Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Ricorda la storia  |      
Autore: MySkyBlue182    07/08/2014    4 recensioni
“Che schifo non essere il suo idolo”
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ehilà! :D
Questa storia è uno dei miei deliri!! Ahahaha
È lo sviluppo di una trama divertente che mi era venuta in mente in una delle mie solite notti insonni! (Proprio non mi piace dormire, la notte!)
Comunque, è ovviamente venuta fuori durante i miei viaggi mentali per gli sviluppi di Trust me quindi, se troverete i caratteri dei personaggi simili, è per questo!
Nella storia non saranno presenti solo i MyChem, ma anche i Placebo :3 (non l’ho messa nella categoria multi band perché i personaggi principali, comunque, sono Frank&Gerard) e spero che vi piaccia :D
Per il resto… AH! Il titolo: la mia mente malata ha unito la parola Frerard (non c’è OVVIAMENTE bisogno di spiegare!) e la parola Mollamy (Molko/Bellamy, sono l’altra mia coppia preferita <3) e quindi ecco il FreMo!! Sono un genio C’: okay, non è vero!! Ahahah
La frase pre-capitolo è una piccola citazione a “Bosco” (capolavoro) dei Placebo <3
Buona lettura e Eeeeehiiii, fatemi sapere ;)

A presto, belle gnocche! <3 :***




-SkyBlue-


 
 
 
 
 
 
 
 
FreMo
 
 
 
 
Lo amava più di qualunque altro uomo.
 
 
 
 
Non stavano ufficialmente insieme.
Anzi, no! Loro stavano insieme.
Forse non se l’erano ancora detto, magari non c’era nemmeno bisogno di dirsi sempre tutto, di mettere in chiaro, in modo letterale e netto, ciò che erano in realtà.
Ci sono cose che si sentono, no? Che si percepiscono, che si vivono ed è difficile anche spiegarle tutte quelle emozioni che si provano dentro.
La consapevolezza.
Ecco, Frank ne era consapevole, se ne rendeva perfettamente conto che Gerard, il cantante della sua band preferita, della sua band, lo stesso che lo aveva fatto dannare e soffrire per anni ora era giustamente suo.
Era il suo ragazzo.
Già, era così.
E, forse, era proprio per quel motivo che in quel momento era irrimediabilmente arrabbiato.
Ma non quelle arrabbiature leggere, quelle fioche che poteva con facilità mettere da parte. No, no, era uno di quegli attacchi d’ira cazzuti, quelli che non si possono ignorare, perché derivano direttamente da uno dei sentimenti più forti e accecanti che possa provare una persona innamorata: la gelosia.
Per Frank era passato in secondo piano anche il fatto che fosse stato l’ultimo a venire a conoscenza dei programmi dei My Chemical Romance perché, vedere il suo fidanzato, il suo fottuto fidanzato, girovagare sul tour bus con gli occhi a forma di cuore ed elettrizzato come solo una fangirl sarebbe in grado di dimostrare, beh, quel suo comportamento, al momento, stava oscurando ogni altro tipo di pensiero, ogni altro tipo di preoccupazione.
Totalmente tutto.
Lo vedeva agitarsi da una parte all’altra del mezzo su cui stavano viaggiando per raggiungere il maledetto festival.
Sentiva in lontananza le voci di Ray, Mikey, Bob, forse anche quella di Brian, ma seriamente: chi li stava ascoltando?
Di certo non Frank, no, lui era troppo occupato e concentrato a veder manifestarsi, finalmente, dopo anni di tentativi, i suoi super poteri e quando si fossero decisi a rendersi palesi la testa di Gerard avrebbe iniziato a rotolare a terra, dopo essersi staccata dal suo collo con un taglio netto ed indolore inflittogli dai potentissimi raggi laser presenti negli occhi di Frank.
Ma poteva anche darsi che sarebbe accaduto altro, tipo l’annullamento improvviso del festival per colpa di un catastrofico e potentissimo uragano scagliatosi sulla zona del festival, Frank non conosceva ancora la natura dei suoi super poteri.
Avrebbero anche potuto ricevere una tristissima telefonata in cui avrebbero comunicato che Brian Molko aveva perso la voce e sfortunatamente i Placebo non avrebbero potuto partecipare a quel festival che si sarebbe tenuto tra due giorni.
“C’è ancora tempo” pensò Frank sogghignando.
Si sentiva davvero malefico e seriamente dotato di qualche super potere di una certa entità.
In ogni caso, era molto meglio pensare e immaginare certe cose che stare a sentire Gerard tessere le lodi di Brian o del “suo poeta” come lo definiva lui stesso con occhi sognanti, oppure ascoltarlo mentre blatera ipotizzando il suo futuro prossimo, quello in cui Gerard avrebbe potuto stringergli la mano e conoscerlo e avrebbe avuto l’occasione per mostrargli quanto lo ammirava e quanto pensasse che fosse uno dei pochi poeti rimasti nei nostri tempi.
Frank grugnì frustrato, allungando i piedi sul tavolino di fronte al divano su cui si era costretto a stare seduto con molta cattiveria. Si sentiva tanto pieno di rabbia che, ad un tratto, pensò che avrebbe potuto sprofondare su quel divano, dopo aver rotto tutte le doghe che lo tenevano insieme, con il suo peso quintuplicato da tutti i nervi che traboccavano da dentro di sé.
Incrociò le braccia e sbuffò ancora.


- Oh dio… Ma ci pensi che potrò stringergli la mano? La sua bellissima mano con cui suona magnificamente la chitarra?- disse con un sorriso smagliante.
Frank socchiuse gli occhi e buttò fuori aria dal naso.
- Tendo a credere che Ray sia più bravo di lui- rispose stizzito, tirando in ballo Ray per non coinvolgere direttamente la sua persona nel discorso, per timore di sembrare geloso.
- Oh, ma che c’entra Ray- minimizzò Gerard scacciando le sue parole con una mano, continuando a dire altre cose che Frank si costrinse a non ascoltare assolutamente.
Comunque, in quel preciso momento avrebbe voluto mettersi ad urlare, così, giusto per sfogare un po’ di rabbia.


