lì, pronto a rispondere, ad aiutare.
Ma chi aiutava lui? Chi l'avrebbe aiutato ad uscire dall'oblio? Dall'ombra sadica dei suoi ricordi che si appendevano al suo cervello con le unghie e con i denti e che non lo facevano dormire?
C'era qualcuno, là fuori, disposto ad aiutare il vecchio e corroso dal tempo Walter Bishop? C'era qualcuno, là fuori, disposto a credere, anche per una sola volta, che non c'era niente che non andasse in lui?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Walter Bishop
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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n.d.a: Ciao a tutti! Questa è la prima one-shot che pubblico nella sezione di Fringe, poiché ho concluso da poco la quinta stagione e ho sempre pensato di voler scrivere di Walter, personaggio sicuramente molto emotivo e profondo. Bene, grazie a chi leggerà e soprattutto a chi recensirà!
Buona lettura!
P.S. la mia storia si svolge nel periodo in cui tutti si sono dimenticati di Peter e quando Walter inizia ad avere per primo le visioni!


Bolle di sapone

 

Accarezzò la superficie profumata dell'acqua nella vasca da bagno, e chiuse gli occhi al tocco. Era una delle piccole cose -non poi così piccole- che amava fare. Adorava lasciarsi andare in balia delle sensazioni, ed ultimamente questa sua passione sembrava essersi molto accentuata. Portò la mano avanti e indietro nell'acqua, osservando la scia profonda che essa lasciava.

Una scia che veniva subito dopo ricoperta. Sorrise amaramente, desiderando ardentemente di poter essere come il solco che la sua mano lasciava sulla superficie calda e bagnata; il dolore della separazione durava poco, e subito dopo l'acqua faceva tornare tutto normale.

Così, da sola, senza aver bisogno dell'aiuto di nessuno. Oh, gli sarebbe davvero piaciuto essere così, così indipendente, così libero.

Ma la verità era che lui quella libertà non l'aveva e non l'avrebbe mai avuta. Tutti lo consideravano incapace, mentalmente instabile, completamente dipendente dagli altri. Era sciocco, pensò lui, mentre infilava una gamba all'interno della vasca, che tutti però gli chiedevano aiuto solo quando ne avevano bisogno. Correvano da lui, come dei bambini spauriti, e lui era sempre lì, pronto a rispondere, ad aiutare.

Ma chi aiutava lui? Chi l'avrebbe aiutato ad uscire dall'oblio? Dall'ombra sadica dei suoi ricordi che si appendevano al suo cervello con le unghie e con i denti e che non lo facevano dormire?

C'era qualcuno, là fuori, disposto ad aiutare il vecchio e corroso dal tempo Walter Bishop? C'era qualcuno, là fuori, disposto a credere, anche per una sola volta, che non c'era niente che non andasse in lui?

Lui, che aveva sbagliato nella vita, ed i suoi errori non potevano essere negati. Lui, che aveva distrutto, separato delle vite per puro egoismo. Lui, che si era creduto Dio sceso in Terra e per questo era stato sbattuto al Saint Claire. Lui, che passava le sue notti in bagno, con le ginocchia strette al petto e la testa pesante, così pesante che tante volte l'aveva portato a desiderare di farla finita, esagerare un po' con le droghe ed addormentarsi per sempre. Era quasi sicuro che sarebbe passato inosservato.

Infilò tutto il corpo nella vasca da bagno, dove si sedette e portò indietro la testa. Osservò le lampadine nude sul soffitto lampeggiare appena.

Era così strano volersi sentire a casa? Volersi sentire accettati da qualcuno, senza che quel qualcuno si preoccupasse di chiedergli ogni due secondi se stesse bene,avesse bisogno di qualcosa?

Di riposo, magari? Quella era la domanda che gli faceva più paura.

Tutti gli chiedevano -era solo una questione di formalità e lui lo sapeva bene- se fosse stanco, se avesse bisogno di riposo. Giusto per assicurarsi che non arrecasse danni a cose o a persone. E la situazione era anche precipitata, pensò lui, serrando gli occhi con prepotenza, da quando aveva visto quell'uomo. 

Tutti lì a coprire ogni superficie che poteva riflettere il viso nemico, il viso che ultimamente gli faceva così paura. Ma lui in quella paura si crogiolava, e gli altri non accettavano neppure questo.

Era una marionetta nelle mani di uomini piccoli come formiche. Lui, Walter Bishop, il grande e leggendario scienziato, si era ridotto in un manichino telecomandato. E oh, se aveva paura.

Voci narravano che suo figlio Peter fosse sopravvissuto, ma lui sapeva che erano solo sciocchezze. Peter era morto per ben due volte, e tutte e due le volte a causa sua. La prima volta, il suo Peter era morto in casa sua, perché lui non era stato abbastanza svelto a trovare una cura per il male che lo stava divorando, e la seconda perché era stato incompetente un'altra volta.

Iniziò a fischiare, mentre il volto dell'uomo si materializzava proprio lì, riflesso nell'acqua. Ma lui non voleva vederlo, non voleva fare i conti con nessuno.

Era un brav'uomo, no?

No

Aveva solo commesso qualche errore nel corso della sua vita,e ne aveva già pagato le conseguenze.

Sbagliato

Voleva solo essere libero, perché non poteva esserlo? Erano passati tanti anni.

Menzogne

Peter era morto, e non poteva farci niente,ormai.

Il riflesso nell'acqua abbozzò un sorriso, e lui si affrettò a rovesciare nella vasca quasi tutta la bottiglia di bagnoschiuma. Agitò un po' le braccia sotto l'acqua, e il liquido profumato si trasformò rapidamente in un soffice mare di schiuma.

Walter?

Di nuovo quella voce nella sua testa. Lui non era matto, lui era intelligente, stava bene!

Walter, lasciami entrare, ti prego!

Urlò ancora la voce, e lui si affrettò ed agitò l'acqua nella vasca, in modo che il rumore prodotto da essa coprisse quello della voce nella sua testa.

I lineamenti del suo viso si incupirono, e fu sicuro di sentire i suoi occhi bruciare. Prese un po'di schiuma nella mano e vi soffiò sopra, liberando, così,tante bolle di sapone.

Walter, lasciami tornare a casa!

Le bolle coprirono tutto. Si adagiarono con dolcezza e senza pretese sul riflesso dell'uomo, su Walter, sulla sua coscienza.

Sulla sua storia.

E, mentre la voce svaniva pian piano dalla sua testa, si addormentò, lasciandosi dietro i cattivi pensieri.

E quell'uomo. 

E le bolle di sapone. 

  
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