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Autore: Stillnotginger_221b    07/08/2014    4 recensioni
ecco cosa succede quando, guardando "Star Trek-il futuro ha inizio" inizio a pensare "secondo me Sulu shippa Spirk".
dal testo: "-questo non volere dire che loro si sono lasciati! Potrebbero avere litigato.- replicò Chekov.
-Pavel, dimmi la verità: da piccolo sei caduto e hai battuto quel testone che ti ritrovi?- chiese Sulu, più frustrato che mai. Il russo si limitò a sollevare le sopracciglia in un moto di sorpresa."
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hikaru Sulu, James T. Kirk, Pavel Chekov, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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heilà gente, rieccomi!
sarò breve: ecco quello che succede quando la mia mente non molto normale inizia a pensare a Star Trek. questa fanfiction è una specie di sclero/nonsense sulla mia recente convinzione che Sulu shippa Spirk (e anche pesantemente, secondo me).
spero che vi facciate due risate su questa stupidaggine altamente illogica.
alla prossima ;)
Amy

P.S. grazie alla mia socia Nemo per aver betato questa storia così da ridurre la percentuale di errori ortografici che, come mio solito, semino ovunque.


-ma cosa diamine dici, Hika?!- replicò una voce con un marcato accento russo. Nel buio del ripostiglio delle tute spaziali si sentì uno sbuffo, poi un lieve click annunciò che una piccola torcia elettrica era appena stata accesa. Un cono di luce illuminò i due interlocutori. Hikaru Sulu, timoniere dell’USS Enterprise e Pavel Chekov, anche lui timoniere, e all’occorrenza capace di agganciare manualmente soggetti in movimento con il teletrasporto e sostituire un capo ingegnere, oltre ad altre mansioni da cervelloni.
Ma in quel momento, anche col suo quoziente intellettivo schifosamente al di sopra della media, non arrivava proprio a capire quello che Sulu gli stava spiegando da ormai mezz’ora.
-Pavel, non te lo ripeterò di nuovo!- si scaldò il giapponese. Perché doveva essere così difficile?
-quello che tu dici essere impossibile.-, ribadì di nuovo il russo. Era più cocciuto di un mulo.
Sulu sbuffò per l’ennesima volta e prese un piccolo quadernetto dalla tasca dei pantaloni. Chekov lo guardò sgranando gli occhi per la sorpresa.
Il giapponese prese a sfogliare freneticamente le piccole paginette, fino a giungere a quella che gli interessava in quel frangente. Scorse velocemente la pagina e puntò il dito su una riga.
-ecco qui!- esclamò –ieri mattina, inizio del turno alpha. Spock e il capitano raggiungono la plancia insieme. Il tenente Uhura non degna di una sola occhiata il primo ufficiale.- guardò Chekov come per sottolineare il concetto.
-il tenente Uhura avrà avuto suoi problemi.- ribatté candidamente il russo. Sulu non demorse.
-i due presunti “piccioncini” non riescono a stare più vicino di venti metri.- ormai era sicuro di avere la vittoria in tasca. Anche se il russo aveva una preparazione pressoché inesistente su quel genere di argomento, quella era la prova schiacciante che Spock e Uhura si erano lasciati. Chekov aprì la bocca per ribattere e Sulu iniziò già ad assaporare il sapore della vitt…
-questo non volere dire che loro si sono lasciati! Potrebbero avere litigato.- replicò Chekov.
-Pavel, dimmi la verità: da piccolo sei caduto e hai battuto quel testone che ti ritrovi?- chiese Sulu, più frustrato che mai. Il russo si limitò a sollevare le sopracciglia in un moto di sorpresa.
-era un modo di dire, zuccone di un russo!- aggiunse Hikaru, prevenendo il principio di un’altra discussione senza via d’uscita con quel cervellone, incredibilmente stupido quando si trattava di argomenti che non facevano parte della fisica o della chimica o di qualsiasi altra materia. Sembrava quasi un vulcaniano, e per un momento Sulu fu tentato di controllare le orecchie dell’amico.