- Ma sai che ha una chitarra che si chiama Bitch?- domandò Gerard ostentando le infinite conoscenze che possedeva sui Placebo e nello specifico su Brian.
Frank gli rivolse uno sguardo torvo.
- Come te, Gee- mugugnò tornando a dedicarsi allo schermo spento della tv.
- Cosa?- domandò il suo cantante avvicinandosi per farsi ripetere cosa avesse appena detto.
- Non lo sapevo. Ho detto che non lo sapevo- si inventò Frank e lo disse in modo piatto e scocciato.
- Mh okay- sospirò sedendosi accanto a Frank sul divano.
- Cos’hai?- gli domandò girando il collo per guardarlo.
Ah, ma allora Frank esisteva ancora nella testa di Gerard!
- Niente- tagliò corto.
- Mh…- mormorò Gerard riflettendo.
- Non sembra- aggiunse.
Frank tornò a guardarlo, le sopracciglia alzate ed un espressione molto adirata, ma contenuta.
- Ti sembra male- gli disse scontroso.
Gerard restò a guardarlo mentre faceva smorfie con la bocca, concentrato a pensare.
- Ci siamo svegliati da…- guardò l’ora sul telefono.
- Da ben tre ore e non abbiamo ancora fatto niente- considerò.
- Se sai cosa intendo- aggiunse maliziosamente, riferendosi alle fughe nel bagno o ai momenti appartati che si concedevano, o si inventavano anche, nel caso non si potesse.
Frank posò di nuovo lo sguardo sul suo viso e amò la scintilla che vide brillare in quel verde tanto intenso.
- Se in queste tre ore ti fossi accorto della mia esistenza invece di fare la ragazzina in preda agli ormoni…- sbottò e gli riservò un sorriso tirato e molto finto.
Non era capace, lui, di sorridere quando era incazzato.
Gerard lo guardò di sottecchi e poi le sue labbra si atteggiarono in un sorriso, uno di quelli furbi, poi ridacchiò e gli si buttò un po’ addosso, finendo col volto davanti al suo.
- Mh, siamo gelosi…- insinuò ghignando.
Frank corrugò le sopracciglia indispettito e iniziò la farsa.
- Io, geloso? Ah, ah, ah- si esibì in una fintissima risata.
- Sei geloso- confermò Gerard sorridente.
Che cazzo avesse da ridere, poi, ancora lo doveva capire.
- Non lo sono!- ripeté indignato.
- Di cosa dovrei essere geloso? Di quel… quel… di quel vecchio?- sparò la prima cosa che gli venne in mente.
Gerard sembrò sorpreso.
- Ehi, non è vecchio!- lo difese.
- Ha solo cinque anni più di me!- aggiunse serio.
- Sono tanti cinque anni in più.- considerò Frank, ma in realtà non lo credeva. Molko aveva, sì e no, 32 anni, non era di certo vecchio.
Gerard non lo ascoltò e si distese con la testa sulle sue cosce e lo guardò dal basso.
- Anche se lo fosse… con quegli occhi… sarebbe bello e perfetto lo stesso.- spiegò sognante alludendo agli stupiti occhi verde/blu che spiccavano sul viso di Brian.
Fanculo, gli piaceva. Altro che poeta, quella troia del suo cantante aveva i suoi loschi interessi. Aveva fatto bene Frank ad aver pensato, tempo prima, che avrebbe dovuto far in modo di non far esistere quell’incontro.
Doveva riconcentrarsi sui suoi super poteri. Dovevano sbrigarsi a saltar fuori.
- Certo.- disse Frank tra i denti completamente geloso.
Cos’avevano gli occhi di Brian in più dei suoi?
Perché cazzo ogni persona riusciva ad essere facilmente migliore di lui?
O forse Frank era solo paranoico, ma sopraffatto dalla gelosia non è che riusciva ad essere completamente lucido.
- Ehi, anche il colore dei miei occhi è bello!- si vantò Brian, il loro manager.
- Ma non ti sei mai messo ad elogiarmi, per questo- gli disse prendendolo in giro.
Gerard scoppiò a ridere.
- Brian, tu non fai di cognome Molko e non sei un poeta- riassunse sorridente e coinvolto dagli apprezzamenti che stava elencando sul cantante dei Placebo.
Brian rise e si mosse verso un punto imprecisato del tourbus.
Gerard si riportò col volto di fronte al suo e lo guardò, sempre con quello stupido e immotivato sorriso.
Si avvicinò di più e saettò con lo sguardo sulle sue labbra serrate, strette e arrabbiate, come, del resto, tutte le altre parti del suo corpo.
- Baciami.- gli sussurrò quasi sulla bocca, Frank distolse lo sguardo.
- Fallo tu, se vuoi.- rispose tenendo ancora le braccia conserte e pure il broncio già che c’era.
Gerard rise ancora e posò le labbra sulle sue continuando a guardarlo negli occhi, anche Frank ci provò, ma era troppo difficoltoso e comunque ci vedeva doppio, quindi, alla fine, chiuse gli occhi.
- Lo sai che mi piaci solo tu.- parlò sulle labbra di Frank interrompendo il contatto.
- Non sembra.- gli fece notare infastidito senza neanche riaprire gli occhi.
- E invece è così.- confermò nuovamente e riportò le labbra sulle sue, approfondendo quel contatto.


 
 
 
- Dio, non vedo l’ora di arrivare.- sbuffò Mikey seduto sullo stesso divano di Frank e Gerard.
- Voglio camminare.- aggiunse piegando le sopracciglia in una smorfia sofferente.
- Puoi farlo anche qui.- gli fece notare Bob seduto insieme a Ray sul divano a fianco.
- No, ma voglio proprio muovermi, capito come?- chiese mettendosi in piedi e stiracchiandosi.
- Anch’io non vedo l’ora di arrivare!- gongolò il suo cantante.
Frank si voltò a fulminarlo, ma lui nemmeno se ne accorse.
- Dai, manca un quarto d’ora, su, resistete- li rassicurò Brian e Gerard spalancò gli occhi.
- Solo un quarto d’ora?- chiese allibito
- Si, beh che c’è? Avevi detto che non vedevi l’ora!- gli fece notare il manager.
- Si, ma… devo andare a vestirmi!- urlicchiò con fare serio mentre si alzò in velocità dal divano.
- E a pettinarmi.- aggiunse mentre raggiungeva la zona notte.
- Lui si pettina?- chiese Mikey sconcertato.
- Veramente?- continuò usando un tono stupitissimo.
Gli altri iniziarono a ridere e anche Frank, suo malgrado, si unì alle risate. Forse la sua, di risata, era un po’ isterica, ma andava bene lo stesso.
Bastava non pensare e tutto andava bene.
Sarebbe andato tutto bene, sì, doveva essere così!


 
 

Erano arrivati con il tour bus nel parcheggio e tutti erano ansiosi di scendere e di farsi quell’agognata passeggiata e sgranchirsi le gambe.
Frank attese che il suo cantante uscisse dal dannato bagno e quando, finalmente, la porta si schiuse gli rivelò un Gerard non molto diverso dal solito: indossava dei jeans scuri ed aderenti, una t-shirt con un qualche disegno a cui non badò molto e una giacca di pelle che forse neanche avrebbe avuto motivo di portare, data la temperatura; i capelli erano neri e incasinati, proprio come al solito.
Niente di particolarmente diverso dalla norma: era sempre bellissimo, come al solito.
Uscì in fretta dal mini-bagno del tour bus e notando Frank gli sorrise, si avvicinò e posò le labbra sulle sue in un veloce bacio dolce, uno di quella miriade che erano soliti scambiarsi durante il giorno.
Gli afferrò la mano e finalmente scesero sulla terra ferma anche loro due.
Frank, a volte, si sentiva molto Cristoforo Colombo per quanto si ritrovava a desiderare di posare i piedi a terra, durante i lunghissimi viaggi in tour bus. E questa era una di quelle volte, avevano viaggiato per due giorni!


 

Camminavano mano nella mano nei backstage dell’area del festival e Frank stava pensando che aveva fame, si concentrò ad immaginare l’ipotetico menù di cui avrebbe desiderato nutrirsi, tutto pur di non ascoltare Gerard che immaginava, emozionato ed elettrizzato, il suo imminente incontro con il cantante dei Placebo.

- Ma tu ci pensi che potrei vedere la sua adorabile figura da un momento all’altro?- disse gesticolando ansioso, anche con la mano con cui teneva la sua.
Frank sbuffò, “Patatine fritte”, appuntò nella sua lista immaginaria.
- Chissà se sarò più alto di lui?- domandò al vento.
“Pizza! Sì, buona la pizza”, aggiunse.
- Mh sì, probabilmente sì.- si rispose dubbioso.
“Oh, pizza margherita per la precisione” puntualizzò.
- Credo sia alto quanto te.- aggiunse voltandosi verso Frank che, a quel punto, si prese una pausa dalla lista del suo magnifico menù dei sogni per osservarlo con uno di quegli sguardi sentitamente incazzati.
Gerard gli sorrise adorabilmente, ma stavolta non avrebbe attaccato.
Frank avrebbe voluto insultarlo solo per il semplice fatto di averli in qualche modo paragonati, ma non gli venne in mente niente, quindi farfugliò qualche imprecazione incomprensibile.


