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Autore: Sabaku No Konan Inuzuka    07/08/2014    1 recensioni
"Rachel camminava in tutta fretta per le strade di Jump City,sentiva già l’odore che di solito preannunciava la pioggia. Nei suoi vestiti scuri fatti di jeans e maglietta nera di una band sconosciuta,sentiva che la pioggia non avrebbe fatto altro che ingigantire i suoi problemi. Aveva intenzione di arrivare la municipio o alla centrale polizia di quella città prima che piovesse. Purtroppo il suo piano non andò a buon fine,vedeva già in lontananza ciò che poteva somigliare ad una centrale di polizia che iniziò a piovere. La centrale era in fondo alla via e lei appena all’inizio. Impossibile lanciarsi in una corsa verso la stazione senza bagnarsi da capo a piedi. Nonostante questo si mise a correre,cercando un riparo dall’acqua. "
Titolo melenso lo so,ma non ho trovato di meglio. Non ho idea del da dove sia nata questa storia,ma l'ho in mente da quanto mi sono ufficialmente innamorata di Beast Boy. (E Kid Flash) Quindi ... Ecco qui.
Buona lattura.
Per chi non lo sapesse: Rachel Roth= Raven/Corvina;Garfield Logan= Beast Boy/BB;Victor Stone= Cyborg;Wallace (Wally) West= Kid Flash;Kori= Stella Rubia/Satrfire;Richard (Dick)= Robin.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Cyborg, Kid Flash, Raven
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo inizio,forse …

Rachel camminava in tutta fretta per le strade di Jump City,sentiva già l’odore che di solito preannunciava la pioggia. Nei suoi vestiti scuri fatti di jeans e maglietta nera di una band sconosciuta,sentiva che la pioggia non avrebbe fatto altro che ingigantire i suoi problemi. Aveva intenzione di arrivare la municipio o alla centrale polizia di quella città prima che piovesse. Purtroppo il suo piano non andò a buon fine,vedeva già in lontananza ciò che poteva somigliare ad una centrale di polizia che iniziò a piovere. La centrale era in fondo alla via e lei appena all’inizio. Impossibile lanciarsi in una corsa verso la stazione senza bagnarsi da capo a piedi. Nonostante questo si mise a correre,cercando un riparo dall’acqua. Appena vide una sorta di locale affollato di gente che rideva,entrava ed usciva da sotto il tettuccio che segnava la via per la porta,vi si fiondò dentro,spintonando con delicatezza chi le sbarrava la strada. Non aveva più forze. Una volta dentro si rese conto di quanto sfortunata fosse. Era una discoteca.
Rachel odiava la discoteca. Era troppo rumorosa e sentiva sempre il ritmo della musica che sovrastava i suoi pensieri,talvolta battendole nel petto al posto del suo cuore. Troppa gente,troppa folla. Un mucchio di persone sudate e appiccicose che si strusciavano tra loro credendosi superiori solo perché perdono la ragione. C’erano centinaia di ragazze in vestitini corti che si facevano toccare e guardavano tutti dall’alto in basso,tentando di far sentire inferiore chi le stava intorno. Con  Rachel non funzionava. Non poteva importarle di meno di quelle. Le raccontavano fatti a loro successi per impressionarla,ma lei rispondeva sempre sgarbatamente,facendo acute osservazioni e,talvolta,ignorandoli quando quelli si infuriavano.
Sei menefreghista.
Avrebbe detto una persona qualunque.
No,sono realista.
Rispondeva lei. Ed era vero. Rachel sapeva che,per quanto si credessero superiori gli altri,erano esattamente uguali a lei. Se si feriva,sanguinava; se le avrebbero sparato,sarebbe morta; e così era con tutti. Non ne vedeva il motivo. Forse era per questo che lei e la sua amica Kori erano così legate nonostante fossero completamente diverse. Kori,essendo ingenua,non vedeva come una persona potesse sentirsi superiore o inferiore ad un'altra,a Rachel semplicemente non interessava.
Sospirò rendendosi conto di dov’era finita,si passò una mano tra i corti capelli corvini bagnati,chiudendo per un momento i grandi occhi color ametista. Per fortuna nessuno era venuto ad importunarla.
<< Ehi >>
Aveva parlato troppo presto. Si voltò e si trovò di fronte un bel ragazzo biondo dagli occhi color cielo. Sembrava avere una buona muscolatura ed indossa jeans chiari a vita bassa e una t-shirt.
<< Che vuoi? >> Gli rispose bruscamente.
