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Autore: ChiaraColfer95    08/08/2014    1 recensioni
Gli Emblem3 sono una famosa band che ha iniziato il suo cammino verso la gloria grazie a XFactor. Chiara è una ragazza come tante, che ha appena finito quell'inferno chiamato liceo. La vita che la aspetta è molto più movimentata di quello che avrebbe mai pensato. E se ci si mette di mezzo il destino, allora anche un cappello può far succedere di tutto.
Spero vi piaccia la mia prima storia sugli Emblem3, che io adoro alla follia.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!
Un bacio,
Chiara
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Wesley Stromberg
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservo l’oggetto che tengo stretto tra le mani. Lo giro e lo rigiro, ancora incredula.
Proprio non riesco a convincermi del fatto che i miei genitori mi abbiano regalato il biglietto per vedere la mia band preferita. Probabilmente ciò che mi sconvolge di più è il fatto che me ne abbiano regalati ben due! Le ultime due date del tour, entrambe nella mia città: Los Angeles! Non riesco a fare a meno di sorridere rileggendo il nome sul biglietto.
Eh si, è proprio il mio nome! Chiara, stai per andare a vedere gli Emblem3!
-Ancora non ho capito come avete fatto a procurarveli con così poco anticipo- affermo stupita, rivolgendomi ai miei genitori.
-Tesoro, hai così poca fiducia nei tuoi genitori! Diciamo che te lo sei meritato, non è una cosa da tutti i giorni avere una figlia che si diploma con il massimo dei voti!- risponde mio padre, probabilmente più entusiasta di me.
Mia madre prosegue il discorso: -E poi lo sapevamo che tutte le tue amiche ci sarebbero andate e sapevamo quanto ti avrebbe fatto piacere esserci anche tu!-
-Siete i migliori genitori di sempre, lo sapete?! Vi voglio bene!- esclamo abbracciandoli di slancio.

Due giorni dopo…
-Non te li avrei presi quei biglietti se avessi saputo che saresti stata così nervosa, sei intrattabile tesoro!-
Mia madre ha ragione: nei due giorni passati sono stata lunatica e isterica, ma è tutto dovuto al fatto che non sono psicologicamente né fisicamente pronta a domani. Devo ancora decidere cosa mettere, come organizzarmi con le mie amiche e altre centinaia di cose ugualmente importanti.
-Fattelo dire, Chiara. Stai esagerando. Ricordati che porti il nome di una Santa, una donna pacata, ma allo stesso tempo forte.-
-Si, si, lo so…-
Ogni volta che ne ha occasione mia madre tira fuori la storia del mio nome e delle nostre origini italiane. Più precisamente siamo italiani al 100%: da giovani i miei genitori hanno lavorato in America e lì i sono incontrati. Dopo il matrimonio in Italia si sono stabiliti a Los Angeles. Qualche mese dopo mia madre ha saputo di essere incinta di me e, per puro caso o per colpa del destino, le si sono rotte le acque in anticipo, mentre erano in visita ai miei nonni italiani. Si può dire che l’Italia sia la mia patria spirituale, mentre l’America quella fisica. Mi hanno insegnato da subito a parlare italiano e grazie alla scuola sono diventata bilingue. Sono fiera di quello che sono, ma non è una buona scusa tirare fuori le nostre origini ogni qual volta sono in difficoltà e mia madre non sa come gestirmi.
- Adesso è meglio che finisco di preparare le ultime cose- le dico, sperando che capisca che è arrivata l’ora di allontanarsi e lasciarmi sola in camera mia a disperarmi e ad annegare nei miei pensieri.

In men che non si dica arriva la sera e dopo cena inizio a diventare sempre più nervosa.
Nella speranza di calmarmi un po’ accendo l’iPod e infilo le cuffie alle orecchie.
Cullata dalla melodia di “3000 Miles” mi addormento istantaneamente.

Quando apro gli occhi impiego qualche secondo a mettere a fuoco la mia stanza e a realizzare l’importanza del giorno appena iniziato. Il rumore di una notifica di Whatsapp mi riporta alla realtà: le mie amiche sono più eccitate di me e sono impazienti di ascoltare, ma soprattutto vedere Wesley, Keaton e Drew.
Gli Emblem3, da una bada che ascoltavo sporadicamente, sono diventati una vera e propria ossessione, una sorta di culto che coltivo teoricamente dalla prima volta che li ho visti ad XFactor. Teoricamente, perché per un po’ li ho messi da parte, solo per ritrovarli con una passione il triplo più forte di prima. Sono diventati parte della mia routine, ma soprattutto sono ciò che mi calma, che mi rasserena e che mi rende felice nelle giornate più brutte. Sono il veleno e l’antidoto, se così si può dire. Molto dicono che gli Emblem3 siano solo una moda passeggera per ragazzine che sbavano dietro un paio di addominali, ma, arrivata a diciannove anni, anche se sono pochi, posso dire che non sono solo quello. Che colpa ne hanno se Madre Natura oltre  ad una magnifica voce e un magnifico talento gli ha donato anche un aspetto altrettanto magnifico?!
Ciò che mi affascina di più, se devo essere proprio sincera, è la voce di Wesley, una voce, a mio parere, più unica che rara.