- Dai!- lo apostrofò il moro dandogli una leggera spallata.
- Lo sai che mi piaci!- gli disse baciandolo sulla guancia senza smettere di camminare.
Frank lo guardò sbalordito, spalancando anche un po’ gli occhi.
- Ma dai? Non mi dire?- pronunciò stupito ed ironico.
In realtà era infastidito. Che cazzo gli veniva in mente di metterli a confronto.
- Ehi! Dovresti smetterla di essere geloso.- gli spiegò come se fosse normale sbavare su qualcun altro, parlandone proprio con il proprio ragazzo.
- E tu dovresti smettere di fare la stupida fan girl.- lo rimproverò.
- Si dà il caso che, innanzitutto, io sia un ragazzo.- puntualizzò serio.
Frank rise e stavolta spontaneamente.
- Sì, certo!- aggiunse oltre alle risate.
Gerard lo studiò con uno sguardo serio, e poi gli lasciò la mano continuando a camminare da solo.
Frank lo guardò molto colpito: ora, aveva anche ragione?!
- Gee, fermati.- sospirò.
- No.- sbuffò l’altro continuando a muoversi.
Frank allungò il passo e lo raggiunse di nuovo, riafferrando la sua mano.
Il suo cantante tentò di fare l’indifferente, ma alla fine posò lo sguardo sul viso sorridente di Frank.
- Ti diverti?- domandò velenoso.
- Sì, in effetti- gli rispose sghignazzando. Doveva sfogarsi in qualche modo!
- Dai, che scherzavo, lo sai!- disse allungando un braccio sul suo fianco. Gerard posò la testa sulla sua spalla. - Sì, lo so. È che ultimamente mi danno molto spesso della troia, ed è piuttosto curioso, partendo dal presupposto che è un insulto tipicamente femminile.- spiegò con le sopracciglia alzate, manifestando un’espressione stupita. Frank rise ancora. Non poteva farci niente, era esilarante come situazione.
- Dai, credo che anche al tuo caro Brian sia capitato qualcosa del genere!- disse per rincuorarlo, ricordando gli innumerevoli video visti dei Placebo, in cui Brian era vestito da donna.
Gerard ci pensò un attimo.
- Mh…Già- considerò!
- Dovrei esserne lusingato, allora.- concluse senza che Frank riuscisse a trovare un senso logico a ciò che aveva appena detto.
Frank tirò le labbra in una smorfia confusa, ma non rispose.
- Chissà come avrà i capelli…- portò lo sguardo verso il cielo, pensieroso.
- Wow, interessante!- ironizzò Frank.  
Gerard lo guardò sconcertato e allibito, come se avesse detto qualche eresia.
- Se sei fan dei Placebo ti preoccupi sempre del taglio di capelli di Brian- gli spiegò saccente.
Frank scosse la testa e sperò che quei due giorni sarebbero trascorsi in fretta.




Mentre procedevano, sempre per mano, in quell’immenso parcheggio costeggiarono l’ennesimo tourbus e, mentre Frank procedeva con tranquillità, si sentì improvvisamente trattenere da Gerard, che si era bloccato.
- Cosa…- si voltò a chiedere al suo cantante.
- E…Ecc…Eccolo.- balbettò senza guardarlo, con evidentemente troppa aria nei polmoni.
Frank seguì il filo del suo sguardo e vide anche lui ciò che gli occhi di Gerard stavano adorando: Brian.
Sembrava appena sceso ed era con gli altri due componenti della sua band.
Il batterista capellone e il bassista spilungone, ecco come Frank li identificò!
Gerard diede una bella stretta alla sua mano e poi gliela lasciò, procedendo verso di loro.
Frank, preso alla sprovvista, lo seguì e, nonostante sapesse che Brian era l’idolo di Gerard, non riuscì a fare a meno di sentirsi un po’ umiliato ad esser stato abbandonato come un cane sul ciglio della strada, prima delle vacanze.
Okay forse era troppo tragico, ma quello che provò lo fece sentire sul serio misero, come se non contasse niente.
Seguì Gerard raggiungere Brian e, con suo grande disappunto, lo vide esibirsi in una patetica scenetta da teenager di fronte al suo idolo.
- Ehi, ciao Brian.- lo chiamò emozionato.
Brian si voltò e Frank, che avrebbe dovuto essere soltanto arrabbiato, rimase abbagliato da quegli occhi: erano magnetici.
Brian guardò Gerard un po’ preso alla sprovvista e diede un’occhiata preoccupata alla mano tesa nella sua direzione.
L’amico spilungone di Brian prese in mano la situazione e allungò la mano verso il suo cantante, presentandosi.
- Piacere, Stefan.- gli disse con un sorriso accennato.
Frank assistette a quella scena un po’ sconcertato. Gerard a quel punto direzionò la mano verso il ragazzo alto e gliela strinse sorridente.
- Piacere, sono Gerard Way dei My Chemical Romance.- gli spiegò solare.
A quel punto si fece avanti anche Brian.
Frank era davvero stranito.
- Ciao Gerard.- gli porse la mano piccola e cicciotta.
Frank notò Gerard rimanere per un attimo senza parole e nel frattempo tratteneva la mano di Brian guardandolo imbambolato. Patetico!
- Ehm… Ecco io… Io… Complimenti!- farfugliò Gerard cercando di riprendersi dall’attimo di rincoglionimento che l’aveva colto. “Non è mai stato così insicuro con me” pensò Frank. Ma forse c’entrava con il fatto che non era il suo idolo.
“Che schifo non essere il suo idolo” commentò infastidito, tra sé e sé.
- Io adoro i Placebo, amo i tuoi testi… Sei… Secondo me sei un poeta.- lo adulò per bene con disappunto di Frank.
- Oh, grazie.- commentò Brian sorridendo in sua direzione, poi diede un’occhiata oltre le spalle di Gerard posò lo sguardo su Frank; Gerard seguì la direzione del suo interesse e si trovò anche lui ad osservarlo.
- Oh!- esclamò posandosi la mano sulla bocca, in modo così femminile e come se si fosse appena ricordato di un dettaglio di importante.
Allungò la mano verso quella di Frank e gliela afferrò senza aspettare che anche Frank la prendesse. Lo portò ad avanzare di qualche passo fino al suo fianco.
- Lui è Frank, il mio… il mio chitarrista.- gli spiegò impacciato. Poi fece una stupida risata imbarazzante.
- Sì, insomma, è il chitarrista della mia band.- puntualizzò.
- Oh, piacere di conoscerti Frank.- lo salutò Brian. Frank afferrò amichevolmente la sua mano.
- Piacere mio.- aggiunse oltre alla stretta.
E così, per presentarlo a Brian, era solo “il chitarrista della mia band”, eh?!
Gliel’avrebbe fatta pagare, pensò Frank, mentre faceva le presentazioni anche con gli altri due Placebo.
Nel frattempo notò Gerard avvicinarsi a Brian e bisbigliare qualcosa. Qualcosa che fece spuntare un sorriso intenerito sul suo viso per poi guardare il suo cantante in modo strano, quasi stupito. Poi rispose anche qualcosa e lo disse anche lui a bassa voce, quindi Frank non poté ascoltare ed iniziò, seduta stante, ad incazzarsi.
Se Gerard aveva deciso di flirtare, proprio davanti i suoi occhi, aveva seriamente avuto una brutta idea.
Gli scoccò un’occhiata infuocata quando Gerard, probabilmente per sbaglio, incrociò il suo sguardo, ma Gerard non si fece affatto ostacolare da quel suo atteggiamento. E continuò a parlare con Brian, mentre Frank non riusciva neanche a decifrare le parole, dalla rabbia che stava provando.
Di sicuro si trattava di gelosia, più che altro.
Ascoltò la voce di Gerard passare da sfumature incerte, a toni che andavano man mano entusiasmandosi, fino a diventare delle vere e proprie dichiarazioni d’amore platonico.