<< Niente,volevo conoscerti. Sai,non sembri esattamente un tipo da discoteca. >> Disse,alzando le spalle.
Lei lo fissò. << No,infatti sono qui solo per riparami dalla pioggia. >>
<< E che ci fai a quest’ora in giro da sola quando sta per piovere? >>
A Rachel fu chiaro che quel biondino ci stava provando con lei.
Strani gusti,il biondo.
Si disse. Lo fissò in maniera impassibile e continua ma il suo sorriso non si cancellò. Alla fine si arrese.
<< Devo andare nella centrale di polizia. >> Spiegò.
<< Come mai? >>
<< Affari miei. >>
Il biondino alzò le mani in segno di resa,sempre sorridendo. << Okay,okay,ho capito. Vuoi qualcosa? Ti offro da bere? >>
<< No. >>
<< Wow che freddezza,sei interessante. >>
Rachel rimase per pochi secondi sorpresa dalla sfacciataggine del biondino.
<< Guarda che non attacca con me. >> Lo informò.
<< Okay. >> Sorrise lui con un’alzata di spalle. << Se di qui? >>
<< No,perché ti interessa? >> Rispose brusca.
<< Voglio solo conoscerti. >> Sorrise ancora. << Sei in un albergo o qualcosa del genere? >>
<< No. >>
<< A casa di un parente? >>
<< No. >>
<< Di un amico? >>
<< No. >>
L’espressione del biondino si fece perplessa. << Sai almeno dove starai per ‘sta notte? >>
Per strada.
Avrebbe voluto rispondere Rachel.
<< No. >> Disse invece.
L’espressione del biondo si fece ancor più perplessa ma insofferente alla raffica di freddi “No.”. << Allora come mai vai dalla polizia? Non sarebbe meglio andare in un albergo? >>
Rachel sbuffò. << Non ci arrivi? >>
Il biondo la guardò imbarazzato a mo’ di scusa.<< Ehm … >>
Rachel sospirò nuovamente. Quel ragazzo non era molto intelligente. << Mi hanno derubata di tutto. Soldi,carta di credito,passaporto … >>
<< Oh! Mi spiace,ma beh sai,può capitare in questa città … Vuoi chiamare qualcuno? Se vuoi ti presto il telefono. >>
<< Non voglio chiamare nessuno che non sia la polizia,e lo faccio con il mio telefono grazie,devo solo ricaricarlo. >>
<< Non te l’hanno rubato? >>
<< Non l’hanno visto. >>
<< Oh beh,tanto per dirtelo … La maggior parte dei poliziotti stanno scortando il sindaco per una commissione di nonsoché e gli unici poliziotti in pattuglia sono proprio quelli che non ti posso aiutare … >>
<< E tu come fai a saperlo? >>
<< Emily lavora come segretaria al municipio da un po’,viene qui quasi ogni sera libera che ha. >>
<< Non so chi sia questa Emily e non mi interessa. >> Disse fredda prima di avviarsi per la porta a controllare la situazione. La pioggia era cessata. Ma era chiaro che di lì a poco sarebbe ricominciata,si sentiva ancora quell’odore di terra bagnata che lo preannunciava. Fece per avviarsi fuori ma sentì la voce del biondino.
<< Aspetta! >> E poi le era arrivato accanto con un elegante giacca che ad occhio costava sui 300 dollari. << Se non hai dove dormire per stanotte,puoi venire da me. Non ho- >>
<< Non mi interessa. Smettila di seguirmi. >> Lo interruppe fredda.
<< Volevo solo essere gentile- >>
<< Non mi serve. Me la cavo benissimo da sola senza il tuo aiuto o il tuo patetico tentativo di provarci con me. >> Disse e velocizzò il passo lasciandolo indietro.
Si girò appena per vedere che il biondo si era fermato. Chiaramente deluso dalla sua reazione. A Rachel un po’ dispiacque,ma si voltò di scatto cercando di ignorarlo.
<< Posso … Posso almeno sapere il tuo nome? >> Disse piano il ragazzo,ancora con tono deluso. Dubitava che la mora lo avesse sentito.
Ma Rachel aveva sentito benissimo. << Rachel. >> Disse partendo spedita senza né guardarlo né degnarsi di chiedergli il nome. Non voleva saperlo.
Ottimo Rachel,l’unico ragazzo che ti vuole aiutare,che è perlopiù anche carino,e tu lo snobbi in quel modo.
Ottimo lavoro.
