Tu sei il mio Peter Pan
“Bambini, è arrivato il momento di riferirvi le parti per la recita di fine anno”.
Una giovane donna dai capelli lunghi biondi, raccolti in una coda di cavallo, e dagli occhi azzurro-cielo entrò nella stanza dove decine di bambini erano occupati a giocare durante la lezione, approfittando dell'assenza della maestra.
“Tsk, ancora non capisco perché ogni anno dobbiamo ripetere questa assurda recita”.
Una
voce si fece strada dalla massa di ragazzini.
“Duncan, solo
perché tu non ami recitare non vuol dire che gli altri non
possano
parteciparvi”.
Il diretto interessato, un bambino dai capelli neri arruffati e gli occhi azzurri, scosse la testa alzando gli occhi al cielo, per tutta risposta all'affermazione della maestra.
“Dunque, stavamo dicendo” riprese lei con un sorriso. “Quest'anno, come ben sapete, la recita riguarda la favola di Peter Pan che penso tutti voi conosciate bene”.
La giovane donna sorrise leggermente alla vista di tutti quei bambini annuire.
“Allora, quest'anno, il ruolo di Wendy, la protagonista della favola, va a Courtney”.
Una
bambina dalla pelle mulatta, gli occhi color pece e i capelli castano
chiaro raccolti in due codini iniziò a saltellare su
sé
stessa.
“Evviva” squittii con felicità.
Dopotutto, erano settimane che Courtney si era impegnata nell'avere quella parte e per farlo aveva partecipato a tutte le prove, aveva studiato a memoria anche le battute degli altri ruoli per correggerli e aveva già provato il vestito di Wendy.
Molti
in classe la applaudirono mentre Duncan sbuffava.
“La solita
raccomandata” sussurra passandosi una mano fra i capelli
corvini.
“Come scusa?!”.
L'espressione di felicità che fino a quel momento Courtney aveva tenuto viene sostituita da un'istante di rabbia e di ira, durante il quale le sue guance mulatte assunsero un leggero colore rosso acceso.
“Bambini vi prego, fatemi finire” dice la maestra con un sorriso. “Dunque, la parte di Capitan Uncino va ad Harold che si è davvero distinto nelle prove”.
Il giovane nerd, un bambino dai capelli rossi ricadenti sulle spalle e con un paio di occhiali a fondo di bottiglia, sorrise vivacemente.
“I bambini sperduti saranno Gwen, Trent, Dj, Geoff ed Heather”.
Le
due bambine iniziarono a obiettare, sebbene per motivi diversi.
“Come
sarebbe? Una bambina sperduta? Io non voglio quel ruolo irrilevante,
io voglio fare Wendy” gridò con rabbia la bambina
dall'etnia
asiatica, dalla pelle chiara e i capelli e gli occhi completamente
neri, tirandosi uno dei due codini.
“E io non voglio recitare!”
gridò ancora più forte Gwen, una bambina dalla
pelle pallida ed i
capelli neri a caschetto, accompagnati da un cerchietto color viola.
La maestra scosse leggermente la testa e guardò con dolcezza le due bambine.
“Heather, mi dispiace, hai recitato benissimo ma noi maestri abbiamo pensato che andasse meglio Courtney per questo ruolo. Potrai riprovarci il prossimo anno e poi avevi già fatto la protagonista lo scorso anno. Un po' a turno no?”.
L'asiatica strinse i pugni guardando a terra, piena di rabbia.
“E Gwen, so che non ti piace recitare ma questa è un'opportunità per stare tutti insieme. Inoltre come bambina sperduta starai insieme ai tuoi compagni”.
Davanti
al sorriso dolce della maestra Gwen non poté far altro che
cedere.
“V-va bene” disse la bambina con lo sguardo basso.
“Trilli, cioè la fatina, la farà Bridgette”.
La bambina dai capelli biondi e gli occhi verdi saltellò su sé stessa, felice.
“Il ruolo di Spugna” continuò la maestra “cioè il buffo aiutante di Capitan Uncino va ad Owen.
Il
bambinone grassottello annuì sorridendo, contento del
divertente
ruolo.
“E siamo arrivati alla fine. Il ruolo di Peter Pan, il
protagonista della favola e dello spettacolo va a Duncan”.
“C-cosa?”.
Il
bambino alzò improvvisamente lo sguardo prima fisso sul
giardino
fuori dalla finestra.
“Io?” chiese Duncan iniziando ad
arrossire sulle guanciotte rotonde.