Si erano spostati dal bel mezzo del parcheggio ad un’area dove avevano potuto sedersi e bere addirittura un caffè, e Brian sembrava ben disposto ad interloquire, anche se non parlava molto, e soppesava sempre bene le parole, prima di pronunciarle.
Aveva una bella voce, diversa da quella delle canzoni, certo, ma avrebbe riconosciuto che quel modo di parlare appartenesse a lui anche se non avesse potuto vederlo. Aveva un timbro particolare, un suono molto profondo e nasale; era particolare, quella voce, e Frank aveva scoperto che faceva parte di quella categoria di toni che o ti piaceva da impazzire, oppure odiavi ascoltare anche di sfuggita.
Quelle classiche caratteristiche che ti facevano esprimere in due modi: o la ami o la odi.
A Frank piaceva, ad onor del vero era lui stesso un fan dei Placebo, ma mai ai livelli di Gerard.
Per lui era come un’ossessione e stravedeva per quel piccolo e androgino cantante. Lo venerava neanche fosse un dio!
- Poi, ho adorato tutte le tue provocazioni durante questi anni, dico… riuscivi sempre a lasciarli di stucco! È questo, secondo me, che dovrebbe fare un’artista.- Gerard continuava ad elencare i suoi 1001 motivi per i quali ammirava Brian.
Brian annuiva e sorrideva, a volte spiegava, Frank si incazzava sempre di più.
- Beh, grazie. Direi che siete molto provocatori anche voi!- commentò il cantante dei Placebo riferendosi alle scenette gay che tiravano su durante alcuni show. Nel dirlo si voltò anche verso Frank.
- Beh, sì, hai ragione.- Gerard sorrise complice voltandosi anch’esso verso di lui.
No! Non credeva possibile che gli avesse dedicato attenzione, era stupito! Frank immaginò che aggiungere un piccolo commento, oltre al sorriso che gli aveva dedicato, non sarebbe stata una cattiva idea.
- Diciamo che non sono esattamente provocazioni.- insinuò tentando di fargli capire che si trattava di sentimenti più che di gesti plateali.
Brian lo osservò, battendo le ciglia nere e truccate di mascara, lo sguardo intenerito.
- Ho capito che intendi e posso assicurarti che si nota molto.- confidò a Frank guardandolo attentamente.
E lì, in quel preciso momento, Frank fu folgorato dall’obiettiva bellezza di Brian: era davvero bello.
Aveva gli occhi grandi, dal colore indefinito tra l’azzurro e il verde e molto espressivi, la pelle pallida ed un visetto dalla forma molto armoniosa. Quei capelli quasi a caschetto, un taglio sbarazzino e neri che contrastavano così tanto col colore del suo incarnato da riuscire a metterne in risalto ancora di più quelle caratteristiche delicate con cui era scolpito.
Era davvero un gran bel pezzo di ragazzo in effetti e, in più, aveva dalla sua il fatto di avere una bella testa, delle cose importanti da dire e un modo di farlo davvero originale e d’effetto.
Forse iniziava un po’ a comprendere l’ossessione di Gerard, ma non per questo era meno geloso, anzi, l’esatto contrario.
Il fatto che lui, Brian, fosse così bello metteva a dura prova la fiducia di Frank in se stesso, tanto per cominciare e stavolta non c’entrava neanche l’altezza, incredibile!
Per tutta la vita il suo imbarazzo più grande, la caratteristica che più lo aveva fatto sentire assoggettato era stata la sua bassa statura e ora, arrivava un tizio alto più o meno quanto lui che brillava come una stella mentre Frank sembrava trasparente, quei dettagli di poco conto in un paesaggio spettacolare da guardare.
Gerard non avrebbe mai visto in Frank la perfezione, soprattutto partendo dagli stereotipi di uomini “perfetti” che aveva in mente. Frank sarebbe sempre rimasto quel particolare inutile, ecco tutto.



 

In quei giorni tutto poteva apparire normale ad un occhio poco attento: era la solita vita da festival, c’erano altre band, si faceva amicizia alla svelta e gruppo ancor più facilmente.
Si trascorrevano serate in allegria, tutti insieme tra birre e chiacchiere senza badare alla parvenza di campo nomadi che sembravano tutti quei tour bus parcheggiati e quelle persone che vivevano alla bell'e meglio al di fuori e dentro di essi.
Era piuttosto divertente a dirla tutta, se non fosse stato per la piccola pecca che Gerard era arrivato a trascorrere più tempo con Brian che con Frank stesso. Si sentiva seriamente messo da parte.
In realtà Gerard si comportava normalmente con Frank: dormivano insieme come al solito, lo baciava e coccolava come al solito, avevano i loro momenti “intimi” come al solito e parlavano come al solito.
Eppure Frank percepiva una sensazione schiacciante di distacco, come se mancasse costantemente qualcosa. E aveva pensato che quel “qualcosa” potesse essere la sua autostima, che di conseguenza lo portava a sentirsi sempre abbandonato e messo da parte, ma poi aveva deciso che non era quello e che forse Gerard, continuamente a contatto con “l’uomo dei suoi sogni”, aveva iniziato ad essere un po’ distaccato nei confronti di Frank. Certo, convenne con se stesso, come avrebbe mai potuto preferirlo ad un tipo come Brian? Mai, ecco qual era la risposta. Mai.
In più quella mattina ci sarebbero state varie interviste, a cui avrebbero partecipato i frontman  di ogni band del festival e Frank avrebbe dovuto restarsene lì, o nel tour bus, incrociando le dita e sperando che Brian non sarebbe arrivato a notare quanto meraviglioso fosse Gerard e ad innamorarsi di lui.
In realtà Gerard era già andato via e nemmeno si erano salutati, maledizione, perché Frank dormiva ancora, si arrabbiò con se stesso per quella sua stupidissima abitudine di dormire come un animale da letargo appena ne aveva la possibilità: non aveva neanche potuto dargli un bacio, uno di quelli che Gerard adorava, e non gli aveva rinfrescato la memoria dicendogli che lo amava, di modo che, se avesse avuto dubbi, avrebbe potuto pensarci.
Stupido, coglione che non era altro!
Tornò a fare ciò che gli veniva meglio al mondo e cioè dormire, sperando che Gerard sarebbe tornato presto.




Frank si svegliò con qualcosa di umido che si muoveva sulle sue labbra, respirò una quantità un po’ spropositata d’aria con il naso, per lo stupore e, oltre all’ossigeno, poté riconoscere l’inconfondibile odore del ragazzo che amava.
Gerard gli dedicò ancora qualche bacio, a cui Frank ovviamente rispose, e poi si sollevò e si mise a sedere sulla brandina, accanto al suo corpo ancora sdraiato.
- Tesoro…- sussurrò Gerard rassegnato, con un bel sorriso sulle labbra ancora umide.
- Possibile che ti lascio che dormi e dopo cinque ore sei ancora qui che… vediamo: dormi?!- lo prese in giro scherzosamente. Frank si stiracchiò e sorrise al suo cantante di rimando.
- E cosa avrei dovuto fare? Tanto non avevo impegni.- disse cercando di rendere la sua voce meno ruvida ed assonnata.
- E poi tu non c’eri, non esistevano motivi validi per uscire fuori dal letto.- puntualizzò strofinando la faccia sul cuscino.  
Quando tornò a posare lo sguardo su Gerard trovò il suo viso dipinto in una smorfia intenerita e sì, anche innamorata. Frank amò quello sguardo.
- Dolce!- commentò e poi si sdraiò accanto a Frank prendendo ad accarezzargli i capelli e a lasciare morbidi baci su tutta la mascella e sul suo collo.
- Mi sei mancato in effetti.- gli raccontò.
E Frank non sapeva nemmeno se potergli credere: insomma, era stato con Brian come aveva potuto sentire la sua mancanza?
- Anche tu.- rispose comunque e tornò a baciarlo di nuovo, cercando di mettere da parte le sue stupide paranoie.
Nonostante tutti i brutti pensieri che aveva fatto, alla fine Gerard era tornato da lui, l’aveva svegliato baciandolo, gli aveva detto che gli era mancato: forse poteva essere davvero così.
Magari lo amava lo stesso, anche se stava spesso insieme a Brian.
Continuò a farsi accarezzare e a ricambiare i tocchi e i baci e cercò di non pensare a tutto il resto, a Brian soprattutto.
Quella sera ci sarebbe stato il concerto e poi sarebbe finito tutto, ciao festival, arrivederci Brian.
Si sentì un po’ rincuorato e sorrise sulle labbra di Gerard approfondendo, poi, il contatto e marcando il suo territorio come meglio credeva: facendo sesso.



 

Frank buttò fuori il fumo della sigaretta che stava fumando in uno sbuffo frustato. Subito dopo prese a giocare nervosamente con il piercing sul labbro, assottigliando lo sguardo, cercando di incenerire Brian e Gerard che parlavano a pochi metri di distanza da lui.
I suoi dannati superpoteri non si erano manifestati neanche stavolta, che cazzo!
Questa volta era stato Brian ad andare a cercare Gerard e, quando aveva bussato alla porta del tourbus e Gerard si era ritrovato la sua minuta figura davanti, per poco non aveva rovesciato la tazza di caffè che aveva in mano, per l’emozione.
Frank era rimasto sconcertato e avrebbe volentieri voluto strapparsi tutti i capelli da quanto era rimasto sconvolto e per la profonda gelosia che aveva portato.
- Ti va di fare un giro?- gli aveva chiesto Brian e Gerard non ci aveva pensato neanche per un secondo aveva sputato un precipitoso “sì” ed era scomparso nella zona notte a vestirsi.
Almeno, prima di uscire, era passato a salutarlo, gli aveva lasciato un veloce bacio sulle labbra e soffiato un fastidiosissimo “a dopo”, senza specificare luoghi, orari, niente. Non aveva precisato proprio un cazzo, sarebbe potuto tornare tra due ore, come tra sette, chi poteva saperlo?