Zittì ben presto la sua coscienza vedendo il primo poliziotto in pattuglia piuttosto scocciato e partì spedita verso di lui. Il biondo aveva ragione. Dopo vari poliziotti nessuno era stato in grado di aiutarla e il resto era con il sindaco e nonsisadove.
Perfetto.
Semplicemente perfetto.
Hai davvero un tempismo eccezionale,Rachel.
Tra tutti i momenti disponibile per ribellarti a tuo padre,tu scegli questo.
Proprio questo giorno.
Proprio in questo momento.
Esattamente in questa città di malafama con questa pessima organizzazione.
Splendido Rachel,sul serio.
Sospirò sentendo i sarcastici rimproveri della sua coscienza. Aveva riniziato a piovere e lei non sapeva dove andare. Si sedette sul marciapiede contro il muro dall’aria più comoda per dormirci. Avrebbe dato spiegazioni l’indomani. Si pentì di aver praticamente annullato l’offerta del ragazzo biondo. Sicuramente non era più in discoteca,lo aveva incontrato alle undici e mezza,ed ora erano le due precise,sarà sicuramente tornato nella sua bella e asciutta casa. Sospirò autorimproverandosi.
Bravissima Rachel.
Hai mandato all’aria l’unica tua salvezza e stanotte dormirai per strada,come i barboni.
Spero sia comodo il marciapiede.
No che non era comodo. Suo padre era ben messo e,nonostante Rachel fosse piuttosto umile dalla morte della madre,non sopportava l’idea di dormire sul marciapiede sotto la pioggia. Non l’aveva mai fatto e non aveva intenzione di iniziare ora. Considerò l’idea di trovare una caritas,se quella città ne aveva una. Almeno avrebbe dormito al coperto. Desiderò ardentemente aver frequentato gli scout con Kori e Richard,almeno saprebbe qualche piccola nozione per la sopravvivenza.
Appena vent’enne e già sei per strada.
Deprimente. Davvero deprimente. Sospirò prima di rendersi conto che le pesanti gocce non le cadevano più addosso,un’ombra aveva oscurato la luce del lampione. Sentì un qualcosa di caldo poggiarsi sulle sue spalle,e quando lo guardò si accorse che era una famigliare giacca costosa. Il ragazzo biondo e bello di prima la sovrastava sorridendole. Si abbassò e le portò il cappuccio sulla testa.
<< Rachel giusto? >> Chiese. Lei annuì. << Bene. Allora … Sei sicura di non voler venire a casa mia? >> Richiese,sorridendole vincente.
 
Rachel non se lo aspettava. Quel ragazzo non era come se lo era aspettato. Tanto per cominciare viveva in condizioni modestissime,per non dire lo stretto necessario. Viveva in una baracca quadrata con il tetto spiovente ad un sol lato,attaccato ad altre. Sembrava quasi vivesse in un garage. Le pareti sembravano barriere da recinsione,anche se il biondo aveva assicurato che erano più spesse di quanto sembrassero. La porta era un pezzo di barriera attaccato con cardini nei quali era stato infilato in malo modo,ma resitentemente,una serratura e una maniglia. Si chiese come funzionasse la chiave. Lo scoprì una volta entrata. Attaccato alla porta vi era un complicato sistema per la serratura,e le pareti erano abbastanza spesse da permettere il passaggio dei cavi per le prese e l’elettricità. Si rese conto che in quel quartiere che sfiorava la malafama,vi erano solo “casette” a schiera,senza orto,giardini o due piani,e il biondo aveva la prima della terza fila. Quando fu dentro Rachel avrebbe voluto emetter un sospiro di sollievo. Era molto più confortevole di quanto avesse immaginato. C’era un letto singolo piuttosto ampio,un divanetto riciclato di fronte ad una piccola e vecchia tv via cavo su un mobiletto chiaramente comprato al mercato dell’usato,tappeti sparsi qua e là,un vecchio armadio,un tavolo e sedie accostate alla parete al lato opposto. Tre sedie,più una poltroncina ad acqua chiaramente riciclata a qualcuno. Più un nuovo tipo di antico microonde sul bancone dopo il tavolo. In più c’era una vecchia libreria con due scaffali su 5 pieni di fumetti,vecchi e nuovi. La tipica abitazione di chi è in serie difficoltà e si può permettere ben poco,chi lo possedeva aveva senz’altro cercato di dare li massimo che poteva ricavare dai pochi soldi che la gente che lo abitava gli offrissero. Non che si fosse molto sprecato,ma era comunque un qualche tipo di aiuto a scopo di lucro piuttosto modesto.