“Sì” disse la maestra annuendo “so che l'hai provato solo una volta”.
“Controvoglia”
aggiunse lui.
“Ma sei stato davvero bravissimo e saremmo tutti
molto felici se lo facessi tu. So che è una parte importante
ma sono
sicuro che con impegno ce la farai”.
In quel momento, suonò la campanella che annunciava l'inizio dell'intervallo e tutti i bambini corsero nel cortile, urlando di gioia.
Dopo un ultimo cenno della maestra, Duncan si allontanò dalla classe.
“Se
ci rovini la recita perché non ti impegni della parte, giuro
che ti
uccido veramente” disse una bambina mulatta prendendo per il
braccio il delinquentello, all'ingresso del giardino.
“Cosa c'è
principessa, paura che possa oscurarti?” chiese di rimando il
bambino ghignando e facendo arrossire di rabbia la rivale.
“Io
sono Courtney Barlow e ho sempre avuto una delle parti principali
nelle recite. Alle medie mi candiderò per essere
rappresentante di
classe e ora sono già capogruppo degli scout. Cosa puoi
pensare di
fare tu, delinquentello?”.
Il
bambino dai capelli corvini tornò a ghignare, avvicinandosi
alla
bambina.
“Lo so che vuoi che faccia la parte” gli
sussurrò
all'orecchio. “Ma tranquilla, ho già deciso di
cederla. Non ci
penso nemmeno”.
“Ah,
bene!” disse di rimando la bambina.
“Anzi sai cosa faccio, lo
vado a dire ora alla maestra” disse Duncan correndo via.
“Che
stupido” sussurrò l'ispanica a sé
stessa uscendo nel cortile.
La
bambina raggiunse l'area ricreazione della scuola e si sedette su una
panchina in uno spiazzo d'erba, sospirando.
“Perché sono così
affranta?” si chiese “Forse perché
quello stupido non vuole
recitare con me?”.
Con un sospiro alzò lo sguardo e improvvisamente l'attenzione di Courtney venne catturata da un bambino che stava giocando in mezzo alla sabbia.
Era completamente ricoperto di sabbia e fango, che gli ricopriva anche i folti capelli rossi.
Il viso era ricoperto da una moltitudine di lentiggini concentrate soprattutto sulle grandi e rotonde guance rosse, sulle spalle e sul petto coperto da una piccola e sudicia canottiera.
Quello chi è?, si chiese.
“Ah sì” sussurrò ricordandoselo “è Scott”.
Scott, un bambino che viveva in una fattoria.
Era arrivato in classe solo da quell'anno ma era quasi sempre rimasto emarginato.
Tutti gli intervalli usciva e andava a giocare nello stesso posto, in mezzo alla sabbia e alla terra, da solo.
In effetti Courtney si era sempre chiesta perché non avesse amici.
Forse
a causa del suo carattere rude.
“No, anche Duncan è così ma
lui ha amici” si disse poi ricordandosi a malavoglia del
bambino
citato. “Forse posso andare a parlargli” pensa poi
la bambina.
Perché non poteva essere lei la prima amica di Scott?
La bambina si alzò dalla panca e iniziò a camminare lentamente verso Scott che non la vide.
Quando si trovò ormai a pochi passi dal bambino, questo si alzò e corse verso l'edificio della scuola.
Assottigliando gli occhi, Courtney notò che era corso verso la maestra.
A fine giornata, Courtney decise di andare subito a casa per riposarsi per la recita della sera successiva.
Intanto
Duncan uscì dalla scuola rosso di rabbia.
“Non può aver dato
il ruolo a quello stupido! Che cavolo!”.
“Tutto bene tesoro?” chiede Karin, la madre di Courtney, vedendo che questa è ancora sveglia. “Stai pensando alla recita?”.
“Eh?
Ah...s-sì”.
“Amore, anche se non ci posso essere per lavoro
sai che sarò con te con il pensiero, ok?”.
Courtney
annuì e si fece rimboccare le coperte.
“Allora in bocca al
lupo. Buonanotte” disse la donna dandole un bacio sulla
fronte.
Quando sua madre fu uscita, Courtney si rigirò nel letto e chiuse gli occhi per addormentarsi più velocemente.
Chissà cosa avrebbe detto sua madre se avesse scoperto che lei era pensierosa per qualcosa che non c'entrava niente con lo spettacolo.
Qualcosa, anzi, qualcuno.
Scott.
