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Autore: vincent89    09/08/2014    2 recensioni
a volte per poter andare avanti bisogna tornare indietro...
la storia di Senzanome,il Non Morto prescelto per riaccendere la Fiamma dei Lord,nelle terre perdute di Oolacile. in cerca di una principessa scomparsa,dei suoi ricordi perduti e dell'onore di un eroe che merita giustizia.
p.s: ho preso molte libertà sulla storia e sulla lore di dark Souls,quindi se trovate delle piccole irreogolarità,vi chiedo perdono ma la mia fantasià ha voluto viaggiare nei meandri di questa storia meravigliosa! spero vivamente che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Dark Souls
Journey To the Abyss

1. Brusco risveglio

Buio…c’è solo il buio…
Neppure uno spiraglio di luce. Non un segno di vita. Nessun rumore che riecheggia nell’aria. il mio corpo non ha peso: Fluttuo nello spazio e nella assenza che le tenebre attorno a me richiamano impietose. La mia coscienza è uno spirito estraneo che esce fuori dalle mie tempie, osservando con indifferenza l’involucro di carne che lo ha contenuto per cosi tanto tempo…
Sono morto?
La domanda scivola via dalla mente come un serpente avido di conoscenza. Vola nel buio in cerca di un uscita. Scompare anche lei, ingoiata dal nulla che continua a torturarmi. Non riesco a ritrovare l’equilibrio. Non riesco a trovare la parola. Non ricordo…
Ricordo? Pensiero? Che cosa sono?
Mi sento come se mi avessero portato via un pezzo di me. Qualcosa di più importante della carne e del sangue che mi danno forma. Qualcosa di più profondo degli organi e dei muscoli che mi danno mobilità e respiro. Qualcosa di più incorporeo delle ossa che sostengono il mio essere…
La mia anima. Sento la mia anima che va in frantumi.
Anima? Cos’è Anima?
Sento tutte le emozioni che vorticano intorno a me. Incontrollabili fuggono dal mio petto urlando con una voce assente. Provo…
Paura? Gioia? Tristezza? Solitudine? Cosa significano?
Non provo nulla.
Non sento nulla.
Non vedo nulla.
Mi sento….vuoto.
Una voce taglia in due il silenzio come una spada di luce ,squaciando le tenebre: è giovane, aggraziata e limpida. ma molto spaventata. Essa colpisce il mio corpo come una freccia scagliata a bruciapelo. Una debole luce apre una via tra l’oscurità che ruggisce ferocemente.
-Aiutatemi…aiutatemi,Cavaliere…ho bisogno di voi…-
Tutte le mie emozioni ritornano in me. Il mio corpo si scuote,ricolmo della sua vecchia forza e dei suoi antichi ricordi. La mia anima torna al suo posto,rinvigorendo il mio cuore che batte all’impazzata,desideroso di uscire da quel buio. La luce esplode davanti ai miei occhi,mentre riacquisto peso. Un urlo esplode nello spazio.
SVEGLIATI!!!
Quando apro gli occhi,vedo un cielo fatto di rami intrecciati e foglie giganti.
Stavo forse sognando?
Eppure le sensazioni erano vere e tangibili proprio come quelle della realtà. Come se stessi realmente vivendo quella terribile situazione. Calma,devo riprendermi e ragionare. Mi metto seduto nel tappeto di erba e foglie che c’è sotto di me e do’ un occhiata al luogo in cui mi trovo: sono in una via scavata tra la fitta boscaglia. Una sorta di tunnel naturale che crea un arco di rami e arbusti sopra la mia testa. C’è il segno di un falò ormai spento da anni,a due metri da dove sono seduto. Ma,a parte quello,nessun segno di civiltà. O di vita.
Dove diamine sono finito?
Faccio mente locale e riporto i miei ricordi agli ultimi luoghi visitati: ero in viaggio verso il Santuario del Fuoco,dove avrei potuto aprire la porta che mi avrebbe portato alla fornace della prima fiamma per affrontare il mio destino. Mi ero addentrato nel bacino del giardino Radiceoscura,spinto da un bagliore che avevo intravisto nel fondo del lago. Quando…
che il cielo mi fulmini! Ora ricordo!