 
 
- Frank!- lo chiamò Mikey, sospirando rassegnato.
- Mh.- gli rispose senza neanche voltarsi a guardarlo.
- Ti cadranno gli occhi per terra se continui a sforzarli con questa cattiveria.- gli fece notare che forse, e solo forse, aveva uno sguardo ostile.
- Non posso farci niente.- cercò di liquidarlo prendendo un altro tiro dalla Marlboro.
- Sì che puoi!- si spazientì il bassista, nonché suo migliore amico.
- Potresti, tanto per cominciare, smetterla di fissarli con ‘sto sguardo omicida. Sono solo amici!- gli consigliò con fare spazientito.
- Cosa ne sai tu?- gli chiese sempre senza osservarlo e continuando a fumare con vigore la povera sigaretta col filtro completamente schiacciato; forse stava prendendo troppi tiri, lunghi e consecutivamente.
- Lo so!- rispose Mikey deciso, portandosi davanti al suo viso e coprendogli completamente la visuale.
Frank lo guardò shockato per aver oltraggiato in quel modo le sue azioni. Tentò di toglierselo dal campo visivo, spostando la testa a destra e a sinistra, ma Mikey si spostò ancora non permettendogli di guardare ancora.
- Oh, Mik, che vuoi?- gli chiese corrugando le sopracciglia, infastidito dal suo comportamento.
- Voglio che tu stia tranquillo. Vieni.- gli disse porgendogli una mano da afferrare, affinché si alzasse dal muretto su cui era seduto.
Frank chiuse gli occhi e li riaprì, sospirando sonoramente per esprimere appieno il suo disappunto, poi afferrò quella dannata mano, tanto Mikey non si sarebbe mai arreso così facilmente.
Mikey espresse la soddisfazione di essere riuscito nel suo intento sorridendo e poi si incamminò nel lato opposto a dove si trovava Gerard con il suo maledetto poeta.
Strinse i pugni adirato e con passo scazzato seguì il suo migliore amico.
- Dove stiamo andando?- si sentì in diritto di domandare.
- Boh! A fare una passeggiata!- rispose Mikey ovvio. Frank bloccò i suoi passi e lo guardò esterrefatto. Cos’è, voleva tenere Frank lontano da suo fratello per permettergli di fare quel che voleva? Gli stava tenendo il gioco? Magari era stato addirittura Gerard a chiederglielo. Si stavano prendendo gioco di lui, maledetti!
- Senti, io non ho voglia di passeggiare, se devi dirmi qualcosa dimmela qui e facciamola finita.- sbraitò Frank, reso furioso dagli splendidi pensieri che aveva avuto.
- Sei troppo nervoso.- considerò Mikey guardandolo con occhi spalancati.
- Calmati.- gli consigliò, poi.
- Calmarmi?- gridò Frank sorpreso dei consigli inutili che gli stava dando Mikey.
- Che cazzo c’è da stare calmi, eh?- domandò furioso.
- Sono due giorni che Gerard sta appiccicato a quel… a quello. Sembra una tredicenne innamorata dello stupido idolo della sua boy band preferita.- gli fece notare continuando ad urlare, gesticolando anche.
- E dovrei calmarmi? E lui gli dà pure corda, porca troia!- aggiunse scoppiando nell’ennesimo urlo.
- Frank ma sai che è il suo idolo, lo segue dal suo primo album.- gli raccontò, anche se erano tutte informazioni che lui già conosceva.
- Non me ne frega un cazzo.- gridò ancora di più.
- Io sono il suo ragazzo, cristo.- gli fece notare l’ovvio.
- E con ciò? Non può avere amici?- chiese con la sua dannata calma, lo faceva infuriare ulteriormente quel modo di fare.
- Senti, non stare a prendermi per il culo. Gli amici sono altri, non è un “amico” una persona su cui sbavi come se fosse il sex simbol del momento.- gli spiegò con la rabbia che lo stava contraddistinguendo in quel momento.
- Va bene, probabilmente gli piace, ma sai che ama te, perché devi essere così geloso?- si azzardò a domandargli.
- Perché io non ho gli stupidi occhi verde-azzurro di Brian, io non sono il poeta di cui Gerard è innamorato, non ho le sue labbra da troia, né il suo portamento che lo fa spiccare anche in mezzo ad altre centomila persone.- sbraitò.
- Persone tutte più alte di lui.- ci tenne a precisare, cavolo, l’altezza era importante, ti dava importanza e invece quel metro e sessanta di uomo catalizzava l’attenzione come se fosse stato alto due metri. Dannazione.
- Capisci? Lui è troppo in confronto a me, Gerard ora se ne accorgerà e mi lascerà per sempre.- aggiunse per concludere il suo discorso pieno zeppo di dilemmi. Poi sbuffò e si scompigliò i capelli con fare nervoso. Mikey scoppiò a ridere. Una risata di quelle sincere, poi.
Frank era allibito. Lo guardò incazzato e gli chiese spiegazioni precisamente con quello sguardo.
- Dio, quanto sei paranoico.- lo apostrofò.
Frank decise di battere le ciglia confusamente e di tentare di scaricare la tensione sospirando nuovamente.
- Avete fatto i salti mortali per stare insieme, siete innamorati, Gerard è innamorato e tu credi che, soltanto perché Brian è il suo idolo e sta avendo la possibilità di conoscerlo, manderebbe tutto all’aria?- chiese continuando a tenersi quell’immotivato sorrisetto a stirargli le labbra.
Frank si sentì un po’ stupido in quel momento, forse poteva aver ragione, ma non ne era assolutamente certo.
- Sì.- rispose abbassando la testa e riprendendo a tormentare il cerchietto di metallo sul proprio labbro.
- Ti sbagli.- pronunciò il bassista, serio.
- Ti sbagli di grosso, lui ama te.- continuò e poi tornò sui suoi passi, iniziando a camminare verso il punto da cui erano venuti.
- Se vuoi continuare a farti mangiare il fegato dalla gelosia fai pure, ma sappi che stai facendo una cazzata.- gli disse non appena tornati esattamente al muretto, dove poco prima Frank stava stalkerando da lontano il suo ragazzo.
Mikey lo lasciò di nuovo solo e Frank prese a pensare a ciò che gli aveva appena detto.
Forse stava facendo la parte del ragazzino insicuro e non ne aveva neanche motivo, immaginò, e nel mentre aveva di nuovo posato il suo sguardo e tutto il suo interesse verso Gerard e Brian che chiacchieravano e, di tanto in tanto, ridevano amichevolmente.
Magari erano davvero soltanto amici.