La sera della recita, finalmente, arrivò.
La
sala aveva già iniziato a riempirsi di persone e da dietro
le
quinte, i bambini potevano sentire tutto il brusio.
“I-io non
credo di farcela” disse Bridgette quasi svenendo.
“Wow
Bridgette, se davvero una sventola!”.
Un
bambino vestito da volpe ma dagli inconfondibili occhi azzurri si
avvicinò alla bambina, passandosi una mano fra i capelli
biondi
arruffati.
“Geoff? G-grazie”.
“Stenderai tutto il
pubblico in sala bambolina!” disse il bambino con un sorriso
a
trentadue denti.
A quella frase, Bridgette non poté non
arrossire.
“Farai un figurone!”.
“Geoff,
aiutami” disse un disastrato Dj alle prese con il costume.
“Ora
devo andare. A dopo”.
Geoff si allontanò ma prima diede un piccolo bacio sulla guancia dell'amica che sorrise beatamente.
Il bambino biondo raggiunse Dj e lo aiutò.
Lì vicino, Courtney si stava pettinando i capelli davanti allo specchio dei piccoli camerini.
“Sei
bellissima” disse la maestra, sorridendo alla bambina.
“Grazie”
rispose l'ispanica.
La
maestra si allontano e Courtney girò lo sguardo, attirata da
un
rumore.
“E andiamo!”.
A pochi metri da lei un bambino lentigginoso e con i capelli rossi arruffati stava cercando di infilarsi una scarpa.
“Ce
la fai?” chiese avvicinandosi.
“Eh? Ah, s-sì” rispose
Scott.
Courtney ebbe un sussulto, era la prima volta che si parlavano.
Non seppe perché ma in quel momento Courtney arrossì.
Certo che quel costume da Peter Pan verde gli stava proprio bene...
La
bambina scosse la testa e vide il compagno ancora alle prese con la
scarpa.
“Ti aiuto io”.
“Ma...”.
“Non
puoi far tardi, ti aiuto io” disse la bambina, anche se
suonava più
come un ordine che come una proposta di aiuto.
Arrossendo,
Scott porse la scarpa alla bambina.
“Perché sei tutto rosso?”.
“Non sono abituato a farmi aiutare da una ragazza” disse lui abbassando lo sguardo.
“Perché,
qualcuno ti prenderebbe in giro?”.
“Bhé, quello lì non
sembra molto d'accordo”.
Courtney
alzò lo sguardo e poco lontano vide un Duncan sghignazzante
appoggiato al muro.
“Lascialo perdere, è uno stupido”.
La
bambina si avvicinò per infilare la scarpa nel piede.
“Cavolo
quanto puzza!” disse l'ispanica infilando la scarpa.
“Non ti
lavi?”.
“Mi
piace lo sporco”.
“Si vede! Nella ricreazione giochi sempre in
mezzo alla terra, da solo”.
“Amo l'odore della terra, alla fattoria aiuto sempre il mio papi”.
“Perché
giochi sempre da solo?”.
“Mi trovo bene da solo. Non ho
bisogno di amici”.
Courtney
appoggiò la testa su una spalla, perplessa.
“Bhé, ti capisco.
In questa classe non ne abbiamo uno di maschio decente”.
Il
rosso fece un mezzo sorriso.
“Ah no! Non intendevo te,
cioè...”.
“Tranquilla”.
Courtney mise la scarpa all'amico e si alzò.
Improvvisamente,
Scott si avvicinò a Courtney e le annusò i
capelli.
“Che fai?”
chiese lei scostandosi, tutta rossa.
“Tu...tu profumi di pulito”.
Courtney rimase allibita da quell'affermazione, indecisa se ringraziare o meno.
Dall'espressione
del bambino però, lui sembrava proprio averlo preso come
complimento.
“Grazie” disse lei sorridendo. “Sono
Courtney”.
“Io Scott”.
I due si fissarono negli occhi e per la prima volta lei li notò.
Quei bellissimi occhi grigio chiaro.
“È l'ora dello spettacolo!”.
Tutti
i bambini sentirono la voce della maestra che era appena salita sul
palco.
“Quest'anno i bambini hanno messo in scena Peter
Pan”.
Dopo l'applauso, il sipario si aprì e cominciò lo spettacolo.
Dietro
le quinte, Gwen stava tremando come una foglia.
“Che succede?”
le chiede un bambino dai folti capelli neri e gli occhi verde
smeraldo.
“Trent! I-io ho un po' di paura...” disse la
bambina, tremando.