Una mano gigantesca e nera come la pece era uscita da una sorta di buco apertosi nello spazio davanti a me. Afferrandomi con forza e tirandomi dentro al buio in cui devo aver perso i sensi.
Come è possibile? Che cos’era quell’enorme mano demoniaca sbucata dal nulla?
Ma soprattutto,dove mi ha portato?
-Merda…-
Mi passo una mano sulla testa indolenzita per il colpo ricevuto. Di certo in quei mesi mi è capitato di tutto,viaggiando per Lordran,ma di certo,questo è l’evento più strano che mi sia mai accaduto. Ma non c’è molto tempo per perdermi in inutili pensieri. Devo capire dove sono e cercare una via d’uscita per tornare al più presto al santuario del fuoco. Cerco con lo sguardo il mio equipaggiamento: la mia borsa e le mie armi sono proprio accanto al falò spento. Le raggiungo e controllo se nella borsa c’è tutto il contenuto: Le mie tre fiaschette Estus sono lì intatte e piene del loro liquido dolce e curativo. Stessa cosa per le ampolle che contengono le anime dei Lord. Senza quelle,non riuscirò mai a varcare la soglia della fornace della prima fiamma. Le erbe e i muschi per combattere i veleni e le maledizioni sono al loro posto. Amuleti,anelli,oggetti raccolti durante il mio lungo viaggio… Non manca nulla.
Noto qualcosa muoversi nella borsa: affondo la mano per vedere cosa sia e tiro fuori il misterioso pendente rotto che ho trovato negli archivi del Duca. Una misteriosa aura azzurrina aleggia intorno ad essa,tremando leggermente nel palmo della mia mano.
Perché? Fin adesso credevo che fosse solo un pezzo di pietra azzurra senza nessun significato. Ora perché si è illuminato? Che sia questo posto ad averlo attivato in qualche modo? Ho troppe domande per la testa. Domande a cui ho bisogno di risposte. Ma di certo,non lo farò rimanendo qui a gingillarmi. Rimetto a posto il pendente nella borsa e me lo metto a tracolla. Trovo il mio elmo e il mio scudo appoggiati su una radice fuoriuscita dal terreno. Assicuro lo scudo dietro la mia schiena e infilo l’elmo in testa,senza abbassare la visiera. Infine,raccolgo il mio prezioso spadone, piantato nel terreno.
Il mio compagno di viaggio.
L’ho chiamato Ammazzademoni: è una Claymore creata appositamente per me da Andrè,un vecchio fabbro molto esperto che ha creato per me anche la mia armatura d’elite. La lama è stata forgiata con acciaio proveniente dalle miniere vicino alla Fortezza di Sen e un pezzo di titanite scintillante che le conferisce un danno maggiore sui demoni,aumentando la sua potenza. Questa spada mi ha accompagnato per tutto il mio viaggio,salvandomi la vita più e più volte e uccidendo mostri e nemici cosi feroci e temibili che il solo ricordarli mi fa tremare le membra. La sua splendida lama brilla nella debole luce solare che filtra tra la boscaglia,mentre la brandisco con orgoglio. La ripongo nel suo fodero dietro alla mia schiena. Ora mi sento di nuovo completo e pronto ad agire.
Bene. È ora di uscire fuori da questa specie di…
-Ma bene! Alla fine sei giunto come previsto!-
Per un secondo,rimango pietrificato dalla sorpresa e dallo spavento. Mi giro di scatto con la mano sul manico del mio spadone, pronto a sfoderarlo. mi fermo quasi subito alla vista dell’essere che è comparso dal nulla,davanti al mio cammino.
Un gatto.
C’è un gatto grosso come un cinghiale a pochi metri da me.