Non è affatto male.
Ecco un buon modo di riciclare gli oggetti.
Rachel non si era resa conto di star fissando con tanto d’occhi la stanza finché non sentì la risatina imbarazzata del biondo.
<< Ehm … Sì,so che ti aspettavi altro ma … Ecco,vedi non sto molto bene economicamente. Questo è tutto ciò che posso permettermi senza particolari problemi. Chi lo possiede è anche mio amico quindi … >>
<< Se non stai tanto bene con i soldi,perché vai in discoteca? >> Chiese Rachel,non essendo capace di tollerale tale noncuranza nei confronti del denaro che gli serviva per vivere,e restituendogli la giacca costosa.
<< Lavoro. >> Rispose il biondino ridacchiando.
Rachel chinò di lato la testa. << Lavoro? >>
<< Sì,vedi per andare in discoteca mi pagano. >> Spiegò.
<< Davvero? >> Chiese Rachel stupita.
Il biondo rise. << Sì,ma non nel modo che pensi. Devo fare una specie di pubblicità. Io convinco i clienti a restare,offro da bere,a volte filtro,a volte altro anche … Il mio compito è fare sì che tornano e si divertano. >>
<< Oh,una specie di attore. >>
<< Esatto. >>
<< Oh,wow. E ti pagano tanto? >>
Il biondo ridacchiò. << Beh,sì,abbastanza. Ma non è che mi basti per vivere bene. >>
<< Fai altro? >>
<< Sì,ma siamo sempre intorno alle pubblicità. Vedi,vado in palestra un po’ per attirare clienti,e un po’ per dimostrare gli effetti che fa. >>
<< Non sapevo che  nelle palestre ci fossero cose del genere. >>
<< Nelle altre non lo so,nella mia sì. Mi pagano abbastanza bene e a volte riesco anche ad uscire con qualche ragazza. Ed è anche benefico per la muscolatura,guarda >> E qui si alzò la maglietta quanto basta per mostrare una tartaruga di addominali scolpiti.
In quel momento realizzò che il biondo non era sfacciato. Semplicemente era così. Ingenuo e innocente come Kori e,dai sorrisi che faceva,poteva dire anche un po’ dispettoso. Non c’era malizia nei suoi gesti,e sembrava fiero della muscolatura che aveva in modo comico,quasi infantile. Lei invece aveva mantenuto il suo tono monotono e annoiato di sempre. Adesso le era chiaro il motivo per cui le avesse parlato prima,ma era altrettanto chiaro che tutto il discorso e il fatto che la avesse quasi seguita fosse tutta farina del suo sacco. Non aveva abbastanza maturità o scaltrezza per una cosa del genere. Non era veggente ma era piuttosto brava a capire le persone.
<< Non sei di molte parole eh,Rachel? >> Sorrise il biondino.
<< No. >> Rispose.
Quello rise ancora. << Beh,ad ogni modo io sono Garfield Logan. >> Disse porgendole la mano,lievemente imbarazzato dal suo nome.
 Rachel la prese. << Rachel Roth. >>
Garfield sorrise nuovamente. << Bene Rachel,quanti anni … Oh,scusa,volevo dire: Da quanto vivi? >> Chiese innocentemente.
Rachel alzò un sopracciglio. << Venti. >>
<< Oh bene,anch’io. E come mai tutta sola? >>
Rachel aveva già sentito questa domanda. Probabilmente Garfield non ci aveva fatto molto caso quando glielo aveva già chiesto. << … E’ complicato. >> Rispose fredda ma il più cortesemente possibile data la disponibilità del ragazzo.
<< Sì? Beh,io ho tutto il tempo. >>
<< … >>
<< Okay,ho capito,non vuoi parlarne. >> Concluse.
Stettero per un po’ in silenzio mentre sul tetto scalato dell’appartamento di Garfield iniziò a tintinnare la grandine insieme alla gocce. Lui non vi faceva caso mentre,seduto sul letto,si muoveva a scatti e a disagio,di fronte a Rachel sulla sedia. Poi sbottò.
<< Okay non resisto. Scusami,Rachel,ma sono curioso. Ti racconto di come io sono finito qui. >> Iniziò. Rachel stava per protestare,poiché non le importava nulla della storia della sua vita e non avrebbe cambiato nulla se gliela avesse raccontata,ma Garfield era già partito.
