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Autore: Janta    07/08/2014    0 recensioni
Dal testo:
"Addio, ragazzi." disse Break. Tutti erano leggermente commossi, ma sapendo che il cappellaio matto non adorava gli addii mielosi, si trattennero dal fargli troppe condoglianze. Solamente Sharon e Reim erano visibilmente malinconici, e non facevano che tempestarlo di raccomandazioni. Finiti i saluti, Xerxes si sciolse in uno dei suoi rari sorrisi, e si voltò verso la porta. Poi dette la mano alla fanciulla che gli stava accanto, e oltrepassò il portale.
Stanza di Janta:
Allora, questo si tratta di un esperimento ideato dalla qui presente psicopatica Janta xD
Sono tre flashfic che abbondano di crackpairing u.u
Quindi, se avete voglia di perdere un po'la testa e staccarvi da tutto lo stress che vi attornia (ma quale stress? Ssssh, dettagli u.u) passate a dare un'occhiata ;)
[Crackpairing GilbertxZwei, BreakxAlyss, ElliotxAda]
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gilbert socchiuse gli occhi. Allungò la mano verso la figura che gli stava davanti. Lei gliela strinse, poi la portò all’altezza del suo cuore. Nel farlo, rafforzò la stretta. Il moro sentì che gli stava facendo male, ma non se ne curò. Si concentrò su qualcos’altro. Sul battito del cuore della ragazza, che era veloce e forte. Sembrava il suo. Alzò le sue iridi cielo in quelle blu della ragazza, e arrossì. Non si sarebbe mai immaginato di vivere quella situazione. Un tempo, quella ragazza, Zwei Baskerville, l’aveva odiata con tutto se stesso. Eppure, in quel momento, quel sentimento che aveva provato per più di dieci anni gli sembrava irreale. Tutto ciò che contava era il suo amore, quell’emozione così forte che gli riempiva l’anima in quel momento. “Ti amo. Ti ho amato da quel momento in cui mi hai sparato… Da quando sei riuscito a spezzare i fili di Dledum sei rimasto impresso nella mia mente… Per tutto il tempo”. A quelle parole il moro non riuscì più a sostenere lo sguardo della ragazza, così simile a quello del fratellastro Elliot. In preda all’imbarazzo, abbassò gli occhi e iniziò a fissare la mano spigolosa di Zwei. Non l’aveva mai notato, prima di allora, ma nonostante fosse spigolosa, aveva molti tratti dolci. Proprio come il suo carattere.
 
 
 
Nessuno avrebbe immaginato che potesse succedere una cosa del genere, quindi quando il cappellaio lo disse tutti lo presero come uno scherzo. A quel punto, però, Break precisò “Non sto scherzando, ragazzi, mi sposo sul serio con la volontà di Abyss. O meglio, con Alyss. Però lei non può stare in questo mondo, allora sarò io a raggiungerla. Per questo ve l’ho detto, perché il nostro sarà un addio.”
A quel punto nella stanza scese un silenzio tombale. Persino Sharon, dal proverbiale sangue freddo, era rimasta stupita, e la sua tazza di thè sospesa a mezz’aria.
Ci volle qualche giorno perché tutti digerissero la notizia, ma alla fine nessuno mancò all’ultimo incontro davanti al portale.
"Addio, ragazzi." disse Break. Tutti erano leggermente commossi, ma sapendo che il cappellaio matto non adorava gli addii mielosi, si trattennero dal fargli troppe condoglianze. Solamente Sharon e Reim erano visibilmente malinconici, e non facevano che tempestarlo di raccomandazioni. Finiti i saluti, Xerxes si sciolse in uno dei suoi rari sorrisi, e si voltò verso la porta. Poi dette la mano alla fanciulla che gli stava accanto, e oltrepassò il portale. Sembravano più fratello e sorella, che due futuri sposi, entrambi con gli occhi cremisi e i capelli albini. Stavano benissimo, insieme.
 
 
 
Tale fu la sorpresa di scoprire che ad Ada non piaceva il suo inquietante fratellastro, ma lui, che Elliot si chiuse per tre giorni nella biblioteca della villa a leggere. Al quarto, la Vessalius lo raggiunse per parlargli, e chiedergli cosa pensasse di lei. E con sua sorpresa, la risposta di Elliot fu positiva. Già, lui, un Nightray, si era innamorato di una Vessalius. E da quel momento il tappo l’aveva perseguitato più del solito.
A questo stava pensando in quel momento, nella biblioteca della Lutwidge, mentre osservava Ada. Avrebbero dovuto leggere, ed era ciò che la ragazza stava effettivamente facendo. Ma lui no, proprio non riusciva a concentrarsi sul libro che aveva preso. Non si ricordava nemmeno più il titolo. Osservò i lunghi capelli biondi della figura che gli stava di fronte. Erano veramente stupendi alla luce del sole che tramontava. E avrebbe continuato a fissarli, con uno sguardo odiosamente estasiato, se una voce familiare non li avesse interrotti. “Ehilà, piccioncini! A forza di scambiarvi coccole non vi accorgete più dell’ora?” Era Leo. Come al solito lo stuzzicava. “Stiamo solo leggendo, Leo! Sempre a immaginarti strane cose, tu…”. Nel frattempo il suo servitore e più prezioso amico si era avvicinato alla sua poltrona, e fu allora che esclamò “Ah si? E come mai il libro è sempre aperto alla stessa pagina di quando hai incominciato a leggerlo?”. A quel punto, Ada alzò lo sguardo, che finora aveva tenuto fisso sul libro, visibilmente imbarazzata. “N-no, non è come pensate!” Si affrettò a ribattere Elliot, ma sapeva che sarebbe servito a poco. Infatti, in quel momento, Ada e Leo si misero a ridere di gusto.

 

   
 
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