Il suo corpo emette una misteriosa aura eterea. Come un fumo invisibile che curva l’aria intorno a lui. La sua folta pelliccia grigia è ritta sulla sua schiena quasi come se fosse un porcospino. I suoi occhi felini sono raggelanti e tetri, mentre la sua bocca è deformata in uno strano ghigno. Un sorriso inquietante contornato da una lunga fila di denti aguzzi. Un momento. Io so chi è quel gatto…
Anzi,quella gatta!
-…Alvina? Sei tu?-
Alvina sghinazza divertita dal mio stupore. Parla con la sua voce rauca e felina.
-Hai buona memoria,Non morto prescelto! Ti vedo spaesato e confuso! Il viaggio non è stato di tuo gradimento? –
Non mi piace il suo tono sarcastico. Non ho voglia di essere preso in giro proprio adesso.
-Non è divertente,Alvina! Sei stata tu a portarmi qui?-
Alvina ride ancor più divertita,mettendo alla prova la mia pazienza.
-oh no,Cavaliere! Io non c’entro! Non sono io la colpevole della tua presenza qui! hai preso un granchio!-
- è allora chi è stato? Dove sono? Che sta succedendo,maledizione??-
Alvina non ride più. I suoi occhi brillano di una luce sinistra che mi preoccupa non poco.
-Le risposte che cerchi si trovano oltre l’uscita del giardino del santuario. Il guardiano ti attende bramoso di carne umana. Egli non è di questo mondo. Non sottovalutarlo…-
Lentamente,il corpo di Alvina comincia a svanire. Continua a parlare tenendo gli occhi fissi su di me.
-Attenzione,cavaliere non morto: questa non è la tua Lordran. Qui troverai morte e oscurità. Ma anche i ricordi che la tua dipartita ha strappato alla tua mente. Affida te stesso alla tua spada e al tuo cuore,se vuoi sopravvivere…-
Ormai Alvina è poco più di una presenza eterea. L’ultima frase che sento proferirle è simile a una condanna.
-…oppure preparati a morire!-
Alvina sparisce dalla mia vista,lasciandomi più confuso di quanto non lo ero prima.
Questa non è la tua Lordran…
Che significa? Vuol dire che non sono più a Lordran? Se è cosi,dove mi trovo adesso?
Non ho altro da fare che andare avanti e uscire da questo “giardino” come l’ha definito lei. Se quello che ha detto è vero,più avanti mi aspetta qualcuno,o qualcosa,che mi sbarrerà la strada.
Egli non è di questo mondo…non sottovalutarlo…
Sia. Mi affiderò alla mia spada,come ho sempre fatto.
Mi avvio a grandi passi verso l’uscita di questa boscaglia: la sua struttura sembra sia stata creata dall’opera dell’uomo,o da una sorta di magia arcana. è tutto troppo perfetto per essere un luogo semplicemente naturale. Intravedo l’uscita di questo tunnel: Un arco vegetale tracciato ad arte come se fosse stato l’opera di un artista divino. L’attraverso e mi ritrovo in un enorme spiazzo circolare. Il sole splende alto nel cielo,e i suoi raggi riflettono sull’acqua limpida che mi arriva fino alle caviglie,emanando una luce cristallina. C’è una piccola cascata dall’altra parte di questo giardino naturale,e tutt’intorno le piante,i fiori e i muschi crescono rigogliosi.
È un paradiso,non c’è che dire. Respiro a pieni polmoni la fresca aria primaverile che mi rinfranca lo spirito. Non ho mai trovato un posto pacifico come questo,durante il mio viaggio. E tutto ciò non fa altro che aumentare la mia curiosità sull’origine di questo luogo.il bosco che circonda il giardino è fitto ma non incute timore.
A parte me,non vedo nessun segno di nessun guardiano.
È tutto tranquillo.
Fin troppo.
Roaarrrrrrrrrghhhhh!!!!!!!!!!!!!
Il ruggito rimbomba nella zona come un tuono caduto sul suolo. Istintivamente sfodero l’ammazzademoni e il mio scudo cimiero,mettendomi in posizione abbassando la visiera del mio elmo. Un altro ruggito esplode nell’aria,mentre una gigantesca ombra si crea sotto di me come una macchia d’olio.