Contrariamente a quanto mi aspettavo la mattinata scorre velocemente: 7 ore in piedi per prendere i posti migliori al concerto sono spaventose, ma non sono niente se paragonate al fatto che la fatica è stata ripagata nel migliore dei modi.
Avere Wesley a circa 20 cm di distanza non è una cosa che ti capita tutti i giorni. Per non parlare delle occhiate che abbiamo ricevuto mentre cantavano. Lo so che lo dicono tutti, ma credo proprio che Wesley abbia guardato più di una volta nella mia direzione: insomma, so riconoscere uno scambio di sguardi quando mi ci trovo in mezzo. Almeno da parte mia lo sguardo era fisso su di lui. Chiaramente ho guardato e ascoltato anche Drew e Keaton, ma non posso nascondere un debole particolare per Wes.
“Non si sceglie tra gli Emblem3!” dicono tutti. Altri, invece, scherzando sostengono che “Non scegliamo, ma quando lo facciamo, scegliamo Keaton”.
Con questo non voglio dire che mi piace solo Wes. La band è formata da tre membri e li adoro tutti, ma, sapete com’è, al cuore non si comanda.
Alla fine del concerto sono devastata, ma mi sento felice come non mai. La voce è calata più o meno alla terza canzone, ma va bene così. Non posso credere che fra un paio di giorni rifarò tutto questo ad un altro concerto!
Vengo distolta dai miei pensieri dalla voce di Karen, una mia amica: -Che ne dici se andassimo ad aspettarli al bus?-
L’entusiasmo trapela dalla sua voce e io non posso fare altro che assecondarla. Una volta arrivate davanti al tour bus ci rendiamo conto l’idea geniale non è stata solo nostra: altre centinaia di ragazze sono lì per aspettare i ragazzi. Delle grida improvvise ci annunciano che sono usciti dal palazzo e solo quando vedo passare un cappello con scritto “Drew” inizio a percepire la delusione per aver perso l’opportunità di avvicinarmi. La folla di ragazze urlanti, infatti, si è schierata davanti alle transenne non permettendo a nessuno di passare. La mia amica si fa forza e, sgomitando un po’, riesce a farsi avanti.
È solo quando la sento urlare che ritorno alla realtà.
-Chiara! Afferra la mia mano e muoviti!-poi aggiunge abbassando la voce -Voleva tanto conoscerti, ma è troppo educata per farsi avanti tra la folla-.
Non riesco a capire con chi stia parlando finché sento una risata. Una risata che riconoscerei tra mille.
Il mio cuore comincia a battere all’impazzata ed è solo quando mi ritrovo davanti QUEL sorriso che riprende a battere normalmente.
Wesley allunga la sua mano verso di me.
-Piacere, tesoro, io sono…-
-Wesley- lo interrompo prima che finisca la frase -Cioè, si, lo so chi sei.-
Ride di nuovo e il mio cuore perde un battito.
Continua a stringermi la mano, osservandomi in attesa.
-Oh, si. Il mio nome è Chiara-
Sento il mio viso diventare paonazzo per l’imbarazzo.
“Bella mossa, Chiara. Hai una sola occasione, non la buttare!”
-Chiara. Un nome fantastico, ma non è americano, vero?-
-È italiano, cioè io sono italiana- rispondo sempre più rossa, tentando di abbozzare un sorriso.
In lontananza sento qualcuno chiamare Wesley, probabilmente Keaton. Lui si volta per fare cenno di si, poi si volta verso di me.
-La facciamo una foto allora?-
Sorride di nuovo e io mi sento morire.
Mi fa voltare e mi abbraccia da dietro, mentre la mia amica scatta la foto. Non sono in grado di  esprimere a parole la dolcezza di quel suo gesto, ma è stato fantastico. Mi sorride e si volta per allontanarsi.
Con tutto il coraggio che ho in corpo lo richiamo e gli domando timidamente: -È troppo chiederti il cappello?-
Il suo sorriso si allarga ancora di più e reagisce in un modo che mai mi sarei aspettata: si sfila il cappello e, dopo avermi dato un bacio leggero sulla guancia, me lo poggia sulla testa.
-Tutto tuo, babe.-
E con l’ennesimo sorriso sulle labbra se ne va. Sento ragazze intorno a me urlare, un po’ sconvolte, un po’ eccitate e in parte gelose. Io riesco  a percepire poco o niente di quello che mi sta intorno fatta eccezione per la mano di Karen, che mi afferra per portarmi lontano dalla folla. Non so come, ma mi ritrovo in un parcheggio vuoto. La voce di Karen, da fioca, diventa sempre più forte.
-Chiara!- esclama scuotendomi le spalle- Ti rendi conto di cosa è appena successo?!-
-Ho appena conosciuto Wesley Trent Stromberg!- rispondo, con un sorriso ebete stampato in faccia e con lo sguardo fisso sul cappello con una scritta inconfondibile: “WESLEY”.
 
Buon pomeriggio a tutti! Come state amabili lettori di EFP?
A Roma fa tanto caldo e la noia mi permette di avere tanto ma tanto tempo per scrivere. Stavo facendo una maratona di video degli Emblem3 su Youtube e dal nulla è arrivata l'ispirazione per questa storia. Spero che vi piaccia almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla. Ho già scritto il secondo capitolo, ma la pubblicazione o meno dipende da voi, da quanto gradite la storia, perchè on ha senso aggiungere capitoli ad una storia fatta male, no?
Aspetto le vostre opinoni.
Un bacio, Chiara :D
  
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