Ci pensò un po’ su e sbuffò, non sapeva a cosa credere, forse, era solo colpa della gelosia.
Ma poi, mentre si autocommiserava, si rimproverava per la sua costante insicurezza e roba varia, vide Brian avvicinarsi a Gerard, gli posò un bacio sulla guancia, lentamente anche, e poi fece per andarsene e, addirittura, gli dedicò un complicissimo occhiolino.
A Frank andò qualcosa di traverso e si alzò con uno scatto dal muretto su cui era seduto per un riflesso involontario.
Faceva bene a preoccuparsi, ecco cosa, maledetto traditore.
Gerard prese a camminare per tornare verso il tourbus sicuramente, la direzione era quella, così si stava sempre più avvicinando a dove era Frank.
Il chitarrista lo guardava fisso, mani chiuse a pugno e avrebbe avuto seriamente voglia di strozzarlo da quanto era arrabbiato.
-Fraaank!- lo notò e lo chiamò con un tono di voce tenero e un sorriso spontaneamente sorpreso e felice. Sembrava davvero contento di vederlo… e allora perché non era rimasto con lui invece di andare a fare la fangirl con Brian? Perché? Si domandò indignato.
- Ehi.- rispose piatto e scazzato.
Nel frattempo Gerard l’aveva completamente raggiunto ed era arrivato di fronte a lui. Si sporse e gli diede in sonoro bacio sulle labbra, che Frank subì passivo, e poi lo abbracciò di slancio.
Frank chiuse gli occhi e si lasciò stringere. Sospirò e pensò che quel bacio gliel’avesse dato esclusivamente perché Brian non era nei paraggi. Avevano fatto così tanto per uscire alla luce del sole, almeno davanti agli altri ed ora… ora erano solo tornati indietro di vari passi.
Si sentì triste ed immaginò che, se avesse dovuto baciare Brian davanti a tutti, anche davanti ad un’intera folla, probabilmente non si sarebbe creato nessun problema. Perché Brian era Brian, era perfetto era geniale e Frank… beh, era semplicemente Frank. Schifosamente Frank. Altroché le cazzate che gli aveva propinato Mikey, poco prima.
- Ehi, amore, cos’hai? Non ti senti bene?- gli chiese Gerard osservandolo apprensivo.
- No, non sto bene.- disse sotto voce.
- Oh dio, cos’hai la febbre?- domandò quello che avrebbe dovuto essere il suo ragazzo, preoccupato.
- No.- disse piatto, calciando dei sassolini che aveva trovato proprio accanto ai suoi piedi.
Gerard gli alzò il volto posando due dita sotto il suo mento e Frank si trovò occhi negli occhi con lui.
Era sempre così magnifico, non sarebbe rimasto stupito se Brian si fosse innamorato di lui nel giro di due giorni.
E chissà, anche se il giorno dopo sarebbero ripartiti, avrebbero continuato a sentirsi e Gerard l’avrebbe completamente conquistato.
Gerard era perfetto e forse, se Frank non fosse stato innamorato di lui, avrebbe trovato giusto che potesse stare con un altro ragazzo perfetto quanto lui.
Era da un po’ che non pensava a certe cose, ormai era riuscito a venire a patti con la propria coscienza, aveva compreso e accettato che non sarebbe mai stato alla sua altezza, ma Gerard, nonostante tutto, l’aveva scelto ed aveva affermato con tutte le sue forze di voler stare insieme a Frank. Ed era troppo bello per essere vero, avrebbe dovuto prevederlo, Frank, che sarebbe accaduto presto qualcosa che avrebbe aperto gli occhi a Gerard, mostrandogli l’errore madornale che aveva commesso decidendo di voler stare al suo fianco.
- E allora cosa?- chiese Gerard sempre con quel tono preoccupato.
- Che cazzo hai sempre da dirti con Brian, eh? E te ne sei reso conto come te ne sei andato, prima? Non te n’è importato completamente niente di avermi lasciato solo per l’intera giornata.- sputò fuori arrabbiato.
Gerard alzò gli occhi al cielo e poi tornò a guardarlo con un sorriso.
- Dio, Frank, possibile che devi prenderla in questa maniera?- gli chiese con un tono accondiscendente.
- Ah, ora sono io che la prendo in maniera sbagliata, non è così?- scoppiò a ridere ironicamente molto, molto incazzato.
Il suo cantante sbuffò in cerca delle parole giuste da usare, intanto aveva ancora quell’inutile sorriso stampato in volto, come se stesse rispondendo alle domande di un bambino ancora troppo piccolo per capire.
- Sì, cioè… siamo amici! Capisci? È il mio idolo da sempre, dovresti essere felice per me, e non esserne geloso!- gli spiegò, ma forse non stava proprio afferrando l’entità dell’incazzatura di Frank.
- Per prima cosa sono felice per te.- puntualizzò innanzitutto.
- Sarei ancora più felice se ti comportassi come un ragazzo che ha avuto la fortuna di incontrare il suo idolo e non come una ragazzina innamorata; secondo, non so se hai fatto caso a come mi hai presentato.- gli fece notare.
- “Lui è Frank, il mio chitarrista”- gli fece il verso.
- Non mi stai calcolando per niente e sei sempre in sua compagnia.- aggiunse ancora.
- E poi, mio caro “ho occhi solo per Brian Molko”, io ci vedo, ho visto quel bacio che Brian ti ha dato sulla guancia e dello stronzissimo occhiolino complice che ti ha dedicato.- raccontò alzando sempre più il tono di voce.
- Cosa dovrei dedurre? Eh? Che è solo un “amico” e che ti importa di me?- gli domandò rabbioso.
- Sì, dovresti pensare questo, Frank.- annuì il suo cantante.
- Io voglio stare con te, per me sei l’unico, lo vuoi capire?- chiese ancora e Frank lo guardò negli occhi, erano trasparenti e sinceri, erano gli occhi che amava e il ragazzo, che irrimediabilmente amava, gli stava ribadendo che voleva lui e nessun’altro. Nessun Brian del mondo, neanche Molko.
Si sentì in parte rincuorato e quando Gerard si avvicinò di nuovo, per baciarlo, prese parte ad ogni gesto e lo baciò con tutto se stesso, racchiudendo in quel bacio ogni più piccolo frammento di sentimento che provava per lui.
Una parte di lui restava convinto che, comunque, Gerard avrebbe potuto accorgersi, prima o poi, che Frank non era questo gran ché, ma cercò di non badarci, magari gli sarebbe passata.