Maledizione!
Ho giusto il tempo di saltare a sinistra,prima che un enorme figura atterri proprio nel punto dove due secondi prima,mi stavo godendo il paesaggio. L’essere fa un altro salto per portarsi al centro del giardino. Mi rialzo e finalmente riesco a scorgere la creatura che ruggisce rabbiosa contro di me.
La bestia è grossa quasi quanto un gargolye di pietra. Forse di più: La sua testa è un leone dal pelo bianco e gli occhi rossi come il sangue. Un paio di corna escono fuori dalla testa del leone,lunghe e ondulate come quelle di uno stambecco di montagna. Il corpo anteriore è del leone,mentre quello posteriore sembra essere una pantera nera come la pece. Quattro paia di ali di uccello fuoriescono dal suo corpo. La sua coda,invece,sembra essere quella di…di uno scorpione!
Per la mia testa! Quella è una gigantesca Manticora!
È la prima volta che ne vedo una. Non sapevo nemmeno che esistessero. Pensavo si fossero estinti molti secoli fa!. Non sarà cosi facile come affrontare uno stupido demone toro. La bestia ruggisce e scalcia come un puledro pronto a scattare. Con una velocità incredibile, mi carica con le sue enormi corna. Con prontezza riesco a proteggermi con lo scudo,ma l’impatto è terribile. Sbatto contro la parete di terra che circonda il giardino. Fortunatamente non ho perso i sensi,ma se non avessi avuto lo scudo,a quest’ora sarei già morto. La manticora fa un balzo indietro,poi torna alla carica abbassando la testa. Stavolta sono più reattivo e veloce. Mi scanso con un balzo a destra e meno un fendente sulla testa di quella maledetta creatura. Il colpo gli taglia via di netto un corno. La manticora ruggisce di rabbia e dolore e, con le sue ali, si alza in volo. Se avessi guidato meglio il colpo,l’avrei potuta ferire molto più profondamente. Aspetto con lo scudo alzato che scenda giù per preparare il suo prossimo colpo…
Ma la manticora non scende: spalanca le fauci e una sfera d’energia elettrica comincia a formarsi nella sua bocca. La spara fuori con un colpo secco,proprio su di me. Balzo verso destra con tutta la forza delle gambe per evitare il colpo. L’esplosione di elettricità è fragoroso. L’acqua si solleva come se piovesse, bagnandomi completamente. Ancora pochi secondi,e sarei stato polverizzato da quel colpo. La manticora plana dolcemente sull’acqua,pronta per un nuovo attacco.
Adesso è ora di passare al contrattacc…
Non riesco a rialzarmi. La mia testa dice al corpo di farlo,ma il mio corpo non la segue. Sono ancora supino nell’acqua gelata,nonstante dico alle mie gambe di rialzarsi. A malapena riesco a girare la testa verso il mio braccio….
Ora capisco.
Il mio corpo è totalmente paralizzato dall’elettricità che viaggia nell’acqua dopo il colpo della manticora. Non ho sentito particolarmente dolore nel buttarmi,perché il mio corpo è totalmente immobile e insensibile,non risponde ai miei comandi.
Sono spacciato.
Mi dimeno cercando di riportare sensibilità ai miei arti,mentre la manticora si avvicina minacciosa,pregustando il pasto imminente. Ormai è a pochi passi da me e io ancora non riesco a muovere un solo muscolo. La bestia comincia ad agitare la sua coda come una frusta,alzando nuvole d’acqua ad ogni sferzata. Se non mi rianimo in fretta,tra non molto sarò all’interno del suo stomaco.