<< I miei genitori erano degli studiosi del DNA animale in Africa >> Raccontò. << Ed era lì che vivevamo. Ogni estate tornavamo in America nella nostra seconda casa a Miami. Stavamo bene,eravamo felici. Ma un giorno d’estate mi ammalai. Era soltanto un’influenza,nulla di grave ma quel giorno dovevamo fare un giro in barca. Mamma e papà non se la sentivano di lasciarmi da solo a casa,ma il giro in barca non poteva essere annullato,poiché c’era anche in gioco il loro lavoro,così era venuto mio zio. Ecco,mio zio … Non mi era mai piaciuto. Era sempre sgradevole ed irritante. Ma,comunque … Ecco,erano andati in barca ma … All’epoca avevo 5 anni,non mi sarei mai aspettato che sarebbero morti proprio quel giorno a causa di un fatale incidente. E tutto mentre io non c’ero. Tralascio il dolore che ho provato in quel momento che potrai senz’altro immaginare … Quindi arrivo dritto al punto. Quel giorno mio zio,anche se non felicemente,divenne il mio tutore. Ed era stato tutto un litigio fino a 11 anni,quando si sposò. Beh,fu solamente peggio. Non andavo molto a genio a sua moglie,ma cercava di comportarsi come una mamma. Male,ovviamente. Però i due diventarono,quando avevo 13 anni,Testimoni di Geova. Accaniti proprio. E io ero nato da cristiano,e così volevo morire. Ma loro non lo tolleravano,così dovetti vivere secondo le regole dei testimoni di Geova contro la mia volontà. A 18 anni,scoppiò al mio diploma un aspro litigio,in cui io mi ribellai alla religione che mi imponevano e loro,per regola,mi cacciarono di casa. Ero pronto per andare,devi credermi. I miei genitori avevano un grande patrimonio da farmi ereditare ma … >>
<< Tuo zio te lo ha soffiato. >> Indovinò Rachel. << E tu sei rimasto con i tuoi pochi averi. >>
<< Già … >> Disse vago. << E tutto prima dei miei 18 anni,non so come. >>
<< Probabilmente un’astuta mossa diplomatica,o corruzione.>> Suggerì Rachel.
La storia di Garfield la aveva interessata. Somigliava un po’ alla sua. Nonostante la avesse raccontata in modo disordinato e superficiale,Rachel aveva capito. Infondo Garfield era stato sincero. E si era anche bagnato per lei e preso un grosso disturbo. Meritava di sapere,anche se non era qualcosa che avrebbe dovuto conoscere.
<< Mio padre gestisce un grande giro mafioso in una città non molto lontana. E’ successo tutto da quando mia madre è morta,e ha sempre cercato di coinvolgermi contro la mia volontà. Faceva sempre ciò che non doveva e si faceva sempre gli affari mie. Pretendeva lo seguissi,ed è stato così per un po’,non avevo il coraggio,né la voglia per ribellarmi. Tutto fino a poche ore fa,quanto avevo intenzione di parlarne con calma con mio padre,e allora lui si è arrabbiato e abbiamo litigato. Si è infuriato tantissimo,troppo. Tanto da cacciarmi letteralmente di casa. Mi ha lasciata qui,e mi ha detto di tornare domani a prendere le mie cose,se ci riuscivo. E mentre cercavo un posto per passare la notte,mi hanno scippata ed eccomi qua. >> Spiegò.
Garfield annuì in silenzio. Rachel fu felice che non la considerasse automaticamente strana. Infondo quel ragazzo capiva. Parlarono un altro poco per curiosità del biondo,e alla fine decisero che era ora di dormire. Garfield insistette che Rachel prendesse il suo letto poiché era l’ospite,e lei non ebbe praticamente scelta che accettare. Lui dormì per terra.
 
 
La mattina dopo fu svegliata dall’allegra voce di Garfield.
<< Buon giorno,Rachel! Sono le dieci,abbiamo dormito un po’ troppo. Se vuoi fare colazione dovremmo trovarci un bar perché io non ho una cucina. O un frigorifero. A meno che tu non voglia mangiare pizza o popcorn di ieri sera. >> Le sorrise.
Rachel scese dal letto,ancora vestita perché Garfield non aveva pigiami da prestarle poiché dormiva in boxer,e aveva declinato l’offerta del biondo di prendere i suoi vestiti. Per lo più Garfield non aveva un bagno,c’erano solo quelli chimici del quartiere,e lui si faceva barba e doccia in palestra o a casa di qualcuno. Si chiese quanto Garfield fosse stato disperato da vivere in un posto senza bagno. In altre parole c’era solo una toilette pubblica senza doccia,c’erano i bagno pubblici per quello. Infilò le scarpe e lo vide già vestito,stava per dire qualcosa quando una forte botta alla parete opposta la interruppe.