“Mh...non
ti piace recitare perché...”.
“...non mi piace essere vista
da molte persone” concluse lei abbassando lo sguardo.
Trent
fece un mezzo sorriso.
“Ehi tranquilla, ti divertirai un mondo!
Reciterai con tutti noi e soprattutto...”.
Il
bambino prese la pallida mano della bambina nella propria.
“...lo
farai con me” concluse con un occhiolino.
Gwen
arrossì di colpo e l'amico, a sorpresa, l'abbraccio.
“È il
vostro turno” sussurrò loro Owen dall'altra parte.
“Andiamo?”
chiese Trent porgendo la mano a Gwen.
La
bambina la guardò titubante, poi sorrise e la prese.
“Andiamo!”.
Lo
spettacolo proseguì per il meglio e si arrivò
alla scena finale,
quella dell'addio fra Peter e Wendy.
“È stata una bellissima
esperienza Peter, davvero, ma io devo tornare a casa” disse
Courtney, toccandosi uno dei due codini tenuti da elastici turchesi
come il vestito.
“No Wendy!” disse Scott
“Perché? Resta qui
con me e non crescerai mai”.
Come
azione accompagnante della battuta, Scott prese la mano di Courtney
che arrossì.
“E-ecco...”.
La bambina guardò il pubblico, dimenticandosi la battuta.
“Court?” le sussurrò Scott. “Ce la puoi fare”.
La
bambina sorrise e tornò a guardare fisso negli occhi grigi
dell'amico.
“Non posso restare, io ho dei doveri e un giorno
dovrò diventare adulta”.
“Ma...”.
“Promettimi che un giorno mi verrai a trovare”.
Scott, come imponeva la scena, abbassò lo sguardo per poi guardare Courtney con un sorriso. “Promesso”.
I
due si abbracciarono.
“Grazie Peter”.
La
bambina si avvicinò all'orecchio del bambino e gli
scostò una
ciocca di capelli rossi.
“E grazie Scott” disse scoccandogli
poi un bacio sulla guancia.
Le gote del rosso assunsero lo stesso colore dei suoi capelli mentre Courtney corse dietro le quinte.
Le luci si spensero e partirono gli applausi: lo spettacolo era finito.
“Bravissima” disse Trent a Gwen porgendole una mano.
La bambina la respinse solamente per abbracciarlo, piuttosto che dargli la mano.
“Grazie a te” disse lei facendo arrossire l'amico.
Scott
raggiunse gli altri che iniziarono a fargli i complimenti.
“Grande
amico” gli urlò Geoff con una pacca sulla spalla.
Courtney da lontano sorrise, si era finalmente fatto degli amici.
Il
bambino raggiunse poi l'amica.
“Ah, Scott posso chiederti una
cosa? Non ti ho mai visto nelle prove. Come facevi a sapere le
battute così bene?”.
“Ecco...venivo alle prove ma non mi
facevo vedere, stavo in ultima fila. In effetto guardavo te. Reciti
benissimo, mi piaceva un sacco guardarti”.
La
castana arrossì di colpo e sorrise.
“Grazie Scott”.
I due si abbracciarono e partirono gli applausi di tutti i bambini.
Da lontano Duncan fissava i due con rabbia.
“Sei stato solo fortunato ad avere la parte, perché io l'ho rifiutata” disse il delinquentello tirando da parte Scott.
“Lascialo stare” disse Courtney prendendolo per il braccio. “Hai rifiutato? Lui lo ha saputo fare mille volte meglio di come l'avresti fatto tu. Mi hai fatto un bel favore!”.
“Perché
lo tratti così gentilmente?” chiese il bambino,
rosso di
rabbia.
“Perché...”.
Courtney
fisso prima Duncan, che gli aveva rivolto la domanda, e poi
Scott.
“Perché lui è il mio Peter”
disse dando poi un bacio
sulla guancia al rosso.
Tutti i compagni urlarono di gioia e Duncan se ne andò, scocciato.
“Venite sul palco bambini!” li chiamò la maestra. “Vi vogliono fare i complimenti”.
I bambini salirono sul palco tra gli applausi di tutti i genitori.
Trent e Gwen si abbracciarono, così come Geoff e Bridgette e anche Scott e Courtney mentre tutti gli altri bambini saltellavano felici.
Scott sorrise, trovando lo sguardo di suo padre tra il pubblico.
Finalmente, per una volta, aveva trovato dei veri amici.