-Avanti avanti avanti avanti!-
Urlo con disperazione per cercare di infondere volontà alle mie gambe. Ma a malapena si muovono,contratte per la paralisi. La manticora carica il colpo di coda,il pungiglione pronto a trafiggere…
Nel momento stesso in cui la coda si scaglia su di me,riesco miracolosamente a sollevare il braccio che sostiene lo scudo,rianimato dalla mia volontà. Paro il colpo, ma non basta: il colpo poderoso mi scaglia per aria,facendomi perdere lo scudo. Ricado a terra con un tonfo violentissimo,quasi dall’altra parte del giardino. Un dolore acuto e penetrante pervade il mio braccio. Molto probabilemente è rotto,e credo proprio che ho anche qualche costola rotta.
Ma sono ancora vivo.
Non so come,ma ho ancora l’ammazzademoni stretta nella mia mano. A quanto pare,la paralisi non ha allentato la mia presa su di lei. La manticora ora è imbufalita per non avermi ancora ucciso,e ricomincia a scalciare come una cavallo imbizzarrito. Ha intenzione di caricarmi, e senza scudo, verrò fatto a pezzi.
Mentre penso a come sfuggire a una morte orribile, mi accorgo che il mio corpo è tornato a muoversi secondo i miei comandi. Mi alzo a fatica, facendomi leva con la spada. Il dolore è forte, ma non terribile da non riuscire a sopportarlo. Non ho molto tempo per curarmi con una estus, ma se il mio prossimo attacco va a segno, forse avrò una possibilità di sopravvivenza.
La manticora continua a scalciare furibonda. Aspetto che si scagli su di me con tutta la sua furia,tenendo lo spadone a lama bassa.
Lei parte a gran velocità. Ancora pochi metri…
Proprio quando riesco a sentire il fetido odore del suo alito, raccolgo le mie forze e balzo in aria facendo leva con la mia spada. La manticora mi supera come un proiettile,andando a sbattere contro una roccia,sgretolandola in mille pezzi. Atterrò con un po’ di fortuna.
E carico il mio fendente.
Il colpo gli trancia di netto la sua coda velenosa: il mostro si dimena dolorante,lanciando ululati spaccatimpani,agitando il moncherino che sputa sangue acido a fiotti. Mi lancio per prendere il mio scudo con il braccio sano,e mi riparo dal getto acido spruzzato a caso dalla belva imbufalita. Ne approfitto per tirar fuori dalla bisaccia una fiaschetta al volo: Me la scolo avidamente,godendo dei benefici che essa mi conferisce. Sento le ossa spezzate tornare al loro posto e le piccole ferite ricucirsi come per magia. Ora sono pronto a finirlo.
Rivolgo la mia attenzione sulla manticora: il suo dimenarsi per il colpo subito ha fatto arrivare del sangue acido anche sulle sue ali,che ora si stanno sciogliendo come neve al sole. Molto bene. Ora non può più volare. Ora dovrà affrontarmi solo via terra.
Il ruggito che emette è terrificante: i suoi occhi rossi trasudano una follia omicida che difficilmente verrà placata con la mia morte. Se non la faccio finita alla svelta,forse non sarò l’unico su cui vorrà sfogare la sua ira. Non posso lasciare in vita una bestia cosi pericolosa.
La manticora si scaglia di nuovo contro di me con ferocia: vedo la sua zampa a pochi centimetri dalla mia faccia. La evito con una capriola all’indietro e tento un affondo,ma la creatura balza all’indietro per evitarla e torna di nuovo all’attacco,creando intorno a se altre sfere elettriche.
Stavolta sono preparato a quest’attacco…
Poco prima che lei vomiti quelle sfere su di me,lancio l’ammazzademoni come un giavellotto sulla parete di terra più vicina a me,correndo in quella direzione con tutta la velocità che il mio corpo appesantito dall’armatura può consentire. Sento dietro di me il boato delle esplosioni delle sfere d’energia andate a vuoto. Appena sento arrivarmi addosso l’ultima,salto sulla spada conficcata nella parete, usandolo come sporgenza. L’ammazzademoni regge perfettamente il mio peso, e da li, elimino il pericolo dell’elettricità nell’acqua. Non mi paralizzerà una seconda volta.
