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Autore: MARIASOLECULLEN    06/08/2014    3 recensioni
[originale]
[originale]Questa storia è ispirata a degli avvenimenti realmente accaduti, la protagonista, Maria Sole, sono io, tutti i nomi sono veri. Questa storia l'ho scritta per sfogarmi, perchè a volte la realtà sembra una storia, e questa lo è.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Era una sera come le altre, tutto normale, fino a quando Raoul, il mio migliore amico, si allontanò per salutare un ragazzo, si chiamava Ludovico mi pare. Curiosa mi avvicinai per vederlo meglio e devo dire che era perfetto, il tipico ragazzo bello che in poche notano. Ero sicura di non vederlo più, ma non fu così, lo vidi il giorno dopo al mare e purtroppo, arrivò nel momento meno opportuno, arrivò quando ero in lacrime perchè avevo litigato con Raoul. Mi scusavo con lui, perchè il suo primo al giorno al mare non doveva essere così, non doveva stare lì con me, doveva andare a divertirsi. Rimase lì con me, mi guardò un po' dispiaciuto ma non sapeva cosa fare, non sapeva come aiutarmi o consolarmi, quindi rimase solo lì vicino a me. La sera per la prima volta lo vidi per bene, aveva una maglietta nera, una di quelle classiche, con un paio di pantaloni bianchi con dei quadretti grigi. Era una serata perfetta, una di quelle dove tutti sono gentili, si sta tra amici e ci si diverte, una serata d'estate.Ne approfittai per conoscerlo meglio, in effetti si chiamava Ludovico e abitava a Milano. Wow, abitava nella città della moda, chissà com'è abitare lì. Io sapevo poco di quella città, sapevo solo com'era lo stadio San Siro. Ma vabbè, continuammo a parlare e stranamente segnai il suo numero di telefono. Da quel giorno iniziammo a salutarci, a scherzare e ridere, insomma eravamo diventati amici, ma c'era qualcosa che mi bloccava, quando lo vedevo mi saliva l'ansia, mi tremavano le gambe, sorridevo e non riuscivo a seguire i discorsi altrui. Una delle persone più importanti per me, Beatrice, capì subito cosa non andava, mi fece un po' di domande per avere la certezza di cosa mi stava per dire, in effetti era così, ero innamorata, lui era il mio primo amore, a 14 anni ho scoperto cosa vuol dire essere innamorati. Ero troppo felice di questo ma ero anche preoccupata, perchè non sapevo cosa poteva accadere. Questa sensazione è strana, cosa posso fare? Non lo so. Ero sempre più felice di vederlo, ma ogni giorno c'era e c'è qualcuno che mi deve dire qualcosa che lui ha detto su di me, lacrime e lacrime, urli, disperazione, ogni santo giorno a piangere la sera per ciò che mi dicevano, ma la sera, quando lo vedevo, mi dimenticavo di tutto, tutte le cose dette alle spalle, tutto scompariva, e c'era solo lui. Continuammo così per tanto tempo e m'innamoravo sempre di più, ormai lo sapevano tutti che mi piaceva, ma arrivò l'ultima sera prima che partì per Oxford. Andammo al mare, ma iniziò a piovere, quindi decidemmo di andare a casa, e Riccardo, un mio amico, mi doveva accompagnare a casa, ma io non volevo lasciare sotto la pioggia Ludovico, lo volevo salutare, abbracciare, ma non fu così, dovemmo tornare indietro io e Riccardo, perchè la pioggia stava aumentando. Ludovico tornò a casa da solo, io con Riccardo. Realizzai dopo di non averlo salutato e mi demoralizzai. Passarono giorni e giorni, ero distrutta, a pezzi, non avevo la forza per fare nulla. Uscimmo come sempre e stranamente mi squillò il telefono, non risposi subito perchè ero convinta che era mia madre, poi incuriosita presi il telefono e lessi il suo nome. Mi stava chiamando! Lui, da Oxford invece che chiamare mille persone, chiamò me. Gli risposi e parlammo, ero in lacrime dalla felicità, andò avanti per un po' di giorni questa cosa e ne ero sempre più contenta, fino a quando non arrivarono due batoste insieme, si era fidanzato e non tornava più qui. Non l'avrei più rivisto fino al prossimo anno. Ero a pezzi, e se prima non riuscivo a fare niente, bhè era peggio.

  
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