-Hika, tu puoi tentare quanto vuoi, ma io non ammetterò mai che Spock e Kirk essere insieme.-
-ma è la cosa più evidente di questo universo!- piagnucolò il giapponese.
Purtroppo (o per fortuna, si potrebbe aggiungere) non riuscì a proferire più un verbo.
La porta dello sgabuzzino sibilò, e due figure si stagliarono in controluce sulla soglia. I due timonieri rimasero pietrificati.
Una figura venne identificata dai ragazzi come il capitano dell’Enterprise, James Tiberius Kirk. In circostanze normali, si sarebbe chiesto come mai due guardiamarina se ne stavano rintanati in uno sgabuzzino per le tute spaziali.
Ma quelle non erano circostanze normali. L’attenzione del capitano era completamente concentrata sull’esplorazione della bocca del primo ufficiale, il signor Spock di Vulcano, che sembrava affascinato (per usare uno dei suoi termini) da quel contatto.
Per questi motivi non prestavano la minima attenzione al mondo che li circondava, fosse il corridoio deserto o lo sgabuzzino.
Riuscirono ad entrare nella stanzetta pur non vedendo dove diavolo mettevano i piedi. La porta si richiuse sibilando alle loro spalle, facendo ripiombare tutti e quattro nell’oscurità, fatta eccezione per la piccola torcia di Sulu.
Il giapponese sentì chiaramente il suo compagno russo che tratteneva il fiato dalla sorpresa, ma non riusciva a staccare gli occhi di dosso ai due ufficiali che se ne stavano li a pochi passi da loro.
Spock stava premendo il capitano Kirk contro il muro, continuando a baciarlo come se non ci fosse un domani… e nemmeno un oggi! Le sue mani candide erano completamente sotterrate sotto la casacca gialla del capitano, che, dal canto suo, non se ne restava certo li a subire. Continuava a cercare le labbra del primo ufficiale ogni volta che questi si staccava per riprendere fiato, mentre le sue mani stringevano in modo abbastanza possessivo il fondoschiena scolpito del vulcaniano. Sulu spense la piccola torcia per non farsi scoprire, ed appoggiò una mano sul braccio di Chekov per richiamare la sua attenzione. Il povero russo sobbalzò e si voltò verso Sulu con gli occhi sgranati. Il giapponese non ce la fece a vederlo ridotto così, anche se doveva ammettere che era alquanto divertente. Quel ragazzo aveva pur sempre diciassette anni ed un’esperienza praticamente nulla in quel determinato campo. Doveva intervenire, e subito.
Si alzò un po’ tremante e tossicchiò.
Era come se improvvisamente qualcuno avesse attivato un diabolico marchingegno che estingueva ogni suono o rumore. Calò un silenzio di tomba, e i due ufficiali si fermarono di colpo, rimanendo immobili. Forse speravano di diventare invisibili o di mimetizzarsi con il favore del buio.
-ci scusi capitano, noi toglieremmo il disturbo.- disse Sulu tutto d’un fiato per evitare di incominciare a ridere. Erano veramente buffi e per un secondo si chiese come avrebbe fatto a mantenere il controllo sulla plancia di comando per tutto un turno dopo quello che aveva visto.
Con fare risoluto afferrò un sempre più traumatizzato Chekov per un braccio e quasi lo trascinò di peso fuori dal ripostiglio, dove stava il dottor McCoy. Il povero ufficiale medico, vedendoli uscire, non capì più nulla.
-ma… e voi che ci stavate facendo li dentro?!- chiese, con un tono leggermente isterico.
-noi stavamo discutendo…- rispose evasivo Sulu, cercando di svignarsela.
-certo… discutendo.- ripetè McCoy, sorridendo maliziosamente.
Sulu divenne di un colore simile ad una di quelle verdure terrestri definita “pomodoro”, e scappò via sempre con Chekov sottobraccio.
McCoy sorrise sornione tra sé. –questa nave deve essere stata invasa da qualche strano gas o qualche altra diavoleria aliena… dovrei chiedere al signor Spock di eseguire qualche analisi…- gettò un’ultima occhiata alla porta dello sgabuzzino e se ne andò gongolando.
 
  
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