<< A me andrebbe la pizza! >> Esclamò una voce allegra dall’altra parte della parete.
<< Magari un’altra volta,Victor. Non credo che Rachel voglia mangiare la piazza di ieri per colazione. >> Rispose incurante Garfield.
<< Giusto,la mafia deve mangiare bene di mattina. >>Osservò Victor.
Rachel,che già era confusa,rabbrividì a quella frase. Lanciò a Garfield un’occhiata omicida,pretendendo spiegazioni. Il biondo sorrise a mo’ di scuse.
<< Vedi,Victor ieri sera deve averci sentiti parlare. Pensavo dormisse alle 3 di notte. È che tra le pareti non c’è molto spazio e ci sentiamo benissimo a vicenda. >> Spiegò.
Rachel lo guardò incredula a questa confessione. << Quindi lui ha sentito tutto quello che dicevamo? >> Chiese.
<< Sì,ma non c’è da preoccuparsi. Victor sa stare zitto quando serve. >>
<< Sì >> Disse Victor dall’altro lato. << Da’ retta al biondino. >>
Rachel non sapeva che dire. Fu Garfield a trovarle qualcosa. << Allora? Vogliamo andare a fare colazione? C’è un bar appena fuori il vicoletto che porta qui. >>
<< No grazie,Grafield. Non ho soldi e devo ancora tornare a casa e sporgere denuncia alla polizia. >> Declinò Rachel.
<< Oh,non ti preoccupare,pago io. Mi pagano stamane. >>
<< No,Garfield. Devo andare subito centrale. Non voglio fare colazione e non voglio che tu paghi. Grazie lo stesso. >>
<< Eddai! >> Insistette Garfield. << La colazione è il pasto più importante della giornata! E poi voglio solo farti un po’ di compagnia. >>
<< Non voglio compagnia. >>
<< Tutti vogliono compagnia. E se non vuoi farlo per te almeno fallo per me. Fammi compagnia,dai! >>
<< Facci compagnia >> Corresse Victor.
<< Oh,anche tu? Beh,dai Rachel non puoi dir di no! >>
Rachel non capiva perché dovesse fare compagnia a Garfield quando Victor era più che sufficiente. Lei poi,non era neanche tanto da compagnia. Anzi,tutto il contrario. Ma Garfield per qualche strana ragione la voleva accanto a lui. E Rachel non ne capiva il motivo.
Hai fatto colpo,Rae.
Ignorò quel suo strano pensiero e guardò Garfield pronta a declinare,ma qualcosa in quel sorriso dispettoso ed innocente la spinse ad accettare. E Garfield ne sembrava felicissimo. Venne da sorridere anche a Rachel.
O forse è stato lui,a fare colpo,eh Rachel?
Una volta usciti,Victor Stone,il vicino di Grafield,era fuori ad aspettarli. Era un uomo dalla pelle color cioccolato e occhi neri,senza capelli e dalla corporatura massiccia.
<< Rachel,questo è Victor Stone. Lui è un famoso giocatore di rugby,qui in città ma … >>
<< Ho divorziato e ciao ciao soldini. >> Concluse Victor. << Poi li ho riguadagnati ma la mia ex-moglie è un avvocato e se prendessi una villa o una bella casa proprio ora sarebbe in grado di soffiarmela,mi odia a quanto pare e quindi eccomi qui,sto ancora lavorando ad una soluzione. >> Spiegò. Poi stritolò Garfield con un braccio. << Ma ora basta palare di me! Dimmi un po’,sei tu che hai fatto colpo sul vecchio Gar,qui? >> Rise.
Garfield rideva,ma arrossendo un po’. << Dai Vic,non dire sciocchezze. A meno che non voglia offrire tu. >>
Victor rise. << Nono biondo,meglio se offri tu guarda. >>
Garfield si grattò la testa imbarazzato. << Ehm,sì ma … Ecco … potreste aspettare che mi arrivi lo stipendio? >>
<< L’hai chiamato! >> Esclamò una voce allegra. Molte delle persone che vivevano lì si rinchiusero nelle case,altri salutarono il ragazzo che aveva appena parlato. Sembrava poco più grande di Rachel e Grafield. Portava una busta ed era vestito in modo elegantemente casual. Rachel non aveva dubbi stesse messo bene di famiglia.