In ogni caso, dopo aver parlato con Gerard ed essersi assicurato che tra loro non era cambiato niente, decise di passare due minuti da Brian. Voleva dirgli brevemente che era lui, e soltanto lui, il ragazzo di Gerard e che, se si fosse messo qualche strana idea in testa, era meglio che se la togliesse e che trovasse un altro ragazzo di cui innamorarsi.
Gli sembrava una buona idea.
Gerard era a prepararsi per la loro esibizione e Frank, che era già vestito, truccato e tutto il resto, aveva giusto pochi minuti di libertà per poter mettere in pratica la sua fantastica idea di mettere in riga il cantante dei Placebo.


Arrivò dalle parti del loro tourbus e lo trovò fuori a fumare insieme al bassista spilungone che aveva imparato, in quei giorni, a chiamare Stef.
Brian lo vide subito e gli rivolse un sorriso mentre soffiava via una nuvola di fumo.
Frank non stava fumando quindi, per scaricare un po’ d’ansia, decise di infastidire, come al solito, il piercing sul labbro; non poteva neanche martoriarsi i capelli, dato che li aveva pettinati.
- Ciao Frank.- lo salutarono entrambi.
- Ehm, ciao.- farfugliò avvicinandosi di più a loro.
- Che ci fai da queste parti? Tra dieci minuti inizia il concerto e voi vi esibite per secondi, se non sbaglio?- gli domandò e Frank notò che sapeva anche l’ordine delle esibizioni… doveva essere davvero interessato, immaginò.
- Sì, in effetti, sono passato al volo perché devo dirti un paio di cose, Brian.- lo guardò serio, dritto negli occhi.
- Oh, okay.- affermò il cantante e Stef li lasciò soli, dicendo che avrebbe fatto una telefonata al suo ragazzo.
Dio, anche Stef era gay, apprese Frank, se lo avesse saputo prima si sarebbe premurato di stare attento anche a lui, Gerard era perfetto, pensò sull’orlo della disperazione, chiunque avrebbe potuto tentare di portaglielo via.
- Dimmi.- Brian lo riportò con i piedi per terra e gli scenari apocalittici di Gerard come oggetto del desiderio di chiunque si dissolsero come il fumo della sigaretta di Brian.
- Io… ecco, io volevo dirti che io e Gerard stiamo insieme.- gli disse subito e in quel momento si sentì un po’ ridicolo per essere andato a dirglielo, senza saperne il perché.
Brian spalancò gli occhi, l’espressione seria e poi proruppe in una rumorosa risata.
- Lo so!- esclamò prendendo l’ultimo tiro dalla Marlboro che poi finì a terra e calpestata dallo stivaletto di Brian.
Perso nello studio dei movimenti di Brian non fu del tutto reattivo alla sua risposta. Poi alzò lo sguardo e lo guardò un po’ confusamente.
- Oh…- mormorò incerto.
- Me l’ha detto Gerard.- aggiunse sempre con un sorriso.
- Okay.- si scompigliò i capelli senza più pensare al fatto che li aveva pettinati.
- Come mai hai pensato di venire da me a puntualizzarlo?- gli chiese.
- Io… beh, vi ho visto parecchio in sintonia, in questi giorni… ecco, non… non volevo ci fossero fraintendimenti.- gli spiegò sinceramente, anche se, a dirla tutta, si sentiva un tantino imbarazzato; insomma era andato lì per mettere i puntini sulle i, per confermare il suo rapporto con Gerard, per spiegare di quel loro rapporto di cui era certo che Gerard avesse taciuto ed invece aveva completamente sbagliato tutto, Gerard gliel’aveva detto. Ne era felice, nonostante non se lo sarebbe aspettato e non sapeva il motivo per il quale considerava Gerard in quel modo, come un bugiardo, come una persona pronta a tradirlo, però era quasi certo che c’entrasse con tutti i dubbi che aveva avuto.
Brian gli posò una mano sulla spalla con fare comprensivo.
- Beh, sì, ti capisco.- lo rassicurò e Frank si accorse, avvicinandosi, che erano seriamente alti uguale. Poi iniziò a parlare di nuovo, come se avesse ipotizzato una situazione del genere.
- Sai…- sospirò e si prese del tempo.
- Sono anch’io in una situazione del genere, anch’io sono coinvolto in un rapporto forte, grande come il vostro dove, però nulla è mai certo, non c’è mai niente di scontato perché preferiamo nasconderci che affrontare la realtà…- disse pensieroso.
- Capisco che ti senti costantemente in pericolo, continuamente minacciato anche da fantasmi inesistenti e questo è perché non c’è chiarezza.- gli raccontò e Frank notò che era un po’ triste.
- Io e Matt siamo due persone famose, siamo in due band diverse e diciamo che non andiamo neanche molto d’accordo, musicalmente parlando.- fece una breve risata.
- Matt vorrebbe tanto rendere pubblico il nostro amore, ma rispetta le mie decisioni e non mi forza a fare qualcosa di cui non sono certo.- spiegò un po’ amareggiato dal suo stesso comportamento.
Solo che Frank era curioso, ora. Chi era quel Matt?
Brian lo guardò attentamente, poi piegò le labbra in un sorriso sghembo, molto consapevole; Frank capì subito che aveva intuito la sua curiosità.
- Matt Bellamy, il cantante dei Muse.- gli rivelò e poi prese a mangiucchiarsi un’unghia della mano destra. Era nervoso, si notava, ed era la prima volta che Frank non lo vedeva completamente sicuro di se stesso. Forse spalancò la bocca dallo stupore e poi immaginò Matt, e si figurò quello scricciolo dai capelli blu al fianco di Brian: dio, non lo avrebbe mai immaginato!
Era Brian Molko, era bellissimo e avrebbe potuto conquistare chiunque avrebbe voluto e lui, invece, era innamorato di quello strambo Bellamy, quello che Frank avrebbe facilmente definito il suo esatto opposto.
- Sì, lo so, siamo una coppia inconsueta.- sorrise Brian e Frank non gli disse che lo aveva appena pensato, poteva essere scortese.
- Ma al cuor non si comanda, come si dice.- aggiunse guardando il nulla, probabilmente immaginando il viso del suo ragazzo, scuotendo la testa.
- Sto capendo pian piano che certe cose non è giusto tenerle per se stessi.- disse ancora e Frank non poté che trovarsi d’accordo con lui.
- Già, è per questo, secondo me, che l’insicurezza non ti molla mai.- Frank parlò mentre rifletteva.
- Vedrai che la situazione cambierà.- gli disse Brian fiducioso.
- Per entrambi, intendo.- aggiunse con quel suo solito sorriso.
- Lo spero.- sospirò Frank.
- Grazie.- sentì di dirgli.
- E scusami se sono venuto qui, ma vedi… ero un po’ geloso.- gli confidò abbassando lo sguardo, imbarazzato.
Brian rise.
- Lo sarebbe stato anche Matt, se fosse stato qui, credimi.- battendogli una pacca sulla spalla.
- Ora vai che tra poco tocca a voi!- gli ricordò e Frank si riscosse, era vero.
- Ci vediamo dopo.- lo salutò.
- Sicuro, sarò sotto il palco.- gli assicurò Brian.
E Frank corse via e un senso di felicità sentì invaderlo.
Era così soddisfatto di Gerard, del suo ragazzo, del fatto che gli aveva parlato di lui, e ci sperò davvero che avrebbe potuto, prima o poi, gridare il loro amore al mondo.


Durante la loro esibizione Gerard non aveva fatto altro che ronzargli intorno, l’aveva toccato e abbracciato, l’aveva addirittura baciato, ma quello non avrebbe dimostrato niente, lo facevano sempre e ancor prima che entrambi prendessero consapevolezza dei sentimenti che li legavano e che quell’amicizia che credevano unirli non era altro che un assaggio di un rapporto più grande, più intenso; il rapporto più bello delle loro vite.
In ogni caso, Frank aveva bisogno di parlargli. Subito, immediatamente.
Voleva chiedergli scusa per aver dubitato di lui e dei suoi sentimenti, e poi voleva trarre un piccolo insegnamento da ciò che gli aveva raccontato Brian, desiderava davvero urlare al mondo ciò che provava per Gerard. Era giusto.
Così, appena scesi dal palco, consegnò la chitarra ad un tecnico e cercò Gerard con lo sguardo, trovandolo che lo fissava.
Gli sorrise e si avvicinò a lui.
Gli afferrò il volto con entrambe le mani e lo baciò come se si fosse trattenuto per troppo tempo, Frank non fece altro che rispondere, posare le mani tra i suoi capelli e poi sulle spalle, tirandoselo addosso.
Lo amava. Ecco cosa c’era sotto alla sua gelosia, all’insicurezza; c’era la costante paura di perderlo, il timore che qualcuno avesse potuto portarglielo via.
Ora, era convinto che non sarebbe successo.
- Ti devo parlare.- gli soffiò sulle labbra.
- Sì, dopo.- rispose Gerard tornando a baciarlo velocemente, poi afferrò Frank per mano iniziando a camminare.
- No, ehi, adesso Gee.- gli chiese implorante.
Gerard lo guardò continuando a camminare.
- Ma adesso si esibiscono i Placebo, non me li perderò per niente al mondo!- disse entusiasta tutto d’ un fiato.
Frank sospirò e sorrise.
- Già, i Placebo.- mormorò rassegnato.



 

- Gee ma sei sicuro di essere così coraggioso ad intrufolarti in transenna? I fan ci ammazzano, lo sai come sono territoriali durante i concerti.- gli fece notare Frank mentre Gerard lo trascinava verso il parterre del festival.
- Devo rischiare, voglio essere solo un fan.- gli rispose con convinzione.
- Ed il miglior modo per essere fan è assistere ad un concerto in parterre.- spiegò mentre aggirava gli ostacoli che incontrava durante il percorso.
- Secondo me, facciamo una brutta fine.- rise Frank mentre correva per mano con Gerard, nell’oscurità del prato sotto al palco.
- Ti proteggo io, principessa!- lo prese in giro il suo cantante e Frank scoppiò di nuovo a ridere.
- Prevedo molto, molto sangue!- commentò con il fiatone.
- Ehi! Dirò a quei fan arrabbiati che non sono potuto arrivare prima, dovevo tenere un concerto!- urlò mentre continuava a sbattere contro gente a caso.
- Hai una buona motivazione, amico!- lo spalleggiò.



