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Autore: Lemontea    06/08/2014    1 recensioni
L'appuntamento è in un vecchio cinema ad un'ora in cui non ci sarà nessuno in sala. Lui lo sa bene, ecco perchè ha proposto di incontrarsi proprio lì.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: vorrei augurare una buona lettura a tutte le persone che leggeranno questa breve storia e vorrei ringraziare di cuore paulmccartneyismylove per avermi dato il suo prezioso aiuto!
Lemontea





"Ma sei sicuro che non ci sarà nessuno? Va bene, mi fido. Chi arriva per primo entra subito quindi? Non vedo l'ora! Sì, lo so che ci tieni, ma non arriverò in ritardo: anche io voglio vederlo, cosa credi? Ci vediamo là… a dopo."
Paul riattaccò la cornetta e sospirò. Era carico di gioia, infatti un sorriso raggiante si impossessò del suo volto.
Decise di fare una doccia. Dopo essersi lavato, indossò l'accappatoio, si asciugò i capelli e si guardò per un attimo allo specchio: quel sorriso gli era rimasto impresso sulla faccia per tutto il tempo e non aveva intenzione di andarsene. Corse verso il guardaroba e si vestì. Fuori pioveva, sarebbe stato molto più facile non farsi riconoscere. Prima di uscire si guardò involontariamente di nuovo allo specchio: faceva quasi ridere, dimostrava almeno dieci anni in più con queilla vecchia sciarpa e il cappello che aveva scelto di indossare per preservare il suo anonimato. Uscì e iniziò a camminare velocemente, al limite della corsa, guardandosi intorno ogni tanto e bagnandosi nonostante l'ombrello. Ma non gli importava, voleva solo rivedere quegli occhi color nocciola il prima possibile. Girò l'angolo e, infilando il viso ancora più in profondità nella sua sciarpa grigia, continuò a camminare fingendo di essere calmo. Ma non lo era, era in fibrillazione all'idea di incontrarlo dopo due settimane. Entrò nel cinema senza smettere di guardarsi intorno e, camuffando la voce, prese un biglietto per l'unico film che quel piccolo e vecchio cinema aveva in programma di proiettare. Entrò nella sala, vuota ed ancora illuminata, e si sedette all'ultima fila, nell'angolo destro della sala. John gli aveva dato appuntamento lì in quel preciso orario, sapendo che all’ora non ci sarebbe stato nessuno. E aveva ragione. Rimase fermo in attesa fissando la porta di quella piccola sala dove regnava il silenzio, rotto solo dal leggero suono del suo nervoso respiro. Quella calma inquietante aveva occupato anche la sua mente, cancellandone i pensieri: c'erano solo i suoi occhi fissi su quella porta in un'atmosfera carica di tensione.
La situazione ormai era insostenbile, non ce la faceva più. Voleva che entrasse da quella dannata porta. Voleva rivederlo. Voleva sentirlo vicino a sè. Voleva accarezzare quelle morbide guance, stringerlo e baciare le sue dolci labbra. Guardava la porta con un'intensità tale che sarebbe stata in grado di farla esplodere. Il suo cuore non accennava a diminuire la velocità dei suoi battiti. Ad un certo punto entrò un uomo con degli stravaganti occhiali che si sedette dall'altra parte della sala, sulla penultima fila.
"John."
Quel nome era fuoriuscito dalle labbra di Paul come un sussurro. Sapeva che era lui. Forse l'anziano signore alla cassa non l'aveva riconosciuto, ma lui sì, lui l'avrebbe riconosciuto sempre, in qualsiasi circostanza, con qualsiasi travestimento. Si morse il labbro inferiore. John si era tolto il cappotto e guardava davanti a sé: non si era girato, non gli aveva degnato neanche uno sguardo. Il bassista invece lo aveva guardato per qualche interminabile e silenzioso momento, spostando poi lo sguardo, verso lo schermo che gli stava di fronte, imitando l'amico. Tuttavia non riusciva a smettere di guardare verso di lui con la coda dell'occhio. Non era passato molto tempo dal loro ultimo incontro prima della partenza di John, ma a Paul era sembrata un'eternità. Ad un certo punto le luci si spensero e sullo schermo comparirono i titoli di testa. Paul guardava lo schermo disinteressato, appoggiando la sua testa, che in quel momento sentiva pesante, sulla sua mano destra. Dopo pochi minuti sentì dei movimenti nella sala, ma prima che potesse girarsi e guardare di cosa si trattasse, si ritrovò John nel posto alla sua sinistra. Sussultò, lasciando cadere la sua mano destra. John continuava a guardare davanti a sé, ma quando sentì i grandi occhi di Paul su di lui, non potè fare a meno di girarsi verso di lui, togliersi gli occhiali e sorridergli. Il volto di Paul si illuminò sotto la sciarpa ed il cappotto che non si era ancora tolto. La mano di John si avvicinò alla parte della sciarpa che copriva parzialmente la bocca di Paul e la tirò, in modo da togliergliela. Quando ebbe quella spessa sciarpa tra le sue mani la posò sulla sedia davanti a lui senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Paul, che intanto lo aveva fissato senza dire o fare nulla se non mordersi nuovamente il labbro inferiore.