<< Ciao Wally! >> Salutò Garfield allegro.
<< Ehi bello,non sarai mica venuto a riscuotere l’affitto? >> Sorrise Victor. In quel momento Rachel capì che era colui che possedeva le case a schiera.
<< Sì,ma non per voi. >> Rise il ragazzo. Poi notò Rachel e fece un elegante gesto di cavalleria mettendosi in ginocchio e baciandole la mano,ammiccando. << Piacere mio,Wallace West,ma può chiamarmi Wally. E questa meraviglia è …? >>
<< Rachel Roth. >> Rispose Rachel impassibilmente fredda. Ma Wally non si fece scoraggiare e non perse il sorriso.
Si rialzò. << Ah capisco,e come mai una tale bellezza è in compagnia di questi due idioti? >>
<< Ehi! >> Protestò Garfield.
<< Voi vedere quanto è grande la mia idiozia? >> Lo canzonò Victor,scocchiandosi le nocche.
<< Nono,Stone,grazie per la gentile offerta. In ogni caso,come mai un tale fiore qui? Posso capire che tu sia caduta nella trappola di Garfield,ma di solito dopo averlo conosciuto le ragazze scappano. Come mai tu sei restata? >>
<< Guarda che non è come pensi >> Interruppe Garfield. << Rachel non sapeva dove andare così gli ho offerto per questa notte casa mia. Oggi dovrebbe tornare a casa sua. >> Spiegò.
Wally ghignò. << Oh,capisco,una notte e via eh? E bravo Garfield. >>
Il biondo arrossì.<< C-cosa?! N-no ma che hai capito? >>
Wally scoppiò a ridere. << Non ti preoccupare Biondino,scherzo. >>
Rachel assisteva impotente a tutta la scena. Parlavano di lei,ma lei stava in silenzio. Era come se fosse un optional,eppure la coinvolgevano moltissimo. Wally era un bel ragazzo,aveva i capelli rossi e folti,ed occhi verdi. Aveva un fisico asciutto come quello di Garfield.
E Garfield sì che ha un bel fisico,eh Rachel?
Avrà un’aria fastidiosa ma è molto carino.
Soprattutto quando arrossisce,no?
Perché prima è arrossito.
E ti ha anche definita “interessante”.
Non fartelo sfuggire,Rachel,non fare la solita stupida e insensibile!
Prenditelo e portalo via!
Resta là,con lui!
Sarà come fuggire e tuo padre non ti servirà più!
Approfittatene,Rae!
Non ci sono altri ragazzi come lui al mondo,lo sai!
Forza Rachel,è la tua occasione di essere felice.
Arrossì a tutti quei pensieri e cercò di scacciarli. A volte era come se la sua coscienza avesse vita propria.
Sei stata tu a darmela,genio!
Tutto quello che dico te lo dici da sola ricordi?
Non fare la stupida e smettila di parlare con te stessa.
L’unica compagnia che avrai se ti fai sfuggire Garfield,tra l’altro.
Sospirò rendendosi contro del ridicolo che toccava questi pensieri. Vide Wally porgere a Garfield la busta che aveva in mano e infilarsi i costosi occhiali da sole,con un sorriso splendente sul volto.
Bella la ricchezza eh?
Gli disse mentalmente.
<< Tieni Biondino,altri vestiti. Questi ti saranno più utili settimana prossima. Gli elegantoni in discoteca non fanno gran bella figura. >> Gli disse.
Garfield buttò da qualche parte dentro la baracca la busta e percepì lo sguardo strano di Rachel,comprendendo la sua confusione. << Oh,>> Disse. << Rachel,Wally è anche il proprietario della discoteca in cui lavoro,lo ha ereditato da suo zio,Berry,che l’ha da anni. >>
<< Già >> Sorrise Wally.  << E da’ sempre profitti da ricconi! >> Ghignò poi,aggiustandosi gli occhiali da sole,beffardo verso gli altri due in modo scherzoso.
<< Sai cos’altro è da ricconi,West? >> Sorrise Victor.
<< No,cosa? >> Canticchiò Wally.
<<  Lo stipendio che prendo come rugbista! Ahhhh,Booyaa! >> Esclamò trionfante Victor dando il cinque a Grafield,ridendo dell’espressione fintamente mortifera assunta da Wally.
Poi tornò il sorriso sul viso del rosso. << Okay,okay. Allora,Biondino,dicevi? >>
<< Che dicevo? >> Chiese Garfield confuso.
