E’ una tiepida serata di Agosto, raccolgo i capelli con le mani tenendo l'elastico tra le labbra e mi accingo a raggiungere Clear sulla veranda.
Sta guardando il cielo, come al solito.
Appena sente la porta scorrevole chiudersi alle mie spalle, si volta verso di me e mi tende una mano sorridendo.
Mi accomodo accanto a lui, davanti a noi file e file di tetti e insegne luminose.
Un po’ intimorito, mi stringo al suo braccio e mi concentro sullo spettacolo che sta invece sopra di noi: centinaia, anzi migliaia di piccoli fari luminosi e la candida Luna.
Di solito mi addolcisce osservare come Clear guarda estasiato le stelle, ma stasera uno strano moto di gelosia verso i corpi celesti mi parte dalla bocca dello stomaco, così gli poggio le mani sulle spalle costringendolo a girarsi verso di me e mi allungo per baciargli i due nei che ha sul mento. Lui piega leggermente la testa per raggiungere le mie labbra.
“Allora, cosa c’è di così straordinario nel cielo di stanotte da non degnarmi neanche di uno sguardo?” gli chiedo con un tono finto-arrabbiato, portandogli le braccia intorno al collo.
“Oh, stavo pensando…stavo pensando che il Mondo deve avere un motore molto più complicato del mio, per essere una macchina così perfetta.”
Poggia la punta del naso e le labbra contro la mia fronte e io, raggomitolato contro il suo petto, mi lascio cullare dal suono del suo respiro e della sua voce che continua a raccontare mentre l’arietta fresca della sera mi fa quasi solletico al collo scoperto per via della coda che ho fatto prima.
“Da piccolo chiedevo spesso a mio nonno -come mai le stelle non cadono?- oppure -chi ha messo le meduse nel mare e gli alberi nel bosco?- ma lui non ha mai saputo darmi una risposta. Altre volte, mi sono chiesto –Perché io sono dovuto nascere così e Aoba-san umano?- o –Cos’è esattamente che fa di me una macchina rotta? Chi l’ha stabilito?”
Al sentirmi porre tutte queste domande a cui proprio non saprei rispondere, sollevo la testa perché sento una piccola fitta al petto.
“E così, dopo averci riflettuto a lungo, sono arrivato alla conclusione che il Mondo deve avere questo motore veramente, veramente potente! E sa qual è, secondo me?”
“Mmmh… di sicuro le tue chiacchiere sono il motore del mio mal di testa!” gli tiro una guancia ridacchiando. Lui replica con un versetto di disappunto.
“E’ l’amore Aoba-san! Il motore che fa girare il Mondo è nient’altro che questo fortissimo sentimento.”
Non ci avevo mai pensato. Non so neanche se è vero, non sono il tipo che crede a queste cose.
“L’amore, eh…?” ripeto con un sussuro, tuffandomi di nuovo tra le braccia di Clear.
Se penso ad un “motore del mondo” mi viene in mente un qualcosa che intreccia i destini, le vite. Qualcosa di abbastanza potente da smuovere gli oceani e le montagne, che regola il trascorrere del tempo...
Rido, rido di cuore come non facevo da tanto. Clear mi guarda con aria interrogativa. 
“Oh, non è niente… stavo pensando alla mia idea di ciò che muove il Mondo. E direi che l’amore gli si addice abbastanza, come definizione!” 
Lui mi bacia, e io sono sicuro che è davvero l’amore il “motore” che fa muovere il Mondo… e anche le farfalle nel mio stomaco, forse.
Un sussurro si leva flebile dalle mie labbra. "Si, sono abbastanza sicuro che amore sia la definizione adatta..."