Il guardiano mi guarda con puro odio. Corre verso di me con tutta la forza che possiede…
Ho in mente un idea suicida,ma è l’unica possibilità che ho per chiudere lo scontro.
Estraggo velocemente il grosso pugnale dalla cintura, e aspetto che mi venga addosso.
Pochi secondi prima che la bestia salti per ghermirmi con le sue zampe, uso la spada come un trampolo,e mi scaglio su di lui brandendo il pugnale. Atterro proprio sulla sua groppa. E le pianto il pugnale sulla schiena.
La manticora geme di nuovo ferita,mentre continuo a pugnalarla sulla schiena. Cerca di disarcionarmi, ma io mi aggrappo al suo corno,mentre mi giro e le conficco il pugnale nel muso più e più volte. Spruzzi di sangue rosso scuro attraversano la visiera del mio elmo,imbrattandomi la faccia.
Non vedo più nulla se non il rosso colore della morte. Ma continuo a colpire con ferocia,mentre sento i guaiti della manticora farsi sempre più forti. Dopo non so quanto,perdo la stretta sul pugnale rimanendo incastrata nell’occhio destro della belva,che impazzita mi scrolla di dosso con vigore. Stavolta non riesco a impedirgli di lanciarmi: finisco a terra con un tonfo sordo.
Ne approfitto per togliermi l’elmo e bagnarmi la faccia, per poter tornare a vedere meglio e prendere fiato. Appena mi rialzo, vedo il mostro menar fendenti all’aria come impazzita, sbattendo la testa contro il suolo bagnato tra gli spasmi di dolore: il suo dorso gronda sangue denso e scuro, mentre il suo muso è ormai ridotto a una poltiglia di carne rossa. l’occhio destro, è sparito dietro un orbita nera e putrida. Sfinita, si accascia su un fianco. Ma ancora forza per muovere le zampe e cercare di afferrarmi.
Lentamente, vado a prendere lo spadone ancora conficcato alla parete. e mi avvicino alla belva…
Ma quella bastarda comincia a caricare elettricità nelle fauci, cercando di creare una sfera gigantesca che potrebbe polverizzare tutto il giardino!
Raccolgo le forze e mi scaglio su di lei con tutta la mia furia: le pianto la lama nella giugulare, affondando in profondità per ottenere il massimo danno. Ma la manticora non muore ancora,e continua ad accumulare energia…
Adesso basta.
Sollevo lo spadone con entrambe le mani e gli taglio la testa di netto.
Il cranio della bestia cade nell’acqua colorandola di rosso scuro. La sfera elettrica svanisce d’un tratto e le zampe smettono di muoversi. Mi siedo sfinito sulla carcassa della manticora abbattuta, appoggiando la mia fidata ammazzademoni sulla spalla. Nonostante mi sia già curato dalle ferite poco prima tramite la estus, mi sento a pezzi per la stanchezza.
Mi chiedo che cosa stesse difendendo questa creatura di cosi importante da trucidare chiunque varcasse l’entrata di questo giardino…
Questa non è più la tua Lordran…
Ripenso ancora alle parole di Alvina,come se in quelle poche frasi vi siano qualcosa di ancor più misterioso.
La comparsa di questa bestia leggendaria è la testimonianza che forse non sono veramente a Lordran,visto che nel mio viaggio non ho mai incontrato una manticora. La mano oscura che mi ha afferrato al bacino Radiceoscura, poi il mio sogno e quella voce che chiedeva aiuto. E la comparsa di Alvina,che mai si era avvicinata a me in quella maniera,dopo il nostro unico incontro alla foresta.
È tutto troppo bizzarro per essere una coincidenza.
Se sono qui,deve pur esserci un motivo.
Penso che troverò tutte le risposte continuando ad andare avanti…
Sperando che non ci siano altre creature pronte a farmi la pelle.
Vedo l’uscita del giardino proprio davanti a me. Direi che mi sono riposato anche troppo.
Raccolgo l’elmo e lo scudo e rinfodero lo spadone. Mi avvio verso l’uscita,lasciando il cadavere del guardiano dietro di me.
  
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