Arrivarono sotto al palco miracolosamente illesi. Frank non si spiegava come avessero fatto a passare inosservati e il misterioso motivo per il quale non erano stati uccisi brutalmente dai fan che, religiosamente, erano stati in coda fin dalle prime luci dell’alba.
In ogni caso, erano gloriosamente sotto il palco e le luci si erano appena accese: Brian e i Placebo entrarono in scena da dietro le quinte e la folla iniziò ad urlare, in preda all’euforia di poter assistere al piccolo show dei propri beniamini.
Gerard, probabilmente, gridava più di tutti quei ragazzi messi insieme. Frank non poté fare a meno di sorridere alla stretta vigorosa che gli diede alla mano. Non gliel’aveva mai lasciata, quella mano.
Cantarono le prime tre canzoni e Gerard si scatenò senza mai smettere di cantare e dimenarsi.
Frank lo vedeva così radioso che avrebbe voluto che quel concerto non finisse mai.
Terminò “Bruise pristine” sulle cui note ogni presente si era scatenato, arrivando addirittura a pogare ed erano in attesa dell’ultima canzone.
Brian si era fermato a bere e quando tornò di fronte al microfono, Frank notò che faceva un segnale con la mano al suo bassista e al batterista e nessuno dei due iniziò a suonare la canzone successiva.
Brian staccò il microfono dall’asta e salutò il pubblico che, come previsto, andò in visibilio e gli urlarono in risposta.
- Buonasera a tutti.-
- Prima di suonare l’ultima canzone che sarà “Without You I’m Nothing” ci tenevo a dire alcune cose.- fece una pausa per assicurarsi che il pubblico lo stesse ascoltando e, in effetti, era calato abbastanza silenzio per permettergli di parlare in tranquillità.
- In questi giorni ho conosciuto una persona.- Frank si voltò immediatamente verso Gerard.
- Ed ecco… è una persona molto speciale.- sorrise e una vampata di gelosia investì Frank, nonostante tutto il discorso che aveva intrattenuto con Brian.
- È una persona innamorata e mi ha detto cose che mi hanno davvero colpito.- raccontò e Frank corrugò le sopracciglia, pensieroso. Che Gerard gli avesse dichiarato il suo amore?!
Sorrise divertito da quell’ipotesi.
- Parla di me!- gli sussurrò Gerard nell’orecchio con fare emozionato.
- Io credo che, quando un sentimento è forte e vero, bisogna essere abbastanza coraggiosi da riuscire ad urlarlo al mondo, senza preoccuparsi dei giudizi, dei pregiudizi, delle critiche. Se credete seriamente in quel sentimento non nascondetelo, ma sfoggiatelo come fosse la cosa più bella che avete.- disse come se stesse parlando ad un gruppo di fedeli.


- Questa persona speciale ha scelto me come intermediario per dichiarare il suo amore al suo compagno. Dedico questa canzone a Frank e Gerard.- disse con un sorriso e le persone esplosero in un applauso più o meno consapevole, ce n’erano molti, di fan dei My Chemical Romance.
Frank si voltò verso Gerard con un’espressione confusa, ma con un spontaneo sorriso sul volto.
Gerard era già ad attendere il suo sguardo e, quando Frank incollò gli occhi ai suoi, Gerard si avvicinò.
- Io sono niente senza di te, è giusto che lo sappiano tutti.- gli disse nell’orecchio e poi spostò il viso cercando le sue labbra che trovò immediatamente lì, per lui.
Sentirono di nuovo la voce di Brian.
- Anch’io ho qualcosa da dire…- prese un respiro.
- Ti amo Matt.- e le note di Without You I'm Nothing iniziarono ad aleggiare nell’aria, le chitarre distorte riempirono le orecchie di Frank e la felicità il suo cuore.



-Ti amo Gee.- urlò Frank a Gerard e poi ascoltò quella che oramai era diventata la loro canzone.
Gerard lo strinse e, mentre si concedevano un bacio veloce, Frank gli prese la mano e non poté fare a meno di pensare a quanto era vero di non essere niente senza Gerard.
E Gerard gliele cantò direttamente nell’orecchio, quelle parole.
“Without you I’m nothing”.




                                                                                         
 
 
                                                                                       EPILOGO
 
 

-Ciao Matt!- lo salutò Frank con la mano, attraverso lo schermo del pc.
Aveva fatto davvero di tutto per cercare di rintracciarlo, addirittura chiedere a Stef di rubare il numero di Matt dal telefono cellulare di Brian.
Gli aveva parlato brevemente, chiedendogli di poter video-chattare perché aveva qualcosa da mostrargli.
Inizialmente, si era sentito molto imbarazzato a dovergli spiegare chi fosse, a dirgli che doveva fargli vedere qualcosa di importante e che c’entrasse Brian.
Matt era rimasto in silenzio, probabilmente stupito, forse preoccupato. Poi, Frank lo aveva rassicurato, informandolo che si trattava di qualcosa di bello ed ora erano lì, cinque minuti dopo, a video-chattare sul serio.
Il ragazzo dai capelli blu sorrise tramite lo schermo e ricambiò il saluto.
-Ho vissuto un’emozione simile a quella che proverai vedendo questo video.- gli raccontò Frank.
-Okay.- rispose confusamente Matt, con uno strano sorriso sulle labbra.
Poi, Frank prese la fotocamera che aveva preso in prestito ad uno dei tecnici del festival e aprì il piccolo schermo laterale, cercando di inquadrarlo bene nella webcam del pc.
Pigiò sul pulsante “play”.

Frank ascoltò di nuovo il discorso di Brian e tentò di sbirciare sullo schermo le espressioni di Matt.
Ascoltò intento, inizialmente, poi sorrise durante il discorso sull’amore fatto dal suo ragazzo.
Frank riuscì a vivere un po’ delle emozioni che, sicuramente, stava vivendo Matt.
Poi, Brian aggiunse quel “ti amo Matt” e Frank spostò la fotocamera da davanti allo schermo, dopo averla spenta.
L’immagine di Matt con le mani davanti alla bocca e gli occhi che sorridevano fecero intenerire Frank.
- Hai capito bene?!- scherzò Frank, domandandogli quella frase con un sorriso raggiante.
Matt sospirò e si passò la mano sul volto, quando Frank poté nuovamente vedere il suo viso lo trovò dipinto di un’espressione felice, appagata, inaspettatamente soddisfatta. Innamorata.
- Io, dio… io, sì, credo di aver sentito benissimo.- balbettò insicuro.
Troppe emozioni tutte insieme, immaginò Frank.
- Ecco, questo è tutto. Volevo che tu lo sapessi, a me avrebbe fatto piacere, fossi stato in te!- gli spiegò.
- Frank…- iniziò Matt e poi sospirò di nuovo, era probabilmente in iperventilazione!
- Non ti conosco, ma ti adoro, posso dirlo?! Non ti ringrazierò mai abbastanza!- scherzò esageratamente felice. Continuava a muovere il viso, a scompigliarsi i capelli e a sorridere senza sosta.
- L’ho fatto con il cuore. So cosa si prova a vivere “nascosti”.- mimò le virgolette.
- Già…- considerò Matt.
- Voglio… non vedo l’ora di parlare con Brian!- lo informò pensando e parlando nello stesso momento.
- E allora vai a chiamarlo, non perdere tempo, sarà felice di ripeterti tutto il discorso per telefono!- gli consigliò Frank.
Matt proruppe in una melodiosa risata.
- Immagini male!- gli riferì tra una risata e l’altra.
- So già cosa mi dirà.- disse facendo vagare lo sguardo nel nulla, stava immaginando.
- Cosa?!- gli chiese Frank, curioso.



 
 


- Non montarti la testa, Bellamy!- soffiò Brian attraverso la cornetta, trattenendo un sorriso.
- L’avevo detto a Frank che mi avresti risposto così!- rise Matt.
Brian sorrise ancora e pensò.
- Sono così prevedibile?!- domandò fintamente indispettito.
- Oh sì!-  disse Matt in una risata.
- Cosa sei senza di me, Brian?- gli chiese Bellamy tornando serio.
Brian prese un respiro, riempì i propri polmoni di ossigeno.
- Niente, Matt. Niente.- rispose poi, sincero.
Lo amava più di qualunque altro uomo.
Matt tentennò, trattenendo il respiro dall’emozione.
- Questo non me lo aspettavo, Bri.- mormorò imbambolato da quelle parole, dette con quel tono, con quella voce, da quelle labbra, da quell’uomo.
- Ti amo, Bellamy, lo sai?!- gli disse finalmente, col cuore in mano, anzi, lo stava consegnando nelle sue, quel cuore.
- Ora sì, torna presto.- rispose un po’ malinconico.
- Torno presto.- lo rassicurò Brian guardandosi distrattamente intorno, notando Frank e Gerard stretti in un abbraccio, seduti su di uno scomodo muretto che, a giudicare dai loro visi, sembrava il posto più comodo e confortevole del mondo.
Forse perché l’uno senza l’altro non erano niente, ma insieme, beh, insieme erano tutto e ogni posto al mondo sarebbe stato perfetto.
 
Fine
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: MySkyBlue182