"Cristo se mi sei mancato."
Paul sorrise al suono di quelle parole e chiuse gli occhi quando una mano gli accarezzò dolcemente la guancia e si fermò lì. La sua mano si posò su quella di John.
"Anche tu."
I loro cuori battevano sempre più velocemente e i loro respiri si fecero brevi ed irregolari, tagliati dal desiderio incontrollabile di unire le loro labbra. La mano di Paul passò sul fianco del compagno e l'altra si appoggiò delicatamente sulla sua nuca, strofinando una ciocca dei suoi capelli color miele tra due dita, avvicinandolo a sè, mentre la mani di John si posarono sui suoi fianchi. 
"Non so come sono riuscito a resistere senza di te, Johnny."
John aveva sempre odiato essere chiamato in quel modo. 'Johnny'. Anche il solo pensare a quel soprannome riusciva a farlo innervosire incredibilmente, e persino quando erano state Mimi o Cynthia ad usarlo lui si era sentito a dir poco oltraggiato. Ma il modo in cui Paul pronunciava quel nomignolo, il tono che adoperava, quasi un sospiro impercettibile, un leggero sussurro carico di ingenuità e lussuria allo stesso tempo, era semplicemente irresistibile, e dava luogo a un leggero e piacevole brivido lungo la sua spina dorsale.
Le loro fronti si appoggiarono l'una contro l'altra e i loro occhi non riuscivano a interrompere quel contatto. Paul abbassò lo sguardo verso le sottili labbra di John e ,chiudendo gli occhi, vi sovrappose delicatamente le sue. John chiuse a sua volta gli occhi e si godette la sensazione di avere le morbide labbra di Paul sulle proprie. Era un bacio semplice e casto, pulito e innocente, ma fece accelerare i cuori di entrambi gli uomini. Si staccarono e si guardarono nuovamente negli occhi sorridendosi dolcemente. Le mani di John si spostarono alla schiena del più piccolo e li avvicinarono ancora di più, mentre le braccia di Paul si incrociarono attorno al suo collo, stringendogli, con entrambe le mani, i capelli.
"Ahia, mi fai male!"
John fece una smorfia di finto dolore che fece sorridere Paul. Lui portò le labbra vicino al suo orecchio e, senza lasciare i suoi capelli, sussurrò.
"Non riesco e resistere, sono così morbidi..."
Spinse il naso tra i suoi capelli ed inspirò profondamente.
"...e sono completamente intrisi del tuo profumo: un adorabile, dolce, favoloso profumo."
John chiuse gli occhi mordendosi il labbro, mentre la bocca di Paul era già passato dal suo orecchio al suo collo, baciandolo con dolcezza. Alzò la testa e si scambiarono un sorriso, prima che John iniziasse a baciare tutta la superficie del morbido viso di Paul, iniziando dalle sue palpebre e finendo sulle sue labbra. Paul spinse la lingua dentro la bocca di John senza trovare resistenza e le loro lingue iniziarono una lotta amorevole. I loro occhi si chiusero, il loro respiro divenne ancora più affannoso ed irregolare, i loro cuori batterono più velocemente, le loro mani si spostarono con delicatezza sui loro visi, sulle loro schiene, tra i loro capelli. Non riuscivano a staccarsi, sentivano di aver un profondo bisogno dell'amore dell'altro. Ogni carezza, ogni respiro, ogni sguardo, ogni bacio che ognuno dedicava all’altro li riempiva di una gioia strana e luminosa, come se fosse sempre la prima volta. Ed era impossibile per loro non scambiarsi dei teneri sorrisi a vicenda e non guardarsi negli occhi. Gli occhi nocciola negli occhi verdi, gli occhi verdi negli occhi nocciola. Si baciarono ancora e ancora e ancora, tra sorrisi, gemiti e brividi su per la schiena, finché non si riaccesero le luci in sala. Spalancarono gli occhi e si staccarono in fretta cercando di ricomporsi e di coprirsi con cappotti, cappelli, sciarpa e occhiali, mentre un paio di coppie di anziani entrarono nella sala girandosi incuriositi dall'agitazione dei due. Uscirono senza alzare lo sguardo per l'imbarazzo e camminarono in silenzio finché non furono fuori. Non era ancora smesso di piovere. Aprirono i loro ombrelli e girarono l'angolo, quando Paul guardò intorno a sé senza alzare ancora la testa e, non vedendo nessuno, iniziò a ridere. John lo guardò confuso, ma sorridente.
"Cos'hai da ridere così di gusto? Io fra poco morivo dall'imbarazzo lì dentro, se non fosse che nessuno ci ha visto bene!"

Paul si girò verso di lui e gli si avvicinò, facendo cadere l'ombrello ancora aperto per terra. Gli mise le braccia intorno al collo e lo guardò dolcemente negli occhi.

"E solo che è il più bel film che abbia mai visto."

John lo strinse con il braccio libero e abbassò l'ombrello per non mostrare al resto del mondo il loro ennesimo e dolce bacio.

   
 
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