<< Colazione? >> Suggerì Wally.
<< Ah,sì! >> Esclamò Garfield,ma venne interrotto da Victor.
<< Il Biondo stava portando Rachel a colazione per un appuntamento,e io ho voluto fare da terzo in comodo ma dovevamo aspettare il suo stipendio,vieni anche tu,West? >>
Wally ghignò. << Certamente,roviniamo questo appuntamento,con classe pero eh! Offro io a voi plebei! >> Rise.
Garfield arrossì e mise un broncio. << Non è divertente. >>
<< No infatti,è divertentissimo!>> Rimbeccò Wally.
Rachel intanto cercava di nascondere il rossore. Non capiva come fosse finita in questo trio di esaltati.
<< Ehi Wally,se dopo Rachel torna a casa,mi fai giocare alla playstation? >> Chiese Gar con un espressione da cucciolo.
Wally rise. << Certo,tanto non arriverai mai al mio record. >>
<< Lo vedremo. >>
<< Mi escludete? >> Irruppe Victor.
Wally rispose qualcosa ma Rachel non lo sentì. Si era fermata a quel se.
… Se Rachel non torna a casa ….
Se …
Quel se ti fa uno strano effetto,vero Rae?
E’ perché questo ragazzo ci tiene a te,anche se ti conosce davvero poco.
Non puoi lasciartelo sfuggire,Rachel.
Non troverai nessun’altro uguale a lui,e lo sai.
Non perderlo,non rovinare tutto anche ‘sta volta.
Sai di non avere speranze con Dick,lui è perso per Kori,lo sai.
E perché non tentare un nuovo inizio qui?
Con questo bel biondino irritante che per qualche ragione ti sbava dietro.
Forza Rae,sai che ti ha già presa.
Ha già rapito il tuo cuore.
Sai che rimarrà qui se te ne vai.
Lo vedi,Rachel,che l’amore,anche dopo poco tempo,esiste?
Non può essere amicizia.
Ormai sai già tutto quello che devi sapere di lui.
In meno di ventiquattr’ore perlopiù.
Non puoi essere una coincidenza,Rachel,lo sai anche tu.
Tornò sulla terra quando Garfield le posò una mano sulla spalla,preoccupato.
<< Tutto a posto,Rachel? >> Chiese.
Gli altri due la guardarono perplessa. Lei tornò a guardare i due bei occhi di Garfield e le venne da sorridere. << Sì,scusa. Stavo pensando. >>
Garifeld ricambiò il sorriso. Un sorriso bellissimo,innocentemente dispettoso e con ingenua vanità.
Può essere un nuovo inizio,Rachel. Approfittatene.
<< A chi pensavi,al Biondino? >> Canzonò Wally.
Rachel gli lanciò uno sguardo omicida.
<< Wow >> Commentò poi il rosso perplesso. Poi sorrise. << La dark ha carattere! >>
Victor anche sorrise e diede delle gomitate ad un imbarazzato Garfield. << Ottima scelta,Biondo. >> Ridacchiò.
Rachel fulminò anche lui. Victor si limitò a mostrarle il pollice.
<< Booyaa! >> Esclamò.
Wally e Garfield risero mentre stavano portando Rachel a fare colazione facendole strada. A quanto pare Wally si era completamente dimenticato di riscuotere l’affitto.
Allora Rachel?
Vuoi restare?
Lo senti?
Senti la bella atmosfera che si sta creando?
Senti la possibile compagnia che potete creare?
Non somiglia molto a quella di te,Donna,Dick e Kori?
Senti l’amicizia che già cresce?
Lo senti?
Sì.
Davvero?
Resterai?
Perché no?
Infondo hai ragione.
Potrebbe anche essere …
….
Un nuovo inizio.
Giusto?

 
 Angolo Autrice
Salve :)
Allora ... Piaciuta?
L'ho scritta tutta d'un fiato,
ho provato in ogni maniera per rimanere nell'IC dei personaggi ... Spero di esserci riuscita.
Ho riletto più volte la storia,
e ho corretto gli errori che ho visto ma mi è quasi sicuramente sfuggito qualcosa ...
Siete pregati di segnalare qualunque incongruenza ed errori grazie.
Per quanto riguarda il colore degli occhi di Wally ... Chiedo aiuto D:
(Per carità non ho nulla contro i testimoni di Geova,è un esempio)
Attendo recensioni,aurevoir.

 
Baci
Konan
  
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